Ultimo capitolo
-Perchè amarsi non è solo destino. E' una scelta che intraprendiamo guidati dal cuore e dalla ragione.
Quella notte...
Yuuri non era minimamente riuscito a chiudere occhio. Troppa ansia, troppi pensieri, troppe preoccupazioni.
Al suo ritorno dal locale insieme a Victor, la coppia si stese a letto insieme. L'alfa crollò in un sonno profondo dopo 5 minuto esatti, mentre l'omega... Proprio non riusciva a dormire.
Dopo un po' udì la figlia intrufolarsi tra le coperte e stringersi a loro chiedendo di poter dormire nel lettone tutti insieme. Yuuri la accolse con un abbraccio e un bacio, stringendo a sè il corpicino della sua bimba.
Davvero stava per avere un altro figlio? Non riusciva a capacitarsene. E attendere che arrivasse il mattino, per fare quel dannato test di gravidanza, si stava trasformando in una tortura.
Al mattino, ancora placidamente disteso a letto, osservò il profilo del volto del suo compagno, carezzandogli dolcemente una guancia, scostando i capelli chiarissimi, per poi sorridere, nel notare quanto Viktoria fosse identica a suo padre anche mentre dormiva.
"Vi amo!.." Gli sussurrò baciando la testolina della figlia, posando poi un lieve bacio sulle labbra del compagno.
Accarezzò la pancia perfettamente piatta, tormentandosi ancora un po' su quella possibile gravidanza. Un altro figlio adesso non era proprio il momento, ma se fosse arrivato lo avrebbe tenuto e amato con tutto il suo cuore.
Sopraffatto dalla preoccupazione, si spostò insinuandosi tra il corpo della figlia e quello del compagno, abbracciando il busto dell'alfa possessivamente, pregando si svegliasse.
Infastidito, Victor sentì qualcosa avvinghiata al proprio petto. Yuuri. Non poteva sbagliarsi.
Stancamente accarezzo i suoi capelli neri, sentendolo sussultare rafforzando la stretta, aprendo un occhio, ancora intontito dal sonno.
"Buongiorno!..."
Il ragazzo non rispose, presentava solo delle occhiaie spaventose e il volto contratto dall'ansia.
"Non hai chiuso occhio stanotte?"
Ottenne un cenno negativo con il capo. L'uomo con i capelli chiari sospirò allungando un braccio verso la figlia che dormiva ancora beatamente accanto a loro.
"Te la senti di accompagnare Vicky all'asilo insieme?"
"Sì." La voce fiacca appena udibile.
"Perfetto. E dopo, faremo questo test!"
Come da progetto. La neo famiglia affrontò la nuova giornata, per poi dirigersi insieme verso l'asilo della piccola Viktoria, che felice come una pasqua, camminava mano nella mano con mamma e papà osservando al settimo cielo i volti dei genitori.
Non era mai capitato che mamma la accompagnasse all'asilo. E adesso lo stava facendo. Insieme papà poi!
Era bellissimo, camminavano insieme tenendosi per mano, diretti verso la sua scuola, proprio come facevano tutti gli altri bambini ogni mattina.
La famigliola si fermò di fronte ad uno stabile circondato da un alto cancello pieno di alberi e fiori.
"Siamo arrivati." Esordì il moro con un sospiro, aspettandosi già le domande delle maestre.
"Andiamo!" Esultò Victor trascinando gli altri due, con un sorriso.
Come previsto, l'insegnante di strabuzzò gli occhi nel vedere la mamma di Viktoria accompagnato da un uomo, che era tale e quale alla sua piccola alunna.
"Signor Katsuki!... Em?... Deve dirmi qualcosa?" Titubò appena la maestra, notando il volto sfatto del giovane, a testa bassa e in evidente imbarazzo.
"Possiamo parlarne in privato? Per favore?" Chiese.
Perchè sentiva gli occhi di tutti addosso? Detestava quella sensazione.
La maestra acconsentì, facendosi sostituire momentaneamente da una collega, allontanandosi insieme alla coppia per ottenere le tanto ambite spiegazioni.
Si spostarono un aula vuota, piena di giochi.
Con evidente imbarazzo, Yuuri provò grossomodo a spiegare la situazione. Tralasciando parecchi dettagli dovuti alle dinamiche del riappacificamento con il compagno. La loro vita privata non era affare della maestra. Ma doveva pur informarla per evitare disguidi futuri.
La donna osservò il viso del ragazzo pareva stanco, sfinito. "Sta bene signor Katsuki o devo chiamarla Nikiforv?"
"Non siamo ancora sposati!" Si imbarazzò Yuuri arrossendo.
"Ma ci penseremo molto presto!" Rimbeccò Victor facendo l'occhiolino alla maestra.
La donna sorrise lieta, notando che il ragazzo tendeva sempre a poggiare la mano destra sulla pancia. Non e che... "E' in dolce attesa?" Chiese ancora curiosa.
Il moro sussultò. Cazzo! Possibile che si notasse già?!
"Non se siamo sicuri. Ma il sospetto c'è!" Fù la risposta dell'alfa, avvolgendo le spalle dell'omega che si rannicchiò su sè stesso sempre più agitato.
"Ora che mi ci fate pensare... Sono giorni che Viktoria non fa altro che parlare di fratellini e sorelline!? Io pensavo fosse un gioco!..." Ammise la maestra in evidente imbarazzo.
"Se non le dispiace? Noi andiamo. Abbiamo delle visite da fare!"
Victor salutò la maestra, che ricambiò cordialmente, porgendo i suoi più sentiti auguri alla coppia, che andò via.
Una volta fuori, tenendo sempre per mano il suo Yuuri, lo osservò notando il suo sguardo sempre più perso e preoccupato.
"Andiamo da un medico?"
"Prima facciamo un test rapido. Se è... Positivo. Dopo andremo dal medico."
La voce gli uscì atona e piena di preoccupazione, mentre il maggiore annuì, avvolgendo le spalle del compagno, baciandogli la fronte, diretti verso la prima farmacia.
Acquistato il test rapido, la coppia tornò a casa. Phichit era già andato via, diretto in università per le lezioni mattutina.
Agitatissimi, si diressero in bagno insieme. Yuuri era un fascio di nervi, tremava e sentiva le lacrime prendere già il sopravvento. Dentro di sè Victor si augurava con tutto il cuore di ottenere un esito positivo, anche se comprendeva le difficoltà del momento. Voleva essere un po' egoista e godere di quella gioia di cui era stato privato 5 anni prima.
Pazientemente, l'alfa aiutò il partner a fare il famigerato test, rimanendo lì sul pavimento del bagno in attesa del risultato.
Yuuri si ancorò al collo del compagnò, piangendo a dirotto, mentre Victor non staccava gli occhi dal display del test di gravidanza nemmeno per un istante abbracciando forte il suo omega.
Appena 5 minuti e la scritta. Pregnant 1-2. Comparve.
Un immenso sorriso si allargò sul volto di Victor che percepì un profondo senso di gioia invaderlo, rafforzando la stretta sul corpo del suo Yuuri.
"E' POSITIVO!" Urlò troppo felice, facendo sussultare il minore.
"Ti amo Yuuri! Ti amo da impazzire! Grazie!..." Lo bacio di slancio abbracciandolo forte, mentre il più piccolo si pietrificò incredulo.
"So-sono incinto?" Chiese non riuscendo a crederci.
"Sì! Sì!" Esultò l'altro, continuando a baciarlo, felicissimo.
Yuuri non riusciva a crederci. Cioè! Se lo sentiva, ma ora ne aveva la conferma.
Ancora sconvolto, si lasciò coinvolgere da quelle dimostrazioni d'amore da parte del compagno, che sorrideva su di giri troppo felice, mentre la sua mente ancora elaborava la notizia.
"Aspetto un bambino..." Si ripetè sentendo il senso di consapevolezza farsi strada, concretizzando materialmente la cosa.
"Non sei felice Yuuri?" Con occhi languidi Nikiforov, accarezzò il volto dell'altro.
Era esploso in un'euforia a senso unico, senza preoccuparsi del parere del diretto interessato.
Il minore strabuzzò gli occhi. Era felice? Non lo sapeva dire con certezza. Solo molto confuso e spaventato. Era successo tutto davvero troppo in fretta, non avendo la possibilità di elaborare nulla.
"Mi sento confuso." Ammise chinando il capo, abbracciando il compagno, che ricambiò la stretta con tristezza, sentendo gli occhi pizzicare.
"Se non lo vuoi... Non ti impedirò di abortire. Voglio solo vederti felice! Abbiamo tempo, possiamo pensare ad un altro figlio quando arriveranno tempi migliori."
Il moro tremò, sentendosi davvero una persona orribile. Abortire? Davvero Victor credeva avesse voluto abortire? Non ci era riuscito nemmeno a 17 anni, quando era solo e disperato. Adesso non ne avrebbe avuto il motivo.
" Mh! Mh! Lo terremo!" Sollevò il busto incrociando gli occhi azzurri e liquidi del compagno, accarezzando il ventre ancora piatto. "Viktoria ne sarà felicissima!" Terminò.
"Davvero?" Chiese il russo con un sorriso, ottenendo un cenno positivo.
"Ti amo Yuuri!"
"Ti amo anche io Victor!"
Il minore ricambiò, per poi stringersi ancora al compagno, si scambiarono un lungo bacio, concedendosi quella mattinata libera, soli in casa tutta per loro.
Dopo sarebbero stati dei mesi difficili da affrontare, un po' per la gravidanza e un po' per la brutta situazione in cui ora si trovava il musicista russo.
Doveva trovare il modo per rimettere in piedi la sua carriera e lo avrebbe trovato.
*
Al rientro a casa per la piccola Viktoria, scoprire che mamma aspettava un bambino era stato bellissimo. Papà aveva mantenuto la sua promessa e tra 9 mesi avrebbe avuto un fratellino o sorellina. Questo non lo sapeva, ma era pur sempre una notizia stupenda.
Per Yuuri il primo mese di gravidanza non fu difficile, stava bene e l'aver completato il legame con il suo alfa rendeva anche la gravidanza più facile da sopportare.
Il problema giunse al secondo mese, quando cominciò ad accusare le nausee, e contemporaneamente andare a lavoro, mentre il suo compagno suonava in piccoli locali e a qualche evento.
Come previsto, la faticosa carriera costruita in Russia venne spazzata via in un lampo dai genitori dell'alfa, grazie anche hai loro agganci politici.
Ma Victor non si arrese. Era giovane, aveva tutta la vita davanti e un talento davvero portentoso. Nel contempo continuò a comporre musica, proponendola ad alcune case discografiche americane.
Qualcuna accolse di buon grado i testi composti da quel giovane e affasciante alfa, pagandolo più che bene, altri lo scartarono a priori non conoscendolo.
Ma l'uomo era abituato a certe cose, non si sarebbe arreso tanto facilmente.
Con avanzare dei mesi, per il giovane omega divenne sempre più complicato esibirsi, nascondendo la pancia, che stranamente era più pronunciata rispetto alla precedente gravidanza. Non era una gravidanza gemellare, l'ultima ecografia aveva evidenziato chiaramente l'esistenza di un singolo bambino, maschio. Victor era certo che si trattasse di un piccolo alfa.
Ciò avrebbe spiegato molte cose, ma restava sempre il problema lavoro per lui e per il compagno. Dovevano escogitare qualcosa. Qualcosa che aiutasse il fidanzato a sfondare.
*
"Perchè non suoni al Moulin Rouge in uno degli spettacoli di Yuuri?"
Era stato Phichit ad avere la brillante idea, che venne accolta con un po' d titubanza dalla coppia e poi sottoposta dallo stesso thailandese a Celestino, che accolse la trovata geniale con una bel sorriso entusiasta.
A parte un po' di nausee mattutine, Yuuri stava benissimo, riusciva a gestire facilmente gli spettacoli, senza grossi problemi. E poi, il giovane era ancor più bello e affascinante di quanto già non fosse, pervaso un magico alone di dolcezza. La pancia si notava facilmente già al terzo mese, oltre al seno che sembrava essere lievitato spaventosamente, per la gioia di Victor che trascorreva le giornate a palparlo e viziare il suo omega con lunghe sedute di sesso.
Quella gravidanza sembrava aver stimolato anche gli ormoni del ragazzo, diventando un ninfomane assetato di sesso.
Quello spettacolo messo in scena come trampolino di lancio per l'alfa russo, era davvero un'ottima idea. Quel locale era popolato anche da persone importanti.
La sera dell'esibizione arrivò fin troppo in fretta. Lo spettacolo prevedeva un intera serata con musiche da lui composte, su cui si sarebbero alternati vari corpi di ballo e la voce acuta e sensuale di Tanya. La chicca finale era Yuuri con i suoi balletti mozzafiato.
Nell'esatto istante in cui le luci del locale si abbassarono. Dalla sua postazione, dietro il piano, posto al centro del palco, Victor cominciò con delle note lente e delicate. Non gli serviva voltarsi, sapeva già che il suo omega stava scendendo le scale in uno dei suoi splendidi corpetti luccicanti, con piume guanti e calze di pizzo.
Il moro raggiunse il piano, sedendosi accanto al pianista, accavallando elegantemente le gambe, per poi alzarsi di scatto ad un cambio di note raggiungendo un lato del palco, sfilando piano piano i guanti, seguiti dalle calze.
Sempre con quell'atteggiamento accattivante, il ballerino tornò del musicista, sedendosi sulle coda del piano, strusciandosi sensualmente sul grande strumento sorridendo ammiccante al pubblico e lanciando qualche occhiata al suo uomo.
Tornò in piedi seguendo la musica, compiendo qualche passo di danza, sfilando il corpetto rimanendo in perizoma e copri capezzoli, tornando disteso sulla coda del piano, sempre più vicino al musicista che non lo degnò di uno sguardo per tutto il balletto fino al finale.
Quando si sporse schioccandogli un bacio, sotto gli applausi estasiati del pubblico.
Yuuri era sempre magnifico e accompagnato dalle canzoni del suo alfa, sembrava sprigionare una sensualità ancor più accattivante.
Con fare possessivo, Victor agguantò i fianchi del compagno stringendolo a sè, carezzando il suo ventre leggermente gonfio, schioccandogli un en0ensimo bacio palpandogli il sedere.
Il minore avvampò, mentre Tanya annunciava al grande pubblico, che i due erano una coppia, che il ballerino era in dolce attesa e i suoi spettacoli non sarebbero andati avanti ancora per molto. Un appaluso ancor più grande si espanse insieme a tantissimi auguri urlati a squarcia gola. Il pubblico, non sembrava averla presa male.
*
I mesi passavano e dopo quella magica esibizione con il compagno, Victor riuscì ad ottenere un ingaggio vero e duraturo presso un teatro di musica classica, oltre a qualche atro spettacolo rubato quà e là. Riuscendo a trasferirsi in un appartamento più grande, tutto per loro, dove poter mettere su famiglia normalmente. Mentre il moretto passò in ritirata, preferendo godere del resto della gravidanza a casa, a riposo e in completa tranquillità.
Mancava pochissimo alla nascita del suo secondo genito e Viktoria era al settimo cielo, non vedeva l'ora di conoscere il fratellino.
A meno di 2 settimane dal termine della gravidanza, Yuuri si sentiva più simile ad un lottatore di sumo. A parte il pancione enorme e il mal di schiena, non riusciva più a muoversi decentemente. Il bambino scalciava come un matto, rendendogli difficile anche solo dormire.
A scegliere il nome per il bambino era stata Vicky. Ci teneva tanto e i genitori nel vederla così entusiasta, vollero accontentarla, dandole la possibilità di scegliere un bel nome.
Elijah. Era un nome dalle origini antiche ma a Victor e Yuuri piacque subito. E pensare che lo aveva scelto una bimba che aveva compiuto i suoi 6 anni.
Un nome scelto per puro caso, guardando un telefilm in TV una sera insieme a mamma, mentre papà era impegnato in un concerto.
La piccola Viktoria rimase affascinata da uno dei protagonisti, un uomo bellissimo, forte, gentile e affascinante di nome Elijah che sconfiggeva i cattivi.
Yuuri rabbrividì notando come la natura omega della su piccola inizziasse a manifestarsi. Era presto per il calore e tutto il resto, ma cominciava già a dimostrare apprezzamento verso l'altro sesso.
*
Quella mattina Yurri si svegliò con un terribile formicolio lungo la schiena, sapeva già cosa fosse e svogliatamente si gettò a letto non avendo la ben che minima voglia di ritrovarsi in sala parto per l'ennesima volta dopo 6 anni.
Restare incinto era stato strano, condurre la gravidanza piacevole, ma partorire era tutt'altra storia. Star ore e ore a patire dolori lancinanti era qualcosa che non avrebbe mai accettato. Ma non poteva nemmeno tenere il piccolo Elijah dentro la sua pancia in eterno.
"Yuuri amore... Che hai?" Victor notò il cipiglio seccato sul viso del suo omega , avvicinandosi a lui, carezzandogli la pancia, sentendo il bambino agitarsi.
"Non è nulla. Tranquillo!" Gli schioccò un bacio sulle labbra abbandonandosi con la testa sul cuscino sempre più scocciato.
Finche poteva resistere, non sarebbe andato in ospedale. Sorbirsi quelle odiose infermiere era già una tortura più che sufficiente.
Katsuki passò tutta la mattina a letto, sentendo i doloretti al ventre aumentare lentamente. Dopo pranzo, scosso da una forte fitta al ventre che durò una buona manciata di secondi, ordinò al compagno di condurlo immediatamente in ospedale. Le doglie quelle vere, erano iniziate.
Victor andò nel panico, non sapendo bene cosa fare, ma Viktoria con un bacio sulla guancia calmò il suo papà, che raccattò il borsone contenete le cose del neonato, caricando tutta la famiglia in auto raggiungendo l'ospedale.
L'arrivo fu lento, il traffico allucinante e Yuuri cominciava a maledire la sua orribile idea di trascorrere il travaglio a casa, invece che raggiungere l'ospedale. I dolori si facevano sempre più forti e ravvicinati. Di questo passò non sarebbe arrivato in ospedale.
Grazie al cielo, la coppia giunse appena in tempo. Appena l'omega mise piede nell'ospedale più vicino, sentì qualcosa imbrattare le sue gambe. Abbassò gli occhi notando un immensa quantità di liquido scorrere per poi venire attraversato da una fitta tanto forte che lo costrinse a urlare aggrappandosi al braccio dell'alfa. Gli si erano rotte le acque.
Di corsa fu condotto in sala parto, sotto i rimproveri del medico e dell'ostetricia, mentre il povero Victor si batteva una mano in fronte esasperato dalla cocciutaggine del suo piccolo omega. Quel lato del suo carattere non sarebbe mai cambiato.
Phichit giunse sul posto, giusto in tempo, per accudire Vicky, mentre l'alfa russo entrò in sala parto per assistere il compagno, beandosi della dolce visione del suo nuovo nipotino, nemmeno mezz'ora dopo.
Elijah era un bambino adorabile e tranquillo, con dei liscissimi ciuffetti neri, la pelle chiarissima e dei sottili occhi di un castano molto chiaro, quasi tendente al verde.
Come annunciato dal padre, il piccolo di casa Nikiforov era un alfa. Ma un piccolo alfa, docile e mansueto, nulla a che spartire con quella peste di Viktoria. Una ragazzina pungente, sempre con la risposta pronta e un caratterino esuberante.
Steso sul lettino dell'ospedale Yuuri carezzava il piccolo volto di suo figlio, stretto tra le sue braccia allattandolo, con Victor seduto accanto a sè, tenendo un braccio avvolto intorno alle sue spalle.
"E' bellissimo!..." Sorrise il moro, intenerito da quel piccolo fagotto.
Era stato un parto faticoso e le doglie anche più forti della prima volta, ma era andata bene.
"Grazie Yuuri!" Con gli occhi lucidi, l'alfa schioccò un bacio sulle labbra del compagno.
Era così maledettamente felice, malgrado i sacrifici, le cose non andavano male.
Viktoria era andata a fare merenda con Phichit nel bar posto al piano terra lasciando un po' di privacy a mamma e papà, soprattutto a mamma che si vergognava di allattare il suo bambino di fronte ad altri spettatori.
Con la prima figlia era stato un disastro, non sapeva cosa fare e potè contare solo sull'aiuto delle infermiere dell'ospedale.
"Ti amo Yuuri! Ti amo tantissimo!..." Affascinato dalla visione del suo omega impegnato nello sfamare il loro cucciolo.
Nikiforov, si lasciò andare ad un grande sorriso, posando un bacio sulla spalla del compagno. Era bellissimo, gli inspirava tanta dolcezza e amore nel compiere quel gesto così intimo e naturale.
"Ti amo tanto anche io Victor! Grazie per i nostri bambini!"
Il minore ricambiò poggiando la test su quell'a dell'altro, percependo il bambino mollare la presa, dormiente.
"Mangia e dorme... Interessante!"
Il moro sorrise abbottonando nuovamente il pigiama, mentre il maggiore sistemò il piccolo nella culletta, per poi andare stringere ancora una volta il compagno in un abbraccio.
"Usufruirò mai anch'io tutto questo ben di dio?" Gli si rivolse premendo il viso sul petto gonfio del compagno.
"Sei un maniaco signor Nikiforov!"
"No tesoro mio! Ti ricordo che prima si essere sua madre, sei il mio omega!"
Yuuri si imbronciò, non sapendo come controbattere a quella precisazione, per poi vedere la sua piccola Viktoria entrare come un furia con un pacchetto di patatine in mano, saltando sul letto travolgendoli.
"Mami!... Il fratellino dorme?" Notò.
"Si tesoro mio, quando sono così piccoli, dormono tantissimo."
La bambina si alzò raggiungendo la culla, tendendo una mano, verso quell'altra manina minuscola e pallida, morbida come la seta.
"Sono tanto felice!" Sorrise emozionata voltandosi poi verso mamma e papà.
Osservò con gli occhi lucidi suo padre, sentendo un immensa felicità invaderle il cuore, mentre lui la accolse in un abbraccio carezzandole i capelli biondo argento baciandole la fronte.
Quando era più piccola, aveva desiderato tanto avere un papà, una famiglia normale e finalmente... Il suo desiderio si era avverato.
Il suo papà era tornato, la mamma era felice. Lei era felice! E ora... Era arrivato anche quel piccolo fratellino che tanto desiderava.
Si poteva essere più felici di così? Non lo sapeva, ma per adesso era più che sufficiente.
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