ἔαρ (pt.5)

Il mattino seguente Victoria si desta prima che Abba bussi alla porta, correndo giù per le scale e consumando una colazione alquanto esigua per la sua insaziabile golosità. Dopo aver terminato di rifocillarsi, la fanciulla si dirige in libreria e serra l'entrata alle sue spalle, girando due volte la chiave nella toppa, per poi dedicarsi anima e corpo alla sua musica. Victoria suona con passione il suo incantevole violino tanto da non rendersi conto del tempo trascorso tant'è che Abba, ansante e furibonda, compare sulla soglia della porta della libreria che dà sul piccolo portico.

«Contessina Victoria Caterina Martignano.» Annuncia ansante ma con solennità. «Le sembra modo rinchiudersi in questa stanza senza mostrare segni vitali per l'intera giornata? I vostri genitori sono in pena per voi.»

Victoria sospira annoiata, lasciando con delicatezza il suo amato strumento sulla mensola apposita, per poi accostarsi alla balia e replicare con risolutezza: «Ormai mi conoscete bene, Abba. Dunque sapete l'essenzialità della musica nella mia vita, soprattutto nei momenti di maggior turbamento.»

La nutrice acconsente, ammonendola: «Intendete dunque che, nonostante i vostri genitori non comprendano il vostro amore spassionato per la musica, non s'interessano in maniera non indifferente del vostro stato d'animo.»

«Purtroppo s'allettano fin troppo della mia vita.» Ribatte la fanciulla seccata, girando la chiave nella toppa ed aprendo la porta. «Vi ringrazio per esser venuta ad avvertirmi, poiché mai mi sarei resa conto del tempo trascorso in libreria.»

«Vi conosco più di me stessa, dovreste saperlo.»

La contessina le sorride riconoscente, chinando appena il capo e proseguendo rapida verso la sala da pranzo. Non appena varca l'uscio, entrambi i suoi genitori la scrutano innervositi. Victoria sospira e s'appresta a scusarsi ed a prendere posto. Dopo aver consumato il pasto, la fanciulla prega Abba di spedire una missiva alla marchesina Teresa, in quanto nel primo pomeriggio andrà da lei per una visita urgente. La nutrice l'osserva interessata per poi scuotere il capo in dissenso ed acconsentire alla richiesta di Victoria, che la ringrazia con un sorriso sincero. Prima che la balia possa domandarle il motivo di tanta agitazione, la contessina va via, dirigendosi a passo spedito verso la serra, nonostante le sue gambe sembrino intenzionate a contrastare il suo volere, appesantendosi e rallentando di conseguenza la sua andatura. La fanciulla sbuffa infastidita mentre il cuore le pulsa con ardore ed il respiro quasi le manca. Gli occhi le brillano per l'eccitazione e le mani le tremano quando varcata la soglia della serra in vetro ed un profumo idillico, emanato da una notevole quantità di fiori variopinti, la stordisce. Victoria compie un profondo respiro, drizzandosi sulla schiena e proseguendo imperterrita per la sua strada. Compie ancora qualche passo, zizzagando tra i tavoli colmi di verde e striature di terreno variopinte, ma, non appena il suo sguardo si posa sull'orticoltore, il moto s'interrompe bruscamente ed il cuore le s'arresta per un istante, spezzandole il fiato. Victoria arrossisce, diniegando con forza il capo, e tossisce incapace di richiamarlo, ma l'uomo non se cura, fingendo di non averla udita. La fanciulla, caparbia ed indispettita, s'arma di coraggio: «Dimitrij.»

L'orticoltore non può continuare ad ignorarla, ma non per questo è pronto ad affrontarla. Colpisce i calzoni con le mani per togliere il terriccio e si drizza sulla schiena, percependo un fuoco possederlo ancor pima di vederla. L'uomo compie un profondo respiro per poi voltarsi, avvertendo il cuore pulsare con ferocia e la bocca dello stomaco serrarsi in una morsa nevrotica. Non appena il suo sguardo si posa su di lei, la gola gli si secca ed una muta gelosia lo investe, facendolo quasi ammattire. L'orticoltore cela con maestria il suo sentimento, ma, nonostante gli sforzi, Victoria lo comprende, seppur in maniera errata: «Son qui per scusarmi a nome del duca. È stato zotico ed insolente.»

La fanciulla china il capo imbarazzata, portando le mani sul grembo ed intrecciando tra loro le dita. Dimitrij, guardandola tremare, avverte la collera accendergli le membra ed una profonda delusione attanagliargli il cuore. Sorride con amarezza, diniegando ed ammirandola con sincero interesse. Se solo la fanciulla fosse stata più matura ed arrogante, avrebbe mandato tutto al diavolo e posseduto il suo corpo per poi abbandonarla. Victoria però è pura, ingenua, sincera, incantevole e genuina dunque non può farlo né vuol ferirla. Dimitrij, furioso con se stesso e con il destino, compie un profondo respiro e serra la mascella, trovando il coraggio per affrontarla con rispetto, in quanto unica donna per la quale abbia mai provato, seppur con maggiore intensità, un riguardo affine a quello di sua madre.

«È da vigliacchi non discutere direttamente con il nemico, non credi?»

Dimitrij si pente subito di non averle dato del lei, ma Victoria non se ne cura, anzi si drizza sulla schiena e lo guarda con le lacrime agli occhi per l'incapacità di gestire le emozioni contrastanti: «Non l'ho mai ritenuto uomo difatti ho preso le vostre parti.»

Dimitrij non è quel genere di persona priva di spirito tanto da farsi proteggere da una donna e di certo il suo passato ne è testimone. Compie un profondo respiro, incassando il colpo, per poi ribattere con voce grave: «Non necessito del vostro aiuto. Non ve l'ho domandato.»

Victoria avverte le lacrime bagnarle gli occhi ed il petto dolerle. Mai e poi mai si è sentita così sciocca e delusa. Le forze cominciano a mancarle mentre mille lame la feriscono ripetutamente, ma è un attimo e la furia la possiede: «Ho agito senza pensare e non me ne pento. Non sono qui per avere la vostra riconoscenza, ma per dirvi...»

Dimitrij, ormai fuori di sé, le si avvicina rapidamente. Victoria indietreggia spaventata a causa del fuoco, vivido e bruciante, dei suoi occhi, trattenendo il fiato e tentando invano di placare il suo cuore pulsante. Le gote le s'imporporano ed il suo intero essere trema a causa della vicinanza dell'orticoltore, che ringhia ad un passo da lei: «Non mi avevate rivelato d'esser destinata già ad un altro.»

«Cosa importa?»

Dimitrij sorride amaramente, compiendo un passo verso di lei e riversandole tutto il suo astio: «Perché non me lo avete rivelato?»

Victoria indietreggia con prontezza, ribattendo con coraggio: «Perché volevate esserne al corrente?»

Dimitrij compie un ulteriore passo, ma questa volta, prima che Victoria possa arretrare ancora, la ghermisce per un braccio, facendola sobbalzare ed emettere un gridolino per il gesto inaspettato. L'avvicina a sé, inspirando il suo dolce profumo e beandosi del suo respiro, caldo ed irregolare, per poi fissare il suo sguardo in quello della fanciulla, facendola arrossire e turbare ancor più. Dimitrij si dà dello sciocco, capendo soltanto ora d'aver esagerato, in quanto la fonte del suo odio non è in lei. Sospira frustrato, domandandole con calma: «Perché me lo avete tenuto nascosto?»

Victoria ingoia a vuoto, tentando invano di placare il suo cuore pulsante: «Perché mi rifiuto di crederlo come mio futuro consorte.»

Dimitrij sorride beffardamente, tirandola a sé. Victoria trattiene il fiato mentre le gemme incandescenti del corvino le fissano bramose le labbra rosee.

«Lui però vi avrà con o senza il vostro consenso.» Sussurra in un ringhio, allontanandola con rabbia, per poi darle le spalle come se nulla fosse. «Vi pregherei di non tornare mai più qui, da me.»

Gli ultimi lemmi pronunciati dal corvino aleggiano nell'aria fruttata mentre il cuore di Victoria incassa l'ennesima coltellata. La fanciulla indietreggia sconcertata, arricciando il naso e mordendosi le labbra per non irrompere in un pianto nervoso. Victoria scuote il capo con forza, prendendo coraggio e domandandogli con voce incrinata: «Perché?»

Dimitrij sospira stremato, chinandosi all'altezza dei fiori e continuando il suo operato: «Perché siete sua.»

Victoria non riesce più a trattenere il dolore, irrompendo in un pianto muto e fuggendo rapida dalla serra. Corre lungo il giardino, prosegue spedita per le scale e giunge nella sua camera, chiudendosi con rabbia la porta alle spalle e gettandosi sul letto con il volto rigato da lacrime salate. La contessina ghermisce furibonda il cuscino, infossandoci il viso e singhiozzando a pieni polmoni. Stringe al petto le lenzuola mentre il guanciale assorbe il dolore e l'ira repressa. Victoria trascorre un tempo infinito rannicchiata in posizione fetale sul suo giaciglio, addormentandosi senza nemmeno rendersene conto difatti si desta solo all'arrivo della nutrice, che la fa risvegliare con modi poco ortodossi. La negra osserva rattristita la fanciulla, ma, quando dischiude le labbra, nessun suono fuoriesce dalla sua bocca. Victoria si fa forza, sedendosi sul letto, ma non mostra alcuna voglia di raccontare quanto accaduto, perciò Abba l'aiuta a vestirsi senza domandare nulla. La contessina la benedice mentalmente per la delicatezza, indossando il vestito e lasciandosi acconciare i capelli in uno chignon, complesso ed intricato, di trecce e fiori. Non appena la balia termina il suo operato, la fanciulla la ringrazia ed esce di casa, prendendo posto in carrozza ed ordinano al cocchiere la sua meta. La frusta schiocca ed i cavalli galoppano rapidi tanto da giungere a destinazione in una decina di minuti. Victoria ringrazia l'uomo e s'appresta ad entrare nella dimora dei marchesi, ritrovandosi dopo qualche istante a bussare alla porta in legno della camera di Teresa, che l'accoglie trepidante. Non appena l'unica via d'entrata viene serrata, la contessina si getta tra le braccia dell'amica, singhiozzando contro il suo petto ed allarmandola tanto da farla tremare. Teresa la stringe a sé e le accarezza il capo, confortandola e calmandola, per poi condurla sul suo letto e sedersi l'una di fronte all'altra. Victoria compie un profondo respiro, s'asciuga le lacrime con il dorso della mano e fissa l'amica in pena per lei, che, resasi conto del suo turbamento, le domanda angosciata: «Chi è la causa del tuo dolore?»

Victoria sbatte le ciglia bagnate, scrutando interessata la sua confidente: «Chi?»

Teresa le sorride sollevata, prendendole le mani ed ammettendo con sincero affetto: «Lo capisco dalle tue lacrime.»

«Cos'hanno di diverso?»

«Giungono dal tuo cuore sanguinante.»

Victoria s'ammutolisce, soppesando quanto detto dall'amica, e, nonostante non comprenda a pieno il significato dei lemmi di Teresa, le prega di continuare: «Chi è?»

«Dimitrij.» Sussurra con voce appena udibile. «È irato con me perché non l'ho messo al corrente del mio prossimo matrimonio con il duca.»

Teresa l'osserva incredula, irrompendo in una risata di pancia, mentre Victoria l'osserva confusa, non comprendendo l'improvvisa ilarità dell'amica ed incrociando le braccia al petto infastidita. La marchesina, notando l'espressione dell'ospite, si ricompone, tossendo e riacquistando il contegno perduto: «Gli avete rubato il cuore. È naturale che reagisca in quel modo.»

Victoria avvampa e, scendendo dal letto, arretra con passo malfermo, osservando incredula Teresa, che diniega il capo divertita e le si avvicina, rivelandole felice: «Ti ama e forse non ne è nemmeno al corrente, come te da quanto posso notare.»

«Terry stai vaneggiando.»

La marchesina incrocia le braccia al petto, inarca un sopracciglio indispettita e la fissa seriosa: «Dunque perché ti duoli per lui? Non dovresti star male, o erro?»

«Sei in ragione, ma, nonostante ciò, non comprendo a pieno il mio stato d'animo.»

Teresa alza gli occhi al cielo divertita per poi stringere a sé Victoria, baciarla sulla gote sinistra e rivelarle con gaiezza: «Siete innamorata, proprio come lui, ma per entrambi questo sentimento appare come un pianeta inesplorato ed intricato. Fin quando non vi renderete conto di ciò soffrirete. Di certo si sarà sentito umiliato a causa delle offese del duca, ma non può far altro che accettare la realtà. Tu, invece, dovresti essere più saggia e ragionare col cuore anziché con la testa.»

«Terry ma...»

«Niente ma!» Tuona la marchesina, allontanandosi di poco dall'amica. «Questa sera cenerai a casa mia e festeggeremo insieme.»

«Cosa per l'esattezza?»

«L'incapacità di comprendere l'amore.»

«Terry!» Strilla Victoria rossa in viso. «Come dovrei comportarmi?»

Teresa l'osserva con infinita dolcezza, sorridendole di cuore: «Qualsiasi cosa valga la pena ottenere richiede un enorme sacrificio. Un sacrificio che vale la pena compiere. Purtroppo però la questione è più complessa, in quanto sussiste un interrogativo al quale dovrai darti una risposta: Dimitrij vale il tuo sacrificio?»

Victoria la guarda ipnotizzata,ma, prima che possa anche solo rifletterci, Teresa irrompe in un riso allegro,trascinandola con sé al piano inferiore dove ad attenderle ci sono i marchesi.Dopo aver consumato il pasto, la contessina discute ancora per un'oretta con l'amicaper poi ringraziarla e tornare alla propria dimora. Non appena Victoria mettepiede in villa, tira un sospiro colmo di dolore, ma, prima che possa lasciarsiandare, corre al piano superiore e si barrica in camera, spogliandosi dellevesti e tuffandosi sul morbido giaciglio. Inspira il profumo idillico delbucato appena lavato, calmandosi quanto basta per addormentarsi al chiaro di luna.

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