Parte 11 [⛩Significa Essere Guerrieri🗡]
Aurora POV
Sono rimasta di stucco quando il professore mi ha tolta la bandana, ero come immobilizzata con il fiato corto, vedevo lo sguardo del professore che era tra il disappunto e il preoccupato, mi dispiace molto provocare preoccupazioni tra le persone che mi circondano, soprattutto quando ho un profondo rispetto nei loro confronti, mi dispiace molto professor Rengoku non volevo farla preoccupare per nulla, il professore mi guardo attentamente come il fratellino che invece mi stava guardando in modo strano, potevo vedere quanto fossero uguali i due fratelli nonostante gli anni che si portano, non so quanto ma so che un po di anni di differenza c'è l'hanno, poi esordì il giovane professore.
Kyōjurō: Aurora Ferretti che ti è successo alla fronte.
Io: professore io-.
Kyōjurō: senti Auri, se mi dici che è stato un incidente non la bevo.
Io: Kisaki...e i suoi tirapiedi stavano per fare del male a qualcuno...ho voluto proteggere chi è in difficoltà.
Kyōjurō: Aurora non è compito tuo questo.
Io: Ah capisco, quindi falla passare liscia a Kisaki Tetta è la cosa giusta da fare? bella giustizia.
Aurora sta zitta non parlare oltre, invece continuai a parlare dicendo che era da codardi far finta di nulla e lasciar passare le cose che faceva quello lì, il signore (Shinjuro) mi stava guardando con fare molto pensieroso, ma io non mi fermai dal parlare, io stavo dicendo cose che si per una percentuale pensavo ma potevo dirlo in un altro modo, sono come mio padre non sa come dire le cose con garbo, potevo vedere il professore leggermente indignato e preoccupato, forse ha una ragione nascosta per il fatto che mi sta facendo la tiritera, non so quale sia la sua ragione ma so che è un motivo molto profondo, poi il professore disse.
Kyōjurō: NON VOGLIO CHE RISCHI LA VITA SCIOCCA.
Io: AH IO SAREI LA SCIOCCA? FARE FINTA DI NULLA DAVANTI AL COMPORTAMENTO DI UN CRIMINALE E DA SCIOCCHI, METTI CASO CI SCAPPA UN MORTO TRA GLI STUDENTI, CHE FA LA SCUOLA? VA A DIRE ALLA POLIZIA "oh scusi agente ma sa è morto un nostro studente per mano di un criminale ma tranquilli nulla di grave" MA MI FACCA IL PIACERE PROFESSOR RENGOKU.
Kyōjurō: IO MI PREOCCUPO PER TUTTI, MA ORA MI PREOCCUPO DI TE PERCHÉ SEI LA PIÙ GIOVANE, SEI ESTERA E SEI SOTTO LA NOSTRA RESPONSABILITÀ.
Io: HO 19 ANNI MICA 8, POI SE SONO ALL'UNIVERSITÀ UN MOTIVO C'È, VOLEVO CONTINUARE IL MIO PERCORSO ARTISTICO PER DIVENTARE UNA MANGAKA, MICA SONO VENUTA QUI PER CHI SA COSA.
Kyōjurō: QUESTO LO SO BENE, MA SEMBRA TANTO CHE VUOI SALVARE TUTTI, MA PORCACCIA LA MISERIA NON SI PUÒ SALVARE TUTTO IL MONDO AURORA.
Io: IO AL MENO CI PROVO A PORTARE IL CORAGGIO, COSA CHE VOI PROFESSORI DOVEVATE INSEGNARE QUI, INSEGNARE AGLI STUDENTI COME AFFRONTARE LE AVVERSITÀ DELLA VITA.
Kyōjurō: come prego?
Senjuro: BASTA UN PO VOI DUE.
Disse il piccolo Senjuro mettendosi in mezzo a noi per dividerci, poi noi con molta calma ci sedemmo sui rispettivi posti, io composta sulla poltroncina e i coniugi Rengoku con i suoi figli sul divano, l'atmosfera era molto pesante però questa pesantezza era tra me e il giovane professore che si sta massaggiando le tempie con due dita, io facevo finta di nulla ma in fondo mi dispiaceva aver detto tutto quello che era uscito dalla mia bocca in quel momento, poi intervenne il capo della famiglia Rengoku.
Shinjuro: Giovane ragazza non so da dove vieni e non so chi ti ha educata, ma toglimi una curiosità...se posso ovviamente.
Io: Mi dica pure.
Shinjuro: ho notato che i colpi che hai dato al ragazzo più grosso erano mirati a metterlo a spalle al muro senza ucciderlo, ma chi ti ha insegnato a colpire quei punti strategici?
Io:...mio padre...è stato lui a insegnarmi tutte le cose che so sull'autodifesa.
Shinjuro: chi sarebbe tuo padre? no perché a colpire quei punti l'insegna solo uno stile di combattimento.
Io: lui è maestro d'arti marziali.
Shinjuro rimase fermo a guardarmi negli occhi, sembrava leggermente sconvolto, ma forse in fondo se lo immaginava che io combattevo solo con quel determinato stile, il padre del giovane professore mi pattò la testa e disse alla moglie e il figlio più piccolo di andarsene perché dovevamo chiarire io e Kyōjurō, loro uscirono dalla porta lasciando me e il professore da soli...più o meno visto che i miei due amici sono nella stanza a giocare a Uno, perché ogni tanto sentivo o Cri o Levi dire uno dalla mia stanza, poi io e lui ci guardammo negli occhi con sguardo serio, poi prendemmo un respiro profondo e guardammo entrambi i nostri piedi per l'imbarazzante litigio che abbiamo avuto, il problema e che lo ci siamo scusati nel medesimo tempo.
Kyōjurō & Io: Scusami tanto Kyōjurō/Aurora.
Kyōjurō: Oh perdonami, fa prima tu.
Io: oh no fa pure prima tu.
Kyōjurō: ok...scusami se ti ho urlato contro...ho solo avuto paura per la tua incolumità.
Io: anche io ho parte di colpa...scusa, ti ho fatto preoccupare in modo così stupido.
Kyōjurō: credo che farti promettere di non farlo mai più sarà inutile perché lo rifarai sicuramente, ho detto bene?
Io: Accidenti anche se ci conosciamo da pochi giorni hai già capito tutto.
Kyōjurō: Che devo fare con te?
disse sorridendo il professore rassegnato, ma mi si avvicinò lentamente guardandomi negli occhi con uno sguardo mai visto prima d'ora, non so perché ma sentivo che potevo fidarmi di lui, appena fummo vicini potevo sentire l'odore della sua acqua di colonia che sembra Roma uomo di Laura Biagiotti molto probabilmente Black editino, lo riconosco perché quello tra i profumi da uomo è il mio preferito, devo dire che lui ha buon gusto nei profumi di marca, ma prima che potesse fare qualcosa sentimmo la porta aprirsi con Levi e Cri che avevano appena finito una partita di Uno dove Cri ha sicuramente vinto, visto che è praticamente imbattibile a quel gioco, noi prima che la porta si potesse aprire ci separammo velocemente guardando in direzioni differenti.
Cristina: successo qualcosa?
Levi: vi avevo sentito urlare fortissimo, sembrava quasi che volevate uccidervi a suon di urla.
Io: Am no, non è successo nulla è stato un bisticcio stupido, vero professore?
Kyōjurō: oh si certo non è successo nulla solamente un litigio.
disse leggermente imbarazzato il professore, beh effettivamente è stato leggermente imbarazzante, poi il professore ci salutò con un cenno e un a rivederci, io di rimando lo salutai con la mano e un sorriso che devo ammettere che è leggermente assente, però noto che i miei 2 amici mi stavano guardando in modo come per dire "Auri brighella", li guardo storti per un minuto abbondante.
Rengoku POV.
Aurora che devo fare con te? Però sono un idiota, stavo per baciarla sulle labbra, STAVO MIRANDO A BACIARLA SULLE SUE LABBRA, CRISTO SONO PROPRIO UN IDIOTA, sono un professore mica un ragazzino con il primo amore? DAI KYŌJURŌ NON SEI PIÙ UN RAGAZZINO SEI UN UOMO PER DIANA, ritornai al mio appartamento con la mente piena di domande, poi mi sento ancora leggermente in colpa per aver urlato contro la giovane ragazza nonostante ci siamo chiesti scusa a vicenda, in quel momento mi ha assalito la paura, appena arrivai davanti al mio piccolo appartamento vedo Tengen davanti alla mia porta, OH CRISTO CHE È SUCCESSO STA VOLTA? andai davanti alla porta con Tengen che mi stava guardando in modo leggermente ammiccante, oh no ci risiamo.
Tengen: Oi amico ho sentito certi urli, che è successo? sembrava quasi che volevate scannarvi.
Io: Tengen, non credo possono essere affari tuoi...poi abbiamo litigato perché sosteneva che noi professori siamo i baluardi per trasmettere il coraggio agli studenti.
Tengen: Oi amico è il primo litigio con la persona che ti piace...poi quelle parole, significa essere guerrieri quando qualcuno parla così.
Io: Guerriera? ma ha solo 19 anni!! poi Ma sei per caso scemo? poi chi sa se gli piace già qualcuno che non sono io.
Tengen: Amico allora fatti un paio d'occhiali che non vedi le cose che ti circondano, poi a diciannove anni si può dire di aver fatto un bagaglio di esperienze discreto quindi non sottovalutarla, poi è ovvio che gli piaci amico, il suono del suo cuore, il suo ritmo è differente quando sta vicino a te e il suo volto diventa leggermente più rosso, se questi non sono segnali non so come chiamarli.
Io: ma questo non è-.
poi ripensai meglio alle sue parole, poi ripensando a tutte le volte cha abbiamo fatto insieme lezione oppure l'aiutavo con la materia notai che era leggermente rossa la ragazza e certe volte mi guardava con la coda degli occhi come per sperimentare cosa provasse, per poi distogliere lo sguardo tornando sul suo libro o appunti, oh sacro santo paradiso, io e Tengen entrammo dentro l'appartamento per parlare ma meglio che quello che noi sappiamo non lo sappia nessuno, nemmeno la giovane ragazza in questione, preferirei aspettare un altro pochino, altrimenti può essere uno shock per lei e per me, poi non voglio illuderla perché non so se sento qualcosa che può durare per sempre o che duri solo un paio d'istanti, non voglio farla soffrire ne voglio ingannarla voglio il meglio per lei, se lo merita.
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