un tuffo nel passato

capitolo 1
10 anni fa

avevo 5 anni. mi svegliai sotto le lenzuola di lino. guardai la sveglia, erano le 7:30.
"che strano" pensai. di solito la tata mi sveglia alle 7. doveva accompagnarmi presto all'asilo. l'asilo era un posto che mi piaceva. molti bambini venivano presi dopo pranzo dalla tata. tra quei bambini c'ero anche io. la tata degli altri veniva perché i genitori lavoravano a quell'ora, ma i miei lavoravano sempre. potevo vederli solo il giovedì la sera. non avevo nemmeno troppa confidenza con loro, nonostante la mia età. mia madre con i suoi occhi d'oro e i capelli neri mi dava sempre un bacio sulla guancia quando mi vedeva. poi andavo a dormire con di fianco quella donna bellissima che mi leggeva una favola. poi la mattina, come un miraggio, non c'erano più. non c'erano mai, per il lavoro. da quello che mi hanno detto fanno i ricercatori storici in giro per il mondo.
persa tra i miei pensieri mi alzai dal letto lentamente. c'era davvero molto silenzio. averi fatto tardi a scuola! allora accelerai il cervello e le mie gambe mi condussero in cucina. il silenzio continuò, ma in sottofondo sentì singhiozzare tristemente. la mia tata gemeva mentre mescolava lo zucchero nel suo caffè. mi avvicinai quasi di soppiatto. quando mi vide si dipinse in faccia un finto sorriso, con gli occhi ancora rossi. "oh, buongiorno Ad! ora ti faccio la colazione." mi chiamava sempre Ad, mai Adele e mi piaceva. continuai a osservarla con sguardo interrogativo mentre si alzava. andò verso i fornelli e fece scaldare un po' di latte. "c-cosa è successo? perché hai pianto?" chiesi io. si girò di scatto a guardarmi dritta negli occhi. disse: "hai gli stessi occhi di tua madre" mentre tratteneva le lacrime. "vedi piccola, ti devo parlare" mi preoccupai. dopo pochi istanti, un vuoto dentro di me mi colpì alla gola. trasalì. no, non poteva essere. cercai di scacciare le brutte impressioni che mi avevano colpita di sprovvista e mi sedetti impaziente. continuai a guardarla preoccupata e confusa, anche se nel profondo sospettavo cosa mi stesse per dire.
dopo aver steso la marmellata di fragole su due fette di pane tostato, si sedette vicino a me appoggiandomi di fronte la colazione calda. la tata Amelia andò diretta. disse: "i tuoi genitori, ieri sono morti..."
lo stesso vuoto che avevo sentito prima mi colpì come una pugnalata al cuore. trattenni un pianto isterico mentre Amelia mi guardava con compassione. poi accarezzò i miei capelli rossi con delicatezza e con un filo di voce disse: " mi spiace Ad." io osservavo il vuoto con gli occhi sbarrati e calde lacrime cadevano in fila sul tavolino di legno, bagnando la tovaglia. riuscì a dire solo: "come... come è successo?" riposò nuovamente il suo sguardo su di me e disse: "un incidente stradale, piccola. preferisco non scendere nei dettagli..."
non mi sentí più le gambe e lentamente la sensazione salí fino alla testa, non sentivo più il mio corpo. non avevo molti ricordi con loro, ma sapere che erano morti faceva male. molto male.
CONTINUA

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