ἔαρ (pt.4)
L'incanto si distrugge quasi subito, poiché Dimitrij sposta lo sguardo da Victoria all'uomo seduto accanto a lei. Un dolore allo stomaco ed un veleno incognito lo stordiscono tanto da rendergli impossibile un qualsiasi movimento. Serra la mascella, silenziando un ringhio, mentre il cuore gli si riempie di tenebra ed il petto gli si gonfia di collera. Le mani gli si chiudono in pugni d'acciaio e gli occhi fiammeggiano selvaggi. Dimitrij non è capace d'accettare il nome di questo nuovo sentimento, ma, prima che il tutto o il nulla possa accadere, il duca rompe il finto silenzio, richiamando alterato l'interesse della futura sposa: «Perché lo osservate? Chi è costui?»
Victoria tenta di ribattere, ma la madre la precede. Poggia una mano sul suo braccio per rasserenarla per poi calmare anche il futuro genero: «Non si preoccupi. È solo l'orticoltore.»
Il duca, visibilmente irritato, fissa risentito il rivale quando si rivolge alla contessina con tono brusco: «Però voi lo guardate.»
Prima che Victoria possa ribattere, il rumore dovuto alla collisione d'una tazzina con il piatto, spingono i presenti a guardare il conte, che alza il capo e fissa con sguardo ammonitorio il duca beffardo: «Cosa volete intendere con quest'accusa? Mia figlia non è una donna dai facili costumi.»
Nonostante il padre della fanciulla tenti di mantenere la calma, l'ira insita nelle sue parole intimorisce il duca, che, dopo aver tossito e poggiato il tovagliolo di stoffa sul tavolo, muta espressione e si rivolge al futuro suocero con garbo: «Vorrei conoscere il motivo di tale interesse.»
«Di cosa parlate?»
«Non mentitemi.» Sibila il duca innervosito. «Ho notato lo sguardo di vostra figlia.»
«Tutti siamo a conoscenza della ragione.»
«Ebbene...illuminatemi.»
Il conte compie un profondo respiro, artigliando i propri calzoni coperti dal tavolo e dalla tovaglia, e si finge calmo nel difendere sua figlia: «L'orticoltore compie abilmente il suo lavoro, concimandolo di passione e dovere, ma sfortunatamente qualche giorno fa si ferì con delle cesoie mentre curava un esemplare conservato nella serra. Senza perder tempo s'incamminò verso il mio studio, ma per caso s'imbatté prima in Victoria, che era immersa nella lettura di uno dei suoi tomi. Come ben sa mia figlia è una donna dal gran cuore ed una giovane facile da impressionare, perciò si è subito data da fare, chiamando la nutrice per soccorrerlo.»
«Lo guardo con gioia viva perché sono lieta di vederlo in salute e di nuovo all'opera.» Ammette la contessina, interrompendo il padre. «Non lo vedo dal giorno dell'incidente quindi notare la sua precoce guarigione non può che allietarmi.»
Il duca borbotta qualcosa tra sé e sé, scuotendo il capo, per poi riacquisire la compostezza smarrita ed asserire con falsa letizia: «Sono così sciocco! Mi spiace per l'offesa recatavi.»
Il duca china il capo in segno di scuse sentite mentre Victoria lancia uno sguardo d'aiuto ai suoi genitori, che la incitano a compiere lo stesso gesto. Malvolentieri la contessina esegue il loro tacito ordine, richiamando il duca con finta dolcezza: «Non fatelo più, ve ne prego. La prossima volta potrei crollare.»
«Non si ripeterà più, ma non posso promettervelo.»
«Per quale motivo?»
Victoria s'acciglia ed il duca le sorride beffardamente. Alberto Ferdinando III le afferra le mani, non curandosi del suo volere, e l'osserva con cupidigia tanto da far arrossire la fanciulla e sospirare la madre per la contentezza: «Non posso promettervelo, in quanto siete un richiamo per la carne, essendo così incantevole e pura. Solo ora però comprendo l'infondatezza del mio timore.»
«Perché mai?» Domanda Victoria incuriosita.
«Sono un duca mentre lui un orticoltore.»
«Avete perfettamente ragione, ma non è la natura a fare d'un uomo ciò che è. Sono le sue scelte a definirlo.» Rivela la contessina con coraggio. «Con questo però non voglio turbarvi oltremodo, dato che sono già vostra.»
Il duca la scruta interdetto, poiché mai e poi mai una donna gli si sarebbe rivolta in modo tanto arguto, dunque coglie l'occasione per comprendere sin dove i suoi timori siano realmente infondati: «Rivelatemi un altro segreto.»
«Vi risponderò con animo.»
Il duca la fissa senza pudore alcuno, gonfiando il petto e schernendo l'orticoltore: «Cosa vi offrirebbe un uomo come lui?»
«Non potrei mai saperlo, poiché non sono sua.» Ribatte Victoria con perspicacia, continuando con più grinta. «Invece voi potreste essere così gentile da rispondere ad una mia curiosità?»
«Son tutto vostro.»
Victoria sorride vittoriosa e, dopo aver guardato fugacemente alle spalle del duca, lo scruta senza timore alcuno. Dimitrij non incrocia lo sguardo degli aristocratici, curandosi invece di alcuni fiori non molto distanti da loro, ma non per questo non presta ascolto alla conversazione, avendo difficoltà nello star fermo all'udire le offese del duca. Victoria, conscia dei sentimenti dell'orticoltore ed anche del suo interesse, s'arma di coraggio e si rivolge al futuro consorte con aria divertita: «Avete mai scarificato il vostro tesoro più grande?»
Alberto Ferdinando III, dopo un primo istante d'incredulità, si beffa della fanciulla, sminuendo la profondità del quesito tanto da irrompere in una risata, cupa ed irritante. Il conte, indignato dal comportamento del futuro genero, compie un rapido scatto con la mano, ma la consorte lo intercetta in tempo e lo blocca prima che possa accadere qualcosa d'irreparabile. La contessa lancia uno sguardo ammonitorio al marito, che di conseguenza fissa sua figlia. Victoria con un sorriso rasserena i suoi genitori, rivolgendo poi il suo completo interesse al duca ed attendendo trepidante la sua risposta.
«Con il denaro che possiedo non necessito di sacrificar nulla.» Ribatte inorgoglito, fissandola languidamente. «Ed inoltre mai sacrificherei il mio tesoro più grande se non in cambio dell'immortalità, non siete d'accordo con me?»
«Mentirei se vi dicessi quello che vorreste udire con le vostre orecchie.» Obietta Victoria con incredibile calma. «Qualsiasi cosa valga la pena ottenere, richiede un immenso sacrificio. Un sacrificio che vale la pena compiere, privandosi pure della propria fortuna più grande se necessario.»
«Follia!» Ruggisce il duca in un riso nervoso. «Sorte vuole che siano gli uomini a comandare, dico bene Signor Martigiano?»
Il conte rinsavisce e riprendeil contegno perso, tossendo ed acconsentendo falsamente gaio al futuro genero.Victoria, felice d'aver avuto la conferma sulla malvagità del duca, rivolge losguardo dietro le sue spalle, ma sfortunatamente Dimitrij non è più lì. Unsospiro involontario le sfiora le labbra mentre un peso sul petto le duole ilcuore. La contessina diniega col capo, s'arma di finto interesse ed ascoltadisinteressata i discorsi di Alberto Ferdinando III. Purtroppo per lei ècostretta ad intrattenere il duca per l'intera serata insieme ai suoi genitori,ma non per questo i suoi pensieri sono riversi sull'uomo dinanzi a lei. Difattiè Dimitrij la ragione del suo turbamento ed anche del suo mutamento.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top