Battesimo di spine
La luna sembrava
Pulsare
Dalle viscere
Dei marciapiedi.
Una nube purpurea
Sembrava inghiottire
Queste palafitte
Di cemento.
E la gente
Se ne stava
Lì seduta,
Aspettando
L'ultimo passo per
Il solito.
Così è strano
Muoversi
In un globo di vetro.
E se tutto fosse
Il rimanere
Riprodotto
Tra i muri,
Come una copertina
Di una rivista?
In questa frontiera
Del non nulla,
In questo confine
Dell'inumano,
Il mio recondito spirito,
Nel mezzo di una
Traversata urbana,
S'incontrò.
Un pallido esempio
Di come distruggere
L'umanità,
Ma il chiaro intendere
Di come vedere
Il mirare.
Gli chiesi
troppe volte
Cosa volteggiasse
Nel chiedersi
Troppe volte.
Ma la sua tomba
Era un silenzio.
Cento volte ho ucciso
Chi di dovere,
Salvandomi,
Moriva;
E cento volte sono
Morto,
salvato dal dovere
Di chi mi uccide.
Allora spunto,
Come sputo,
Su questo inerme
Blocco.
La sua lingua
Non la conoscevo,
Sembrava rigida,
Ma fluida
Nel suo distruggere.
Nella tensione
Del suo torace
Si sentivano siepi
Di oscurità nutrite.
Nel suo plasmare
Il giorno,
Si carezzava,
L'assoluto
Tentacolare.
E chiesi ancora:
Il suo fingere
Le galassie,
Il suo restare
Tra le anemie
Degli uomini,
Il suo sangue
Di viole.
E chiesi ancora:
Il suo continuare mutando,
Il suo maturare forme
Nel complesso
Del tufo.
E chiesi ancora:
Il suo principesco invisibile,
La sua informe gloria,
Lo scorrere pulsante
Delle sue vene
Da inghiottire.
E sentì
Questo fondersi,
La perdita della mia pelle
Che si scioglieva
Diventando plastica
Tossica.
Gli dissi:
«Accoglierò i tuoi capelli
Di fili elettrici,
Il tuo sguardo
Fatto di lenti
Oscurate.
Ma dimmi,
Chi sei tu che
Vieni a nutrirmi
Di disperati attimi?»
«Chi sono?
Sono Satana, tuo fratello.»
E restai
Nel lontano
Lato di un silenzio.
Rimasi poco di un uomo.
Divenni in questo deserto,
Cristo il risorto.
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