ἔαρ (pt.6)

Da quel crepuscolo tanto burrascoso son trascorsi tre giorni interminabili e tre notti turbolente. Victoria non si dà pace, in quanto il suo cuore non si placa e la sua mente non smette di mostrarle due gemme color cobalto. Proprio per questo motivo ieri sera la contessina è corsa di nuovo dalla sua amica in cerca d'aiuto.

«Ti prego! Ti prego!» La scongiura con le lacrime agli occhi, le gote arrossate ed il cuore in tumulto. «Consigliami. Aiutami.»

Victoria trema in preda al sentimento, potente ed alieno, tanto da spingere Teresa ad avvicinarsi e prenderle le mani, guardandola con infinito affetto: «Osa, Victoria, perché a rinunciare son tutti valenti. Libera la voce del tuo spirito e le grida del tuo cuore, svincolati dai doveri verso il conte e ama fin quando potrai.»

«Mi sposerò tra meno d'un mese!»

Victoria si morde il labbro inferiore per non irrompere in un pianto disperato e Teresa, comprendendo la sua afflizione, aumenta la stretta delle loro mani.

«Sei una donna fedele, devota e pura, ma sei anche una fanciulla innamorata alla quale è stato negato di vivere una vita felice.»

«Cosa dovrei fare?»

«Ammettere ciò che provi, prima a te stessa poi a Dimitrij, ed amarlo sin quando non sposerai il duca.» Teresa si alza e le si allontana per poi dirle con sincero affetto. «Inoltre non perdere mai la speranza...forse potrebbe avvenire un miracolo!»

Victoria cammina avanti ed indietro nella sua stanza, torturandosi le mani e fissando il pavimento con nervosismo. Ripensa così intensamente alla sua amica tanto da credere si sentire ancora la sua voce, fermandosi e fissando stordita la porta, per poi sospirare e scuotere con forza il capo. Deve combattere e vivere la sua vita, ma con discrezione ed astuzia. Dunque in questo ultimo mese di libertà condurrà un'esistenza senza rimpianti, aprendo il proprio cuore a Dimitrij. Al sol pensiero avvampa, avvertendo il cuore in tumulto ed il respiro mancarle. Non può più perdere tempo, in quanto quello dei ripensamenti è terminato, quindi non le resta che agire. In un attimo di coraggio, esce dalla sua camera, scende rapida le scale e si dirige verso la serra. Non appena si trova dinanzi all'entrata, si blocca per un istante, riprendendo fiato, nonostante non sia dovuto all'affaticamento fisico. Victoria s'impone di proseguire, entrando in serra e camminando silenziosa tra le molteplici piante verdi e fiori variopinti. Ad ogni passo avverte il cuore rimbombarle sin nelle orecchie ed il respiro mancarle sempre più mentre le gambe faticano a compiere un ulteriore percorso. Victoria percepisce le gote imporporarsi, le labbra schiudersi ed il corpo tremare. Avverte lo stomaco serrarsi e la gola seccarsi. L'attesa la sta uccidendo, ma per fortuna pochi istanti dopo i suoi occhi si posano sull'unico uomo che le ha rapito il cuore. Istintivamente si ferma, soffermandosi ad ammirare Dimitrij all'opera. L'uomo è concentrato a tagliare alcune foglie secche d'una piantina di fragole, sfiorandone i frutti rossi, mentre i suoi occhi cobalto s'illuminano nell'osservare tanta meraviglia e la sua mano destra tiene un innaffiatoio. Con accuratezza dà l'acqua alla pianta, sorridendo soddisfatto a lavoro compiuto. Solo quando si drizza sulla schiena e guarda dinanzi a sé, si rende conto della presenza della contessina, avvertendo una scarica elettrica trapassargli la spina dorsale ed il basso ventre infiammarsi. Il cuore gli pulsa impazzito e le sue labbra si schiudono per assaporare l'impercettibile sapore di Victoria, volatile nell'aria fruttata.

«Dimitrij.»

La voce, debole e gentile, della fanciulla fanno ululare il suo spirito, ma subito rinsavisce, essendo consapevole di non poterla mai avere. Dimitrij tossisce, spolvera con finta indifferenza i suoi calzoni e le si avvicina con cautela. Ferma la sua avanzata solo quando son pochi centimetri a separarli. L'uomo osserva compiaciuto la reazione che provoca nella contessina, tanto pura quanto dannata, bruciando con il suo sguardo penetrante ogni lembo della sua pelle immacolata. Victoria arrossisce e china il capo, sperando di celare il rossore, quando ode la sua voce roca: «Vi avevo espressamente imposto di non venire più qui, almeno sin quando mi occuperò della serra.»

Un tremore scuote la fanciulla, ma, nonostante ciò, un moto di coraggio ed una forza d'animo non indifferente la spingono ad alzare il capo, affogare nella tempesta più burrascosa ed aprire il suo cuore all'unico uomo che sia riuscito a conquistarla: «Non sottostarò ai suoi voleri.»

L'orticoltore sbuffa indispettito, inarcando un sopracciglio ed incrociando le braccia al petto: «Vi sto facendo un enorme favore e voi invece vi state rovinando con le vostre stesse mani.»

Dimitrij abbandona le braccia lungo il busto muscoloso, supera Victoria con il capo chino e le gote arrossate, ma, prima che possa abbandonare la serra, una mano, fredda e vellutata, gli avvolge il polso, facendogli dilatare le pupille per l'incredulità. Istantaneamente il suo ventre s'infuoca ed il cuore gli brucia in petto tanto da bloccargli il respiro. Dimitrij tenta di controllarsi, ma non è per nulla facile resistere alla tentazione. Compie un profondo respiro e si volta verso la fanciulla, ma, prima che possa dirle qualcosa, Victoria gli rivela con voce incrinata: «Non riesco a star lontano da voi. Ho tentato in tutti i modi...ho tentato! Ma...ma...ho fallito...»

«Cosa insinuate?»

La voce, roca ed insolente, dell'orticoltore danno alla contessina la forza d'alzare il capo ed affrontare la situazione di petto.

«Quando vi vedo il mio cuore impazzisce, il mio corpo s'infuoca ed il mio animo s'infervorisce. Come posso sopprimere qualcosa di così potente da far male al petto? Come posso fingere che non sia successo nulla?»

Per la prima volta tutte le barrire della fanciulla crollano, in quanto finalmente è riuscita a dar voce al suo tormento. Dimitrij, sconvolto dalla dichiarazione inaspettata, indietreggia d'un passo, ingoia a vuoto e la fissa incredulo. Il corpo gli brucia come lava rovente mentre il suo cuore ruggisce furioso ed il suo sguardo si posa sulle labbra fruttate di lei. Ed ecco che un sentimento bestiale s'impossessa dell'uomo ed il desiderio d'assaggiare il frutto proibito risulta impossibile da non soddisfare. Dimitrij avvicina il suo viso a quello di Victoria, che indietreggia turbata, ma, prima che possa fuggire, la ghermisce per un braccio e la stringe a sé. La contessina s'irrigidisce per l'atto inaspettato per poi abbandonarsi tra le sue braccia, nascondendo il volto arrosato nel petto di lui ed inspirando il suo inconfondibile profumo. Dimitrij percepisce un'intensa scarica elettrica lungo la schiena, fremendo ed udendo il pulsare celere del suo cuore. I due amanti rimangono stretti, l'uno nelle braccia dell'altro, per un tempo indefinibile sin quando l'orticoltore non le sussurra con dolorosa tristezza: «Non possiamo.»

Victoria lo abbraccia con più forza, infossando il volto colorito nel petto ampio di lui: «Non voglio morire senza aver mai vissuto.»

Dimitrij si scosta dolcemente da lei, afferrandole il volto tra le sue mani, grandi e calde. Victoria gli sorride timida mentre le lacrime le pizzicano gli occhi.

«Se vivrete, poi ne vorrete ancora di più e per voi sarebbe la fine.»

Victoria scuote il capo con vigore, liberandosi dell'esigua presa dell'uomo e ribattendo con ardore: «Esistono i miracoli.»

Dimitrij le dà le spalle, incapace d'affrontarla, poiché conosce fin troppo bene il segreto della vita: «Purtroppo la realtà è crudele e la natura si diletta a far soffrire i suoi figli.»

Victoria non si dà per vinta, superandolo e ritrovandosi di nuovo davanti a lui, per poi fissarlo con collera e tuonare con voce incrinata: «Non dite così! Non m'importa cosa accadrà tra un mese perché voglio vivere.»

«Victoria...»

«No!» Grida fuori di sé. «La scelta è vostra: mi permetterete di vivere oppure no?»

Dimitrij volge il suo interesse altrove, sfuggendo volutamente dallo sguardo della fanciulla, che trattiene a stento le lacrime. Se potesse scegliere e dar voce ai suoi sentimenti, l'amerebbe e la venererebbe come una dea, ma la realtà è ben diversa. Non può, anzi non deve, ascoltare il suo istinto, perché così facendo porterebbe entrambi alla rovina. Non sarà un miracolo a consentirli di vivere insieme e di certo non può permettersi di ferirla più di quanto non lo sia già. Victoria l'osserva addolorata, mordendosi il labbro inferiore per non irrompere in un pianto disperato, per poi dargli le spalle ed abbandonarlo per sempre. Prima però che possa uscire dalla serra, Dimitrij vocia con animo: «Vivrò con voi finché potremo.»

Victoria si ferma, ma non si volta. Un sorriso aleggia sul suo volto, ma Dimitrij non può vederlo. Il cuore le pulsa con ardore e le lacrime le bagnano le gote per la felicità. Victoria compie un profondo respiro, acconsente col capo e va via di lì, dalla serra e dal suo amante.

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