Capitolo 10- Ka Boom

-Chi parla?- Ripetei, tremando.

Possibile che lei fosse Neko? Non ho mai sentito la sua voce dal vivo... Eppure ha un che di familiare.
-Mi sentite? Collegamento con Virtual World- Continuò la voce.
- Eh? Un collegamento?-
Ciò significa che c'è un collegamento ... Con la Terra.
-Ti sento, chi sei?- Domandai.
-Taiga, sei tu! Sono ... -
Poi non sentii più nulla.
Cosa? Un'interferenza?
- No, aspetta! Perché non funziona?! - Urlai.
Ma cosa ...
Lanciai le cuffie con violenza.

Intravidi lo sguardo curioso di Sena puntato sul letto.
Le cuffie...
Corsi verso il letto e nascosi le cuffie sotto il cuscino.
-Giorno.- Balbettai, con il sorriso più falso che potevo fare.
-Giorno, Taiga.- Mi sorrise Sena, ancora confusa del mio comportamento.
-Come mai già in piedi?- Domandò.
-Eh? Ecco... Non sono riuscita a dormire bene, sai gli incubi.- Risi falsamente.
-Ok.- Concluse lei, andando a svegliare gli altri del gruppo.
Intanto mi accertai di aver nascosto bene le cuffie di Neko.
Aveva una voce familiare.

-Oggi, ragazzi, ci dobbiamo allenare per la prossima battaglia. Dobbiamo prendere sicurezza e... Uccidere!- Disse Sena, tutto d'un fiato.
-Sì, ma respira.- Rise Billie, nervoso.
La parola uccidere ci fece rabbrividire tutti, compresa la stessa Sena.
-Non abbiamo altre possibilità, o uccidiamo o moriamo.- Continuò.
Annuimmo tutti. Aveva ragione.
-Andiamo.-

Afferrai la spada.
-Pronta.- Sibilai a Sena, che si mise in posizione d'attacco.
-Attacca!- Urlò.
Corsi verso di lei, cercando di colpirla sulla spalla, ma lei più veloce, schivò l'attacco.
-Devi essere veloce.- Disse, incoraggiandomi -Di nuovo!-
Sospirai e attaccai nuovamente, ma fui respinta. Ancora. E ancora.
-E che cavolo!- Sbottai.
-Non siamo ai comodi tuoi, Taiga.- Mi disse Maik, poggiando una mano sulla mia spalla -I nemici non stanno ai comodi tuoi.-
-Allora fallo tu che sei tanto bravo!- Sbuffai.
Lui sorrise -Certo.-
Attaccò Sena con la sua arma. Stavamo combattendo... Benissimo.
Sena lo attaccava con la katana, e lui la respingeva.
Maik si girò verso di me -Visto?-

Ci provavo. Una volta. Due. Tre.
Ma finiva sempre con Sena che mi disarmava e io che cadevo a terra, come un'idiota.
-Non ci riesco.- Dissi, appollaiandomi in un angoletto.
-Taiga... - Sussurrò Mey, avvicinandosi -Non ti devi arrendere.-
La guardai con i miei occhioni.
-E che dovrei fare, sentiamo!- Risposi.
-Combattere e vincere. Taiga, tu hai una grande intelligenza riesci a capire i punti deboli degli altri. Basta osservarli.- Continuò -In modo che loro non se ne accorgano.-
Poi si alzò e mi tese la mano -Pronta?-
-Sì.- Sputai.

Osservare le debolezze dell'altro? Pensai mentre vedevo combattere la bionda con Billie.
Notai che la ragazza respingeva tutti gli attacchi, ma non attaccava mai.
Prima con Maik, ci aveva provato... ma non dovevano essere grandi attacchi dato che il ragazzo, riusciva a difendersi facilmente.
Dovevo ... Lasciarla attaccare.

-Taiga, vieni.- Mi disse la bionda, preparandosi a difendersi.
Presi la spada e mi misi in posizione d'attacco.
Presi un respiro. E le corsi incontro.
Lei era già pronta a difendersi, ma inaspettatamente la sorpassai colpendola da dietro.
Lei si girò di scatto, e provò a colpirmi più volte, ma io avevo imparato a difendermi.
Mentre era presa a disarmarmi, lanciai la spada in aria, sotto i suoi occhi stupidi e feci un salto, buttandomi addosso a lei.
-Ma che fai?!- Sbraitò.
-Non c'è nessun divieto a non utilizzare l'arma, no?- Sghignazzai.
Mi alzai velocemente da terra e afferrai la spada, puntandogliela contro.
-Ka boom.- Sorrisi.

-Quindi?- Chiese per la terza volta Billie -Cosa significa?-
-Hai rotto!- Risposi alterata -Affari miei!-
-Dai!- Continuò Mey -Lo vogliamo sapere.-
Cosa significa "Ka boom", Eh?
Sorrisi al pensiero.

Era un pomeriggio d'inverno, ed io e mio fratello stavamo giocando ai videogiochi.
-Sto per vincere!- Ammisi, sorridente.
Ma Luka mi colpì con un attacco inaspettato.
-Ka boom!- Urlò lui cominciando a saltare intorno a me ridendo.
Mi aveva battuta. Di nuovo.
Riuscivo sempre a vincere contro i miei amici, ma mai contro mio fratello.
-Uffa!- Borbottai -Non vale!-
-Invece sì!- Mi canzonò lui.
-Stupido, Luka!-
-Anche io ti voglio bene, Taiga.-

-Taiga!- Urlò Billie, facendomi tornare nella realtà.
Il mio sorriso svanì, rimpiazzato dal solito muso arrabbiato.
-Basta!- Sbottai, infilandomi la felpa, con dentro le cuffie di Neko che ero riuscita a mettere di nascosto.
-Per favore!- Continuò Mey.
-Eh va bene, lo volete sapere?- Dissi, alzandomi -Significa "Cavoli Miei", Sena io esco!-
Senza aspettare una risposta, uscii dalla casetta, sentendo gli sbuffi di Billie e Mey.
-Ka Boom.- Sussurrai.

Cominciava a fare freddo. Erano passate quasi due settimane da quando ero scomparsa dal mondo reale.
Faceva strano ripensarci, ma ormai mi ci ero abituata.
Continuai a camminare, saltellando tra i gruppi di foglie secche cadute dagli alberi.
-E l'inverno sta arrivando ... -
Incomiciai a canticchiare la canzoncina che mi ripeteva sempre mia madre, per farmi addormentare.
-E il sole se ne andrà...-
Sorrisi. L'inverno era la mia stagione preferita, adoravo festeggiare il Natale con la mia famiglia ... Tutti insieme.
Che bei ricordi.
Ma ormai ero qui, in fondo questo sarebbe stato un Natale come gli altri.
Mio padre che tornava a mezzanotte, ubriaco e mia madre che ci litigava e diceva la solita frase "da quando non c'è Luka...".
Da quando non c'è Luka... Sono diventata un'altra persona.
Da quando non c'è Luka... Non sono più felice.
Da quando non c'è Luka... Non voglio più vivere.
Abbassai lo sguardo sui miei stivaletti.
Eppure... Era come se avessi un collegamento con lui.
Come se lui mi stesse aiutando.
Tanto lo vedrò presto... In cielo.
-Magari la neve scenderà, e le impronte dei tuoi stivali, sulla neve rimarran... -
Mi piaceva cantare. Mi faceva sentire libera.
-Il Natale sta arrivando!- Continuai.
Rabbrividii all'idea della prossima battaglia, ma in fondo ero abbastanza preparata.
-Esprimi un desiderio, che tra poco si avvererà!-
Mi fermai, rimanendo ad osservare gli alberi senza foglie e il prato verde che man mano perdeva sempre più colore.
Arrivai alle mura di un colore ocra sbiadito. Ci passai una mano sopra e cominciai a contare i passi.

-Sette, otto ... -
Mi inginocchiai per terra.
-Trovato.- Ammisi, guardando lo spazietto dove ero passata più volte.
Dove avevo incontrato Len.
È vero che lui mi ha detto di non tornarci più, però...
In pochi secondi passai dall'altra parte.
-Espresso.-
Di soppiatto mi avvicinai all'albero dell'altra volta.
Anche qui le foglie sono cadute, Pensai sorridendo.
Mi sedetti contro di esso e sfilai le cuffie dalla felpa.
-Vediamo se qui prende.- Dissi, indossandole.
Non si sente nulla... No, aspetta! Una voce... No, sono due voci!
Ma queste voci non venivano dalle cuffie. Le tolsi di scatto e senza far rumore mi girai.
Erano due ragazzi, uno abbastanza alto e uno più bassino.
Uno moro, l'altro biondo.
Insomma l'uno il contrario dell'altro.
Ma... C'era un'altra cosa che non avevano in comune: le squadre.
Il moro apparteneva alla squadra nera, mentre il biondo alla squadra verde.
Eppure i loro volti...
Riconobbi le voci. Cosa?
- Sì, ma Ciel, è impossibile!- Sbuffò il biondo.
-Nulla è impossibile.- Ribadì il cosiddetto "Ciel" sghignazzando.
Non ci potevo credere.
Ma loro sono... Len e il Vanitoso?
Loro... si conoscono.

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