La loro conversazione era molto limitata; una persona parlava mentre l'altra ascoltava a malapena. Era un pasticcio confuso di respiro irregolare e una voce tremante, ma era stranamente calmante. Il cambiamento che la voce di Felix aveva sull'umore di Changbin era più significativo di quanto avesse pensato.

"È ancora presto e speravo che tu dormissi."

Changbin respirò solo in risposta, asciugandosi il naso con la manica della felpa; cercando di non lasciare traccia dietro, nonostante le sue guance ora macchiate di lacrime.

"Non avrei mai pensato che avremmo parlato così presto nella nostra amicizia, ma mi sbagliavo, ovviamente."

Felix continued speaking in a hushed tone, nearly a whisper, as if not wanting to scare the dark haired boy away. As if any second, he would blow away in the wind, taking his thoughts along for the ride.

"So che stavi piangendo, Changbin."

Si bloccò, con gli occhi sbarrati, quando si rese conto che era stato scoperto. Il suo respiro ha iniziato ad accelerare al solo pensiero di essere esposto.

"Ma va bene. Va bene piangere quando è necessario. Urla a squarciagola se vuoi. Ma non tenere i tuoi sentimenti imbottigliati, Changbin, perché è quello che ti spezza davvero."

Silenzio. Era l'unica cosa che si notava mentre entrambi i ragazzi sedevano lì, pensando l'uno all'altro. In quel momento, entrambi furono consumati dall'immobilità ed erano completamente insensibili al fatto di essere diventati così coinvolti nelle vite l'uno dell'altro. Anche nell'arco di poche settimane. Ogni giorno era un gioco di attesa su chi avrebbe scritto per primo e chi avrebbe risposto più velocemente.

"Grazie."