Koi
Siamo stati fiori
Di un elegante prato
Dove il sole nutriva
Il seme della nostra natura.
Adesso siamo avari di luce
Nella notte,
abbagliati dai noi stessi.
Un angelo cadde dalle nuvole di pietra per ll nostro fato,
Per il riflesso dei nostri sentimenti. Mentiamo a noi stessi
Se ammettiamo di non aver udito le sue parole,
Il suo gridare,
Il suo boato che nella notte squarciò la terra.
Quando tendiamo verso la bellezza
Ci illudiamo:
Vittime del tempo,
Nulla più.
Quando tendiamo verso il basso
Ci accontentiamo:
Vittime degli eventi,
Nulla più.
Così siam diventati
Nella notte falene
Paralizzate
Dai neon
Di un insegna luminosa,
Vittime delle nostre misure,
Stereoscopiche luci
Che si riflettono
Su pavimenti di vetro,
Fumi della sera che inebriano l'atmosfera,
Quel globo di libertà
Che riflette la mediocrità,
Maschere di carta bianca
Che vagano senza meta nella folla.
"A chi affidare le chiavi di quest'esistenza?"
chiese l'ultimo dei savi.
"A pittori di parole dal destino ignoto" risposero le carpe.
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