Capitolo IV - Incontri

La cerimonia è stata molto romantica. Entrambi gli sposi si sono emozionati durante lo scambio degli anelli. Al Garden Rose era tutto perfetto all'arrivo degli sposi. Non resta che il taglio della torta e il lancio del bouquet.

«Eccomi. Come è andata la giornata?» mi chiede Scarlett.

«Inizio traumatico ma liscio alla fine. Ora tocca a te» le dico sorridendo.

«Bene. Vado a controllare che tutto sia perfetto nel giardino con la piscina».

Non ho mai creduto alla tradizione del bouquet. La trovo una cosa altamente improbabile che la ragazza che riuscirà ad afferrarlo sarà la prima a sposarsi o per meglio dire, la prima che riceverà una proposta. Penso tra me e me, stando poggiata ad una colonna della sala.

«Una bella ragazza come te non si butta nella mischia per prenderlo?» sussurra una voce maschile. Mi giro spaventata verso l'uomo e non mi accorgo di essergli così vicina da rovesciargli addosso il bicchiere di champagne che ho in mano.

«Scusami, sono mortificata. Lascia che ti asciughi» dico, prendendo un tovagliolo dal tavolo del buffet e tamponando quelli che sembrano essere degli addominali più che scolpiti.

«La colpa è mia, non avrei dovuto parlarti alle spalle. Non pensavo di spaventarti» i suoi occhi azzurri fanno davvero un bell'effetto a contrasto con i capelli castano scuro.

«Posso offrirmi di pagarti la lavanderia per sdebitarmi dell'accaduto?» dico, cercando di riprendermi dal suo sguardo.

«Oh no, non preoccuparti. Piuttosto cerca di prenderlo quel mazzo» dice, indicando le molte ragazze che si stanno sistemando a debita distanza dietro la sposa.

«Chi io? Non mi interessa rompermi un braccio per una cosa così inutile» rido.

«Davvero? Pensavo fosse il sogno di tutte le ragazze prenderlo. Non sarai mica già sposata?» dice, quasi con terrore.

«Avrei dovuto esserlo e invece no», dico imbarazzata, «Semplicemente la trovo non inutile, ma quasi» aggiungo con indifferenza.

«Bene. Bene. La mia nuova amichetta forse non crede nel potere dell'amore?» dice, con aria abbastanza irritante.

«Sicuramente è una questione che non ti riguarda e non sono una tua amica» non so dove voglia andare a parare.

«Magari, non hai ancora trovato qualcuno in grado di dimostrarti cosa sia veramente l'amore. Anche fisico a quanto vedo» dice, con un ghigno di strafottenza, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. Non riesco a credere a quello che ho sentito. Non gli lascio modo di aggiungere o fare altro che lo pianto lì. Potrei anche andarmene, il mio lavoro qui è finito.

Ho bisogno di aria. Prendo un altro bicchiere di champagne e vado a sedermi in giardino. L'aria è abbastanza pungente. Non ce la faccio più ad avere a fare con certa gente.

«Ancora tu! Non hai nient'altro da fare che importunarmi?»

«Ti ho vista uscire senza cappotto e ho pensato che questa potesse farti comodo» dice, porgendomi la sua giacca.

«Non ne ho bisogno, grazie» dico, distogliendo lo sguardo.

«Dai, su, non essere così brusca. Ho per caso detto qualcosa di sbagliato prima?» si accinge a sedermi vicino. Non ho alcuna intenzione di parlare con questo estraneo.

«Come hai detto che ti chiami?» dice, regalandomi un sorriso magnifico.

«Veramente non l'ho detto» dico afferrandogli la giacca e posandomela sulle spalle.

Sorride di soddisfazione e poi chiede:

«Sei amica della sposa? Non ti ho mai visto con James o i suoi amici» dice, bevendo quello che resta del mio bicchiere.

«No» non voglio dargli modo di avviare una conversazione.

«Sei di poche parole stasera» dice, quasi arrendendosi, «Ti andrebbe di andare a bere qualcosa?»

Lo guardo stupita. «Cosa? Che motivo avrei di venire a bere qualcosa con te. Neanche ti conosco!» è incredibile.

«Sono Liam» dice alzandosi e porgendomi una mano «Coraggio, hai proprio l'aria di qualcuno che ha bisogno di svagarsi».

«Mi spiace, ma non posso. Ho fatto una promessa a me stessa e non intendo romperla» dico, restituendogli la giacca.

«Sul serio? Per caso è quella di arrivare vergine al matrimonio? Ci credo che non ti ha più sposata il tizio. Chi aspetterebbe il matrimonio al giorno d'oggi».

«Ne ho abbastanza te. Sei così irritante!»

«Emma, se vuoi puoi andare».

Scarlett, maledizione. Interviene sempre nel momento sbagliato.

«Così ti chiami Emma» dice sghignazzando.

«Fatto sta che non cambio idea. Non esco con i parenti dei clienti».

«Clienti? E poi cos'è questa storia?»

«Non sono affari tuoi» dico, rientrando a prendere le mie cose per poi andare ai parcheggi.

Liam continua a seguirmi come un cagnolino. Non si perde neanche un mio passo.

«Hai finito di seguirmi Leon?» dico, mentre cerco le chiavi della macchina, «Ma dove diavolo sono finite!»

«Qualche problema? E comunque il mio nome è Liam» dice, appoggiandosi all'auto.

«Merda! Questa borsa è identica alla mia ma non è la mia!» esclamo esasperata.

«Potresti rientrare a chiedere se hanno ancora la tua nel guardaroba» questa sicuramente è la cosa più sensata che abbia detto questa sera.

Mi avvio di corsa verso il ristorante, nella speranza di riavere la mia borsa per tornarmene il più in fretta possibile a casa.

«Allora, l'hai trovata?» chiede speranzoso, vedendomi scendere le scale dell'ingresso.

«No. Maledizione. Avevo lasciato anche il cellulare in borsa!» un problema dietro l'altro oggi. Mi abbandono ad una panchina del giardino.

«Devo chiamare un taxi, potresti prestarmi il telefono?» era l'ultima persona a cui volessi davvero chiederlo. Scarlett al momento è impegnata a sistemare il giardino con la piscina.

«Sì certo, ma con cosa lo paghi se non hai neanche contanti con te?»

Non ci avevo pensato. Il ragazzo è molto sveglio.

«Non mi resta che aspettare che Scarlett finisca per poi riaccompagnarmi».

«Perché invece non chiedi a me di farlo? So che ci sarà un after party, vuoi davvero aspettare così tanto? Sembri esausta».

Sospiro. Ho davvero voglia di tornare a casa il prima possibile.

«E va bene. Ma sappi che sei stato la mia ultima scelta. Non conosco nessuno a questo matrimonio!»

«E cosa ci fai qui? Ti piace farti del male assistendo ai matrimoni degli altri?» dice scioccato.

«Peggio» ormai non posso sottrarmi dal parlare con lui, «Gli organizzo, se proprio vuoi saperlo».

«Ora capisco tutto» dice, aprendomi la portiera. «Quindi, quella stupida promessa che ti sei fatta sta per essere infranta?» lo dice in tono divertito.

«Sia chiaro, non sto uscendo con te. È una situazione di emergenza questa» dico, fissando il finestrino.

«Se mi dai l'indirizzo imposto il navigatore» lo guardo fissandolo negli occhi, non so se fidarmi di lui.

«Tranquilla, non sono uno stalker» mi porge il suo telefono.

«E va bene. Ma poi dovrai cancellare la cronologia».

«Tutto quello che vuoi» sorride e inizia a guidare.

Emma farà bene a fidarsi di Liam?

Scopritelo nei prossimi capitoli!

Se la storia vi sta piacendo, fatemelo sapere nei commenti!
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