αἰών (pt.2)

Il crepuscolo delinea perfettamente l'epilogo della sventurata vita di Victoria che s'incammina infelice con il capo chino e le mani incrociate sul ventre verso la sua unica e vera casa. Le ombre scendono sinistre e le stelle brillano nella volta celeste mentre la dimora dei conti è avvolta nella luce delle lampade a sospensione. La villa s'anima e musica di ricorrenza echeggia nel perimetro che circoscrive il fulcro del festeggiamento. La contessina sorride falsa e con il cuore dolente ai convitati quando il duca le si affianca e l'attira a sé, poggiando con famelicità la mano sul suo fianco sinistro e ringraziando lieto coloro che s'accostano ai novelli sposi. Victoria lo scruta con ostilità e, nonostante Alberto Ferdinando III non gradisca tale suo atteggiamento, fa finta di nulla per poi chinarsi verso di lei e sussurrarle all'orecchio con voce roca: «Esultate finché vi è concesso, poiché da questa notte per voi sarà l'Inferno.»

Victoria l'osserva allibita, reprimendo a stento un urlo di sentito orrore, mentre il duca le sorride con arroganza e superbia.

«Siete una bestia.»

Per la prima volta non frena la sua lingua a cospetto del marito, nonostante tema una sua reazione, malata e folle. Non le importa perché finalmente si sente libera d'un macigno che da tempo immemore le premeva sul petto. Il duca, contrariamente ai suoi timori, non s'infervora, lasciandola ancor più turbata tanto da farle rimpiangere subito l'affronto. Il marito la stringe con più forza, facendole male, e le sibila con velenosità: «Lo constaterete sin da questa notte. Vi possederò con brutalità fin quando non m'implorerete di risparmiarvi, ma mai e poi mai vi presterò ascolto. Ormai siete mia e di conseguenza sono l'unico che può decretare sulla vostra vita o morte. Sarò il vostro incubo peggiore e...»

Un boato, imprevisto e fragoroso, zittisce i presenti e ferma la musica. Gli archetti sono sospesi a mezz'aria, il respiro di Victoria è immobile nel suo petto ed il suo cuore arde di desiderio. Le sue gemme luminose s'imperlano di sollievo mentre il suo spirito s'arma di speranza. Un uomo dai capelli color della notte, gli occhi blu e l'incarnato roseo è ansante sulla soglia della grande sala. Le sue gemme ardenti puntano la sposa, che a stento trattiene un gemito. Il russo compie un profondo respiro e marcia verso la sua donna con così tanta determinazione da far separare la coltre d'invitati al suo passaggio. Prima che possa stringerla tra le sue braccia, il duca si frappone tra gli amanti, fissando con collera viscerale il suo nemico. Nonostante ciò, Dimitrij non si perde d'animo ed allunga un braccio verso di lui in procinto di spostarlo con la forza, ma Victoria circoscrive la bestia e stringe a sé il suo amato.

«Dimitrij.» Sussurra con voce rotta. «Sei qui. Sei qui.»

Il cuore dell'orticoltore si stringe in una morsa dolorosa mentre sfida furioso il rivale, che bruciante di collera, gli dà le spalle. Dimitrij tira un sospiro di sollievo mentre i convitati assistono con il fiato sospeso all'incredibile circostanza quando il duca artiglia una sedia, sale sopra di essa e si allunga verso la parte alta di una delle quattro della grande sala. Allunga le braccia e con un ringhio primordiale brandisce il fucile affisso al muro. Con uno scatto, rapido e deciso, si volta e salta giù dalla sedia, puntando l'arma da fuoco contro i due amanti. Dimitrij intercetta prontamente la follia dell'uomo, proteggendo Victoria con il suo corpo. Un urlo misto a terrore e stupore possiede la sala quando il duca circoscrive il tavolo e mira al russo. Poco prima che faccia fuoco il conte si frappone tra il boia e la vittima, gridando fuori di sé: «Non agite d'impulso! Siete un uomo d'onore ed assassinare un vostro simile la notte del vostro matrimonio non è legittimo.»

Il duca irrompe in una risata priva d'ilarità, puntando il suo sguardo folle in quello del conte, che indietreggia impaurito. Nonostante abbia paura, non può permettere al genero di ferire la figlia, che da sempre l'ha amato e rispettato, malgrado le avversità.

«Victoria non è la donna illibata che mi prometteste e lui!» Urla il duca accecato dall'odio, indicando il corvino alle spalle del conte. «Lui è la ragione di tutto!»

Inspira con così tanta forza d'avvertire l'aria bruciargli i polmoni per poi avanzare verso il trio e fissare con furia il suocero, che si fa forza e rimane immobile dinanzi alla follia del genero.

«Una vita per una vita.» Sibila il duca ormai privo di senno. «Lui mi ha portato via la donna ed io gli toglierò la vita.»

Prima che il duca possa scagliarsi contro i due amanti e far fuoco, con uno scatto celere il conte artiglia l'imboccatura dell'arma e la punta verso il pavimento, gridando con tutto il suo cuore: «FUGGITE!»

Victoria scuote in capo in diniego, irrompendo in un pianto disperato, in quanto mai e poi mai lascerebbe suo padre nelle mani del pazzo. Dimitrij, al contrario, osserva il conte felicemente turbato quando il padrone di casa gli lancia uno sguardo, eloquente ed implorante. Il russo rimane fermo, indeciso su come agire, ma, a causa del ringhio innaturale del duca, non può che scappare. Ringrazia con lo sguardo il conte, stringe a sé Victoria, sollevandola da terra, e corre rapido verso la scuderia. Sella scosso la sella di un cavallo ed invita la contessina a montarlo, nonostante tremi per l'inumanità del marito e del sacrificio del padre. Dimitrij ode le urla, il rumore d'una porta che viene spalancata barbaramente ed i passi pesanti di qualche uomo. Senza perder tempo, monta sul suo fidato destriero, impartendogli l'ordine di fuggire lontano da lì. Non appena lo stallone galoppa fuori dalla scuderia, il duca lancia un grido primordiale e brucia con occhi fiammeggianti i due amanti in procinto di scappare lontano dalla villa. Il cavallo s'impenna e Victoria si stringe con forza al suo uomo mentre lacrime di terrore le bagnano le gote sanguigne. Dimitrij non si perde d'animo, riacquistando con prontezza il comando dello stallone. Prima che il duca possa artigliare la veste di Victoria, il russo spinge con forza i talloni nei fianchi del cavallo, che comincia a correre celere verso la via. Nemmeno il vento estivo, la luna ed il liquido in moto sulle loro teste riescono a placare il terrore dei loro animi ora di nuovo uniti. Dimitrij pone una mano su quelle di Victoria, che stringono tremanti una porzione della sua camicia all'altezza del ventre, rassicurandola. La contessina sospira frustata ma con il cuore straboccante di gioia, poiché adesso il suo uomo è accanto a lei.

Dimitrij è tornato per lei.

Dimitrij l'ha salvata.

Dimitrij è qui.

Dimitrij la ama.

BANG!

Il cavallo nitrisce, rallenta la sua corsa e s'impenna ancora, ma per la seconda volta Dimitrij riacquista il controllo sulla bestia. Prima di proseguire lungo la via, si volta e rimane terrificato dalla realtà. Il duca li sta inseguendo inferocito sul suo destriero, imbracciando il fucile sottobraccio, mentre il conte galoppa a suo seguito, implorandogli di fermarsi e riprendere la lucidità perduta. Dimitrij ordina al cavallo di correre verso la pineta, avvertendo un tremore violento scuotere l'infelice Victoria.

«Sono qui, Amore mio.» Le sussurra con amore, accarezzandola e calmandola dal suo attacco di panico. «Sono qui, mio Amore.»

Victoria si stringe a lui con più disperazione, respirando a pieni polmoni e tentando di tranquillizzarsi, quando all'improvviso Dimitrij arresta la corsa del suo destriero e scende rapido dal suo dorso, aiutandola poi a compiere lo stesso atto. Il rumore degli zoccoli contro la terra verdeggiante fa sussultare il russo, che istintivamente afferra Victoria per mano. Si volta e fuggono verso la ripida scogliera mentre avvertono i loro cuori pulsare con ardore ed i loro animi invocare aiuto a Dio. I loro piedi calpestano febbrili la roccia baciata dalla luce lunare, i loro occhi puntano spaesati la via lungo la costa e le loro mani si stringono in cerca d'aiuto reciproco.

BANG!

Victoria crolla di ginocchia a terra, portandosi le mani al petto ed irrompendo in un pianto disperato. Dimitrij si volta inorridito, stringendo a sé la sua amata ed aiutandola ad alzarsi da terra. Il russo punta il suo sguardo fiammante in quello del duca completamente soggiogato dalla follia. Un ghigno, sadico e malato, aleggia sul volto crudele di Alberto Ferdinando III mentre punta collerico l'arma verso i due amanti. Dimitrij studia con inquietudine il suo nemico, intendendo tristemente l'orribile realtà: questa notte qualcuno morirà. Nonostante sia stato un soldato ed abbia egregiamente supportato la sua Nazione, ora come ora è incapace di proteggere la sua donna se non con il suo corpo.

Un passo deciso nell'oscurità.

Una risata sadica echeggia sinistra.

Un rumore metallico stride l'aria.

La morte squarcia il respiro e penetra nella vita

Fumo e cenere s'uniscono al vento.

La Luna bacia la Linfa pura e viva.

Un corpo caldo s'inarca verso la terra madre.

Un pezzo di spirito accarezza le anime celesti.

«VICTORIA!»

L'urlo di terrore squarcia la quiete nello stesso istante in cui la Morte s'insinua nell'animo puro della fanciulla, che si è immolata per il suo amato. Dimitrij la stringe tra le braccia, inginocchiandosi a terra e piangendo dolore. Trema e geme disperato, guardando venerante la sua donna. Le prende con tremore il volto tra le mani macchiate del suo sangue puro, affogando nei suoi occhi, vivi e brillanti.

«Victoria cos'avete fatto?» Mormora sulle labbra di lei, bagnandole del suo dolore. «Così mi ucciderete!»

Victoria gli sorride felice, alzando con difficoltà il braccio destro ed accarezzandogli lo zigomo con affetto. Dimitrij sussulta a causa del contatto, lasciandosi trasportare dai forti sentimenti. Il cuore gli sanguina in petto, lo spirito si dilania e le membra si freddano morenti.

«Vi amo.» Sussurra la contessina con gli occhi velati di lacrime. «Vi amo...Dimitrij.»

La mano, giovane e calda, tocca la roccia, aguzza e fredda.

Il cuore s'arresta e lo spirito vola verso la volta celeste.

«VICTORIA! AMORE MIO!» Urla Dimitrij sconvolto, stringendola contro il suo petto in segno di dolore lacerante. «AMORE MIO!»

Due paia di occhi osservano il tragico epilogo con orrore. Il duca è seduto sulla roccia con le gambe divaricate e lo sguardo perso nel vuoto, incredulo e traumatizzato dall'atto da lui appena consumato, mentre il conte è inginocchiato con il volto riverso al petto. Il suo animo grida impazzito ed i suoi occhi s'imperlano di sofferenza dilaniante. Percepisce la mano invisibile d'un'entità fredda trapassargli il petto, artigliarli il cuore sanguinante e strapparglielo via con dolorosa destrezza. Il conte alza il capo ed assiste a qualcosa che mai avrebbe voluto vedere. Dimitrij stringe a sé Victoria e s'avvicina con passo deciso al limite della roccia. Si china verso il volto dell'amata e le bacia le labbra ancora calde ma prive di spirito. L'ammira ancora un'istante, lasciando che un'ennesima lacrima gli solchi il volto segnato dal dolore.

«Vi Amo...Victoria.»

Un ultimo sguardo.

Un ultimo bacio.

La Luna.

Il Vuoto.

Due corpi fendono l'aria.

Silenzio

Le acque s'incurvano e li accolgono.

Il Sole.

Le tenebre si dissipano.

Anime pure ed affini s'uniscono nelle profondità e volano verso la volta Eterna.

Due faraglioni ora s'abbracciano nelle acque cristalline

Un amore inenarrabile ed eterno ora giace sul fondo sabbioso della calotta parzialmente spigolosa. Un amore sussurrato, vissuto sotto le stelle e prorompente come le onde spumeggianti d'un impervia tempesta.

Un Amore come quello di Victoria e Dimitij

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