Vittima Del Gioco▪️Capitolo 8

~ L' Abele improbabile (1/2) ~

<<Nemmeno io sono tua figlia, Allan!?>>

<<Tesoro...>>

<<Rispondi Wilson.>>

Il cuore nel petto di Bridgette cominciò a sussultare invadendo il collo e la testa, dove gli occhi serrati stavano per esplodere assieme alla paura di dover ascoltare.

<<Hai letto il diario di tua madre.>>

<<Non era questa la domanda!>>

L'urlo di Bridgette fece voltare anche Robert, che spaventato si accostò al finestrino.
Allan annuì con la testa e gli fece cenno di scansarsi.

<<Tesoro, perché hai letto il diario? Tutto il dolore di tua madre è chiuso lì dentro, la sua malattia, la sua sofferenza...>>

<<Ecco perché non volevi che leggessi. Quanti segreti hai nascosto ancora?>>

<<Non volevo che lo leggessi per non farti soffrire tesoro, non...>>

<<Rispondimi Wilson. Di quale maledetto bastardo sono figlia!>>

Allan incassò le parole della ragazza, sputate assieme al veleno a un centimetro dal suo orecchio.
Si contenne, ma il suo corpo era percosso da forti scosse che gli stavano consumando tutte le terminazioni nervose.

<<Se avessi letto bene avresti compreso che stai sbagliando.>>

<<E in cosa starei sbagliando Allan?>>

<<Smettila! Smettila di chiamarmi Allan! O Wilson! O in qualsiasi altro fottutissimo modo!>>

I loro volti si sfiorarono. Occhi negli occhi.

<<Io! Io sono tuo padre, Bridgette.>> Allan portò la sua voce a un tono calmo.

La figlia continuava a guardarlo nell'incertezza.

<<Quindi la mamma avrebbe mentito?>>

<<No. Elizabeth non ha mentito. Io sono sterile e tu ne sei la causa.>>

Bridgette ringraziò l'oscurità della sera, dove si nascose col suo volto avvampato: <<Come sarebbe a dire che ne sono la causa?>>

<<Quando avevi un anno e mezzo... si convinsero avessi l'appendicite e invece avevo l'orchite.>>

<<L'orche... cosa?>> Rise spontaneamente. <<Scusa papà. Ma non ce la posso fare. Sembra uno strano morbo che ti trasforma in Shrek.>>

Allan rise con sua figlia, dimenticando per un attimo tutto il dolore che lo aveva colpito e che ancora lo stava colpendo.

<<L'orchite è un'infiammazione ai testicoli, che trascurata mi ha portato alla sterilità.>>

<<Mi dispiace papà,>> disse tornando seria, <<se sono stata io la causa.>>

<<Parotite. Mi hai infettato coi tuoi maledetti orecchioni.>>

<<Mi dispiace papà...>>

<<Il vaccino che feci da piccolo era uno dei primi. In seguito venne perfezionato. Forse è stato quello il motivo. Non lo so. Quando ho contratto la malattia evidentemente mi ha protetto per i sintomi ma il virus ha continuato a fare il suo corso finché il dolore non si è concentrato ai testicoli e mi ha costretto al letto.>>

<<E hanno pensato tu avessi l'appendicite.>>

<<Esatto tesoro,>> Allan alzò le spalle, <<ma il problema ora non è questo.>>

Bridgette si avvicinò al padre e l'abbracciò. L'uomo strinse sua figlia e inspirò profondamente: <<Ti voglio bene tesoro mio>>.

La ragazza portò le labbra sulla barba incolta del padre. Lo baciò.

<<Lei non sa nulla di tutto questo, vero?>>

<<No. E non ho mai pensato di dirglielo. In fondo lei i figli nemmeno li voleva.>>

<<Con te! Non li voleva con te, papà... Quella donna non mi è mai piaciuta.>> Bridgette esordì confermando i suoi pensieri. <<Il figlio non è tuo papà. Cosa farai adesso?>>

<<Non lo so tesoro. Non lo so. Ma tu non pensare a me. Piuttosto è il tuo rapporto con Roderick che mi preoccupa. Cosa c'è che non va, piccola.>>

La ragazza guardò un'ultima volta il padre prima di scendere dall'auto. <<Niente. Niente papà. Ma tu non pensare a me.>>

Allan portò la mano sul volto pallido di sua figlia.
Passò le dita sulle sue guance fino a toccarle i capelli lucenti.

<<Scusami papà. Ti voglio bene.>>

Ancora un attimo in cui i loro occhi si fusero in un unico amore, e poi Bridgette sparì chiudendo lo sportello.

<<Arrivederci Robert. E scusami.>> Sorrise all'autista.

<<Arrivederci Signorina Wilson.>>

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