"Ubriacatevi! Di poesia, di virtù, di vino, a piacer vostro!"
Baudelaire

Nell'oscurità illuminata del salone, nelle luci cangianti e abracadantesche della televisione, dormi, o donna, sul divano. Il capo minuscolo poggia sulla spalla ossuta, la mano dondola nel vuoto con l'ennesimo bicchiere di vino. L'alcol, liquido misterioso e proibito, è la tua catena. Sei la sua schiava. Più provi a fuggire con life coaches, centri cattolici e psichiatri, più il tuo carceriere ti riporta nella fossa. Bevi, bevi senza sapere perché. Lacrime di melma e catrame imputridiscono il pavimento, sangue ligneo. Lamenti uggiosi, rancidi versi animaleschi echeggiano dalla gola provata, trasformandoti in una cosa senza vita, senza sogni, senza speranza.
Te l'avevo detto che l'alcol ti avrebbe rovinato.
Ti rovini ora, sempre, per l'eternità.
Il tuo corpo brucia nel sangue del vino.
La tua mente vola nell'inferno.