Capitolo 13- I Senza Segno

Cosa faccio ora?
Indiereggiai spaventata.
-Che succede?- Disse Sena, spuntando da dietro di me e osservando il robot.
-Sono qui per controllare il vostro segno sul braccio-
-Ah, solo questo? Va bene allora entra.-

Il robot entrò traballando nella nostra dimora, sotto gli occhi confusi di tutti.
-Uno per volta vi dovete avvicinare e vi controllerò il segno.-
Mi allontanai il più possibile da lui, tenedomi stretta la fascia che nascondeva il segno ormai scomparso.

-Andate voi.- Balbattai -Io vado al bagno!- Detto questo corsi via, mentre gli altri cominciarono a farsi controllare il segno.
Appena entrata nel bagno chiusi la porta a chiave.
-Diavolo!- Sussurrai.
Ora sì che sono fregata... Addio mondo questa è la mia fin-
Vengo interrotta dalla visuale della mia unica possibile dolorosa salvezza.
-Il coltello di Mey!- Afferrai l'arma, scoprendomi il braccio.
Ma che cosa sto per fare?

Puntai la lama sul mio polso, proprio dove era rimasto il segno ormai quasi scomparso.
Resisti Taiga, è solo un taglio... Dopo starai bene e sarai salva... Vero?
Abbassai lo sguardo sul segno.
Con un taglio risolvo tutto?
Almeno la B l'avrei potuto recuperare... Per il colore non ne ebbi la più pallida idea.

Al mio tre. Uno.
Portai la lama sul polso, dove era impresso ancora leggermente il segno.
Due.
Chiusi gli occhi, tremando... Non poteva fare più male della ferita con una spada.
Tre!
Affondai la lama del coltello sul mio braccio, seguendo il contorno del segno.

Fa malissimo!
Trattenni le lacrime. Non potevo piangere ora... Se ne sarebbero accorti.
Respira, Taiga, respira.
Trattenni un gemito strozzato di dolore.
Finita l'opera, mi morsi l'altro braccio per evitare di urlare o piangere.

Respirai.
Alzai lo sguardo allo specchio davanti a me. La mia figura esile si rispecchiava perfettamente.
Ero... diversa.
Ero dimagrita sicuramente di qualche chilo, non mangiavo tantissimo ultimamente.
In più tutte quelle bende, tutti quei tagli.
Lo sguardo.
Il mio sguardo glaciale, duro, dimostrava quanto avevo sofferto in passato.
Ma ora...
Niente.
Non provavo più emozioni.
Gli occhi spenti. Vuoti.

Sorrisi guardandomi il braccio.
Che bel lavoro che ho fatto.
Ripulii tutto il sangue e tolsi quello rimasto dal coltello di Mey.
-Taiga!- La voce di Sena che urlava il mio nome mi fece tremare.
Il colore...
Il colore della nuova B impressa sul braccio era di un azzurrino chiaro...
Troppo chiaro.

Aprii la porta del bagno e trabballai fuori, ancora presa dal dolore del taglio.
-Sì? - Sussurrai, portando le braccia dietro la schiena.
-Il Robot se ne è andato, ha detto che ti verrà a controllare la prossima volta.- Borbottò lei -Si può sapere che ti ha preso?-
Abbassai lo sguardo sui miei stivali: una goccia di sangue era impressa sulla punta.
Alzai subito lo sguardo verso la bionda per non destare sospetti.

-Scusa.-
Presi la giacca e uscii dalla casetta, ignorando le domande dei miei compagni.
Dovevo cercare Len e Ciel e chiedere spiegazioni anche a loro.
Insomma non è una cosa normale questa roba?!

Sorpassai la fessura nel muretto e mi sedetti al solito albero.
Prima o poi sarebbero arrivati.
Sentii delle voci in lontananza di due ragazzi.
Come non detto.
Mi alzai in piedi, pronta alla loro reazione.
Tre, due, uno.

-Ma che ci fai qua?- Iniziò Len.
-Che poi non avevi detto che non volevi più vederci.- Continuò Ciel.
Odio quando mi si fanno troppe domande.
Sbuffai sonoramente e con un gesto veloce mi tolsi la benda, mostradogli il segno.
-Ma che cavolo?!- Urlò Ciel.
-Zitto.- Dissi io,tranquillissima.
-Ma sei pazza o cosa? Ti potresti far male, scema!- Gridò Len.
Io e Ciel ci girammo verso di lui.
Sbaglio o è preoccupato... Per me?
Lui arrossì violentemente in viso ed incrociò le braccia -Non che mi importi, ovvio.-

-Avete finito di fare domande?- Borbottai io. Nessuno rispose.
Perfetto.
Mi sedetti a terra con le gambe incrociate.
-I vostri segni?- Domandai.
Entrambi alzarono le spalle.
-Spariti. È  rimasto solo una macchia di colore, ma talmente chiara che è quasi impossibile vederla.- Raccontò Ciel.
-Stessa cosa.- Sbadigliò Len, con il suo solito fare annoiato.

-Io... Credo di sapere come uscire da qui.-
Quelle parole mi uscirono così in fretta che non riuscii nemmeno a capire ciò che avevo appena detto.
-Eh?!- Gridò Len stupito.
Mi alzai in piedi girandomi verso l'orizzonte.
Oltre le mura c'erano colline, montagne. Più lontano sembrava esserci anche un piccolo villaggio.
Un villaggio?! In un mondo virtuale?
Deglutii. Ho uno strano presentimento.

Tornai a guardare Len e Ciel.
-Non so se posso fidarmi di voi, ma dato che siamo nella stessa situazione... Guardate.- Dissi, indicandogli ciò che si trovava dietro le mura.
Loro si alzarono e si misero al mio fianco, osservando ciò che indicavo.
-E quindi?- Chiese Ciel.
-E quindi non vi sembra strano che ci siano delle casette in un mondo virtuale?- Risposi, alzando gli occhi al cielo.
-Tsk... Fammi indovinare: non è un mondo virtuale, ma un posto sperduto al mondo dove nessuno potrebbe mai pensare che siano nascosti degli adolescenti che devono uccidersi tra di loro. -Sghignazzò Len tutto d'un fiato.
Era ironico, questo l'avevo capito.
Però...
-Esatto, potrebbe essere.- Alzai le spalle.
Len spalancò gli occhi, visibilmente sorpreso -Davvero? Guarda che io stavo scherzando.-

-Sapete.- Ci interruppe Ciel -Mia sorella mi ha raccontato una cosa del genere.-
Lo guardai accigliata -Tua sorella?-
-Sì, mia sorella Jami.-
Jami?!
Mi ricordai il sogno che avevo fatto qualche notte prima.
La ragazza che parlava con Luka, quella che faceva parte della sua stessa squadra.
Il suo nome era Jami!
-Jami?! Ma lei... Lei è morta?- Senza volerlo mi ritrovai ad alzare la voce.
-Morta? Ma che dici!- Rise Ciel -Sta benissimo.-
Allora... Significa che...
-Non ci credo! È stata... !-

Venni interrotta da un urlo.
Un urlo gelido che mi fece tremare.
Feci dei passi indietro, ma Len mi fermò prendedomi le spalle.
-Che succede, Taiga?- Sussurrò lui.
-L'avete sentito anche... Anche voi?- Dissi, tremando.
-Io non ho sentito...- Iniziò a parlare Ciel, ma l'urlo si fece sentire di nuovo.
-L'ho sentito.- Ammise Len.
-Questa volta anche io.- Concordò Ciel.

Iniziai a correre seguendo l'urlo.
-Dove vai?!- Urlò Len.
-A vedere che succede!- Risposi, non ebbi il tempo nemmeno di voltarmi che Ciel e Len mi raggiunsero in un secondo.
-Allora andiamo!- Rise Ciel.
Provai una sensazione strana.
Loro mi stanno seguendo? Perché? Per farsi gli affari miei, scommetto.
Sorrisi. Lo so che può sembrare un pensiero strano, però non ho mai avuto amici e loro potrebbero...
Mi bloccai davanti ad un grande cespuglio di rovi.
Vidi un corpo steso per terra sanguinare sui polsi ed una freccia piena di sangue accanto a questo.

Ciel corse a vedere il corpo, gli tolse il cappuccio che mostrava di appartenere alla squadra rossa.
-È una ragazza.- Disse.
Io e Len ci avvicinammo lentamente.
La riconobbi subito, da quei capelli rossi accessi.
-L'ho vista durante i combattimenti. È molto brava.- Ammisi -Ma... È viva?-
Ciel le prese il polso non ferito e ci poggiò due dita sopra.
-Sì, ma è ferita.-
Molti mi dicono che sono una persona istintiva, ovvero che non penso mai a quello che faccio. Ma adesso ho una strana sensazione... Credo di poter percepire del dolore, ma pieno di speranza. Non so come spiegarlo.

-Dobbiamo aiutarla.- Sussurrai.

Intanto...
-Ragazzi! Correte!- Gridò la ragazza dai capelli bianchi -L'hanno trovata. Ora la vera battaglia è iniziata.-


Ciao a tutti! E buone vacanze di Natale! Finalmente un po' di tempo libero haha.
Questo capitolo finisce in modo particolare ed ho già dato parecchi indizi (molti anche non veritieri muahahaha quanto sono cattiva).
Taiga si potrà davvero fidare di Len e Ciel? E cosa è successo a questa ragazza con i capelli rossi?
Poi volevo dirvi un'altra cosa: ho deciso di scrivere un "Extra" con le presentazioni fisiche e caratteriali dei personaggi. Che ne dite?
Detto questo al prossimo capitolo.
Bye,Axie❤

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