Vittima Del Gioco▪️Capitolo 5

~Tutto ebbe genesi dalla genesi (2/2)~

Piccola nota.
Per via delle notifiche a singhiozzi di wattpad, invito i lettori che non l'avessero fatto a leggere il capitolo precedente, perché i capitoli sono strettamente legati uno all'altro e perdereste il filo logico del racconto. Grazie.
Suzette.

Le gambe cominciarono a vacillare, così le mani, e ogni centimetro del suo corpo. Inspirò tremante dall'agitazione e la testa le girò vorticosamente. Si lasciò cadere sulla sedia alle sue spalle.
Cassandra ebbe la sensazione di aver perso tutto, ebbe la sensazione di aver vinto la ricompensa più atroce. Le sue paure iniziali avevano preso forma: Allan non aveva accolto la notizia come lei avrebbe voluto.
L'ignaro frutto continuava a galleggiare nelle sue acque calde e confortanti, mentre lei si lasciò andare con la testa sul tavolo fra coltelli e avanzi d'arrosto.

Inaspettatamente la voce e il corpo di Allan irruppero nel silenzio: <<Diventerò padre? Io... io diventerò padre?>>

Cassandra alzò lo sguardo incredula.
Allan comparve alla porta ancora col piatto in mano.
Aveva il volto arrossato e gli occhi lucidi.

<<Al...>>

<<Tu. Tu mi darai un figlio?>>

La donna si levò dalla seduta respirando quell'aria che fino a qualche secondo prima cercava annaspando.

<<Al. Oh, Dio... Mi hai fatta morire!>>

L'uomo corse dalla sua Cassandra. La strinse, la baciò, la carezzò. Il suo fiore portava il frutto del loro amore.
La donna sentì il cuore tornare a pulsare. L'ossigeno si portò di nuovo fra i vasi sanguigni.

<<Ti amo tesoro.>> Continuava a toccarla come fosse convinto di essersi svegliato da un sogno. <<Io... io non sapevo che dire... Perdonami.>>

<<Baciami>> rispose sua moglie, annullando tutto l'accaduto. Cancellando di colpo tutte le apprensioni e le agitazioni appena vissute.

Si strinse al marito cercando il suo abbraccio. Allan lo avrebbe fatto all'infinito: in eterno sarebbe restato attaccato al suo corpo.

Cassandra: sostanza dei suoi giorni.

<<Tutto bene?>> Bridgette piombò nella cucina. <<Oh! Scusate...>>

Accorgendosi del momento, dopo un lieve imbarazzo, fece per andarsene.

<<Non ti preoccupare tesoro,>> sorrise il padre, <<io e Cassandra dobbiamo darvi una notizia.>>

La ragazza intuì, ma preferì non fare domande: <<Okay. Allora vi aspettiamo di là>>. Voltò le spalle e tornò da dove venuta.

<<Non credo che la prenderà bene tua figlia.>> Cassandra intervenne preoccupata.

<<Tesoro... Bridgette è abbastanza grande, ed è ora che si comporti da donna. Non avere timore per lei. Ora è a te che devi pensare, e al nostro bambino.>>

La donna baciò teneramente le labbra del marito.

<<Forza,>> Allan le prese la mano e la trascinò, <<andiamo di là.>>

La Signora Wilson allontanò per un attimo le sue apprensioni di madre, seppur acquisita. La sua gioia, scioltasi e cosparsa in tutto il suo essere, le era sufficiente a ridare vita alle sue speranze perse pochi istanti prima.

<<Eccovi!>> Roderick esclamò nel bel mezzo del silenzio. <<Finalmente! Bridgette mi ha detto di questa notizia. Allora?>>

Allan gettò lo sguardo su sua figlia. La ragazza giaceva col volto basso, seduta in silenzio, accanto al marito.

L'uomo prese coraggio. Il cuore in conflitto tra la gioia di divenire di nuovo padre e il dispiacere di vedere sua figlia, di ventiquattro anni, comportarsi come una bambina. Non voleva recarle dolore. Allan amava sua figlia.

<<Allora?>>

L'insistenza di Roderick portò imbarazzo sul volto di Cassandra, che si strinse ancor di più a suo marito senza volgere lo sguardo a nessuno dei presenti.

<<Io e Cassandra aspettiamo un bambino...>>

Miei cari lettori...

Questa voce narrante, se dovesse descrivervi cosa scese tra quelle mura forse prenderebbe come esempio il freddo rigido della Siberia. Così freddo da rendere l'aria irrespirabile.
O forse prenderebbe esempio dalle fiamme dell'inferno: dove il fuoco ardente consuma dilaniando i peccatori. Dove tutti i peccati si sarebbero potuti toccare con mano, seppur occultati agli occhi dei presenti.
Un elenco di mancanze, errori, colpe, che avrebbero vìolato volontariamente, o involontariamente, uno o tutti i comandamenti cristiani.

Miei cari lettori...

Questa voce narrante, se dovesse descrivervi cosa ogni mente lì presente stesse elaborando, vi direbbe che ognuna di essa cercava di annientare le altre mentre i pensieri lottavano armati, senza sosta, per far sopravvivere un solo guerriero, il più bravo, il più forte e astuto. Un solo vincitore. Il resto... tutte vittime del gioco.

Questa voce narrante vi direbbe di essersi trovata di fronte a...

Un uomo di nome Allan, prossimo a una paternità inattesa, che avrebbe dovuto gioire e invece era triste. In fondo al cuore aveva depositate le ceneri di sua figlia Bridgette...

Ragazza sconvolta e distrutta dalla sua futile vita.
La continua ricerca della felicità l'aveva ridotta pressappoco alla compattezza di un bozzolo. Chiusa nella sua insoddisfazione cercava costante un buon motivo per accendere la sua fiamma di vita spenta, e mai più riaccesa, dalla morte di sua madre. Rifugiata in un rapporto clandestino, osservava la delusione di suo marito Roderick...

Il buio dei suoi occhi e il vuoto interiore lo resero passivo e inerte. Addolorato e frustrato, sapeva di non avere una vera moglie accanto: una donna che magari gli avrebbe potuto regalare un giorno l'amore, la gioia, la stessa che stava provando il suo socio. Amareggiato cercava in Bridgette quella donna che avrebbe corrisposto al suo di amore. Cercava quella complicità, quell'unione, che invece fra loro faceva acqua da tutte le parti. Cercava ancora, e imperterrito, quello che Allan viveva con la sua Cassandra...

Signora che avrebbe trascinato qualunque uomo nel limbo, se solo avesse voluto. Donna che restò scioccata e disturbata dall'atmosfera creatasi intorno. Gli altri avevano rovinato il suo momento. Suo e di Allan.
La creatura prendeva forma nel suo ventre, mentre il padre era intento a soccorrere la mente fragile dell'altra figlia. Mentre la sua figliastra era intenta a piangersi addosso per ciò che avrebbe voluto, causandosi il male con le sue stesse mani. Mentre il genero di suo marito li guardava con invidia, con rabbia.

Tutto, occultato da silenzio e sorriso plastico.

Miei cari lettori...

Se questa voce narrante dovesse dirvi cosa vide lì, in quella stanza, vi direbbe: "assoluta mancanza di pensieri, concetti e atti, posti in essere per valorizzare l'amore verso gli altri componenti".
Questa voce narrante vi direbbe che: "Come nell'Apocalisse, dopo la Genesi, le impetuose acque del male, dell'odio, della disonestà, della vergogna, sommersero tutto ciò che restava di quei corpi e di quelle anime in cerca di una quiete interiore, che non sarebbe mai arrivata".

Tutto ebbe genesi, dalla Genesi.

L'Abele improbabile ballava nel sacco, innocente e inconsapevole di essere lui la causa dell'Apocalisse.

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