Capitolo VIII - Relax

Arriviamo a casa verso le tre del pomeriggio. Stephanie non è ancora tornata. Decido di farmi una doccia prima di riposarmi per poi mettermi a lavoro. Rimango sotto la doccia per più di un quarto d'ora, immobile a pensare a ciò che ho vissuto ieri sera. Elisabeth ha davvero ragione? È amore questo? Mi sono lasciata andare perché Liam in qualche modo, che ancora non capisco, mi piace? I miei pensieri vengono interrotti dal getto d'acqua che ormai è diventato ghiacciato, finisco velocemente la doccia per evitare di prendere un malanno. Una volta entrata in camera, indosso una tuta e mi infilo nel letto. Ho sempre amato riposare il pomeriggio.

L voce di Stephanie mi sveglia d'improvviso. L'orologio sul mio comodino segna le cinque, penso sia ora di alzarmi. Raggiungo la cucina per preparami un caffè. Emily è seduta sul divano a leggere una rivista, Stephanie furiosa, le urla contro.

«Insomma si può sapere cosa succede qui? Qual è il problema?» dico, preparando la macchinetta del caffè.

«Emily! È lei il problema!» dice, con rabbia.

«Perché? Cos'ha combinato?» dico ridendo, mentre sorseggio finalmente il mio caffè.

«Niente di così grave» risponde Emily, guardandomi.

«Hai finito i miei biscotti preferiti! Potevi almeno ricomprarmeli!» ribatte Steph.

«Davvero stai facendo una scenata per dei biscotti?» chiedo ridendo.

«Diglielo anche tu che è una stupidaggine!» dice Emily, «Ho dimenticato di comprateli, lo farò domani, promesso» aggiunge.

«Due confezioni! Altrimenti non avrai mai il mio perdono» esclama Stephanie, lasciando la cucina.

«Che biscotti erano?» chiedo ad Emily, sedendomi di fianco a lei.

«Quelli ripieni di nutella» risponde, «Quando si tratta di cibo è molto irascibile» aggiunge ridendo.

«Buono a sapersi allora» dico, mentre mi alzo per avviarmi in camera.

Ho davvero molto da lavorare. Prima di ritornare in cucina da Emily, prendo i contanti che avevo messo da parte, il cellulare, l'agenda e il mio pc.

«Ecco a te. I soldi che ti dovevo» dico, porgendo ad Emily il denaro.

«Non dovevi per forza darmeli oggi» dice, «i tuoi interessi sono a tasso zero» afferma sorridendo.

«Tranquilla, li avevo a portata di mano. Stavo risparmiando per comprare una borsa che mi piaceva» dico sospirando, «Pazienza sarà per la prossima volta» aggiungo.

«Oh, mi dispiace pensare che perdere la borsa ti stia costando così tanto» afferma, con tono dispiaciuto.

«Non è un problema. Piuttosto, per le chiavi, avete qualche doppione?»

«Certo, tutte quelle che vuoi» dice alzandosi e prendendo una teiera a fiori rosa che funge da soprammobile.

Quando solleva il coperchio, non posso fare altro che notare i tanti mazzetti di chiavi.

«Come mai così tanti doppioni?» chiedo curiosa.

«Stephanie le perde di continuo» dice.

«Tipico di lei» affermo, prendendo un mazzetto dalla teiera.

«Avevo pensato di lasciare la chiave di scorta sotto al portaombrelli, affianco alla porta, se per te va bene» dice, «Così, niente più uscite romantiche con gli sconosciuti» aggiunge ridendo.

«Sarebbe stato utile pensarci prima, ma va bene. Grazie» rispondo con un sorriso tirato.

«Sicura che non sia successo niente che dovrei sapere?» chiede, con uno sguardo incoraggiante.

«Niente, te lo assicuro» rispondo sospirando, «Devo mettermi immediatamente a lavoro, altrimenti rimarrò indietro» dico infine, sistemandomi sul grosso bancone di marmo della cucina.

Dopo svariate telefonate, sono riuscita ad avere le conferme che aspettavo per il matrimonio dei Wilson. Ho fatto il possibile per accontentare le loro richieste sulla location, e ci sono riuscita. Fortunatamente, gli sposi mi avevo dato più date su cui lavorare; la parte difficile, è stata però, coordinare la disponibilità della chiesa con quella dell'Hotel Plaza, unico dettaglio non discutibile per il loro matrimonio. Sono contenta di aver raggiungo questo traguardo sulla preparazione, così, domani, potrò finalmente occuparmi della stampa degli inviti.

Mentre mi concedo una piccola pausa a base di Thè e fette biscottate, prendo il pc per cercare una tipografia che incida sul legno. Quella con cui lavoriamo spesso, non è specializzata in questo campo, quindi non mi resta che scorrere il lungo elenco dei risultati che ho trovato su internet. La maggior parte di quelli che ho già controllato, hanno recensioni pessime.

«Uffa, possibile che neanche internet riesca ad aiutarmi oggi!» esordisco sospirando.

«Posso esserti di aiuto io?» chiede Emily, dolcemente.

«Non credo» dico, soffiando sul Thè caldo, «Non penso tu conosca qualcuno in grado di incidere il legno» aggiungo malinconica.

Lo sguardo di Emily si fa pensieroso.

«Hai già controllato la tipografia vicina al tuo ufficio?» domanda, «Non ricordo la via o il nome però».

«Non saprei, ne ho viste così tante» dico dubbiosa, «Aspetta, ora verifico».

Avvio una ricerca sull'applicazione delle mappe, in modo da cercare più approfonditamente nella zona in cui lavoro.

«Trovata!» esclamo poi, con un certo tono soddisfatto, «Per fortuna ce n'è una sola in zona, due vie parallele rispetto all'ufficio».

Apro il loro sito internet e le immagini dei lavori sono spettacolari.

«Allora? Fa al caso tuo?» dice Emily, avvicinandosi alle mie spalle per vedere lo schermo del pc.

«Penso proprio di sì! Guarda che meraviglie!» dico, entusiasta.

«Ti ho salvata anche questa volta» afferma poi, soddisfatta.

«Come facevi a conoscerla? È a due passi da me ed io ne ero all'oscuro» chiedo stupita.

«Ci sono andata qualche anno fa. Sai, i negozi con i ragazzi carini non si dimenticano facilmente» dice, facendo un occhiolino.

«Bene, ci andrò domani allora!» esclamo felice, «Il mio lavoro per oggi è finito» aggiungo stiracchiandomi.

Guardo il grosso orologio a forma d'uovo, sono quasi le sette. Stephanie ci raggiunge nuovamente in cucina e domanda:

«Avete programmi per la serata?»

«Io avevo intenzione di andare a letto presto» dico, buttandomi sul divano.

«Wow, quanta vitalità che emani» dichiara Steph, intenta a bere del succo.

«Tu non dovevi uscire con Ethan?» domanda Emily.

«Hai detto bene, dovevo. Mi ha appena dato buca» dice, venendosi a sedere sul divano vicino a noi. Fortunatamente ci stiamo abbastanza comode in tre, d'altronde non occupiamo chissà quanto spazio.

«Che si fa quindi?» domanda Steph.

«Serata tra donne?» chiede Emily a trentadue denti.

«Io ci sto solo se ordiniamo le pizze» afferma Steph.

«Le pizze le offro io» dico, con tono fermo.

«In teoria dovrebbe essere Emily a pagare, dopotutto deve farsi perdonare da qualcuno» ribatte Steph, guardando per aria.

«Sei ancora arrabbiata per averti finito i biscotti?!» chiede Emily, esasperata.

«Ovvio» risponde lei , cercando di tirare una cuscinata ad Emily, che però finisce sul mio viso.

«Io non centro niente in questa storia!» dico tirandomi su e coprendomi il naso.

«Scusami, non volevo colpire te» afferma Steph, mortificata.

Emily scoppia in una risata contagiosa e dopo qualche secondo io e Steph ci uniamo a lei.

«Fatemi sapere quali pizze preferite, così posso ordinare. Conosco un'ottima pizzeria!» dico, cercando di riprendere fiato.

«Una diavola per me» afferma Stephanie.

«Una pizza ortolana per me, invece» dice Emily

«Che tristezza tu e le tue verdure» ribatte Steph, noiosa.

«Ho già mangiato male a pranzo, cerco di sentirmi meno in colpa» afferma Emily.

«Ok va bene» dico ridendo, «Per le otto e mezza saranno qui da noi» aggiungo felice.

«Io scelgo il film!» esclama Emily, raggiante.

«Non uno di quei film romantici, vi avviso» esordisce Steph.

Emily mi lancia una lunga occhiata. Io ovviamente sua complice, gli rispondo con un sorriso diabolico.

«Cosa sono quegli sguardi?» domanda Steph, incuriosita.

«One day!» proclama Emily.

Da sempre uno dei miei film preferiti, non posso che essere più complice di così. Alzo immediatamente la mano.

«Due contro uno!» esulta Emily.

«Ma dai, vi siete messe d'accordo! Non vale!» dichiara Steph.

«Non è assolutamente vero» dico, scuotendo la testa, «Anzi, è andata più che bene! Io avrei proposto Titanic» aggiungo, facendo un occhiolino ad Emily.

«Vi odio, sappiatelo» afferma acida Steph.

Prepariamo tutto per la serata, dalle bibite ai pop corn per più tardi. Le pizze sono arrivate da poco. Hanno un profumo davvero invitante. La pizzeria "Da Mario" è una delle mie preferite qui in città. È passato molto tempo dall'ultima volta che ci sono stata.

«Pronte?» chiede Emily, prendendo il telecomando.

«Non vedo l'ora» risponde Steph, sarcastica.

Il film racconta la storia di un uomo e una donna, che passano vent'anni a rincorrersi, incontrandosi però, sempre nello stesso giorno in cui si sono conosciuti. Capiscono poco alla volta, che il loro legame è molto più forte di una semplice amicizia. Il finale però, è molto toccante, vista la scomparsa di uno dei protagonisti. Questo mi porta a pensare all'importanza che a volte non diamo alle persone che amiamo e che ci amano.

Il film è quasi alla fine. Da vera romanticona, Emily ha pianto come una fontana. Intravedo Steph tirare sul col naso e questo non fa altro che confermare la mia tesi, ovvero, che sia una romantica anche lei.

«Il destino a volte sa essere proprio crudele!» esordisce Emily, con voce roca.

«È solo un film! Puoi smetterla di piangere» ribatte Steph.

«Sarà solo un film, ma è vero che, a volte, succede proprio questo. Trovi la tua anima gemella e il destino te la porta via in un lampo» affermo amareggiata.

«Beh, sì. Forse hai ragione» afferma Steph, alzandosi dal divano con le mani poggiate sui fianchi. «Ragazze, è stato un piacere! Io vado a buttarmi nel letto. buonanotte» aggiunge, uscendo dalla stanza.

«Questo film mi mette sempre un po' di malinconia» dico, iniziando a sistemare.

«Hai proprio ragione sai?» afferma Emily, «Ci sarà qualcuno anche per me?» domanda speranzosa.

«Io non ti basto più?» chiedo, con aria fintamente triste.

«Che stupida che sei» risponde lanciandomi un pop corn.

Finiamo di riordinare il piccolo salotto, ormai sono le undici passate.

«Buonanotte Emily» dico, raggiungendo la porta della mia stanza.

«Buonanotte a te» risponde Emily, entrando nella sua camera che è proprio difronte alla mia.

Sono esausta, non vedo l'ora di buttarmi sotto il piumone.

Dei timidi raggi di sole mi colpiscono il viso. Apro gli occhi, mancano ancora più di cinque minuti, prima che la sveglia suoni. Ieri sera mi sono addormentata quasi subito. Mi preparo molto velocemente per utilizzare tutto il tempo che mi rimane per fare colazione; una volta terminata, mi avvio verso l'ufficio.

«Buongiorno Emma! Come ti senti oggi?» domanda Elly, non appena mi vede passare davanti al suo ufficio.

Faccio qualche passo indietro per poi sporgermi dalla porta.

«Bene, grazie» rispondo sorridendo.

«Sono contenta per te» dice, «Hai pensato alla mia offerta?» domanda poi, speranzosa.

«Ehm, buon lavoro anche a te!» mi affretto a raggiungere il mio ufficio.

«Emma!» la sento gridare. Per fortuna, non ha voluto seguirmi fin dentro la mia tana.

Mi metto subito al lavoro, aggiornando i Wilson sulle ultime novità. Mi hanno ringraziato infinite volte per essere riuscita ad ottenere la location dei loro sogni.

«Vieni a pranzo con me?» chiede Elisabeth dopo aver bussato alla mia porta.

«È già ora di pranzo?!» rispondo incredula. Ero così immersa nel lavoro che non mi sono accorta che fosse già l'una.

«Allora? Che fai, vieni?» insiste.

«No, mi dispiace. Ho una piccola faccenda da sbrigare per il matrimonio dei Wilson, e vorrei concluderla il prima possibile» rispondo, indossando il cappotto, con il mio completo preferito di sciarpa, cappello e guanti color beige.

«Ci vediamo dopo» afferma sorridendo.

Una volta uscita dall'edificio, imbocco la via principale per poi svoltare alla seconda parallela. Finalmente arrivo difronte alla tipografia, ha una piccola porta a vetro in legno, molto a contrasto con le grandi porte metalliche degli ingressi circostanti. L'insegna incisa nel legno, ha un'aria antica, si vede che è qui da almeno mezzo secolo. La mia entrata viene sottolineata da un dolce suono di campanelli. Nel locale non c'è nessuno, ma, sento il rumore di passi avvicinarsi. Nel frattempo do uno sguardo in giro. Questi lavori dal vivo, sono ancora più belli.

«Salve. Cosa posso fare per lei?» domanda una voce maschile.

«Buongiorno» rispondo voltandomi.

Il mio sorriso svanisce in un attimo. Non è possibile. Non riesco a credere ai miei occhi.



Cosa avrà mai Emma davanti ai suoi occhi?

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!

❤️

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