Omicidio premeditato
Nota: stamani sono davvero di buonumore, ma eccovi lo stesso il brano di oggi...
Cosa c'è di più frustrante della negligenza? È un modo di essere che non può essere definito, perché si basa esso stesso sulla non esistenza. È il potenziale che non si trasforma in cinetico, uno stato di stitichezza, un bambino che non nascerà mai, perché è così bello nuotare nell'acqua calda, ingrassi e ti appesantisci e non sali più. Ogni cosa ti vincola a sé, dipendi da tutto ma non dipendi da nulla perché tutto il mondo ti ruota attorno e ti urta mentre tu ti ostini a rimanere. Ma perché così complicato? A un negligente, semplicemente, non importa niente e sta bene così. Nient'affatto! Non quando l'ignavia la percepisci, non quando la tua mente ti detta il pensiero e il cuore ti mostra il sentiero ma tu sei dentro un corpo misterioso e nero che non vuole dirti: perché e si muove vorticosamente in base al tempo che fa mentre tu, osservatore inerte ma non inerziale rispetto a esso, questo non lo percepisci. Volente o nolente, questo stato mentale, e soprattutto fisico, non ti porterà che a essere dolente. Un dolore anch'esso mutilato perché non è frutto di uno sforzo vero e proprio e non porta proprio a niente, se non a un ciclo infinito di rimorsi e aspettative.
Una via di mezzo che rimane incompiuta, una terra di nessuno, rifiutata dal paradiso e dall'inferno in uguale misura (l'unica cosa su cui vanno d'accordo!), in uno stato tra la vita e la morte; una massa informe, a metà tra il deforme e l'uniforme, che va...chissà dove...ma forse proprio non va, forse è una matrice nel quale è immerso il mondo intero, che solo ai più suscettibili suscita qualcosa, perché ciò che non è non può essere realmente percepito. Ah, non so nemmeno come sia riuscita a scrivere un intero testo su questo, mentre le cose più ordinate e concise rimangono fuori dal mio controllo...
20 maggio 2019
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