Parte senza titolo 34
Esistono persone di ogni colore in questo mondo, ognuna con le proprie convinzioni, o meglio, i suoi paradigmi.
E poi c'è lei, che dei paradigmi non vuole più sapere, perché tanti affollano ormai la sua mente, e non è in grado di decidersi su quale sia più corretto.
Come si fa ad approvare due opinioni contrapposte, senza aver smarrito la propria sanità mentale?
E come si fa a disprezzarle entrambe, senza alcuna alternativa da proporre?
Non c'è verso, appena nasci ti trovi già in trappola. E questa consapevolezza, la consapevolezza di trovarsi perennemente circondati da questo reticolo invisibile, da questa matrice oscura, colpisce soltanto quelle persone che non riescono a farsi strada fra due mondi che non riconoscono il dubbio.
Il dubbio spaventa. Non sia mai che tu decida di proseguire la tua vita all'insegna del dubbio. Devi prendere posizione su tutto, tutto quanto. Altrimenti puoi tranquillamente considerarti un reietto della società.
Un inetto. Quello che, per attraversare il fiume, non opta per una sola fila di ciottoli, ma ben due. Saltella da una all'altra, anche se sono distanti. Spende molte più energie in effetti, non so spiegare il perché; sarà masochista...
Spesso, in realtà, non ha nemmeno il coraggio di attraversarlo, quel fiume.
Ecco, in realtà su una cosa non ha dubbi: che ambedue le file sono instabili. Tanto vale provarle entrambe, a questo punto. Anche perché, caratteristica tipica della persona inetta è quella di stare al gioco di tutti. Paura? Ipocrisia? Chiamatela come volete.
Nel frattempo questa persona ha un'anima, un'anima che è rimasta soffocata dal peso delle parole scontate. Un ossimoro, eh? Lo sconto non dovrebbe essere sinonimo di leggerezza? Ma quando allo sconto si fa concorrenza, questo si tramuta in uno scontro. E addio, care certezze di questo mondo...non sono più chiare come il latte, una volta che cresci ti devi adattare all'amaro del caffè.
Nel frattempo, lasciatemi sognare una condizione in cui la mia mente non sia sottoposta a lavaggi di ogni tipo. Sarebbe bello, assaporare un po' di quel putridume che per i primi umani fu pasto quotidiano. Ah, la leggerezza del non sapere...i piedi nudi, la pelle che affonda pesante sull'erba, come un tutt'uno, e gli occhi volti a ricongiungersi col cielo...
Nel frattempo, lasciate che sia la musica a spiegare ciò che la lingua non può raccontare.
25 febbraio 2020
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