Vittima Del Gioco▪️Capitolo 13
~ Oltre ogni irragionevole dubbio (2/2) ~
Allan si tirò su dal pavimento e si diresse spedito nella stanza di controllo.
Entrò spalancando la porta e venne invaso dalla luce funerea dei monitor che riportavano l'esatta immagine di cosa stesse accadendo fuori e dentro la sua casa.
Si recò al video recorder. Con fare deciso cominciò a cercare nell'hard disk le registrazioni effettuate quella sera dalle telecamere.
<<Eccola... Sei rimasta sola quella sera.>>
Fremente portò al punto in cui uscì di casa per andare dalla sua Bridgette.
<<Io ti conosco bene Cassandra. Sei furba. Ma io non sono stupido.>>
Alzò il volume per ascoltare anche l'audio e con cura percorse tutta la scena: <<Osservala Allan. Fai attenzione!>>
Cassandra stette a osservare: l'uscita improvvisa di suo marito le recò preoccupazione. Ma aveva un ospite che l'attendeva, e presto si ridestò dai suoi pensieri.
"Scusami ancora Cassandra." Venne accolta nella sala dalle parole di Roderick. "Nelle tue condizioni non dovresti sottoporti a così tanto stress."
<<Roderick...>> Allan restò concentrato.
Senza dare troppa importanza all'affermazione si andò a sedere sullo sgabello dell'angolo bar di fronte all'uomo.
Con nonchalance diede le spalle al povero Roderick mentre si versò del vino.
"Gradisci? Brunello di Montalcino. Italiano. Adoro il vino italiano. Anche se stavolta vale le settantasei sterline questa bottiglia."
<<Così ti preoccupi dell'improvvisa uscita di tuo marito? Offrendo da bere al suo socio?>>
L'ospite rimase perplesso e si limitò solo a rifiutare il suo bicchiere: "No. Grazie".
Cassandra sorseggiò dal suo calice.
"Mmm... fresco. Intenso profumo di menta e mirtillo."
<<Figlia di puttana. Lo stai provocando.>>
Roderick restò a osservare l'enorme porzione di schiena che veniva lasciata nuda dal vestito scarlatto.
I capelli scuri si accompagnavano fluenti fino alla settima vertebra toracica.
Poteva contarle Roderick... piccoli segmenti ossei che si articolavano per tenere costretto, in quel vestito, il corpo sinuoso della donna.
Si irrigidì, ma voltò subito lo sguardo, sballottando i bulbi oculari senza dargli una meta sensata.
<<Ecco, da bravo Roderick, volta lo sguardo altrove.>>
La signora si voltò di scatto. La rotazione improvvisa fece cigolare il metallo e Cassandra riebbe l'attenzione del suo ospite.
Con gli occhi percorse l'intera immagine della donna.
Le sue cosce sode sbordavano dalla seduta, senza compostezza. Sfilò le scarpe e poggiò i piedi sullo sgabello accanto, distendendo le gambe.
In quel preciso istante Allan ebbe la risposta che cercava.
Fissò l'uomo... mentre il suo bicchiere di vino rosso, porporeggiava sotto la luce artificiale dei faretti.
Roderick evitò di nuovo qualsiasi contatto visivo con la donna.
"Dunque, mio caro, non hai risposto alla domanda di mio marito."
Il petto di lui cominciò a fermentare gli stati d'animo, ma seppe controllare il suo essere e restò in silenzio.
"Hai un'altra donna Roderick?" continuò sorridendo.
<<Ridi? È lui che ti scopi, non è vero Cassandra?>>
Il sudore cosparse il volto di Allan.
Una contrazione indurì tutti i muscoli, dei quali avvertiva ormai poco o niente. Solo un formicolio costante fino alla testa.
Si guardarono gli apparentati. Uniti da un vincolo coattivo, restarono in un silenzio scelto e approvato da entrambi.
<<Non rispondi Roderick. Non rispondi, eh! Ce l'hai davanti quella donna. Maledetto pezzo di merda!>>
Roderick fece sosta in quei globi scuri e luminosi, e come risposta ebbe di nuovo il ritiro della donna e del suo sguardo.
"Sai, credo... Rod... che dovresti lasciare la piccola Bridgette al modo, e smetterla di farla soffrire. Sempre ammesso che tu ti sia diverto altrove."
Si chinò all'indietro e prese le sue Dunhill. Ne sfilò una dal pacchetto e l'accese, rimandando nell'aria una grossa boccata di fumo.
<<Cosa vuoi dire? Lasciare Bridgette al mondo... smettere di farla soffrire... Non dirmi che ti preoccupi per lei, Cassandra. Cosa vuoi dire!>>
"Dovresti smettere di fumare."
<<Certo, come se il figlio...>>
Il flash nella mente di Allan non perse tempo nel fargli schiarire le idee.
Tutte le premure, tutte le incertezze degli atteggiamenti di Roderick, i suoi istinti incontrollati.
E Bridgette... Bridgette sapeva.
<<Il figlio è tuo! Come ho fatto Cristo santo. Come ho fatto a non capire un cazzo!>>
Contenne la rabbia, ma in quel momento avrebbe voluto distruggere ogni cosa che gli fosse capitata a tiro.
L'uomo si levò in piedi ignorando completamente le parole di Cassandra: "Vado a fare una telefonata".
<<No! Aspetta! Continuate a parlare, forza!>>
La donna, con naturale movenza, iniziò la sua strana danza. Cominciò a roteare facendo un giro completo della stanza, poi il secondo, e poi il terzo, mentre lasciava fluttuare nel vuoto il braccio alzato.
<<Ma che cazzo...>>
La sua mano accompagnava il movimento. Le dita puntavano il soffitto, o forse le pareti... magari la libreria, o perfino l'intera stanza.
<<Gli hai indicato le telecamere?>> Allan spalancò la bocca.
Si fermò di colpo, aspirò ancora del fumo e annuì sbadatamente.
<<Puttana troia. Gli hai detto di stare zitto! Ché eravate osservati! Ascoltati!>>
"Con permesso", l'uomo si congedò per raggiungere il terrazzo dal quale avrebbe effettuato la chiamata.
<<E lui ha capito.>>
Frettolosamente, Allan tornò alla lista delle telecamere.
<<Quella del terrazzo. Quella del terrazzo, avanti. Forza! SP1- 23. Eccola!>>
Mandò avanti le immagini finché il video non riprodusse la figura di Roderick uscire dalla portafinestra.
Prese il telefono dalla tasca e senza comporre il numero spinse il tasto di avvio. Solo una frase e riagganciò.
<<Merda! Lì l'audio non c'è. Cosa hai detto Roderick?>>
Tamburellando le dita freneticamente Allan fissò quell'immagine ferma nello schermo.
Quell'uomo, il suo socio, quanto lo aveva ingannato e tradito?
<<Il labiale! Certo!>>
Tornò indietro di qualche fotogramma e riprese la visione della scena rallentata e ingrandita sulla bocca.
<<Bridgette...Wilson. Bridgette cosa! Cristo santo Allan! Calmati, calmati. Torna indietro...>>
Pochi fotogrammi di nuovo, e un'esplosione interiore arse ogni singolo millimetro del suo corpo ormai fuori uso.
Le parole gli furono chiare stavolta. Quattro parole sufficienti a spezzargli il cuore in due.
<<Bridgette Wilson deve morire.>>
Spalancò la bocca senza riuscire a emettere suono.
Il tremore si fece incontrollabile; si sentì paralizzare nel tronco e negli arti.
<<Bridgette...>>
Allan crollò sulla sedia imbottita. Il muscolo cardiaco subì lo shock.
Il ventricolo sinistro divenne improvvisamente atrofizzato. La fase acuta portò l'arresto della pompa vitale... senza speranza alcuna per il povero, amabile, ingenuo, sensibile signor Wilson.
<<Oddio...!>> Il suo grido strozzato fu l'ultima sentenza.
Accasciò la testa sulla scrivania, mentre i monitor continuavano a riprodurre immagini costanti di un tempo, di una vita, di un luogo, che non avrebbe mai più vissuto.
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