23-24 - I ritratti di Samsara @Liside93

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LISTA 23

I RITRATTI DI SAMSARA di Liside93

Genere: fantasy, horror

«Saremo come stelle, io e te. Bruceremo in eterno...»

Vellald, paese facente parte dell'enclave delle terre di Nord-Ovest, è una terra plasmata tanto dai misteri quanto dalle vite più o meno significative di quelle poche anime che vi vivono. Samsara è parte di esso, una donna come tante che ciò nonostante vede la realtà attraverso gli occhi di una tela. Da una normalissima vita ad un'unione indesiderata, inizierà ad essere tormentata così come sedotta da sogni ricorrenti che notte dopo notte la porteranno a domandarsi perché abbia smesso di dipingere e perché, ancora, il Bosco di Kenniel sia una fonte di attrazione così potente. Cosa lega il suo talento ai suoi sogni? Qual é lo scopo per cui un gruppo di misteriosi individui abbia iniziato a spargere sangue in maniera tanto macabra?

Fra corse a perdifiato allo scopo di scoprire la verità sulle origini di Vellald, crimini, indagini, terrificanti scontri con l'ignoto, ed una passione inaspettata, Samsara dovrà fare i conti sia con sé stessa che con il coinvolgimento del Langravio di Ordfred, la sua misteriosa moglie, ed un losco figuro che nasconde più di quanto ammetta.

Quando hai iniziato a scrivere e come hai capito che era la tua passione? Come sei approdata su Wattpad?

La scrittura e la lettura mi hanno accompagnato fin da quand'ero veramente molto piccola. La Domenica la passavamo nella libreria dietro casa, era un po' come un "regalo" che mi veniva fatto ogni volta. L'odore dei libri, il loro significato, la storia che contenevano, e soprattutto gli interessi più "strambi" a cui fossero devoluti. Essendo cresciuta con la passione per la fantascienza ed i temi orrorifici c'è quindi da dare per scontato che abbia iniziato a leggere racconti del terrore, a partire ovviamente dai grandi classici! Stoker, Poe, Wilde, Polidori, Mary Shelley, ecc. E' così che ho scoperto Anne Rice quando avevo 8 anni. Il primo libro che acquistai fu "Scelti dalle Tenebre", e rimasi talmente tanto affascinata dalla "storia" che veniva raccontata da farmi completamente fagocitare dalle pagine. Non avrei mai pensato di poter diventare una scrittrice, ma amavo veramente tantissimo leggere! I primi esperimenti che feci con carta e penna erano goffi, ma pian piano riuscì in qualche modo a trovare la strada verso una voce narrante che dalla prima persona passò alla terza, e questo con il contributo del GDR Play by Chat a cui iniziai a dedicarmi che avevo ancora 11 anni. Non me ne vogliano i poveretti a cui mentii dicendo di avere quindici anni! Che già all'epoca, per me, era un'idea talmente tanto lungi dal raggiungere da non vedere l'ora di crescere per poter dire effettivamente di averli. Ho sempre visto tutto con occhi di ammirazione. Gli altri erano SEMPRE migliori di me secondo il mio punto di vista, e incarnavano oppure avevano qualcosa che desideravo disperatamente: vuoi la capacità descrittiva, vuoi l'eloquenza o la dialettica specifica caso per caso, ecc. E questo sia nel caso si stesse parlando di GDR oppure di libri! Per questo iniziai a scrivere attivamente, ogni maledettissimo giorno, cercando disperatamente di assimilare sia la terminologia che la sintassi adatta. Nella mia testa frullavano tantissime idee quand'ero molto piccola. Immagini e scene, personaggi di pura fantasia che si rincorrevano ed esistevano, ma crescendo mi accorsi lentamente che questa "mia voce" stava venendo a perdersi nel tentativo di inseguire lo stile altrui, di farmi "accettare". A 11 anni quindi iniziai effettivamente a "creare", e solamente a distanza di 18 anni mi accorsi che era quella la strada che intendevo percorrere. Non facevo che chiedermi a cosa servisse sentire o vedere le cose attraverso i miei sensi, in maniera così "speciale" ed "unica" per me, se non per poter cercare di trasmettere le mie impressioni, le mie sensazioni. Il mio desiderio più autentico è proprio quello di prendere un lettore e farlo sentire all'interno della storia: desidero che veda, che senta, che oda, e chissà, che magari senta dolore avvertendo la puntura di un'ape che aggredisce un personaggio. Conobbi Wattpad quando avevo circa ventitré anni, tramite un'amica che me lo consigliò per leggere lavoretti indipendenti che potessero andare incontro ai miei gusti. Non scrissi mai! Figurarsi che il mio account risale proprio al lontano 2016!

Da dove nasce l'ispirazione per "I ritratti di Samsara"?

Questa è una domanda interessante proprio perché non c'è una risposta unica. Sarei dissacrante se affermassi di essermi approcciata al mondo fantasy solamente tramite i GDR pbc precedentemente citati? Bannatemi! Silenziatemi! Ma scherzi a parte, mi sono innamorata perdutamente dell'idea di poter mettere le mani su di un mondo che potesse essere a tal punto mio, visceralmente, da diventare una creatura con piedi, gambe, braccia, tronco e testa. Doveva sapersi muovere e respirare. Vellald è un po' il mio Frankenstein, e cresce esattamente come cresco io. Mi sono preposta l'obbiettivo di sfidare me stessa e mettermi a tutti gli effetti in gioco: non ho niente da perdere a cercare di raggiungere a tutti i costi ciò che desidero. "I Ritratti di Samsara" nasce da un'idea che ebbi quando poco tempo fa mi dedicavo ancora al ruolo di Master/Fato all'interno di una land. Ecco, credo che in effetti sia stato proprio quel periodo che, come "narratrice", mi sono sentita talmente piena di creatività da potermi meravigliare di aver accantonato per così tanto tempo la scrittura! Se ero in grado di creare più filoni narrativi uno accanto all'altro, perché non approfondirne uno specifico? Perché non lasciare che crescesse, cercando di estraniarmi per osservare i personaggi come un collezionista fisserebbe i pesci nel suo acquario? Ovviamente una grande influenza l'ha avuta e l'ha tuttora la mia preparazione Storica. Dopo un periodo di studio in Geologia, mi sono accorta che ero più portata per l'area umanistica che per la matematica! (Una persona a me molto cara che potremmo a tutti gli effetti definire il padre di "Fahnem", sia per la carica d'ispirazione che per carattere, movimenti, occhiate truci e quant'altro, in questo caso mi prenderebbe in giro dicendo che uso ancora "l'abaco" per fare i conti – e potrebbe non essere del tutto sbagliato, eh!)

Quindi ho rivolto i miei studi alla Storia ed in particolare al periodo fra XV e XVI secolo, questo durante gli studi curriculari della triennale. Durante la magistrale ho invece chiarificato i miei obbiettivi approfondendo gli studi delle Idee e della Scienza, tuffandomi ben presto in quello che era il crogiolo di mio interesse fin dall'infanzia: fantascienza, horror! Ma da dove nascevano quei generi? Da quali concetti o concezioni? Parliamo di ispirazioni ancestrali che possono pescare temi e quant'altro da tutto ciò che sappiamo del passato. Perché non avrei potuto fare la stessa cosa io? E quindi mi sono specializzata in Storia della Scienza e delle Idee, con focus rivolto alla Storia dell'Occultismo e dell'Esoterismo. Sono proprio queste le conoscenze che cerco di sfruttare, e sono proprio questi la paglia ed il fango che uso per costruire Vellald e tutto ciò che l'attornia! Sicuramente "Il Ritratto di Dorian Gray" ha avuto un enorme peso, al contempo però devo dare principalmente la colpa al nostro H. P. Lovecraft per lo sprone e la passione per la "decadenza", il "truce", il "torvo", e quella sottilissima brina di "inquietudine" che cerco di far sbucare in ogni capitolo. La Rice ovviamente ricopre un ruolo d'ispirazione principe! La sua capacità di saper bucare le pagine trascinandosi fra le sue righe è una delle particolarità che mi hanno fatto perdutamente innamorare di lei.

A quale tuo personaggio sei più legato e perché?

Attualmente la storia è ancora agli inizi. Buona parte dei personaggi è in una fase embrionale, attualmente però potrei azzardarmi a dire... Fahnem! Ebbene si, proprio lui. Samsara ovviamente è la protagonista, ma si tratta di un'idea nuova che sta pian piano prendendo forma alla pari di un pezzo di argilla. Al suo contrario, Fahnem è ispirato ad un personaggio a cui sono tremendamente legata e che, come dicevo rispondendo alla prima domanda, mi ha accompagnato per ben 6 anni. Nasce dall'idea di una persona di cui non farò il nome – TU lo sai, maledetto! – ed è stato consegnato fra le mie mani come una specie di "cadeau", vecchio di 17 anni dalla sua prima apparizione nel mondo del GDR. Ovviamente la mia versione si discosta leggermente, ma Fahnem è Fahnem, e non è il classico personaggio dannato da chissà quale maledizione che desidera "liberarsi" da ciò che lo tormenta, tutt'altro. Ha abbracciato ciò che è, ne è conscio e persino compiaciuto, ma l'evoluzione continua della sua vita non fa che metterlo davanti ad un ostacolo dopo l'altro, portandolo a confrontarsi con sempre nuove emozioni.

Quale messaggio vorresti che i lettori traessero dalla tua storia?

Mi è stato domandato più di una volta perché non avessi creato Samsara sottoforma di una quindicenne o di una sedicenne. Questa curiosità mi ha dato molto da pensare proprio perché... non mi era mai passato per l'anticamera del cervello! Davvero, quando lei è "nata" aveva quasi trent'anni, non ho mai pensato ad una protagonista che fosse ancora nel bel mezzo dell'adolescenza. E' una donna che sta affrontando i propri demoni ma che, al contempo, sta scoprendo che i suoi ultimi 8 anni di vita hanno rappresentato nient'altro che un tradimento nei confronti di sé stessa: dei propri sogni, delle proprie aspirazioni, dei propri desideri. Certo, l'ambient della storia ha delle note di decisamente forte anti-femminismo, in fondo ricordiamoci che l'ispirazione è tratta dal periodo fra XV e XVI secolo! Ma perché non metterci per una volta nei panni di una donna che, anziché nascere come combattente assettata di sangue, molto semplicemente si trova di punto in bianco catapultata in eventi e situazioni che non avrebbe mai immaginato di doversi trovare costretta ad affrontare? Non è quello che succede a tutti noi? Io desidero che chi mi legga abbia un motivo in più per PENSARE. Che si senta invogliato a fermarsi un attimo ad elucubrare e ad arrovellarsi per capire che "noi siamo ciò che pensiamo e come agiamo". Samsara dovrà trovare la forza di capire che non deve appellarsi ad un'immagine che pensava tutti avrebbero desiderato di sé stessa, tutt'altro, dovrà rendersi conto che a tornare a galla dev'essere la VERA Samsara, con i suoi pregi, i suoi difetti, ed i suoi interessi. Questo è ciò che vorrei che trapelasse maggiormente. Coscienza, responsabilizzazione, coraggio di guardarsi in faccia.

Parlaci di "I ritratti di Samsara". Quali sono i suoi punti forti e a chi consiglieresti di leggerla?

Iniziando a scrivere questa storia il mio obbiettivo principale è stato quello di dare vita ad un "mistero". Il dubbio, in secondo luogo, ha iniziato proprio a ruotare attorno a questo concetto. Gli omicidi, l'azione, i capitoli dedicati a lunghi esami di coscienza o flusso di pensieri da parte dei personaggi principali, li ho ideati cercando con tutta me stessa di far immergere sempre di più nell'ambiente senza, possibilmente, appesantire. C'è passione, c'è contrasto, c'è sospetto, e c'è quell'alone di scetticismo e difficoltà a far fronte alla realtà che si pone di volta in volta davanti ai personaggi. Per chi voglia scoprire come sia possibile che una donna come tante altre riesca a ritrovare sé stessa, e per chi desideri capire se un uomo sia realmente in grado di abbracciare l'ombra più oscura di sé stesso... fate un salto a Vellald 😉

Grazie! A questo punto non ci resta che augurarti buona scrittura e congratulazioni per essere diventata Campione dei Campioni!

Ancora complimenti!

Grazie per aver partecipato. A presto e buona scrittura!

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