Cap. 4
<< Chi manca? L'ultimo fa penitenza! >> Un gran chiasso, un'ondata di risate popola la stanza in cui siamo stati per l'incontro conoscitivo. Mi guardo intorno, tutti che si abbracciano, si salutano affettuosamente. Devono volersi un gran bene, forse l'esperienza che vivono in ospedale li lega così tanto tra di loro. A poco a poco la sala si riempie e finalmente si inizia l'attività tanto attesa.
<< Formiamo un cerchio per favore, più larghi! >> Urla Tato. << Ragazzii!! >> Cerca di attirare ancora una volta la nostra attenzione. Molti hanno già stretto rapporti, parlano e scherzano tra loro, io mi ritrovo in silenzio ad osservare il tutto. Il presidente, Puzzetto, alza il braccio in alto e all'improvviso sembra che tutti capiscano che è arrivato il momento di tacere.
<< Visto, Tato? Non bisogna per forza urlare. >> Dice, guardando tutti noi. Sorrido nel vedere la risposta del vice-presidente che fa una smorfia con la bocca. Quel Claudio è davvero forte!
<< Il corso è svolto in quattro giorni, per ben nove ore piene. Ogni giorno presenta un tema differente. Oggi, come primo incontro, tutto si baserà sulla conoscenza, di noi stessi e degli altri.>> Spiega Tato. << Ma, iniziamo la giornata come se ci fossimo alzati adesso! Tutti a terra, dormite, sognate, lasciatevi andare! >>
Senza esitare ci stendiamo sul pavimento freddo, chiudendo gli occhi, fingendo di dormire. In sottofondo inizia una melodia, la canzone del Re Leone- Il cerchio della vita ed intorno... silenzio.
https://youtu.be/LU1X_FNWqQU
E ad un tratto ti ritrovi bambino, rimembri tutti quei momenti della tua infanzia, quando erano i tuoi genitori a svegliarti con una carezza, con un bacio dolce e non facendo volare via le coperte all'improvviso, facendoti saltare in aria, magari gridando che è tardi e devi alzarti per andare a scuola.
Con gli occhi chiusi mi perdo in quegli attimi, iniziando a sognare... E' come se in questa stanza sono sola, non sento più nessuno attorno a me. Quando si è piccoli è tutto più bello, si vive in quel mondo così ingenuo senza preoccuparsi di niente. Ci sono i tuoi amici immaginari a difenderti da tutto, i tuoi giocattoli a farti compagnia...
<< Ehy, buongiorno! >>
Una mano delicata mi sfiora il braccio e poi il viso, come una piuma. A quel tocco apro immediatamente gli occhi e sorrido. Tato è lì, che mi stende la mano facendomi alzare da terra. I suoi occhi verdi fissano i miei e subito abbasso lo sguardo.
Mi stiro un po', come se mi fossi svegliata davvero da poco, poi mi guardo intorno e vedo che molti sono in piedi, come me, mentre altri giaciono ancora a terra aspettando che uno di loro: Tato, il presidente Puzzetto o la segretaria Lala li svegliasse con dolcezza, così come quel Claudio-Tato aveva fatto con me.
E' ancora il primo giorno e mi rendo conto che la mia amica Roby aveva ragione: quì dentro è tutto magico, anche se ancora non ho scoperto nulla. Da alcuni momenti seri si passa al puro divertimento ad attimi imbarazzanti come l'esercizio che stiamo facendo proprio adesso. Ok, non prendetemi per pazza, ma... in questo momento mi sento anche io ridicola.
C'è Tato che possiede una bacchetta magica un po'... strampa.
<< Vi dico il nome di una cosa e voi vi trasformerete facendo il verso di ciò che vi propongo... Ad esempio... Vi trasformo in... Pulcini! >> Dice, puntando quella "bacchetta" contro di noi.
E' serio?! Dovremmo fare il verso del pulcino?! Ci guardiamo tutti in faccia e sbottiamo a ridere.
<< Vi trasformo in pulcinii!! >> Ripete Tato.
Ok, che pulcino sia! Inizio, come una buffona, a fare il verso del pulcino e appresso a me tutti. Sembriamo davvero dei pazzi... senza sapere lo scopo di tutto ciò, ma con la sensazione di essere completamente folli, senza paura dei pregiudizi.
Dai pulcini si passa ai gatti, a dei ladri furtivi, a uomini a cui scappa la pipì... Non c'è fine al peggio e noi... ridiamo come matti.
<< Penserete che questo sia stato un esercizio-clown stupido, divertente o imbarazzante... Ma fidatevi che se non ci sblocchiamo quì, se non facciamo uscire il clown che c'è in noi, è inutile andare avanti. Lasciatevi andare ragazzi, non abbiate regole che vi spingono a vivere con serietà perché negli ospedali i bambini, le persone che ci guardano, distese a letto, hanno bisogno di ridere e noi dobbiamo dare il meglio di noi stessi. >> Le parole di Tato, ancora una volta, mi arrivano dentro. << Adesso un po' di pausa, tra un quarto d'ora riprendiamo. >>
Si avvicina verso di me e mi fa l'occhiolino. << Sei stata brava a fare il pulcino! >> Mi dice, ridendo. L'imbarazzo si impossessa di me, ma non posso dargliela vinta.
<< Sì, in realtà ho un pulcino dentro e si è sentito chiamato in causa. >>
Tato inizia a ridere e mi abbraccia.
<< Tu conosci mio cugino! >> Dico, quasi urlando per coprire il silenzio tra noi.
<< Tuo cugino chi? >> I suoi occhi mi guardano curiosi.
<< Dario. >>
<< Tu sei sua parente? Wow... Come sta suo papà? >> Domanda. Adesso sembra che il suo umore si sia buttato a terra. Come fa a sapere di lui, della sua malattia? Esito un po' a rispondere e lo fisso in attesa di spiegazioni.
<< Cioè... siamo amici di famiglia, da una vita. >> Precisa, capendo la mia espressione dubbiosa.
<< Oh, sì, figurati... Sta... al solito. >> Rispondo, balbettando.
<< Ok ok, ci siamo capiti. >> Mi sorride, accarezzandomi la guancia. << Salutamelo quando lo vedi. >> E poi va via, unendosi al gruppo che nel frattempo ha iniziato a ballare e schiamazzare.
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Volete sapere la verità? Questi esercizi sono tratti da storie vere! Ahahahahah li abbiamo fatti davvero al corso base di ClownTerapy. Ma fidatevi... Lasciano uscire davvero il meglio di noi e poi ve ne accorgerete a lungo andare con la storia.
Che ne pensate di Tato? Femminaro-provolone o semplicemente un cucciolo? :D
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