184.
Yuuri si sdraiò a pancia in giù sul letto e piegò le gambe.
Quando Victor entrò in camera notò che il giapponese aveva dei calzini particolari, bianchi con disegnato sotto la pianta del piede un' impronta di zampa di cane ãbau-bauãdisse il russo.
ãBau-bau?ãripeté il moro non capendo perché il compagno stesse abbaiando.
ãSì, bau-bauãdisse Nikiforov indicando i piedi di Katsuki
ãOh, giusto. Ho i calzini con le zampe di cane. Me n'ero dimenticatoãdisse l'occhialuto sorridendo.
Il russo si mise seduto vicino al giapponese e gli carezzò i capelli come se fosse un cagnolino.
ãVictor, non sono un cane. Vai a fare queste cose a Makkachinãdisse l'asiatico leggermente infastidito.
ãEh va bene, la smettoãdisse Victor alzandosi, poi si abbassò come per baciare Yuuri, ma quando quest ultimo si preparò a ricevere il bacio, si spostò ed andò in un'altra stanza.
ãVictor! Volevo quel bacioãsi disperò il moro.
ãSei un cagnolino cattivo Yuuri. Non ti fai coccolare, quindi niente bacioãdisse il più grande dal corridoio.
ãVa bene, torna qui e fammi quello che ti pare. Non mi lamenterò piùãdisse Katsuki.
ãTorno lì e ti riempio di baci solo se abbai come un cuccioloãdisse Nikiforov
ãBau bauãil giapponese abbaiò dolcemente.
Dopo mezzo secondo, Victor rientrò in camera da letto e fece girare il compagno per poi mettersi sopra di lui e riempirlo di dolci baci.
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Ispirazione per questa scena:
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