Vittima Del Gioco▪️Capitolo 19▪️Ultimo atto
~ Il gentil omaggio... ~
<<Vivyane?>>
La Signora Russell fece ingresso nell'appartamento gettando la borsa sul pavimento.
<<Vivyane!>>
Mise le chiavi sul mobiletto non prestando abbastanza attenzione a cos'altro vi fosse sopra.
<<Eccomi Signora, bentornata.>> La bambinaia arrivò frettolosa.
<<Allan?>>
Si sfilò le scarpe e a piedi nudi si diresse verso la cucina. Vivyane la seguì.
<<È di sopra. Si è appena addormentato. Oggi è stata una giornata impegnativa per lui. Dopo la scuola siamo andati...>>
<<Cosa c'è per cena?>>
Un moto di rabbia colpì Vivyane e sfociò con un groppo alla gola da mandare giù a fatica.
<<Cècilia... Ha lasciato l'arrosto caldo nel forno.>>
La Signora di casa si versò del vino e ne assaggiò un sorso, poi prese a morsi un paio di fragole recuperate dal centrotavola.
<<Sono stanca. Vado a dormire. Domani mattina ho un appuntamento importante. Un nuovo acquirente è interessato all'azienda.>>
<<Ha intenzione di vendere dunque?>>
<<Sì. Sono stufa di guardarmi attorno e vedere il mio ex marito da tutte le parti. Ora che il vero responsabile è stato individuato, posso chiudere finalmente la faccenda.>>
<<Ancora stento a crederci.>> Vivyane replicò scossa. <<Un uomo che arriva a uccidere la propria moglie per soldi...>>
<<Roderick aveva tutto tranne che l'essere uomo, mia cara. Un bastardo arrivista e senza anima.>>
<<Che sembra essere svanito nel nulla...>>
<<Già. Ma a questo ci penseranno le autorità competenti. Io ho solo bisogno di una nuova vita Vivyane, e questa vita è con James e lontano da qui. Sono anni che lotto per questa storia. Sono stanca.>>
<<E non pensa al bambino Signora Russell? L'unico ricordo di suo padre è quell'azienda... E qualche fotografia che...>>
<<Che non hai tolto dalla circolazione come ti era stato ordinato!>> Si irritò la signora. <<Limitati a fare ciò che ti viene chiesto, cara, e non impicciarti di cose che non ti riguardano.>>
Non ci fu nemmeno il tempo di concepire una replica. La signora Russell voltò le spalle a Vivyane lasciandola immobile e con la bocca stretta in una morsa.
Tornò alla borsa per recuperare il suo smartphone ma l'attenzione fu adeguata stavolta, proprio sul mobiletto c'era un pacchetto incartato e decorato con cura.
Scettica lo voltò fra le mani e un biglietto portava il suo nome: Cassandra Russell.
<<Vivyane?>>
<<Sì signora?>> La ragazza non fece attendere.
<<Questo?>>
<<Non ne ho idea Signora, non l'ho ritirato io.>>
<<Mah...!>> Tirò su le spalle. <<Ora vado, e gradirei di non essere disturbata>> disse portando con sé il pacchetto.
<<D'accordo Signora.>> Vivyane abbassò la testa e con la coda dell'occhio la vide salire rapidamente le scale.
Strinse lo smartphone fra le mani e decisa compose il messaggio per poi inviarlo.
-Mi è arrivato il tuo regalo. Grazie.
Ti amo Robert, non scordarlo mai.-
Ripose via il telefono e soddisfatta salì verso la stanza del piccolo Allan.
Cassandra fece ingresso nella sua, invece, e dopo essersi tolta gonna e giacca sedette sul letto con il pacchetto fra le mani. Lo osservò ancora qualche istante finché non si convinse ad aprirlo.
Tirò il nastrino di seta e strappò la carta. In un cofanetto erano contenute due scatolette blu, e avevano tutta l'aria di essere qualcosa di prezioso. Ne aprì una e un pendente con incastonato un diamante giaceva luminoso e splendente fra il rosso cobalto dell'imbottitura.
Il sentimento la tradì facendole tremare le mani. Il cuore accelerò di qualche battito mentre lo prese fra dita per ammirarlo meglio. Restò a fissarlo qualche secondo per tornare di nuovo a vibrare di emozione. Voltò il pendente e l'incisione sul retro la lasciò a bocca aperta.
James Hunt
<<Oh mio Dio... James... Che meraviglia.>> Lo portò alla bocca e lo baciò.
La curiosità la spinse ad aprire anche l'altra scatola e un altro pendente di forma e colore diverso stava al suo pregiato posto.
<<Oh James... Se solo sapessi quanto ti amo...>>
Si alzò presciolosa dal letto col pendente ancora in mano; la voglia di indossarlo era talmente forte che non si accorse di aver urtato il contenitore del gioiello facendolo cadere a terra. Il rumore generato fu insolito, tanto che la signora abbassò lo sguardo interessata. Un oggetto nero faceva capolino dal rosso dell'involucro interno. Lo raccolse.
<<Una chiavetta?>> Poi sorrise. <<Cosa devi mostrarmi James?>>
Con gli occhi intrisi di lacrime la inserì nel computer acceso. Selezionò il primo file e avviò la riproduzione.
Il volto che gli apparve era sì quello di James, ma sembrava essere tutt'altro che felice.
Portò avanti e indietro le immagini, per poi ritornare un'altra volta da capo.
Il filmato ripartì e Cassandra cacciò un urlo soffocato dalla mano serrata sulla bocca. Le sue mani tremarono e lei non riuscì a impedirlo. Fu come se tutti i muscoli del suo corpo venissero improvvisamente strappati. Cadde in ginocchio come una supplice in chiesa, fissando lo schermo, l'esatto punto in cui tutte le sue speranze morirono. Le sue mani si sollevarono a coprirle il viso. Per un attimo le tenne lì, come se stesse giocando a bubù, settete. Ebbe l'orribile sensazione che non sarebbe più riuscita a muoversi, mai più.
Il terrore la stava inghiottendo. Tentò di alzarsi, mentre le gambe tremavano abbastanza da rendergli difficile persino arrivare sul letto e prendere l'altra scatoletta. Tirò via il gioiello e l'incisione dietro citava
Roderick Van Leeuwen
<<Che scherzo è questo...>>
Il panico si espanse in ogni centimetro del suo corpo.
Tornò vacillando al computer e stette a osservare.
Una coltre di fuoco abbracciava il corpo del suo James.
Il fraudolento fu condannato a essere arso vivo. Nella lingua di fuoco gli arti venivano scossi, dislocati e lacerati, attaccati solo in parte da lembi di carne e tendini che ancora rispondevano a movimenti involontari ma che presto sarebbero stati consumati come le urla che accompagnavano l'intera scena.
Cassandra contrasse il ventre e un conato di vomito la ridusse ad aggomitolarsi sulla sedia. Pallore, cardiopalmo, sudorazione. Il corpo della signora era ormai in preda a ogni sensazione e malore possibili. Tutto le era sfuggito di mano e persino se stessa. Sentì trascinarsi nel vuoto, nel limbo oscuro delle anime infernali.
A dissetarsi di lacrime stava a guardare mentre il mucchio di ceneri, fumanti effluvi dal pungente odore del Mr. Burberry da duemila sterline, divenivano poltiglia per essere poi trasformati in un bellissimo gioiello dal blu ceruleo.
Finito il primo, le immagini ripartirono spietate con l'altro: a Roderick spettò lo stesso trattamento.
Fotogramma per fotogramma, riproduzione dopo riproduzione, la signora Russell fu accompagnata nella sua più lunga notte.
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