Vittima Del Gioco▪️Capitolo 22▪️Epilogo
~ Game over. ~
- Apriamo il notiziario del mattino con un fatto di cronaca: la scomparsa della signora Cassandra Russell. La magnate proprietaria della multinazionale Wilson - Van Leeuwen Corporation, acquisita alla morte del marito, risulta essersi dissolta nel nulla. È oltre un mese che della donna non si hanno più notizie. Aveva lasciato la sua abitazione per recarsi a un appuntamento con possibili acquirenti della multinazionale stessa. Solo dopo è stata rinvenuta una lettera di addio nel suo ufficio nella quale dichiarava tutto il suo amore per suo figlio Allan junior Wilson l'erede avuto da suo marito, e che avrebbe lasciato sotto la custodia della bambinaia Vivyane Butler indicandola come l'unica a volere e tutelare gli interessi del bambino stesso. L'allontanamento è stato volontario, dunque, ma le motivazioni restano ancora oscure... -
<<Vivyane!>>
Allan junior irrompette in cucina correndo. La donna spense frettolosa la tv.
<<Ehi! Piccolo mio! Che entusiasmo!>>
<<Non vedo l'ora! Ci pensi che bello Vivyane? Lo zoo! Potrò vedere un sacchissimo di animali e... e mi ha spiegato Robert che c'è anche un enorme acquario! Grazie Vivyane.>>
La donna sorrise col cuore pieno di gioia: << Non devi ringraziare me, piccolo. L'idea è stata dello zio Roger. Perciò sono tutti suoi i meriti.>>
Vivyane Strinse quel bambino fra le braccia. Sarebbe stata in grado davvero di tutelarlo?
<<Zio Roger!>>
L'uomo fece ingresso accanto a Robert nella stanza, avanzando con le braccia spalancate dove il bimbo si strinse per poi con un salto salire in alto fino ad avvinghiarsi al collo.
<<Sei pronto campione?>>
<<Pronto! Vivyane mi ha promesso che dopo passeremo a trovere Bridgette.>> Un pugno allo stomaco colpì Allan che restò in silenzio, sugellando un bacio sulla fronte del piccolo. <<Sai, a volte ci penso zio Rog...>>
<<A cosa?>> Sorrise teneramente.
<<A come sarebbe stato avere una sorella grande. Avere Bridgette. Chissà se gli piaccio. Tu dici che da lassù lei mi vede?>>
<<Certo che ti vede. E gli piaci... Aspetta com'è che dici? Un sacchissimo! Ecco, sì. Gli piaci un sacchissimo... sì.>>
<<Ma te l'ha detto lei?>>
<<Ah...>>
<<Sai, a volte gli adulti riescono a parlare con le persone in cielo.>>
<<Davvero?>>
<<Sì! E se casomai dovessi riuscirci, zio, potresti dirle che è un sacchissimo bella. Ho visto le sue foto con Vivyane.>>
<<D'accordo piccolo mio.>> Allan lo abbracciò voltando uno sguardo tenero alla dolce Vivyane che in piedi dietro al bambino si portò le mani al cuore chiedendo scusa ad Allan.
L'uomo fece un segno di assenso e poi tornò di nuovo al piccolo e alla gita in programma. <<Dunque... Sei sicuro di voler vedere tutti quegli animali? Guarda che ce ne sono tanti davvero grandi e paurosi!>> Lo burlò sorridendo.
<<Sicuro come le mie tasche vuote Signore>> rispose fiero gonfiando il piccolo costato.
<<Chi ti ha insegnato questa frase?>>
<<Robert!>>
<<Ah! Robert ha bisogno di una bella strigliata. Ma a questo penserò dopo. Adesso prova a prendermi se ci riesci!>> Fece scendere il bambino e si allontanò correndo.
<<Aspettami!>> Il piccolo lo inseguì gioioso.
Nella stanza Vivyane e Robert restarono a guardarsi sorridendo ma sul volto della donna un'ombra di amarezza si affacciò con molta riservatezza.
<<Ti amo Vivyane.>> Robert poggiò le sue labbra a quelle di lei, per poi carezzarla dolcemente.
<<A volte mi chiedo come abbia potuto farlo, Rob. Come si fa ad abbandonare un figlio. È un bambino così dolce e amorevole.>>
<<Non lo so tesoro, ma credo che quella donna non sia stata mai una madre davvero.>>
<<Staremo facendo la cosa giusta per lui, Rob?>> Una lacrima scese lungo le gote pallide. <<E se dovesse tornare per portarcelo via?>>
<<Non lo farà.>>
<<Come fai a esserne sicuro. Sono molto legata a quel bambino. Non... Non posso pensare di...>> La donna si interruppe abbassando il volto.
<<Vivyane... guardami. Non lo farà! Quel bambino è felice adesso. E poi non siamo soli.>>
<<Stiamo nascondendo suo padre. È un segreto che ci straccerà il cuore Rob, la menzogna non porta mai nulla di buono.>>
<<Vivyane...! Non importa se lo chiama zio o papà, Roger o Allan! resta il fatto che può viverlo, possono viversi! Non è l'appellativo di genitore che ti rende tale e dovresti averlo appreso.>>
<<Forse hai ragione.>>
Robert strinse al petto quella donna che presto sarebbe divenuta sua moglie e avrebbero così formalizzato l'adozione del piccolo Allan junior Wilson.
<<Ehi! Piccioncini!>> Dei colpi alla finestra fecero sobbalzare entrambi. Si votarono, e le facce dei due Wilson erano spiaccicate contro il vetro. <<Volete sbrigarvi che ho un bambino qui che sta per spazientirsi?>>
Il piccolo Allan cacciò fuori una delle sue migliori smorfie irate per poi sbottare a ridere imbrattando di saliva ovunque.
<<D'accordo! Arriviamo!>>
Vivyane prese la borsa e per mano di Robert uscì da quella casa che l'uomo aveva continuato a curare in attesa di una speranza che forse sembrava essersi presentata.
Salirono a bordo dell'auto e si diressero verso lo zoo andando incontro a una giornata che parve splendere ricca di luce, e non solo per il creato.
Al buio della stanza da letto, invece, in fondo alla cassaforte, stavano riposti tutti i gioielli della signora Russell: le collane, i bracciali, gli anelli... i tre diamanti della signora Russell.
E La signora Russell.
Fine.
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