Amarsi è un dono. Ritrovarsi è meraviglioso.


-Amarsi è un dono. Ritrovarsi è meraviglioso.



Tenendo stretti a sè i suoi piccoli omega ritrovati, Victor sorrise felice rafforzando la stretta su quei corpi, incurante degli altri spettatori presenti.

Con un balzo, fece forza sulle braccia sollevando da terra sia Yuuri che la sua bambina.

"Victor!? Che fai?" Urlò il ragazzo spaventato, mentre la piccola rideva divertita.

"Sono felice! Talmente felice!... Vi ho ritrovati finalmente!"

Al settimo cielo, posò un sonoro bacio a schiocco sulla guanciotta paffuta di Vicky che ridacchiò sorridente, per poi avventarsi sulle labbra di Yuuri baciandolo.

In una frazione di secondo, la piccola vide mamma e papà baciarsi. Un moto di gelosia le fece sgranare gli occhietti, avventandosi sul più grande mollandogli un ceffone in pieno viso.

"AHHHH! La mamma è mia!" Urlò piantando una mano sulle labbra del moro impedendo hai due di baciarsi ancora, avvinghiandosi al suo collo gelosa fino al midollo.

Victor sgranò gli occhi ancora incredulo tastando la guancia schiaffeggiata da quella piccola mano pestifera. La stessa piccola mano che ora gli impediva di baciare il suo amato omega.

"Vicky!" Sibillò con fare minaccioso.

"NO!" Fu la risposta della piccola, che si strinse maggiormente al corpo dell'altro come a volerlo proteggere.

"Dovevi aspettartelo!... Non è abituata!" Proferì Yuuri sorridendo. Forse, era un po' fiero di quell'atto di gelosia della figlia.

"Dovrà abituarsi!" Victor assunse un aria seria, inchiodando la piccola peste.

Repentino allungò una mano verso quella manina piccina, che un attimo prima aveva osato colpirlo, afferrandola e staccandola delle labbra del compagno.

"Tu sei mio!" Aggiunse, baciandolo.

"AHHHH!!!! Urlò nuovamente la bimba furiosa. "Vai via! Ora chiamo gli alieni e gli dico di portarti via di nuovo!" Urlò ancora dimenandosi come una pazza.

Nemmeno lei comprendeva il perchè le desse tanto fastidio guardarli mentre si baciavano, era così e basta.

"Alieni? Quali alieni?" Domandò il giapponese. Che diavolo andava blaterando la sua piccola?

In quel momento Phichit si lasciò andare ad una sonora risata, crollando sulla panchina piegato in avanti. "HA! HA! HA! Questa te la sei persa Yuuri!"

"Tu stai zitto! Traditore!" Sbraitò inchiodandolo con sguardo furioso.

"Cos'è questa storia degli alieni?" Chiese ancora guardando in faccia Victor.

"Papà è stato rapito dagli alieni!" Se ne uscì di colpo Viktoria, con sguardo serissimo. "Tu non lo sapevi mami! Per questo eri arrabbiato! Ma ora è scappato!" Terminò convinta.

Yuuri sgranò gli occhi inarcando un sopracciglio. "Perciò ti hanno rapito gli alieni Victor?!"

"Sì, due alieni cattivissimi!..." Asserì l'uomo aggrottando le sopracciglia teatralmente in modo triste, portandosi una mano all'altezza del cuore.

Intanto Il thailandese ancora si dimenava dalle risate, mentre la coppietta si batteva una mano in fronte sconcertata.

"Questa degli alieni mi mancava!..." Sospirò esasperato portandosi una mano alla fronte, mentre con altro braccio a ancora stringeva la sua bambina.

"Ti hanno fatto male gli alieni papà?" Intanto la bimba si lasciò intenerire dall'espressione addolorata assunta dal padre.

"Si amore mio!... Ho pianto tanto! Tantissimo!" Continuò quasi sull'orlo delle lacrime.

Viktoria si sentì in colpa per averlo mal menato. "Scusa papà! Non volevo darti botte!"

Increspò le labbra, tendendo le braccia verso quest'ultimo, che la abbracciò d slancio.

"Ok, ti perdono! Ma in cambio, voglio un bacio da mamma!"

"NO!" Rispose la bimba piantando entrambe le mani sulle guance del padre con aria risoluta, inchiodando i suoi occhietti iniettati di rabbia, in quelli sconvolti del genitore.

Ok, forse doveva escogitare una scusa migliore, per ammansire la gelosia della su bambina.

Intanto Phichit rideva a squarcia gola, incapace di trattenersi, sotto lo sguardo incredulo di Yuuri che si lasciò contagiare, facendosi scappare un sorriso.

Era appena uscito da un casino spaventoso, non riuscendo ancora a capire come diavolo aveva fatto a cacciarsi in una simile situazione.

"Se è tutto apposto! Noi andiamo, raggiungiamo Yakov in albergo."

Yuri e Otabek si avvicinarono. Il moro teneva il minore stretto a sè, avvolgendogli un braccio intorno alle spalle, mentre il biondo ricambiava il gesto avvolgendo la vita dell'alfa con un braccio. Quella brutta situazioni li aveva fatti riflettere.

Quando si ha la fortuna di incontrare la la persona che fa per noi, bisogna tenerla stretta e non lasciarla andare, per nessun motivo.

"Dopo lo chiamo. Abbiamo molto di cui parlare!..." Victor stirò un sorriso pensieroso.

Ora che ci pensava, si rese conto che tornare nel suo paese natale, non sarebbe stata più la soluzione giusta. Sua madre sarebbe andata su tutte la furie e suo padre... Quello avrebbe fatto di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote.

"Dasvidania!" Salutarono i ragazzi allontanandosi.

"Andiamo a casa?" Vicky si rivolse al moro che titubò appena, ancora confuso.

Cosa doveva fare? Portare Victor nel loro appartamento? Non poteva mandarlo via. Non dopo tutto quello che era successo.

"Vieni con noi?" Gli chiese abbassando lo sguardo in imbarazzo, carezzandogli il dorso di una mano.

"Certo che vengo con voi!" Asserì, per poi poggiare una mano sul viso della figlia oscurandogli la vista, per poi scioccare un bacio veloce sulle labbra del minore.

"AHHHH! Papà monello!" Urlò lei, battendogli le mani sul petto furiosa sotto le risate del genitori. L'idea che si baciassero proprio non la tollerava.

L'uomo con i capelli argentei mise giù la bambina, che sistemò al centro afferrando la mano della madre e quella del padre sospirando felice.

Yuuri si voltò verso Phichit. "Vieni a casa o resti qua?" Chiese con una punta di rabbia.

Ill giovane guardingo si soffermò sul viso del migliore amico. "Se giuri di non attentare alla mia vita, vengo!"

"Ti proteggo io!" Victor fece l'occhiolino ottenendo una terribile occhiataccia dal moro.

"Non mi hai detto come ti chiami?" Si rivolse a quel ragazzo molto più basso di lui.

"Mi chiamo Phichit Chulanont. E' un piacere conoscerti!"

"Il piacere è mio! Grazie per esserti occupato di loro!"

"E io sono felice che siate tornati insieme!"

Yuuri assistette allo scambio di battute imbarazzatissimo, ancora non riusciva a capacitarsi dell'evoluzione degli aventi. Davvero si era appena riappacificato con Victor? Avrebbero pianificato un futuro insieme e cresciuto Viktoria, insieme?

Doveva abituarsi all'idea e fare mente locale.

*

Camminando diretti verso casa, Vicky fissava mamma e papà sorridendo felice. Si sentiva stranissima, ma era una bella sensazione. E poi mamma emanava un profumo ancor più bello del solito in compagnia di papà. Era felice.

Al contrario Victor stava escogitando un modo per placare la gelosia della figlioletta e comprarsi la sua benevolenza.

Battendo un dito sulle labbra, l'uomo camminava assorto tenendo per mano la bambina, mentre Yuuri studiava la sua espressione. Non era cambiato per nulla in tutti quegli anni.

"A cosa stai pensando?" Lo interruppe.

"Nulla di importante. Pensavo."

"E a cosa pensavi?"

"Che dovrò ricominciare la mai carriera da musicista, qui!"

Katsuki abbassò lo sguardo sopraffatto dal senso di colpa. Lo aveva appena trascinato in un casino enorme.

"Hei Yuuri! Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno! Sono felice così!" Voleva baciarlo, ma non lo fece, prima voleva trovare il modo per calmare quel minuscolo omega geloso.

Il tragitto verso casa fu animato dalle chiacchere di Victor e le risposte della figlia, alternate da qualche intervento da parte dell'altro genitore e il thailandese.

Nikiforov era curioso, voleva sapere tutto della sua piccola principessa: data di nascita, gruppo sanguigno, genere secondario, che scuola frequentasse, quali erano i suoi giochi preferiti o quali programmi preferisse vedere, il suo cibo preferito, fino ad arrivare al suo colore preferito e tanto altro...

Trascorse tutto il tempo a chiacchierare, dal parco, fino all'arrivo in metro, per poi continuare il tragitto a piedi fino all'appartamento che i due ragazzi condividevano.

Giunti davanti al portone, Yuuri sentì nuovamente la tensione invaderlo.

Stava consentendo a Victor di rientrare nella sua vita? Sul serio?

Phichit, parve come captare i pensieri dell'amico dal modo in cui titubò nell'inserire le chiavi nella serratura, notando le sue mani tremare.

"Sbrigati Yuuri ho freddo!"

"Mh?" Notò uno sguardo lapidatorio sul volto dell'amico, voltandosi poi verso l'alfa, che ancora sorrideva felice alla figlia che parlava a manetta senza freni.

Ingoiò i suoi dubbi aprendo la porta salendo le scale fino all'appartamento designato.

"Entra. Ma non aspettarti nulla di lussuoso." Intraprese sfilando le scarpe e lasciandole all'ingresso.

Victor notò che alcune abitudini tipiche del suo paese Yuuri non le aveva perse, insegnandole anche alla piccola. Così imitò i tre sfilando le scarpe ed entrando in quell'appartamento, piccolo, ma molto accogliente.

L'arredamento era semplice, con parecchie grandi foto appese alle pareti rappresentanti panorami bellissimi e alcuni porta foto ritraenti Vicky e Yuuri. Accarezzo tristemente una foto, rammentando che si era perso i primi 5 anni di vita di sua figlia.

"Mettiti comodo Victor, parlate... Fate quello che fa una coppia normale! Io vado a preparare il pranzo." Chulanont sparì dietro la cucina.

"E' già ora di pranzo?"

"Quasi."

Mantenendo quella leggera punta di imbarazzo generale, il fornito gruppetto pranzò trascorrendo anche quel particolare momento insieme.

"Allora hai davvero intenzione di restare qui? Con noi?" Irruppe Katsuki.

"Sì. Non tornerò più in Russia. Lì non c'è mai stato nulla per me! Ciò che conta è qui!" Nel dirlo allungò una mano verso il ragazzo stringendola.

"Perdona la mia inopportunità. Ma che lavoro fai?" Azzardò sempre il ventenne curioso.

Yuuri non gli aveva mai raccontato nulla del suo ex, conosceva solo quel nome, Victor, e le sue origini.

"Faccio il pianista. In Russia sono anche molto famoso." Rispose rilasciando un sospiro sfatto. "Ma non credo che mio padre mi lascerà vita facile se torno in patria."

Nel notare il viso perplesso del giovane, Victor preferì raccontare qualche dettaglio in più riguardante la sua famiglia, menzionando l'appartenenza alla classe politica dei genitori e la loro mentalità del tutto bigotta e fuori luogo.

L'unica cosa che avrebbe frenato quei due dai compiere qualche follia era il fatto che agli occhi della legge, anche quella del loro paese. L'unione tra un omega e un alfa, è del tutto naturale, perciò non vi erano leggi che vietassero ciò.

Solo le follie di quei due vietavano che la famiglia accogliesse omega che non rientrassero nella loro cerchia di successione.

E in seguito alle nuove leggi vigenti contro i matrimoni combinati, erano loro quelli che rischiavano grosso.

"Se vi serve aiuto potete contare su di me! Per qualsiasi cosa!" Il ragazzo sorrise.

Era così giovane, carino e dal suo odore praticamente inesistente comprese che si trattasse di un beta. Lo ringraziò per quella sua, immensa disponibilità.

"A proposito! Tu lavori Yuuri? Che lavoro fai?" Con estrema tranquillità l'alfa si voltò verso il moro ponendo la domanda.

"Il ballerino!" Rispose la figlia, che fino ad un istante prima era rimasta in silenzio.

"Il ballerino? Ma è magnifico!" Esultò l'uomo. "Alla fine c'è l'hai fatta a fare carriera!"

Yuuri rimase impalato, freddo come il ghiaccio. Carriera? Ballerino? Cazzò! E' adesso come glielo spiegava che ballava. Sì, ma in un locale notturno di burlesque. Forse non era paragonabile in tutto e per tutto ad un Night Club, ma restava comunque un luogo in cui veniva pagato solo se si spogliava in pubblico.

Gli stessi pensieri che attraversarono la mente del giapponese, si estesero anche lungo la mente del thailandese, che deglutì a vuoto preoccupatissimo dalla possibile reazione dell'alfa. Doveva escogitare qualcosa per placare quel tizio, se c'e ne fosse stato il bisogno.

Notando che Yuuri non rispondeva, Victor si insospettì. "Dove lavori Yuuri?" E' stavolta, lo chiese con una nota di preoccupazione nella voce.

"In un locale." Rispose solo. Doveva mentire? E a che scopo? Prima o poi lo avrebbe scoperto.

"Quale locale?" La voce del maggiore assumeva sempre più un tono isterico. Perchè aveva un orribile sensazione?

"Ok!... Calmiamoci tutti!" Irruppè il più giovane, alzando le mani in segno di resa, ottenendo un occhiataccia dal russo. "Non è come pensi!"

"E allora cosa?"

Phichit sussultò a quel tono furioso e il viso contorto dalla rabbia.

"Faccio il ballerino di burlesque. Contento? Adesso risparmiami la scenata!" Yuuri intervenne battendo le mani sul tavolo irritato, lanciando la bomba per poi alzarsi e andar via, sparendo in corridoio.

Un mancamento assalì Nikiforov che si aggrappò al tavolo sgranando gli occhi azzurri. Il suo Yuuri faceva lo spogliarellista in un locale di burlesque?

"Sto per svenire!... "Affermò con un filo di voce.

"Papà stai male?" Azzardò la bimba.

"Victor! Sì ragionevole! E' un lavoro come un altro..."

"NON E' UN LAVORO COME UN ALTRO!" Urlò di colpo riprendendosi, facendo sobbalzare Chulanont e sua figlia. "Il mio Adorato Yuuri non può! Non può!" Aggiunse.

Alla faccia del mancamento! E lui che pensava di approfittare di quell'attimo di shock emotivo per plagiarlo psicologicamente e fargli accettare al cosa. Alfa si era ripreso a tempo di record.

"Phiphit! Dimmi che ho capito male!... Ti prego?" Lo implorò stringendogli una mano tra le sue.

"Victor... Devi capire che non è stato facile per Yuuri..."Iniziò.

"Sì, ma non puoi pretendere che accetti senza batter ciglio!" Urlò ancora l'alfa sempre più arrabbiato.

"Si' INVECE!" Si intromise ancora l'omega tornando in cucina con aria di sfida.

Non era più il ragazzino timido di 8 anni fà, almeno non del tutto. Adesso era un adulto con delle responsabilità e Victor non poteva piombare dal nulla e imporre la sua presenza.

"YUURI!" Urlò a sua volta anche l'alfa. "Io non lo accetto!"

Viktoria intanto andò a piazzarsi in braccio allo zio spaventata. Non capendo perchè nel giro di 5 minuti, mamma e papà aveva preso a urlarsi contro.

"Hai un idea migliore?" Cominciò Katsuki. "Tu qui non sei nessuno! E non puoi tonare in Russia. Se non vuoi morire di fame sul ciglio della strada, dovrai imparare ad accettare il mio lavoro!" Concluse adirato. Le parole gli erano uscite di getto travolto dalla furia del momento.

L'altro ne risentì immediatamente non rispondendo. Dannazione! Se la metteva in certi termini, non gli restava altra alternativa che ingoiare il boccone e mettere a tacere la sua opinione.

Purtroppo era vero. Negli Stati uniti non era abbastanza conosciuto da poter ricominciare la sua carriera come se niente fosse. Sì era appena cacciato in un gran casino, spinto dai sentimenti. E se ne rese conto solo adesso. Posò lo sguardo sul volto di sua figlia.

Era bellissima! Sembrava un piccolo e adorabile angelo. Valeva la pena sopportare tutto ciò per lei? Sì. Decisamente.

"Ok, mi sforzerò di... Accettare la cosa." Intraprese compiendo lunghi respiri per calmarsi. " Ma solo, finchè non ricomincerò a lavorare!" Precisò.

"Va bene." Accettò l'omega. in fondo anche lui avrebbe preferito fare di meglio per vivere.

Non che non apprezzasse il suo capo. Solo... Era sempre difficile affrontare le avance dei clienti. Se solo avesse trovato un scuola di danza onesta, disposta ad assumerlo come insegnante... Non ci avrebbe pensato due volte a cambiare mestiere.

Un senso di disperazione e rassegnazione attraversò il sterno del russo. Erano i sentimenti del suo solulmate e la loro connessione era ricominciate a scorrere, nel momento esatto in cui si erano riappacificanti nel parco, quella mattina.

"Perdonami Yuuri!" Si alzò coinvolgendo l'altro in un abbraccio, sentendolo sospirare e tremare.

Stava male anche lui, si sentiva confuso e scombussolato, riaveva il suo alfa, sì. Ma c'era ancora molto a cui pensare, per creare una vita insieme e delle abitudini tutte loro.

"Lo so che per te è difficile... Lo è anche per me. Abbi solo un po' di comprensione." Gli sussurrò sul petto il moro, stringendosi in quell'abbraccio che lo faceva sentire schifosamente bene. Così bene... che sarebbe anche potuto morire in quel preciso istante e non gli sarebbe importato, perchè era maledettamente bello stare stare quelle braccia.

Phichit, sorrise nel notare il visino di Viktoria contorto dalla gelosia, con le guance gonfie e rosse di rabbia, le labbra strette e gli occhietti azzurri sgranati.

"Tesoro, devi capire che i tuoi genitori... Si amano. Non puoi vietargli di abbracciarsi o baciarsi. Solo perchè sei gelosa!..."

"Ma io..."Cominciò titubante.

"Non sei abituata, lo capisco. Me è bello che si vogliano bene! Significa che amano tantissimo anche te!" Terminò in ragazzo in un sussurro all'orecchio della bimba, che abbasso gli occhietti riflettendo su quelle parole.

Perciò era così che funzionava? Se mamma e papà si amavano? Amavano tanto anche lei? Si però rimaneva una cosa strana.

Con prepotenza si avvicinò alla coppia, pretendendo la coinvolgessero in quell'abbraccio. Gesto che venne ricambiato all'istante, sentendo quel senso di gelosia attenuarsi, fino a scomparire.

Nel pomeriggio, fù il turno di Yakov. L'uomo pretese d'incontrare il musicista e la sua famiglia per parlargli ed avere spiegazioni.

Immaginava già la reazione furibonda di Nicolas Nikiforov, avrebbe sfogato la sua frustrazione su di lui, accusandolo di avergli portato via suo figlio con l'inganno, minando alla sua carriera di allenatore e a quella di sua moglie e dei suoi allievi.

Un susseguirsi di disastri, uno sopra l'altro.

"Parlerò io con loro. Non devi subire le conseguenze delle mie scelte."

"Tutti subiremo le conseguenze Victor. Non sono persone ragionevoli!" Asserì con convinzione l'uomo anziano.

Intanto Yuuri a capo chino, rientrava nel piccolo soggiorno dopo aver mandato Vicky in camera sua, a giocare. Era troppo piccola per comprendere simili dinamiche, meglio che non ascoltasse la conversazione.

"E' tutta colpa mia!... Non dovevo tenerla." Un immenso senso di colpa attanaglio lo stomacò del moro.

"Non dire stronzate!" Si immischiò Yuri, piombato lì insieme all'allenatore e al fidanzato. "Sono quei due vecchi bigotti del cazzo ad essere degli stronzi! Mio nonno non avrebbe mai osato fare nulla del genere! Le persone umili hanno più buon senso." Terminò.

Cazzò se era furioso. Non capiva come facessero gli altri a mantenersi così calmi.

"Io me ne lavo le mani Victor. E' tutto sulle tue spalle!" Ricominciò Feltsman. Gli dispiaceva, ma non poteva nemmeno caricarsi colpe che non aveva.

"Va bene così! Lo capisco." L'uomo dai capelli argentei, assunse un'aria decisa, facendo segno al compagno di raggiungerlo avvolgendogli le spalle con un braccio.

"Cosa hai intenzione di fare con la tua casa? E il resto delle tue cose?"

Nikiforov si fece serio e pensieroso. Poteva anche tornare in Russia per pochi giorni, senza mai menzionare Yuuri e Vicky, giusto il tempo di raccogliere le sue cose, mettere in vendita la casa e e tutto ciò che vi era dentro, prelevare tutto il suo conto in banca. Per poi filare via in un lampo.

Non era male come idea.

"Ho un idea!" Esclamò.

Velocemente spiegò il suo piano, pregando l'uomo di mantenere il riservo e in seguito, fingersi ignaro di tutto, per non venire coinvolto.

Yuuri fissava spaventato il compagno, preoccupatissimo e terrorizzato all'idea che non tornasse indietro, Victor captò i sentimenti del minore, posandogli un bacio su una tempia.

"Andrà bene. Fidati di me! Devo solo recitare bene la mia parte per un paio di giorni e poi tornerò da voi!"

"H-ho paura!" Rantolò il moretto, arpionandosi alla maglia dell'alfa. Non poteva perderlo ancora.

"Abbi fiducia in me!" Gli sussurrò sulle labbra baciandolo.

Katsuki rimase con lo sguardo fisso in quegli occhi azzurri che lo mandavano in confusione e con il batticuore, annuendo. Pregando ogni essere ultraterreno esistente che il suo alfa tornasse da loro il più presto possibile.

Come a captare lo scambio di effusioni tra i genitori, Viktoria corse dalla sua mamma, strappandolo possessivamente dalle braccia del papà.

"Vicky devi smetterla di rubarmi la mamma!" Asserì il maggiore con un sospiro irritato.

"Mamma è mia!" Lo sfidò la piccola, ficcando il visino nel petto del moro.

"Non prendertela, gli serve un po' per abituarsi!"

Plisetsky studiò la mocciosa curioso, per poi sogghignare alla sua geniale trovata.

"Hei! Piccolo gnomo arraffa fidanzati! Tu lo vuoi un fratellino?" Chiese.

Viktoria sgranò gli occhietti. "Sììììì!" Trillò allegra. "Mami mi fai una sorellina?"

Yuuri rabbrividì. Che razza di idee le mettevano in testa? Un altro figlio? Sul serio?

L'omega biondo, ci rimase malissimo difronte alla felicità espressa dalla piccola peste. Sperava avrebbe risposto di no, e invece la nanerottola voleva una sorellina.

-Una sorellina è?!...- Pensò sorridendo.

"Lo sai che se avrai una sorellina, dovrai dividere le tue bambole con lei?"

La bimba sobbalzò. Dividere le sue bambole? No! Non se ne parlava!

"Ho cambiato idea! Voglio un fratellino!" Affermò un istante dopo fissando il moro negli occhi, mentre Victor sorrideva felice, forse aveva trovato il modo per placare la gelosia della figlia.

"Vicky amore!... Tu lo sai come si fa un fratellino?" Cominciò l'alfa prendendo la bimba e accomodandola sulle sue gambe.

La bambina fece no con il capo.

"Con i baci!" Affermò lui serissimo, alzando un dito in aria. "Devo dare tanti baci pieni di amore a mamma. E poi... Avrai il tuo fratellino!"

"Non dovresti prima chiedere il mio consenso Victor?" Sibillò l'omega moro visibilmente alterato. Che diavolo era questa storia? Quei due pianificavano bambini senza chiedere il suo consenso.

"Certo che sì amore mio!..." E lì, azzardò nel posare un bacio a schiocco sulle labbra del compagno, osservando la reazione della figlia.

La bimba si mise a urlare allontanando i genitori non digerendo quelle effusioni.

"Vicky! Niente baci, niente fratellino!" La riprese il padre.

Lei accigliata, stava valutando la situazione. Avere il fratellino che tanto desiderava? O non averlo? E tutto per qualche bacino. Poteva anche sopportarlo, e poi mamma sembrava tanto felice insieme al suo papà.

"Ok!... " Accettò. "Ma voglio un fratellino!"

"Affare fatto!" Sorrise lui abbracciando la piccola. "E poi...Adoro baciare anche te!" Le disse posandole un bacino sulla fronte, poi sul nasino e uno per ogni guanciotta.

La bambina sorrise lasciandosi coccolare. Le piaceva tanto questo papà, ed era tanto dolce.

*

La discussione con Yakov non durò a lungo. Dopo una lungo pomeriggio pieno di chiacchere, i tre sportivi andarono via lasciando Victor in quell'appartamento. Il giorno successivo sarebbe andato in albergo a prendere le proprie valigie per poi organizzare il viaggio di ritorno in Russia, ma senza i due giovani pattinatori. Fingendo di non averli ancora rintracciati, per poi filare via nuovamente, subito dopo aver sistemato tutto.

Tralasciando i piani dell'alfa, Yuri non aveva la ben che minima intenzione di mollare l'omega giapponese tanto presto. Pretendeva ancora le sue lezioni di danza. E' le avrebbe avute!

Al diavolo Yakov, Victor e tutto il dannato universo! Alle prossime gare, doveva vincere. Costi quel che costi.

Durante i mille discorsi intrapresi durante quella lunga ed estenuante giornata, la cosa che più di tutte rese l'afa dai capelli argentei felice, fu restare a dormire a casa del suo Yuuri, con lui, nella sua camera, sul suo letto. Non vedeva l'ora!

Doveva solo mettere a letto la figlia e assicurarsi che dormisse profondamente, al resto ci avrebbe pensato lui.

Dopo cena, la bambina sembrava non avere la ben che minima intenzione di mettersi a letto. Continuava a saltellare per casa, a parlare e giocare.

Non che il russo non fosse felice nel rivedere se stesso nella sua bambina. Iniziò a chiedersi se anche lui, era così insopportabile con la sua esuberanza e i suoi colpi di testa?

Stesi sul divano davanti alla TV guardando un film per bambini, Yuuri teneva la sua piccola tra le braccia pregando crollasse in fretta. Era a pezzi, quel giorno ne erano successe di tutti i colori. Non c'è la faceva più.

Phichit era andato a rintanarsi in camera sua, per lasciare quanta più privacy possibile all neo-famiglia, mentre Victor teneva un braccio avvolto intorno alle sue spalle.

Finalmente, percepì la testolina della figlia, penzolare all'indietro sul suo petto. Dormiva. Attese ancora un pochino per assicurarsi non si svegliasse, mettendola a letto nella propria camera dirigendosi poi in camera propria con il compagno.

Dopo aver messo la piccola a nanna, Yuuri capì che non aveva scampo. Adesso doveva affrontare un intera notte con l'alfa nel suo letto. Non che fosse la prima volta che dormivano insieme, in passato lo facevano praticamente sempre.

Ma adesso... Tutto era diverso. Erano, più maturi e consapevoli, e anche il suo corpo era cambiato per via della gravidanza. Maledizione che imbarazzo!

Varcarono la soglia d'entrata della camera, chiudendo la porta alle loro spalle. Il moro sempre più agitato sentiva il corpo tremare e il cuore battere all'impazzata. Desiderava tanto le mani del compagno su di sè e al contempo ne era spaventato. Non facevano certe cose da parecchio.

"Mi sei mancato tanto Yuuri!..." Soffiò suadente sulle sue labbra cingendogli i fianchi.

Il minore non rispose troppo agitato. Ma in compenso avvolse il collo dell'altro con le braccia, avvicinando il loro volti, trasportato del profumo forte, fresco e speziato dell'altro, che lo mandava in estasi. Si baciarono, lasciandosi coinvolgere da un bacio volgare e intenso.

Le lingue si cercavano vogliose e le mani vagavano avide sui loro corpi.

Troppo eccitato, Victor andò subito a palpare il sedere dell'altro che si lasciò toccare, avvinghiandosi e lui come una piovra sfregando il bacino contro il suo, scoprendolo eccitatissimo. Travolto dal desiderio, lasciò scorrere una mano fino a quel piccolo seno palpandolo con forza da sopra la maglia, sentendo la durezza del reggiseno.

Imbarazzatissimo, Yuuri si allontanò sfuggendo al bacio, nel sentirsi palpare il seno.

"S-scuami!... Non volevo spaventarti!" Cominciò il più grande. Doveva pur aspettarselo, per troppo tempo sono stati lontani.

"N-no è c-che..." Come diavolo doveva giustificare la sua reazione? Doveva dirgli che temeva non gli piacesse come era mutato il suo corpo?

Si appallottolò su se stesso, troppo in imbarazzo, ma l'albino comprese. Forse di era dimenticato che potevano condividere i loro sentimenti?

"Sei bellissimo Yuuri!..." Ricominciò carezzandogli il viso. "E non vergognarti. Mi piaci! Anzi! Mi fai impazzire!" Ammise avvolgendogli il busto velocemente, coinvolgendolo in un bacio mozzafiato.

Altrettanto veloce intrufolò le mani dentro la maglia dell'altro andando a sganciare il reggiseno.

Yuuri sussultò nel bacio, vergognandosi. Ma forse doveva lasciarsi andare hai suoi desideri e lasciarlo fare. Percepiva quanto lo desiderasse non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Doveva solo spegnere il cervello e lasciarsi guidare dall'istinto.

Rosso fino alle punte dei capelli, fece qualcosa che Victor mai si sarebbe aspettato. Afferrò entrambe le mani del maggiore lasciandole scorrere lungo il suo stomaco fino a dentro la maglietta, fino a poggiare entrambi i palmi sul suo seno.

Il russo battè le palpebre un paio di volte incredulo, percependo i capezzoli turgidi sotto la pelle delle sue mani. Iniziò a giocarci strappando dei gemiti osceni delle labbra di Yuuri, che iniziò a contorcersi sempre più eccitato.

Era sempre stato un punto particolarmente erogeno per il suo omega, ma adesso sembrava esserlo ancor di più. Toccare non era abbastanza, lo voleva nudo. Totalmente nudo tra le sue braccia. Animato da quel pensiero cominciò a spogliare il compagno, che arrossì ancor di più nel ritrovarsi a torso nudo, con gli occhi azzurri dell'altro puntati su quel punto, che pareva piacergli parecchio. Istintivamente si coprì con le braccia e le mani sentendo anche i pantaloni e l'intimo venire sfilato, rimanendo nudo osservando Victor fare altrettanto.

Con un erezione da paura, tesa e pulsante, l'alfa spinse il proprio omega sul letto, letteralmente. Velocissimo si insinuò tra le sue gambe, sfregando il membro quella sua apertura trovandola già ben umida e lubrificata, dai suoi stessi liquidi naturali.

Incapace di resistere ancora, si avventò su un capezzolo succhiandolo forte, mentre stringeva forte l'altro seno tra le dita, trappando gemiti sempre più volgari dalle labbra del suo amato.

"Io sto dando di matto!..."Gli sussurrò sulle labbra dopo un bacio molto intenso.

"Giuro che dopo sarò molto lento e delicato... Ma adesso, non resisto!" Aggiunse stringendogli le natiche con entrambi i palmi delle mani, sfregando ancora il sesso sulla sua apertura.

"Posso?" Chiese sentendo il liquido aumentare di intensità, bagnandogli i testicoli.

"Sì!.. Sì!" Ansimò l'altro in preda alle voglie. Solo una cosa affollava la sua mente.

Il nodo. Desiderava da impazzire essere annodato. Lo voleva talmente tanto, che se non glielo avrebbe concesso, sicuramente avrebbe dato di matto.

Di fronte a quella supplica, Victor si alzò sulle ginocchia sistemandosi con il viso tra le gambe del minore penetrandolo immediatamente con la lingua. Udì delle urla sconnesse, ansimi e suppliche sempre più desiderose, uscire dalle sue labbra.

Continuò a prepararlo frettolosamente, infilando due dita, ruotando e sforbiciando veloce osservandolo mentre si contorceva in preda al piacere, chiedendo sempre di più.

"Ti voglio dentro di me!... Dammi il tuo nodo alfa!..."

L'alfa proprio non c'è la fece resistere. Si riposizionò tra quelle gambe entrando con una bella spinta, senza nemmeno troppa fatica, per via delle ingenti quantità di lubrificante prodotto dell'omega, che lo accolse con un sonoro sospiro.

A discapitò delle apparenze, quella penetrazione non fù poi così dolorosa. Forse solo un pochino, ma nulla di insopportabile.

Cominciò ad agitarsi, avvinghiandosi con gambe e braccia al busto del sul alfa, baciandolo, mentre quello cominciò a spingere animatamente al suo interno, mandando scariche di piacere dritte al suo cervello.

"Più forte Alfa!... Dammi il tuo nodo!" Ricominciò a implorarlo, piagnucolando.

Victor in estasi, travolto dal forte profumo del suo Yuuri, non capiva più nulla. La sua parte alfa sembrava aver preso completamente il sopravvento.

Cominciò a piazzare poderose spinte, baciando, mordendo e succhiando le labbra del compagno, fino a entrare completamente, infilando anche il nodo, lasciandosi andare ad un abbondante fiotto di sperma che lo riempì.

Yuuri venne immediatamente, non appena si sentì riempire completamente, lasciandosi sfuggire un gemito fin troppo forte, crollando esausto tra le lenzuola, con l'alfa perfettamente piantanto dentro di sè.

Cazzo! Lo avevano fatto sul serio. Era stato irruento, per nulla delicato, ne dolce. Solo troppo intenso, guidati dall'istinto di appartenenza.

"Ti prometto che dopo... Sarò dolce e amorevole!" Lo baciò castamente sulle labbra, spalmando sul suo viso su un seno, afferrando l'altro con la mano libera.

"Però devo ammetterlo! Le adoro! Queste meraviglie mi fanno impazzire!" Esclamò al settimo cielo con aria sognante, sfregando il volto sul petto.

"Scemo!" Sospirò il moretto, dandogli un pugno sulla schiena, senza troppa convinzione.

Finchè il nodo non si sarebbe sgonfiato, non potevano staccarsi l'uno dall'altro.

Di colpo udirono dei pugni dietro la porta. Yuuri sobbalzò stringendosi al corpo del compagno, mentre Victor sgranò gli occhi terrorizzato.

"Hei voi due! Datevi un tono o rischiate di svegliare vostra figlia!" Ulrò Phichit dall'altro lato della porta. Cazzo! Non immaginava potessero fare tanto casino.

Katsuki arrossì coprendo il viso con le mani, vergognandosi terribilmente. Non sarebbe più riuscito a guardare in faccia il suo migliore amico, al contrario il musicista sorrideva lieto, sbaciucchiando il suo adorato omega, coinvolgendolo in tantissime coccole post-sesso.

Sgonfiato il nodo, i due si sistemarono meglio distesi sul letto ancora nudi.

Victor carezzava con devozione ogni angolo del corpo del suo meraviglioso omega, baciando le sue labbra. E il minore nuovamente eccitato, sospirava ad ogni tocco ansioso di ricominciare, ma troppo a disagio per ammetterlo. Sperava che l'alfa si sbrigasse nel compiere la prima mossa e terminasse al più presto quei lunghissimi, lenti e fin troppo delicati preliminari.

Il ventisettenne, intuiva i desideri del partner, ma sentirlo sospirare tanto pesantemente e contorcersi ad ogni tocco era divertente. Gli vezzeggiò le labbra stringendogli i fianchi diventati più morbidi, sicuramente a causa del parto, scendendo giù verso la mandibola, poi il collo, le clavicole, fino al petto.

Accarezzò i contorni del seno, andando a sfiorare lentamente la pelle delicatissima e sensibile, osservando come inarcasse la schiena, in cerca di maggior contatto. Se prima si vergognava come un ladro nel farsi toccare, ora sembrava lo stesse agognando come acqua nel deserto.

Gli aveva promesso che stavolta sarebbe stato più dolce e amorevole, è così fece. Poggiò i palmi sul seno, massaggiandolo piano, senza fargli male, pizzicando i capezzoli, leccandoli e succhiandoli. Osservando sempre più eccitato come il suo Yuuri sospirasse, dimenandosi tra le lenzuola con gli occhi liquidi mordendo le labbra.

Lasciò scorrere le mani lungo il busco, fino alle cosce, che allargò senza nessuna opposizione, per poi abbassarsi sul membro eretto che leccò, inglobandolo tra le labbra succhiandolo per bene, molto intensamente.

Si dedicò particolarmente a quel lavoretto sentendo il liquido tra le gambe dell'omega tornare a scorrere copioso. Era eccitato da far schifo.

"Se hai qualche desiderio in particolare? Basta che tu me lo dica! Lo esaudirò molto volentieri!..." Gli soffiò a bassa voce ancora tra le sue gambe, posando un bacio sullo stomaco accanto all'ombelico.

Yuuri incrociò lo sguardo del compagno. Cosa desiderava? A parte farsi sbattere altre cento volte su quel letto, in ogni posizione possibile e immaginabile? Non ne aveva idea.

Si abbandonò sul letto con le gambe ben divaricate e le braccia mollemente abbandonate sopra la testa. "Scopami mio alfa!" Affermò, troppo assuefatto dall'odore del maggiore.

Victor percepì il sesso vibrare, tanto era duro, ma si era ripromesso che stavolta avrebbe fatto le cose per bene. Dimostrando al partner quanto lo amasse. E poi il profumo di Yuuri stava diventando intossicante. Non è che?...

"Stai andando in calore?"

"No. E solo che..." Arrosì, facendo un pausa. "E' da parecchio che non faccio certe cose." Ammise sentendosi afferrare per un braccio, spingendolo nel sistemarsi seduto.

Se lo caricò in braccio seduto sul suo bacino, petto contro petto, con le gambe divaricate, avventandosi ancora una volta sulle sue labbra, stringendolo possessivamente a sè.

Tornarono a baciarsi avidi, come se la loro stessa vita dipendesse da quel bacio. Un bacio intenso e passionale, staccandosi poco dopo troppo a corto d'ossigeno.

L'omega si morse le labbra, splalmandosi maggiormente contro il petto dell'alfa sfregando il sedere contro il sesso eretto, in cerca di quel qualcosa in più che desiderava.

"Io sò cosa vuoi!" Ridacchiò il maggiore sentendo quel corpo bollente, totalmente abbandonato sul suo.

"E allora dammelo!" Fù la pronta risposta del minore. Teneva gli occhi castani puntanti in quelli azzurri.

Victor si abbandonò con il busto disteso sul letto, stringendo i fianchi del moro, invogliandolo nell'impalarsi. A Yuuri bastò inclinare un po' il bacino, premendosi maggiormente addosso al compagno, per poi aiutarsi con la mano destra, sentendo il pene entrare molto facilmente.

Era bagnato, spaventosamente bagnato. E più entrava, più la sensazione di umido sembrava aumentare. Perchè doveva ridursi in quello stato?

Affondò bene, sentendo un potente senso di appagamento attraversargli tutto il corpo. Cominciò a muoversi sù e giù, sempre più veloce, premendo le mani sul petto del partner per mantenere stabilità.

L'albino fece forza su tutto il suo autocontrollo. Quella visione era paradisiaca.

Il suo adorato e bellissimo omega, si agitava in preda al piacere sul suo membro, alternando espressioni goduriose ad ansimi più tosto forti e poi... Quel bellissimo seno che sballottava su è giù, era davvero troppo. Tornò a stringerlo tra le mani, sentendo gli ansimi da parte del minore aumentare ancora, insieme al ritmo della penetrazione. Gli stava piacendo.

Azzardò nello stringere i capezzoli tra le dita. In passato adorava venire stimolato in quel modo, chissà se era ancora così?

"Sì!... Continua!..." Sussultò il moretto con foga, impalandosi sempre più forte.

Cavoli se gli stava piacendo! Peccato solo che di questo passo sarebbe finito tutto troppo in fretta. Chiuse gli occhi, cercando di non guardarlo, continuando con quel gesto, sforzandosi di pensare ad altro, fino a sentire un getto caldo sullo stomaco e Yuuri che crollava sfinito sul suo petto.

"No-non mi hai dato il tuo nodo!" Sbottò affannato, con un evidente velo d'irritazione nella voce.

"Perchè non abbiamo ancora finito!..." Lo baciò sollevandolo di peso.

Il giovane si sistemò a carponi, per poi ricominciare tutto da capo. Andarono avanti così, per poi distendersi sul letto su un fianco. Victor prese il compagno da dietro, fino a raggiungere l'orgasmo, inserendo il nodo fino in fondo, gesto che portò l'omega a raggiungere l'ennesimo orgasmo, rilassandosi subito dopo.

"Sei un piccolo omega pervertito!.."

Felice come non lo era da anni, Victor teneva il suo adorato omega stretto al petto, palpandogli il seno, incapace di staccare le mani da quella zona del suo corpo, trovandola maledettamente appetibile.

"E tu smettila di toccarmi!" Si difese il ragazzo, staccandosi quelle mani di dosso, che tornarono al suo posto, in tempo record.

Erano ancora perfettamente incastrati l'uno dentro il corpo dell'altro, in attesa che il nodo si sgonfiasse.

"Ti amo Yuuri! Non ho mai smesso di amarti!" E nel dirlo, il russo si strinse a lui, baciandogli la ghiandola del legame sul collo.

Voleva tanto marchiarlo, per fa sì, fosse suo, ora e per sempre. Ma non senza il suo consenso. A quella dichiarazione, Yuuri sentì le lacrime tornare a farsi sentire e il cuore battere all'impazzata.

"T-ti amo anche io!..." Gli rispose tra le lacrime, voltando il viso alla ricerca di un bacio, che ricevette immediatamente.

Sentirono il nodo allentarsi, riuscendo finalmente a cambiare posizione. Il moro si strinse al petto dell'ormai assodato compagno, premendo il volto nell'incavo del suo collo.

Si sentiva felice! Terribilmente felice! E il timore che tutto ciò potesse svanire lo stava uccidendo dall'interno.

"Yuuri! Basta. Non ti lascerò mai più! Capito?"

"O-ok!..." Sussultò sforzandosi di riprendersi per poi rivestirsi.

Non potevano dormire nudi, non con Vicky nei paraggi. Era già tanto che non li avesse sentiti dopo tutto il casino che avevano fatto.

"Non ti rivestire!" Victor provò a fermarlo. Non poteva pretendere di privarlo della splendida visione del suo bel corpo nudo.

"Rivestiti anche tu! Vicky ha la brutta abitudine di raggiungermi a letto, quasi ogni notte!"

"Sul serio?" Chiese aggrottando le sopracciglia chiarissime.

"Sì. Vado a darle un occhiata e torno!"

"Tu stenditi! Vado io a controllarla!"

Nikiforov posò un bacio a schiocco sulle labbra del moro, alzandosi e indossando l'intimo e dei vestiti recapitatigli dalla coppia di pattinatori, quel pomeriggio. Per poi andare a controllare che la sua bambina dormisse e li lasciasse dormire in santa pace. Almeno per quella notte.

Uscì in corridoio, adocchiando la porta della cameretta socchiusa. Aprì la porta osservando la sua piccina che dormiva beatamente su un fianco con i capelli biondo platino sparpagliati sul cuscino e un'adorabile espressione in volto.

Dio!... Era stupenda! Gli si avvicinò rimboccandole la coperta, per poi baciarle la fronte troppo intenerito.

Si sedette accanto a lei, carezzandole la testolina troppo innamorato. La conosceva da appena un giorno è già la amava da impazzire.

"Ho pianto tanto il giorno in cui mi hanno fatto credere che la tua mamma aveva abortito!" Sussurrò quelle parole, più a se stesso, sorridendo nell'accarezzare il suo stupendo visino.

"Buona notte mia piccola principessa!" Le sussurrò baciandola alzandosi.

Appena il tempo di voltare le spalle...

"Mami..."

Victor sì voltò trovando la sua piccola con un occhio mezzo aperto.

"Dormi tesoro! Buona notte!" le diede un altro bacio, ricevendo un occhiataccia dalla piccola, che ancora troppo intontita, non lo aveva riconosciuto.

"Voglio mamma!" Si lamentò lei, sistemandosi seduta.

L'uomo si abbandonò ad un sospiro, Yuuri lo aveva avvisato.

"Ok! Vieni, dormiamo tutti insieme."

Prese in braccio la bambina che si accoccolò subito a lui, raggiungendo la camera da letto trovando il suo Yuuri già nel mondo dei sogni.

Si stese insieme alla piccola, che senza perder tempo, si avvinghio alla madre, cingendogli il busto con le sue piccole braccia, crollando addormentata quasi all'istante.


"Buona notte anche a voi miei piccoli omega!" Baciò la testa di Vicky, schioccando un bacio sulle labbra di Yuuri, sistemandosi tra le coperte pervaso da una felicità nuova, che non aveva mai potuto immaginare di provare.

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