Vittima Del Gioco▪️Capitolo 16
~ Nel frattempo... ~
Entrò munito di chiavi.
La casa ereditata dal Signor Wilson gli tornava molto utile.
Nessun sospetto per il suo via vai e un luogo sicuro dove poter nascondere i suoi progetti; tranquillità assoluta per non errare e commettere fesserie.
Il posto piuttosto buio fece capire a Robert che il suo complice aveva bisogno di silenzio per riflettere, ma forse si sbagliava. Un dialogo arrivò dalla sala nelle orecchie di Robert facendolo impallidire: còrreo, l'uomo, si intratteneva con un ospite.
"Che cosa avrei dovuto fare?" La voce di Roderick risuonò nell'assoluta assenza di rumori.
"Affrontarla, ovviamente."
"Come hai fatto tu?" Si sentì la lieve risata quasi sprezzante, che portò in Robert una scossa di pura ripugnanza nel sangue. Poi la voce continuò: "Avrebbe trovato una giustificazione? Mi avrebbe implorato di perdonarla? No. Mi avrebbe deriso. Sarebbe scoppiata a ridere e mi avrebbe voltato le spalle andando via. E io? Io cosa avrei fatto?"
"Credo che tu abbia fatto abbastanza, Roderick. Non è a quella puttana che dovresti pensare. Hai altro di cui preoccuparti". La collera di quest'ultimo fece eco nella stanza, in netto contrasto con la figura immobile e composta che Robert scorse dallo stipite. Seduto, stava di fronte a un oggetto che replicava la conversazione.
Il nastro riprese: "Tra i due ero io quello che aveva più da perdere. Era chiaro. Cassandra se la sarebbe cavata. Si sarebbe rimessa in piedi e scordata di me nel giro di pochi giorni. Io, invece, non avrei mai potuto scordarmi di lei. Come avrei potuto? Senza Cassandra sarei tornato a quell'esistenza vuota e solitaria che avevo sopportato prima di conoscerla. Non avrei mai più incontrato nessuno come lei, non avrei mai più avuto legami come quello, né avrei provato sentimenti altrettanto profondi per un essere umano. Era l'amore della mia vita e io non ero pronto a rinunciarvi. Non ancora. Anche se mi aveva tradito, continuavo ad amarla. Forse, dopotutto, ero un pazzo."
"E ora? Cosa sei ora, Roderick?"
La registrazione venne interrotta di colpo. Le stesse dita che avevano premuto il tasto fecero cenno a Robert di avvicinarsi. Quest'ultimo, ancora in stato di lieve agitazione per via di ciò che aveva ascoltato, si diresse silente di fronte all'uomo e si accomodò sul divano con le buste ancora in mano.
Robert lo fissò un momento. Un luccichio negli occhi mostrò il suo stesso orgoglio.
Non si pentì mai nemmeno un secondo per quello che stava facendo.
Nel complesso si era sempre definito buono e innocuo, innocente e propenso al perdono.
Ma su una cosa Robert non aveva incertezze, schierarsi col debole era stato sempre un suo grosso difetto.
La falsità, la malvagità, l'indecenza di quella donna avevano superato ogni limite concepibile persino da lui, che il marcio faticava a vederlo sul serio nelle altre persone.
Se non fosse stato per Bridgette forse lui non avrebbe mai scoperto nulla.
Se non si fosse confidata la sera prima della sua morte... forse nemmeno avrebbe scoperto il meraviglioso progetto della signora Cassandra.
Si mordeva ancora le mani Robert, per aver rispettato il patto di silenzio fatto a Bridgette.
Voleva parlare lei con suo padre, ma se l'avesse fatto lui, e subito, forse sarebbe stato tutto diverso.
Una smorfia di dolore a questi ricordi costrinse Robert ad abbassare lo sguardo e fissare il pregiato tappeto sotto le sue suole.
<<Cos'hai lì dentro?>>
La voce calma si espanse nella quiete che lo circondava.
<<Quello che hai richiesto. Il portatile di Roderick>> rispose senza alzare lo sguardo.
<<Ti sei assicurato di aver preso tutto? Le registrazioni?>>
<<Sì. Sono state sequestrate.>>
Ancora una volta il peso sul cuore lo soffocava.
Si sentiva responsabile della morte di Bridgette.
<<Smettila di fare quella faccia Robert. Non hai nessuna colpa. Piuttosto ricordati che ogni piccola prova contro Roderick deve sparire dalla circolazione.>>
<<Permetti? Stai eseguendo esattamente il piano originario, quello di quei maledetti. Si aspettano esattamente che Roderick venga incastrato...>>
<<Robert...>>
<<Che Clark, o James... o come diavolo si chiama, venga scagionato. Se consegnerai il materiale alle autorità, questo accadrà! Loro... loro devono pagare!>>
<<Robert... Robert! Cristo santo! Ascoltami!>>
L'uomo ammutolì di colpo.
<<Dovranno pagare tutti per ciò che hanno fatto. Non capisci che hanno studiato tutto nei minimi dettagli? Quel piano mi serve per tirare fuori quel bastardo da lì dentro. Il piano è loro, sì, ma sarò io a decidere il come e il quando.>>
<<Ma...>>
<<Roderick mi serve ancora. Deve fornirmi ciò che ha su di lei, dopodiché non credo che conoscerò più la parola pietà.>>
Dopo quelle parole trovò il coraggio di tornare a guardarlo negli occhi: <<Ti ho portato tutto. Abbiamo passato in rassegna l'intera sua vita.>>
<<Bene. E quando arriveranno a lui, sarà troppo tardi. Roderick sarà svanito nel nulla.>>
L'uomo si levò e si diresse verso la finestra.
Con gesto deciso spalancò le tende e un raggio di sole lo colpì in pieno volto. Strizzò gli occhi infastidito.
<<Quanto manca al parto?>>
<<Due settimane credo.>>
<<Ottimo. Prepariamoci ad andare a trovare il caro Roderick.>>
<<Cassandra? Che progetti hai con lei?>>
<<Con lei? Nessuno Robert. Contro di lei parecchi.>> Sorrise voltandosi verso il suo interlocutore.
<<Ma il figlio...>> Robert si alzò di scatto e lo raggiunse preoccupato. <<Non vorrai...>>
<<Oh! Avanti Rob! Ti sembro così tanto spietato da arrivare a far del male al bambino?>>
Una pacca sulla spalla di Robert lo portò alla realtà: <<No>>.
L'uomo tornò a sedersi sprofondando nella vecchia poltrona in pelle.
Sapeva che l'argomento che avrebbe preso non sarebbe piaciuto a Robert, ma comunque doveva farlo.
<<Roderick è stato informato dei suoi compiti?>>
<<Certo. Ma ancora, se posso contraddirti, non sono molto d'accordo sul suo coinvolgimento in questa storia.>>
<<Ce l'ho in pugno Robert! Non è stato facile per lui scoprire che quella puttana s'è presa gioco anche di lui. Il signor James, per lui è stato un vero colpo.>>
Robert restava sempre più scosso da quella decisione.
Quel bastardo avrebbe dovuto pagare ma non spettava a lui prendere certe decisioni.
<<Come fai a essere così clemente con lui. Io l'avrei ucciso.>>
<<Ma non sono clemente Robert. Ho bisogno di lui ora, solo lui può tenere sotto controllo la situazione con Cassandra. Verrà il suo momento.>>
Un largo sorriso comparve sulla bocca di entrambi.
Robert tirò su la busta rimasta adagiata sul divano e con un cenno invitò l'uomo ad avvicinarsi.
<<Comunque ho portato anche due birre ghiacciate>> disse strizzando l'occhio.
<<Ah! Tu sai sempre di cosa ho bisogno!>>
<<Bisogno piuttosto bizzarro per un morto.>>
La risata si fece grossa e fragorosa.
<<Grazie amico mio. Di tutto.>>
Robert lo abbracciò.
<<Si figuri Signore. Sempre al suo servizio.>>
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