Prima prova
La ridente cittadina di Bloodyhell era da sempre stata il regno della pace e della tranquillità. Gli abitanti erano perennemente sorridenti, il tempo era costantemente sereno. Niente sembrava in grado di scalfire quell'atmosfera gioiosa e idilliaca.
Benché la cittadina fosse piuttosto piccola, non le mancava niente. C'erano diversi supermercati, c'erano negozi di abbigliamento, di alimentari, di souvenir, di mobili, c'erano botteghe che vendevano oggetti di ogni tipo, c'erano studi di bravissimi artigiani e case di grandi artisti. E naturalmente non mancavano i luoghi destinati all'intrattenimento. A Blodyhell erano presenti cinema, palestre e centri sportivi, musei, bar e ristoranti, teatri e persino i luoghi della perdizione più nera, le demoniache discoteche.
Ma a suor Teresa tutto questo non interessava. Lei era una suora, e tutto quello che fanno le suore è pregare.
La religiosa quella mattina era tranquillamente intenta a leggere il giornale. Il che significa che non stava pregando. Ma aveva un motivo valido per venire meno ai suoi doveri. In prima pagina spiccava un articolo che dava la notizia del furto, dal Museo Centrale, del preziosissimo scarabeo dorato, un gioiello egizio di inestimabile valore, raffigurante, neanche a dirlo, uno scarabeo. Secondo fonti certe, una figura incappucciata, tutta vestita di nero, aveva fatto irruzione nel museo, portando con sé il bottino.
Suor Teresa fu costretta ad interrompere la lettura quando l'anziana madre superiora del convento, tal suor Assunta, le si piazzò davanti, facendo sfoggio di due occhiaie più nere del suo velo. La sorella la mandò a comprare della frutta alla bottega vicino al mattatoio. Il che significa che non le permise di andare a pregare. Ma la suora capì che era per una buona causa.
Quando giunse alla bottega di Don Luigi, il fruttivendolo, lo sentì parlare concitato con uno dei clienti, dicendogli quanto fosse spaventoso il mattatoio abbandonato. Effettivamente era un luogo spettrale, ma il meraviglioso prato di margherite che lo circondava lo rendeva meno terrificante. Quegli splendidi fiori erano unici, in quanto possedevano dei peculiari petali rosa e blu, decisamente insoliti per una margherita.
Suor Teresa, dopo aver acquistato quanta più frutta riuscisse portare, non poté fare a meno di ascoltare l'animato racconto di Don Luigi. Il baffuto commerciante stava dicendo che la notte prima si erano sentiti strani rumori provenire dal mattatoio, come se qualcuno vi si fosse introdotto di nascosto.
- Quel posto lì mi mette una paura... - disse - Una volta mio nipote Carletto è andato a giocare nel prato di margherite con i suoi amichetti e si è portato dietro la bussola nuova, quella che gli ho regalato io. Ebbene, mi ha detto che la lancetta è impazzita! Non segnava più il nord ma girava su sé stessa! Robe da matti! Secondo me in quel posto c'è il diavolo! Lei che dice sorella? Lei che se ne intende, è possibile che il demonio esca dal mattatoio ed entri in una bussola?
- Devo pregare! - rispose la sempre socievole suor Teresa allontanandosi celermente. Pareva che il demonio le fosse entrato nei piedi.
Quando la suora tornò al convento, decise di uscire, di nuovo, a prendere un caffè al bar, per portarlo alla madre madre superiora, dato che la donna sbadigliava a profusione, senza neppure cercare di contenersi. Non avrebbe certo potuto pregare in quello stato.
La suora uscì rapidamente, recandosi al bar di Donna Luciana, la quale, mentre preparava il caffè richiesto da suor Teresa, parlava animatamente con gli avventori. Diceva che la notte prima aveva visto un gobbo girare per la città, trascinandosi dietro un sacco, in apparenza, molto pesante.
- Sapete come si dice, - sentenziò - toccare una gobba bella pronunciata porta fortuna! Forse mi sarei dovuta fare coraggio e sarei dovuta andare dal gobbo a chiedergli se lo potevo accarezzare. Lei che dice sorella? È peccato credere a queste superstizioni?
- Il Signore mi aspetta! - disse la sempre amichevole suor Teresa, correndo fuori dal bar con il caffè in mano.
Quando le portò il caffè, suor Teresa notò due buchi circolari nel velo della sua consorella.
- Ma suor Assunta! Hai il velo tutto sgualcito! Dammelo, te lo rammendo io.
Nell'istante in cui suor Teresa le sfilò il velo, esponendo la pronunciata gobba della madre superiora, un petalo di margherita rosa e blu cadde delicato sul pavimento.
La suora andò rapida a prendere il necessario per cucire il velo. Certo, nemmeno in quel caso stava pregando, ma era per una questione importante.
Mentre rammendava i buchi, si rese conto che questi erano perfettamente circolari, troppo netti e precisi per essere due semplici strappi dovuti all'usura.
Pareva che qualcuno avesse bucato di proposito il velo, per poterlo infilare in testa ed usarlo come cappuccio. Forse quei fori servivano per poter vedere.
Poi suor Teresa ripensò alle occhiaie e agli sbadigli di suor Assunta. Era come se la scorsa notte non avesse dormito.
Pensò anche alla sua gobba, identica a quella vista da Donna Luciana.
Poi ripensò al petalo rosa e blu che era addosso alla madre superiora e al campo di margherite al di fuori del mattatoio.
Pensò anche alle parole di Don Luigi, che asseriva di aver visto qualcuno introdursi proprio all'interno del mattatoio abbandonato.
E ripensò alla figura vestita di nero che aveva rubato lo scarabeo al museo. Forse si trattava dello stesso nero degli abiti da suora.
E infine pensò a quale fosse il numero della polizia, prima di afferrare il telefono.
Le forze dell'ordine giunsero al monastero in un batter d'occhio. Suor Assunta, messa alle strette, confessò il furto. Dichiarò di averlo fatto per poter ricavare, dopo la vendita dello scarabeo, abbastanza denaro da poter fuggire insieme al suo amante.
Il prezioso scarabeo venne ritrovato proprio all'interno del mattatoio, nascosto lì dalla madre superiora in attesa che le acque si calmassero.
Suor Teresa venne ringraziata e le fu concesso di tenere un discorso pubblico nella piazza della città, obbligatorio naturalmente.
L'ultima cosa a cui la loquace suor Teresa pensò fu che quella mattina, anziché eseguire tutt'altri compiti, avrebbe fatto meglio ad andare a pregare.
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