Paranoid Android

La pressione culturale e sociale ti costringe implicitamente in un ruolo per buona parte della tua vita. E così, quando inizi a distanziarti da quel ruolo per dare più respiro alle tue inclinazioni represse, provi dapprima una sensazione liberatoria, godi del valore di questa impresa appena compiuta e senti un bisogno sfrenato di proporre agli altri questa più vibrante versione di te. Ma ben presto l'euforia si tramuta, inevitabilmente, in un tormentoso senso di colpa. 

"No, non puoi scherzare"

"Sei imbarazzante"

"Penseranno che tu lo faccia solo per attirare l'attenzione"

"L'umorismo non fa per te"

"Tanto non ti viene spontaneo"

"Una giovane donna come te non dovrebbe fare uso di un simile linguaggio"

"È haram"

"Non puoi manifestare il tuo amore o entusiasmo così intensamente, è da stolti"

"Apprezzare la bellezza di un ragazzo è da superficiali, smettila" 

"Ah sì? Da quando in qua la piccola Nour nutre desideri sessuali?"

E così via. Queste sono le voci fittizie che si spacciano per verità e s'introducono forzatamente nella tua dimora interiore, disturbando la sua quiete, vandalizzandola senza riguardo alcuno. Lo fanno regolarmente, o meglio lo fanno ogni volta che cerchi di uscire dalla tua zona di conforto e abbracciare quegli aspetti del mondo che finora non hai mai avuto modo di visitare. E così ti trovi a dover giustificare ogni tua uscita, ogni tua particolare manifestazione verso l'esterno. "Scusate", "Non fraintendetemi", "No ma in realtà", "Capitemi, lo faccio perché", eccetera eccetera...queste sono solo alcune delle forme predilette. Oltre al classico ricorso all'autoironia, o meglio autocritica umiliante mascherata come tale.

Vogliono che tu stia a casa, ubbidiente, in sostanza. Ma attenti a non scambiare questo per un discorso femminista (né tantomeno per un invito a violare le misure anti-covid. È buffo come questa scelta dei termini si allacci involontariamente a ciò che stiamo vivendo ora), non sto parlando a nome di un movimento o di un'ideologia. È qualcosa di molto più intimo, più personale - non è un caso che abbia deciso di pubblicare tale sfogo, perché di questo si tratta, proprio su questa raccolta - . Certo, accade a moltissime e moltissimi di noi, forse queste voci sono solite visitare tutti quanti, magari in forme diverse, nella quotidianità di ciascuno di noi. Ci sono persone che però sono maggiormente suscettibili a questo giudizio, ma soprattutto a questo AUTO-giudizio. Ebbene sì, siamo i nostri nemici peggiori. La mente sa essere limitante, spietata, autodistruttiva. Ci sabotiamo da soli di continuo, ci costruiamo muri fittizi perché non accettiamo l'idea di poter condurre la nostra vita, dedicarci alle nostre passioni indipendentemente da quella che è la percezione comune. Dobbiamo così spesso temere di esporci, di sentirci fuori posto, guardarci alle spalle nel caso in cui qualcuno si prenda gioco di noi, essere cauti in ogni nostra parola o gesto cosicché questi non compromettano la stima che le persone nutrono nei nostri confronti, portandoci all'emarginazione, come dei reietti che hanno commesso chissà quale crimine. 

Non so voi, ma mi meraviglio di non esser diventata pazza dopo tutti questi anni di accumulata inquietudine.

8 dicembre 2020

Nota del 6/01/2022: non avrei mai creduto che sarei riuscita a pubblicare un pensiero così esplicito. Ma è giusto così...avevo decisamente bisogno dello sfogo. 

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