6.1
6.
Sbuffò sonoramente, Noemi l'aveva costretta a pulire la casa da cima a fondo, neanche avessero dovuto fare le pulizie di primavera! Aveva riscontrato seri problemi con il bagno, ma una volta superato quello, il salotto e la cucina sembravano bazzecole in confronto. Quando sentì i primi segni di cedimento, si appoggiò ad una sedia della cucina, mentre l'amica ultimava le sue maniacali pulizie.
- Com'è andato il ritorno? – le domandò improvvisamente. Lene s'irrigidì leggermente ma cercò di non darlo a vedere.
- Bene, perché? – chiese con finta noncuranza.
- Beh vi detestate – rispose lei con ovvietà.
- Sono viva – accidenti, non riusciva a dire bugie, la scoprivano sempre, ma non aveva alcuna intenzione di raccontare quello che era successo, un po' per orgoglio personale e un po' perché non voleva essere difesa da nessuno. Conoscendola, Noemi avrebbe alzato un polverone, lamentandosi con Chris del comportamento, evidentemente poco carino, dell'idiota. Ma ci avrebbe pensato da sola a quel buffone.
- Grazie, questo lo vedo – borbottò l'amica - Vorrei sapere cosa vi siete detti durante il tragitto –
- Grazie, prego, ciao, buonanotte. Fine – quanto insisteva a volte!
- Solo? – la vide strabuzzare gli occhi. Niente, non riusciva ad abbandonare il discorso.
- L'hai detto tu, i rapporti non sono idilliaci, abbiamo cercato di evitare risse in macchina, oltretutto mi stava accompagnando a casa, non potevo certo mettermi ad insultarlo – spiegò con convinzione. Non avrebbe fatto una piega se solo fosse stato vero.
- Che decisione saggia – sorrise - Fatico a credere che sia venuta ad entrambi –
- Grazie per la fiducia – replicò lei fingendosi offesa.
- Dai scema, dico solo che perdete il controllo velocemente e sembra che non vediate l'ora di scannarvi –
- Touchè – alzò le mani in segno di resa - Ma questa volta non è andata così male – no, anche peggio!
- Meglio così, chissà che non possiate appianare questa vostre "divergenze" – disse alzando gli occhi al cielo e allargando le braccia con teatralità.
- Per quello ci vorrebbe un miracolo – o la sua improvvisa sparizione, ne sarebbe rimasto uno solo! Decise che era l'occasione giusta per cominciare la prima fase del piano – Senti, pensavo che potremmo replicare una cena qui a casa, adesso che i miei rapporti con il carciofo... - la sua amica sorrise ma allo stesso tempo le lanciò una strana occhiata intimidatoria – Volevo dire Harry, si ecco, dato che i nostri rapporti si sono appianati – farfugliò poco convinta – Potremmo organizzare una cena dopodomani o quando viene meglio a loro – sorrise aspettando la sua risposta – Che ne dici? –
- Dico che mi sembra una bella idea – accettò con entusiasmo – Ma ricordati del dolce! –
- Si si, lo so, l'hai fatto tu in ogni caso –
- Brava –
- Piuttosto questa volta dimmi il numero giusto! –
- Senti l'altra volta non è stata solo colpa mia! – protestò lei.
- Lo so, ma cerchiamo di evitare le mini porzioni! –
- Afferrato! –
- Ah, non mi ricordo, c'è qualcuno allergico a qualcosa, così evitiamo omicidi? –
- Non mi ricordo neanche io, più tardi chiedo a Chris –
- Perfetto – concluse nascondendo il sadico ghigno che le era spontaneamente nato in faccia.
La cena, per la sua gioia personale, fu anticipata al giorno dopo, e con sua enorme sorpresa, si presentarono solo Gigi, Nils e il carciofo! Probabilmente non aveva altro da fare. Noemi aveva dovuto presenziare ad una cena improvvisa dai genitori di Chris, sarebbe stato il primo incontro ufficiale. Lei naturalmente aveva subito proposto di rimandare la cena, ma era bastata la telefonata entusiasta di Nils per farle cambiare idea. I suoi propositi di vendetta avrebbero dovuto aspettare. Forse.
- Verrai alla cena stasera vero? –
- Stai scherzando? –
- C'è qualcosa che mi nascondi? –
- Perché dovrei? –
- Perché dato che ieri ti sei perfino quasi offerto di accompagnarla a casa, deduco che non ci siano problemi a presenziare stasera – che diavolo, da quando Nils era diventato così acuto? Una cosa però non faceva combaciare i suoi conti. Perché non aveva detto niente a nessuno? Perché non era andata a gridare a tutti di come lui l'avesse maltrattata lasciandola da sola di notte? L'unica cosa certa era che si stava incastrando da solo in uno strano e poco promettente gioco.
- Niente in contrario infatti, solo che non mi va –
- Peccato – si arrese l'amico allontanandosi – Ah però il frigo è vuoto, io fossi in te preferirei una bella e consistente cena piuttosto ad una pizza in solitudine –
- Chi ti ha detto che resterei solo? –
- Vedi qualcun altro in giro? –
- Chris? –
- Lui e Noemi ci hanno dato buca all'ultimo, avevano un invito che non potevano rifiutare –
- Posso chiamare chiunque se volessi compagnia –
- O venire con me – effettivamente non era molto attratto dall'idea di dover chiamare qualcuna che cenasse con lui, di solito quelle ragazze erano comode per le feste, e soprattutto per il sesso, ma un'intera serata da soli forse sarebbe stata peggio che con quella banda di matti. Almeno avrebbe avuto lo stomaco assicurato e soprattutto avrebbe potuto scoprire come mai lei avesse deciso di non fruttare il suo piccolo scherzo per metterlo a disagio con i suoi amici. Quella ragazza stava diventando un completo mistero. Era convinto mirasse a raggiarlo, invece aveva dovuto amaramente constatare che dall'ultima volta che avevano parlato, birra in testa compresa, che solo a pensarci ancora gli saliva la bile in gola, però aveva dovuto rivedere le sue idee su di lei arrivando alla conclusione che non stava capendo nulla. Chi era veramente Raelene? L'aveva conosciuta sorridente e scatenata in Italia, e aveva odiato la sua spontaneità ed il suo riuscire a divertirsi con niente; l'aveva vista combattiva e arrogante tanto da tenergli testa in Inghilterra e l'aveva odiata ancora di più credendo fosse solo un'opportunista, non che al momento avesse cambiato idea, solo che cominciava non riuscire a far combaciare tutte le carte sul tavolo. Sembrava che più la conoscesse, più risultasse un mistero per lui. Non che fosse particolarmente interessato, solo vagamente incuriosito.
- Vengo -
I due litiganti non si erano rivolti la parola dall'arrivo degli ospiti, Lene si era dimostrata stranamente gentile, lasciando tutti sbalorditi compreso lo stesso Harry, che decise di limitare le sue frecciate ed i suoi commenti offensivi. Tutto sembrava filare liscio tra un antipasto e l'altro. Qualcosa cambiò mentre stavano gia mangiando la prima portata.
- Ma sono crostacei? – domandò Harry sgranando gli occhi dopo essersi trovato tra i denti una chela o qualcosa di simile, mentre la sua faccia poco a poco perdeva colore. Sentì la pelle tremare percependo quello che per lui era come veleno venire lentamente assorbito dal suo organismo.
- Certo i faoni sono una specie di granchi – spiegò Lene con voce studiata e con un sorrisetto pienamente compiaciuto e incredibilmente malefico. Harry la guardò in stato confusionario – Oh cielo, che sbadata non mi ero ricordata che tu sei intollerante ai crostacei! – il tono sarcasticamente angelico della sua voce gli fece riprendere coscienza di sé, mentre un moto d'ira lo travolse impetuoso come un fiume in piena.
- L'hai fatto apposta! – sbottò scattando in piedi nero di rabbia.
- Chi io? – si finse offesa - Assolutamente no! Mi sono solo dimenticata - si giustificò ironicamente, per niente dispiaciuta, mantenendo lo stesso tono calibrato prima di cambiare in modo radicale - Esattamente come tu ti sei dimenticato di darmi un passaggio l'altro giorno! –
- E così hai pensato bene di tentare di uccidermi?! – rispose lui ancora più sdegnato.
- Esagerato! – replicò serafica - Saresti gia morto, Noemi mi ha detto che sei solo intollerante! – la calma con cui lei continuava a parlare lo mandò letteralmente in tilt. Non solo aveva tentato di ucciderlo ma sembrava non curarsene affatto! Ecco cos'era, adesso era tutto chiaro, una pazza psicopatica!
- Sei una grandissima stronza! – strillò lanciandole un bicchiere di plastica. Lene spalancò la bocca per lo stupore prima di rispondere alla guerra con altrettanta foga mentre afferrava e tirava un cucchiaino.
A simple life is what you need but you just see things different, you're turning whispers into screams, gets crazier, everyday and things have never been the same, since that awkward moment. I ask you why you have to take the muddy road, everyday, I can see it clearly now nothing's ever easy, line your dreams up on the shelf and you just sit and watch them, you wish I was somebody else off your feet, swept away. Change is never welcome here and it makes me wonder how circumstances turn to fear, another place, another day. Can you see it clearly now? We're running out of reasons. Where was I when all this changed? Too bad there's nothing left to say. You think I'm indifferent, I just think you're strange. Where is this light you hope I'll find? We're hopelessly locked up inside. There's no way out, no way to win. You tell me I'm indifferent, I just think you're strange.
- Mai quanto te razza di carciofo spelacchiato! –
- Ragazzi basta!! – Nils s'intromise tentando di fermare quell' insana guerra, prima che un cucchiaino da dolce gli arrivasse in fronte. La serata stava prendendo una piega pericolosa!
- Questa bastarda voleva avvelenarmi! – Harry era fuori di se, gli occhi fuori dalle orbite, ancora incredulo che quella psicopatica avesse potuto davvero fargli mangiare una cosa, che sapeva, gli avrebbe fatto male.
- Ignorante, per quello bastava un po' di cianuro! – ed un altro cucchiaino volò sopra le loro teste.
- Ma la senti? – insistette ancora prima di rilanciare il cucchiaino.
- Oh e tu lasciandomi di notte sola per strada? Cosa volevi fare? Assicurarti che arrivassi a casa sana e salva? Verme! – sbraitò per poi lanciargli addosso l'ennesima posata, che venne prontamente schivata dall'obbiettivo. Adesso lui voleva anche passare per la vittima, vittima un corno! Harry rispose al fuoco tirando tutto ciò gli capitasse tra le mani.
- Basta! Piantatela! Quello è il mio telefono! – intervenne di nuovo il ragazzo biondo, bloccando l'amico ed evitando miracolosamente il lancio del suo prezioso telefono. Peccato che quest'ultimo non avesse dato alcun segno di averlo ascoltato, anzi per niente scoraggiato, aveva continuato la battaglia senza esclusione di colpi.
- Prima le signore! – protestò Harry facendole una boccaccia mentre evitava l'ennesimo bicchiere, pieno questa volta, gli schizzi d'acqua colpirono il pavimento in maniera causale.
- Allora tocca a te! – urlò mentre si parava il viso con un piatto facendo rimbalzare la mela finta che un tempo faceva parte del centro tavola.
- Harry basta! – ritentò di porre fine a quell'assurda lotta.
- Dillo a lei! –
- Ti si sta gonfiando la faccia! – la voce di Gigi echeggiò in un silenzio quasi spettrale. Harry era rimasto bloccato, terrorizzato dalla terribile ipotesi che veramente il suo viso potesse essere stato deformato.
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