Capitolo IX - Sorprese
Questo è troppo per me. Ho bisogno d'aria. Mi avvio verso l'uscita quando la sua mano, afferra il mio braccio.
«Non vorrai mica scappare via da me un'altra volta?» domanda Liam, sorridendo.
«No. Volevo solo prendere un po' d'aria» rispondo imbarazzata.
Questa volta mi lascia andare. Il destino mi ha giocato un brutto scherzo. Possibile che in una città così grande, dovevo capitare proprio nel negozio di Liam? Con la coda dell'occhio, lo vedo osservarmi dalla piccola porta a vetro. Sono terribilmente imbarazzata. Prendo un'ultima boccata d'aria e decido poi di rientrare, non sapendo ancora come comportarmi. Una volta dentro, Liam fa finta che non sia successo niente e mi accoglie nuovamente con un sorriso caloroso.
«Salve signorina, come posso aiutarla?»
«Salve. Ho letto su internet che siete una delle poche tipografie ad incidere il legno. È così?» cerco di chiedere in tono disinvolto, questa scenetta mi mette ancora di più in imbarazzo.
«Esatto. Siamo anche i migliori se è per questo».
«Molto modesto da parte sua» affermo, Liam mi sorride, «Avevo bisogno di realizzare degli inviti nuziali su legno» aggiungo.
«Idea molto originale, non sono in tanti a scegliere questa opzione» dice.
«Ho degli sposi molto particolari» quasi sospiro quando lo dico.
«Quindi, non è lei a sposarsi?» domanda, con un sorriso da grandissimo stronzo.
Non mi scomodo neanche a rispondere, ma gli lancio uno dei miei migliori sguardi: quello omicida.
«Dai stavo scherzando! Hanno già scelto il modello?» il discorso prende una piega più seria.
«Sì. Questo qui» preciso, tirando fuori dalla borsa il modello su carta.
«Vediamo un po', legno chiaro, una piccola ghirlanda con delle iniziali, scritte con diversi caratteri» afferma, esaminando il modello, «Si può fare. Quanti gliene servono?» aggiunge infine, con un immancabile sorriso.
«Duecentoquaranta» affermo sorridendo.
«Cavolo!» esclama stupito, «Saranno pronti tra due settimane, andrebbe bene?» domanda poi.
«Purché siano due settimane esatte. Nessun giorno in più» rispondo autoritaria.
«Agli ordini!» afferma Liam, in tono divertito.
«Se non ti dispiace, vorrei vedere la stampa del primo. Solo per assicurarmi che l'effetto sia quello desiderato».
«Certo. Inizierò non appena avrò reperito il legno giusto» afferma.
«Perfetto, grazie» accenno un lieve sorriso.
«Puoi lasciarmi un recapito in modo che ti possa tenere aggiornata?» domanda poi Liam.
«Certo, tieni» affermo, offrendogli uno dei miei biglietti da visita, recuperandolo a fatica dall'interno della mia borsa.
«Dovresti però telefonare in ufficio. Il numero di cellulare è quello vecchio» aggiungo.
«Non hai più trovato la tua borsa?» domanda curioso.
«No, purtroppo» affermo alzando le spalle.
«Era prevedibile».
Sospiro, mentre un silenzio imbarazzante cala all'interno della piccola bottega. Non vedo l'ora di andarmene da qui. Sono davvero sollevata che non abbia proferito parola su ciò che è successo la sera del matrimonio.
«Bene, è ora che io vada» dico, iniziando a sentirmi un po' a disagio.
«Ma sì, certo» dice, portandosi una mano nei capelli.
Sembra che sia in imbarazzo, mi fa quasi tenerezza. Gli rivolgo un ultimo sorriso e mi dirigo verso la porta, quando le sue labbra pronunciano il mio nome.
«Emma!»
All'improvviso sento il battito del mio cuore accelerare. Senza neanche accorgermene mi volto, e lo vedo lì, inerme davanti a me con una mano in tasca e l'altra intenta a strofinarsela sulla fronte. Non oso parlare, la mia attenzione è catturata dal bianco della sua maglietta, talmente aderente che lascia intravedere i muscoli. Non sentirà freddo? Dopotutto siamo ancora a febbraio e la neve minaccia di cadere da un momento all'altro.
«Mi chiedevo...» la sua voce mi riporta alla realtà, «Se ti andava di pranzare con me» aggiunge sorridendo.
«Ecco io...» mi ha colto alla sprovvista, do uno sguardo all'orologio per capire bene cosa fare, o meglio quale scusa inventare, «Ho poco meno di quaranta minuti, non penso sia il caso, devo anche tornare in ufficio» aggiungo, cercando di dissuaderlo.
«Il tuo ufficio non dista molto da qui, giusto? Conosco un posto qui vicino che fa degli ottimi panini» afferma, «Sempre se per te va bene mangiare qualcosa per strada» aggiunge poi, con quel suo immancabile sorriso sornione.
Lo lascio sulle spine per qualche minuto. Devo pur sempre pranzare, se voglio arrivare alla fine di questa di giornata. Tra me e me penso che la facilità che ha quest'uomo nel convincermi, è impressionante.
«Va bene» affermo sospirando, «A patto che lo consideri solo come una specie di pranzo di lavoro» aggiungo.
Liam fa una piccola risata, recupera un maglione e un giubbotto dal retro bottega per poi vestirsi in fretta e furia. Penso di essermi incantata nel vederlo infilarsi il maglione, soprattutto quando, quella stronza della sua maglietta, si è alzata mostrandomi la parte bassa del suo addome finemente scolpito. Non ne ho mai visti di così, neanche su Michael.
«Che c'è?» domanda d'un tratto con strafottenza.
«Niente» mi affretto a rispondere, pur sapendo di essere stata colta con le mani nel sacco.
«Dai, andiamo» Liam si appresta a spegnere le luci del negozio, chiudere la porta e sistemare un piccolo cartello, ovviamente in legno, con la scritta "Torno subito".
Ci incamminiamo fianco a fianco, verso il posto proposto da Liam. Il cielo è diventato repentinamente cupo, sembra minacciare neve, mentre l'aria gelida, colpisce duramente le uniche parti scoperte del mio viso.
«Così, l'attività di famiglia che ti ha lasciato tuo nonno, è la tipografia?» domando, per evitare un imbarazzante silenzio.
«Esatto. Da bambino passavo interi pomeriggi lì con lui. È come si fossi cresciuto in quelle mura» sembra perso nei ricordi, «Penso che sia per questo che l'abbia lasciata a me invece che a mio padre o mio fratello» aggiunge poi.
«E a te piace lavorare come tipografo?» domando, sempre più curiosa.
«Sì, molto. La maggior parte di quello che so fare me l'ha insegnato mio nonno. Portare avanti tutto il suo lavoro, le tradizioni, è molto appagante».
Gli rivolgo un sorriso sincero che ricambia volentieri.
«Siamo quasi arrivati» afferma poi Liam.
Mi guardo intorno per poi pronunciare:
«Scommetto che stiamo andando da Alfonso» dico più che certa, riconosco la strada.
D'un tratto mi sorpassa, fermandosi poi di fronte a me.
«E invece no, piccola presuntuosa» afferma, picchiettandomi l'indice sul naso.
Rimango di stucco di fronte a questo suo atteggiamento, mentre Liam, si avvicina ad un camioncino lì vicino, simile a quello di Alfonso.
«Cosa prendi?» domanda poi, girandosi a guardarmi.
«Il più semplice che c'è» rispondo poco convinta, senza neanche pensarci troppo.
«Può aggiungere anche due bottigliette d'acqua e una porzione di patatine, per favore?» domanda al ragazzo che lo sta servendo.
Nel frattempo, opto per andarmi a sedere su di una panchina lì affianco, cercando invano, di riscaldarmi le mani ormai nude dai guanti.
«Tieni, oltre a saziarti ti scalderà quei ghiaccioli » dice, riferendosi alle mie povere dita e porgendomi un enorme panino.
«Grazie» gli sorrido prendendolo, «E questo è il più semplice che ci sia?» domando poi sorpresa, osservandolo.
«Non sembravi molto convinta della tua scelta» dice sorridendo, «Inoltre, volevo che assaggiassi questo. Una volta finito, converrai con me, che sia il più buon panino su quattro ruote che tu abbia mai mangiato!» afferma sicuro di sé.
«Non ne sarei così convinto. Credimi, quello di Alfonso è imbattibile».
«Staremo a vedere» afferma, iniziando poi a mangiare.
Le mie papille gustative sono in estasi. La salsa è spettacolare, per non parlare della squisitezza delle cipolle caramellate.
«Allora? Avevo ragione vero?» domanda accennando un sorriso.
«Non sono convinta. Per me, il migliore rimane sempre quello di Alfonso» non gliela darò mai vinta.
Sono quasi vicina alla fine del il mio panino, quando Liam, che invece ha già terminato, domanda:
«Cosa ne pensi delle patatine, invece?»
«Sicuro che vuoi proprio saperlo?» ribatto, «Non voglio distruggere l'opinione che hai di questo posto» affermo.
Mi guarda con aria di sfida.
«Sentiamo il verdetto. Sono pronto» assume uno sguardo serio mentre lo dice.
«Beh, ecco, nulla di particolare» dico, «Il pezzo forte di Alfonso è la sua salsa speciale. Una vera delizia, anche sulle patatine!» aggiungo poi.
Liam scuote la testa, non contento della mia analisi. Finalmente ho terminato questo colosso, pensavo di non farcela. Liam inizia poi a fissarmi con uno sguardo indecifrabile. Noto che i suoi occhi, sono rivolti alla parte inferiore del mio viso. Il mio cuore riprende a battere velocemente, devo cercare di tranquillizzarmi. Il pensiero che voglia baciarmi di nuovo, mi passa fulmineo nella testa, dopotutto, sarebbe capace di farlo, ne sono convinta. Inizia ad alternare lo sguardo tra i miei occhi e le labbra.
«Sai» afferma serio, «Non avrei mai immaginato che i baffi rossi, ti donassero così tanto».
«Cosa?!» esclamo, per poi cercare un fazzoletto all'interno della borsa.
Proprio oggi dovevo optare per una borsa così grade? Possibile che non riesca a mangiare neanche un panino senza sporcarmi l'intera faccia?
Un tovagliolo sventola sotto al mio naso. Liam mi guarda con il suo solito ghigno. Sospiro per poi accettare la salvietta e darmi una ripulita
«A proposito di quanto accaduto l'altra notte» afferma, iniziando un discorso che non so come affrontare.
«Non mi sentivo in quel modo da tanto. Sono stato bene con te, così come lo sono adesso» sembra che stia cercando le parole per continuare, «Io ecco...» aggiunge, passandosi una mano nei capelli, gesto che è solito fare quando è nervoso. Ormai inizio a conoscerlo.
«So che il fatto di averti baciata può esserti sembrato avventato, ma, in quel momento, sentivo che era giusto farlo. Mi dispiace averti fatta spaventare, sei fuggita via senza darmi modo di spiegarmi, avrai pensato che sia un maniaco...»
«Mi hai colto alla sprovvista, non spaventata» affermo interrompendolo, «Per un attimo sei riuscito a farmi dimenticare tutti i miei pensieri, ma poi, la paura di poter soffrire di nuovo ha preso il sopravvento» aggiungo, guardandolo negli occhi.
Liam ascolta in un silenzio di tomba ciò che ho da dire. Non sono sicura di quello che sto per dirgli, ma, al momento, penso sia la cosa giusta.
«Liam, da quando ti ho incontrato, per la maggior parte del tempo, non hai fatto altro che farmi ridere, e te ne sono grata per questo» affermo, prendo un respiro profondo per poi continuare, «Anche se ti conosco da poco, non mi sei indifferente, ma ho bisogno di tempo. È successo tutto così in fretta, da Michael a te, insomma vedi...» aggiungo leggermente agitata, però questa volta è Liam ad interrompermi.
«Non c'è bisogno che tu aggiunga altro. Avrai tutto il tempo che vorrai» afferma sorridendo.
E su queste sue parole, leggeri fiocchi di neve si posano sul mio viso. Liam nel frattempo, mi accarezza le guance, che scommetto essere diventate più che rosse. Non sono molta brava nell'esprimere le mie emozioni o quel che provo, ma il fatto che Liam mi abbia capito, mi ha reso molto più tranquilla e serena.
«È ora che ti accompagni all'ufficio, stai congelando qui fuori» afferma alzandosi e porgendomi la sua mano.
Prima di accettarla però, infilo l'unica fonte di calore per le mie mani: le mie adorate muffole beige.
«Oh andiamo! Sono i guanti più brutti che abbia mai visto!» esclama con un'espressione metà divertita e metà inorridita.
«Prendere o lasciare, se vuoi proprio accompagnarmi fino all'ufficio» ribatto, questa volta sono io a tendergli la mano.
«Solo perché fanno bene il loro lavoro» afferma, stringendomi la mano per aiutarmi ad alzare.
Accenno una risata che mette di buon umore anche Liam, e ci incamminiamo verso il mio ufficio, che non dista molto da qui.
«Aspetto tue notizie allora» dico, avvicinandomi alla porta girevole del palazzo.
«Ti chiamo appena avrò novità» afferma Liam, mettendosi le mani nelle tasche del giubbotto. Farebbero comodo anche a lui un bel paio di muffole!
«Ci vediamo» esclama poi.
Gli rivolgo un timido sorriso e sparisco all'interno dell'edificio. Non è stato tanto difficile come avevo immaginato. La parte più tragica sarà rispondere alle domande di Elly, che a quanto si evince dai diversi messaggi che mi ha scritto, non si è persa neanche una virgola di ciò che è successo, grazie alle numerose vetrate che ornano il nostro ufficio.
Ciao a tutti! Finalmente ecco un nuovo capitolo!
Che cosa succederà tra Emma e Liam?
Spero che questa parte vi sia piaciuta!
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!
A presto!
❤
P.s. ho cambiato copertina!
Sarei felice di sapere se vi piace o meno!
❤
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