Vittima Del Gioco▪️Capitolo 18▪️Ultimo atto

~ Un diamante è per...? ~

Allan affondò nella sua vecchia e cara poltrona. Gli alberi oltre le finestre sembrava fossero immobili come l'intero creato. Il mondo era diventato un posto troppo stretto. Forse sarebbe stato meglio sparire davvero, forse niente aveva più un senso. A cosa sarebbe servito vivere un altro solo giorno della sua morte? Perché questo era per Allan: non erano giorni di vita, bensì di morte.

Ma per quanto temprato al rischio potesse essere, per quanto potesse essere avvertito del pericolo, capì dal fremito del suo cuore e dal brivido della sua carne, l'enorme differenza che esisteva fra il sogno e la realtà, tra il progetto e l'esecuzione. Doveva finire il suo lavoro, doveva portare giustizia a sua figlia, poi sarebbe potuto morire, e stavolta seriamente.

<<Signore, ho provveduto a cancellare ogni traccia come mi aveva ordinato.>> Robert fece ingresso nella sala con riserbo.

<<Grazie amico mio.>> Gli fece cenno con la mano di raggiungerlo. <<Vieni a sederti accanto a me.>>

Quest'ultimo si fece avanti e raggiunto il divano gli occhi si posarono sul tavolino di fronte ad Allan. Su di esso, sopra il bianco legno, spiccavano due scatolette blu. Avevano tutta l'aria di essere simili a quella dell'uomo nero.

<<Conosci i diamanti della memoria, Rob?>>

<<Ah... In realtà no. No Signore. Non so nemmeno come sono fatti.>>

Allan voltò le scatolette nella sua direzione e le pietre presero a luccicare riflettendo sotto i raggi del sole.

<<Oh... Davvero notevoli, Signore. La scatoletta somiglia...>>

<<A quella che ha portato il tizio? Sì, esatto. È proprio quella. Entrambe arrivano dalla stessa parte.>>

Robert guidò indietro la memoria a quando l'uomo si era presentato: <<Diamante... Una parola d'ordine!>> Si portò istantaneo le mani al volto.

<<Uhm! E bravo il mio amico.>>

<<Scusi Signore, ma a questo punto avrei diverse domande...>>

<<Con calma Rob, con calma. Sai cosa sono i diamanti della memoria?>>

<<No.>>

<<Sono diamanti creati artificialmente attraverso un processo che, partendo dal carbone e dalla grafite, arriva al diamante.>> Il compagno restò ad ascoltare in silenzio. <<Ogni diamante ottenuto è unico. Il colore che può assumere passa per diverse tonalità, dal bianco trasparente al blu.>> Robert abbassò lo sguardo ed ebbe modo di appurare che effettivamente erano entrambi di colore blu, anche se di tonalità diversa. <<Il colore non è gestibile nel processo di lavorazione perché è strettamente correlato alla quantità di carbonio presente in ognuno di essi. Ma è proprio questo che rende il gioiello unico al mondo.>>

<<Quindi ha fatto creare questi diamanti artificialmente? Non dev'essere stato facile.>>

<<Assolutamente! Mi hanno spiegato che per un risultato ottimale servono almeno cinquecento grammi di resti della cremazione. Ora... Considerato che da un uomo di peso medio, circa ottanta chili, dopo la cremazione restano più o meno tre chili di ceneri, possiamo dedurre che l'impresa è alla portata di chiunque. Non credi?>>

Robert si ritrovò a impallidire. Perle di sudore si affacciarono sulla fronte.

<<Questo diamante viene creato a partire dal carbonio presente nel corpo umano, che permane anche nelle ceneri di cremazione.>> Allan avvicinò un po' di più le scatolette a Robert. Indicò prima quello di destra poi quello di sinistra: <<Questo è James Hunt, o Clark Campbell. E questo... è il mio caro socio Roderick Van Leeuwen.>>

Robert restò di sasso. Trattenne il respiro per un attimo. I suoi sentimenti passarono dallo stupore all'incredulità in un istante, fino a giungere all'incertezza.

Si ricompose ed espletò il suo ultimo pensiero: <<E come fa a essere sicuro che siano loro?>>

Allan inarcò il sopracciglio, poi mise le mani nelle tasche e tirò fuori due chiavette usb che poggiò delicatamente sul tavolino.

<<Santa pace... Lei si è fatto filmare...>>

<<Morte e trasformazione. Sì.>>  Tornò al suo posto  incrociando le mani davanti al volto.

Restò a scrutare le reazioni del suo fedele compagno finché non lo vide esplodere come un fulmine a ciel sereno.

<<Dio mio! Non era meglio farli sparire? Che diavolo ci deve fare, Al! È da scellerati! Cos'è? Ha bisogno del ricordo materiale? Non le basta ciò che vive ogni giorno?>>

<<Rob! Davvero credi che siano per me?>> Lo interruppe sbottando in una fragorosa risata.

<<E cosa dovrei pensare?>>

<<Pensa con più attenzione.>> Ammiccò spontaneo.

<<Oh pace dei defunti!>> Robert sembrò essere colto da una scarica elettrica. <<Sono...>>

<<Sono un presente per la signora Russell!>>

<<Fottuto figlio di...>>

<<Eh eh... Piano con le parole Rob.>>  Strizzò l'occhio compiacente.

<<Ha intenzione di darli a lei?>>

La testa annuì: <<Accompagnati da simpatici filmati che la signora avrà modo di gustarsi>>.

<<Ma potrebbe portarli alla polizia.>>

<<Non lo farà.>>

<<Ne sei certo?>>

<<Certo come le mie tasche piene, Rob!>> Sorrise di nuovo. <<Fra le registrazioni del caro Roderick abbiamo roba da incastrare un intero esercito, non solo la signora. Ovviamente ho intenzione di inviarle le parti migliori e che la riguardano. A queste condizioni credi che parlerà?>>

<<No Signore>> rispose Robert, ormai levatosi in piedi ed eretto di fronte a lui come una statua di sale.

<<E anche se dovesse farlo... Chi sono io Rob?>>

<<Un fantasma... Signore.>>

<<Buh!>>

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