26.2
Si era congedata in fretta quella mattina e fortunatamente i suoi amici non avevano avanzato obbiezioni, le erano sembrati anche molto imbarazzati dalla situazione, comprensibile. Aveva preso il primo pulman della mattina che l'aveva ricondotta in quella piccola cittadina inglese che, nonostante non fosse di una particolare bellezza, cominciava ad occupare un posto speciale nel suo cuore. Era diventato il suo rifugio, più che per Tom, anche per se stessa, quella casetta bianca, perfettamente identica a tutte quelle della zona, ma speciale per lei e ai suoi occhi vestiva di un fascino particolare, forse perché come mai nessuna prima, quella aveva davvero cominciato a vederla come casa sua.
Ti lascerò un sorriso, ciao, e rabbia nuova in viso, ciao, ciao. La tenerezza che, ciao, fa il cuore in gola a me. Al mio paese è ancora giallo il grano, le braccia tese verso l'eternità, il mio paese. Al mio paese vedo fiorire il buono le botte prese non le hanno rese mai, al mio paese. Che suono fa la domenica da te.
Lanciò il borsone sul letto con poco garbo, tanto che quello rimbalzò due volte fino a poggiarsi su un lato, quasi cappottato. Non gliene importava, avrebbe sistemato dopo. Prima di scendere le scale che l'avrebbero portata al piano inferiore incrociò lo specchio, dove la sua figura appariva incrostata da un gioco di luci e ombre. Si guardò per un attimo e gli occhi tremarono. Non aveva ancora pianto, si era convinta che una volta superata quella tragedia, niente di meno forte l'avrebbe potuta toccare, e sebbene una delusione d'amore non esistesse minimamente nel dizionario delle disgrazie, il suo cuore doleva ugualmente. Osservò con attenzione i suoi occhi riflessi farsi lucenti mentre le note acquose delle lacrime invadevano le palpebre, s'impadronivano della superficie visibile con crescente insistenza, finché non strariparono. Fu allora che serrò gli occhi, incapace di guardare ancora quello che una volta sarebbe stato il suo riflesso.
Blinding darkness surrounds me and I am reaching for you only, this hopelessness that drowns, all that I believe will be the one thing that I need for you only. There's a hunger it's slowly growing, chasing shadows but never knowing, if all that I have done is keeping me from you than can the arms of mercy bring the rescue to return to you. Keep on running, farther, faster and keep on searching, for this haunting has an answer and I know you will find me in orbit for I am breathing only for this, for you only, for you but I'm so far.
Che cosa serviva innamorarsi di qualcuno che non ti voleva? Per dimostrarti che sei ancora viva, avrebbe risposto Gigi, come chiunque altro, ma era davvero necessario soffrire ancora per capirlo? Inspirò pesantemente alla ricerca di una risposta che giustificasse quel senso di oppressione, una risposta giusta che spiegasse quelle lacrime, una risposta che incollasse quel che era rimasto del suo cuore, deluso e distrutto. Si allontanò da quello specchio traditore, al quale non era riuscita a nascondere i suoi veri tormenti, ma rimase immobile davanti alla rampa di scale, come indecisa. Si sedette sull'ultimo scalino, appoggiando la testa al corrimano bianco e legno, cercando ancora la forza di nascondere soprattutto a se stessa la sua fragilità e la sua debolezza. Si arrampicò alla rabbia come se si sarebbe potuta rivelare una cima di salvataggio, scacciando i ricordi dei momenti felici come se fossero stati acari che attentavano al benessere di qualcuno allergico alla polvere. Decise che non l'avrebbe più voluto incontrare, l'avrebbe dimenticato, lui e tutto ciò che lo riguardava.
Il bussare martellante alla porta la costrinse a nascondere i resti delle lacrime che erano rimasti imbrigliati sul viso come leggere cicatrici e si affrettò a percorrere quella rampa velocemente. Scossa ancora dai suoi contrastanti ed altalenanti pensieri, aprì la porta di getto, senza prima controllare dallo spioncino, come faceva consuetudinariamente.
Tentò immediatamente di chiudere la porta, appena incrociò due occhi smeraldini che aveva appena desiderato non incontrare per il prossimo decennio, ma lui ci mise un piede in mezzo e la riaprì con forza, imponendole davanti tutta la sua furiosa imponenza. Il moto di rabbia si risvegliò furioso in lei.
- Cosa vuoi? – ringhiò come una bestia ferita.
- Non sembri felice di vedermi – ammiccò in tono velatamente provocatorio
- Però! Che intuito, ora sparisci - disse nervosamente cercando nuovamente di sbattergli la porta in faccia.
- Lo farei, ma devo parlarti. Fammi entrare! - ma lui la bloccò ancora e spinse la porta con forza, superando la soglia con il suo corpo.
- Non m' interessa – latrò decisa e risoluta, voleva solo che se ne andasse. Ma come aveva appena desiderato non vederlo più e lui si presentava alla sua porta con la sua bella faccia da schiaffi?! Chi ce l'aveva con lei! Un momento...aveva davvero pensato "bella"?
- Ti interesserà! – la sfidò lui chiudendosi la porta alle spalle
- Presuntuoso! – replicò indietreggiando - Non voglio vederti mai più! -
- Invece ti toccherà! – ordinò. Si rigirò per un attimo come a cercare le parole più giuste mentre lei lo guardava con aria di sfida, come un belva che non aspettava altro che attaccare - Sei così testarda! –
Spalancò gli occhi appena lo sentì sputare quelle parole con disappunto. Pure?! Aveva anche il coraggio di insultarla quel lurido individuo da strapazzo!
- Si può sapere cosa vuoi? – sbuffò - Che sia una cosa veloce e dopo di che non voglio più vederti! – intimò spazientita, le dava fastidio anche solo guardarlo, con quella sua solita espressione da imbecille. Lo insultava e poi si lasciava abbindolare come una scema, ma non questa volta! Sebbene continuasse a nasconderlo, le faceva male, si era sentita ingannata ed umiliata dalla persona che credeva...accidenti! - Allora?! - tuonò furiosa mentre lui continuava ad osservarla in silenzio. Fece qualche passo verso di lei e fu come se i suoi occhi le parlassero.
- Ti amo –
Thinkin' about all our younger years, there was only you and me. We were young and wild and free, now nothin' can take you away from me, we've been down that road before, but that's over now. You keep me comin' back for more. Oh, once in your life you find someone, who will turn your world around bring you up when you're feelin' down, nothin' could change what you mean to me. There's lots that I could say but just hold me now, 'cause our love will light the way. Baby you're all that I want when you're lyin' here in my arms, I'm findin' it hard to believe we're in heaven And love is all that I need and I found it there in your heart, it isn't too hard to see, we're in heaven.
- Che cosa?! – quel sussurro le era rimbalzato alle orecchie come un eco infinito. Non poteva aver capito male.
- Hai capito benissimo – l'ammonì lui, mentre un leggero rossore tingeva le sue guance. Non avrebbe mai voluto mostrarsi imbarazzato o intimidito ma lei lo mandava in tilt.
- Ho capito benissimo che sei sbronzo di prima mattina! – replicò cercando di riacquistare il suo cipiglio battagliero, sebbene gia dentro di lei qualcosa sembrò tentennare. Ancora una volta il suo cuore si ribellava alla sua volontà.
- Ma se sono le 11! – le fece notare lui, le sembrò, solamente con lo scopo di contraddirla.
- Hai finito? – sbuffò ancora
- No accidenti fammi parlare! – la interruppe risoluto e spazientito afferrandole le spalle per fare in modo che i suoi occhi non lo lasciassero. Aveva bisogno di un contatto. Dopo che aveva lasciato Jennifer era corso a casa e poi da lei, senza pensare, senza riflettere, senza sapere esattamente cosa dirle, come convincerla, come aprirle il suo cuore.
- Non ho alcuna intenzione di ascoltarti! – rimbrottò lei nascondendosi dietro la sua maschera d'indifferenza.
- Ce la fai a tenere la bocca chiusa per almeno un minuto? – gridò lui di colpo, ma lei non avrebbe ceduto, non quella volta, non in quella battaglia.
- Se per far parlare te no! -
- Smettila di interrompermi! – ordinò in maniera quasi minacciosa. Era frustrante quando si metteva d'impegno, avrebbe fatto perdere la pazienza ad un santo, e lui in quel momento era gia abbastanza nervoso ed imbarazzato.
- Non ti sto ... -
- Ti amo – la interruppe di getto. Sorrise vedendola ammutolirsi alla sua improvvisa confessione - Avrei voluto dirtelo ieri notte – spiegò - Ma volevo prima sistemare le cose e anche tenerti un po' sulle spine – ammise con un ghignò.
I've been waitin' for so long, for somethin' to arrive, for love to come along. Now our dreams are comin' true, through the good times and the bad, I'll be standin' there by you.
- Ah tipico tu... -
- Aah! Non m'interrompere! – ordinò spazientito poggiandole un dito sulle labbra, dolcemente ed il suo corpo sussultò - Volevo tenerti sulle spine, ma ora che è tutto risolto non ho potuto far altro che correre da te – concluse tirando finalmente un profondo respiro mentre l'aria si faceva largo tra i polmoni. Attese una risposta, si aspettava un insulto in realtà, sapeva che non sarebbe stato facile, ma il suo improvviso mutismo lo spaventò. Era rimasta a guardarlo come impietrita, quasi avesse visto un fantasma, quasi non fosse lui proprio davanti a lei a parlarle. Cercava solo i suoi occhi - Non dici nulla? -
- Vuoi che parli? – sembrò risvegliarsi dal suo stato di trans più confusa di prima, mentre il suo cuore aveva cominciato ad agitarsi sempre di più, balzandole quasi in gola in una disperata richiesta di ascolto.
- Certo! Parli sempre, quando non lo fai è preoccupante! – si lamentò lui vagamente ironico ma lei si concesse qualche altro secondo di silenzio. Harry roteò gli occhi per l'impazienza. Quella situazione era tremendamente inquieta - Oh insomma dì qualcosa! – la scosse ancora per le spalle e lei tremò in un misto tra rabbia, gioia e confusione.
- Bene, ma sappi che l'hai voluto tu – sibilò imperiosa - Sei un idiota! -
- Ho chiesto di parlare non di insultarmi! – borbottò con un accenno di divertimento - Ma vedo che è la cosa che ti riesce meglio! –
You're all that I want, you're all that I need.
- Con quale coraggio ti presenti qui, dopo quella sera che ti sei comportato da emerito ... – cominciò furibonda, si sentì come uno di quei mostri che se fosse uscito per strada avrebbe sputato fuoco e seminato panico.
- Ero convinto non dicessi parolacce -
- Idiota, stavo per dire idiota! – rimbeccò - E pretendi che con due paroline dolci ti possa cadere ai piedi? Mi dispiace sono stufa di essere la sola a perdere il controllo con te, la sola a smettere di ragionare! Ora basta, non mi fai più effetto! – attaccò risoluta e apparentemente convinta, ma lui si accigliò come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso.
- Per due paroline dolci ti riferisci al fatto che mi sono innamorato di te? – sibilò - Sei proprio riduttiva e per la cronaca sarebbe bastato anche solo un altro bacio per mandare tutti al diavolo e portarti via con me la sera stessa! – vide qualcosa tremare nei suoi occhi, segno che le sue parole cominciavano ad arrivarle - Pensi di essere l'unica ma in realtà sei tu a non vedere che mi hai sempre tenuto in pugno fin da quando ci siamo conosciuti, sono io che ho smesso di ragionare con te! – si concesse un ghigno isterico - Mi mandi in tilt e non solo quando parli! -
- Il solito egocentrico! Ed io dovrei perdonare il tuo orribile comportamento da bambino capriccioso e vendicativo perché ti sei accorto di amarmi? Se mi avessi amata davvero non mi avresti umiliata! – rilanciò il colpo seppure perfino la sua mente cominciasse a vacillare. Perché doveva complicare sempre tutto?! Pregò che fosse tutto vero e non frutto dell'immaginazione o dei suoi sogni ingannatori e bugiardi.
- Sono innamorato di te da tanto tempo – ammise decidendo che doveva giocare a carte scoperte - Non volevo umiliarti, ma anche io mi sentivo ferito ed umiliato quando per l'ennesima volta hai preferito lui a me – finì per sussurrare nel silenzio mentre i corpi di entrambi reagivano con uno strano tumulto interiore. Poi improvvisamente il suo viso si addolcì e l'inaspettato desiderio di poterlo toccare straripò in ogni vaso sanguigno - Ma non lo vedi che ci amiamo anche litigando o insultandoci? – come percorso dallo stesso desiderio e da un nuovo cenno di coraggio, sfiorò la sua guancia con le dita e la pelle sembrò bruciare di un riscoperto calore.
- Che bello! Come sono felice - esclamò sarcastica senza trovare la forza di allontanarsi dalla sua mano, o dalla sua presa. Semplicemente incapace.
- Smettila di fare la bambina – la sgridò sommessamente
- Preferisci che ti prenda a schiaffi e ti butti fuori? – domandò piccata
- Baciami! – esclamò di colpo e lei spalancò gli occhi sorpresa, cercando di scacciare l'impazienza che le aveva imprigionato le fibre.
- Non ci penso nemme...- il suo finto disappunto fu messo a tacere dalle labbra di Harry che si avventarono fameliche sulle sue. Ancora la sua aria.
I know it's late but something's on my mind. It couldn't wait, there's never any time, 'cause life slips by without a warning and I'm tired of ignoring all the space that's between you and I. Let's lock the door behind us, they won't find us, make the whole world wait. Do you recall how long it must have been since any room held only you and me? And every song that sings about it, says that we can't live without it. Now I know just what that really means. Let's lock the door behind us, they won't find us, make the whole world wait, while we. Dance around this bedroom like we've only got tonight, not about to let you go until the morning light. You can be my whole world If I can be your satellite. Let's dance around this bedroom like tonight's our only night. Dance around this room, I'll be your satellite. I cant believe that days took into years, I hate to see the moments disappear but tonight the sand is stopping, take the hourglass and drop it so we can stay Inside this atmosphere. Dance with me around the moon, I'll be your satellite, dance around this room, I'll be your satellite.
Non era riuscita a respingerlo neanche in un angolo remoto della sua testa, ed aveva risposto alle sue labbra con urgenza e disperazione. Le mani presero a toccarsi come se volessero modellarsi intorno al loro corpo, lei arpionò i suoi capelli come a non volerli più lasciare andare, avvicinandosi fino a fondere ogni lembo di pelle in una sola essenza. Se era un sogno, non si sarebbe voluta svegliare, che la lasciassero vivere per sempre, in quella meravigliosa e travolgente menzogna.
- Non vale così! – trovò il coraggio di protestare quando, con disappunto il bacio s'interruppe, ansimanti le loro labbra erano ancora appoggiate in un timido ma persistente contatto.
- Non lo vedi? – replicò - Io cedo prima di te, tu solo dopo che ti bacio e devo anche coglierti di sorpresa! - aveva ragione, era stato quasi sempre lui a fare quei passi, lei non aveva mai pensato che quello era il suo modo di esprimersi, era il suo modo di avvicinarsi a lei, di cedere a lei - Dillo – sussurrò sulla sua bocca, tingendo il silenzio circostante di una nota romantica e d'impazienza.
- Cosa? -
- Che sei mia – supplicò disperato, accecato dal desiderio.
Have I told you lately that I love you? Have I told you there's no one above you? Fill my heart with gladness, take away my sadness. Ease my troubles that's what you do. There's a love that's divine And it's yours and it's mine And it shines like the sun, at the end of the day, we will give thanks and pray, to the one.
- Ma se non ti ho neanche perdonato! – tentò di protestare ancora, sebbene entrambi sapessero che non era realmente seria.
- Bugiarda, dillo! – la mano le percorse la schiena, soffermandosi su ogni vertebra con maniacale attenzione. La reazione che ebbe il suo corpo soddisfò anche lui.
- Prima tu – ribatté aggrappandosi alla svanente lucidità.
- Arpia - ghignò
- Non intendevo quello! -
- Sono tuo, dalla prima volta che mi hai insultato – rise a quella strana dichiarazione
- Sono state talmente tante che non ricordo - ammise
- Mi hai detto che il tatuaggio era orribile e che era sintomo di immaturità! – le ricordò prontamente, e le immagini di quella strampalata ed insolita sera balzarono nella loro mente nello stesso istante.
- Ah giusto! -
- Credo di essermi innamorato di te quando, dopo esserci insultati tu sei scoppiata a ridere, ho pensato quanto fossi bella, e ridere con te mi piaceva – le lasciò un delicato e altrettanto provocante bacio dietro il lobo sinistro, ed il suo corpo fu scosso da scariche di pura energia.
- Sei sicuro di essere sobrio? – borbottò sempre meno presente
- No, prima di venire ho bevuto whisky – ogni parola era accompagnata, segnata da un bacio, uno sfioramento che dall'orecchio era sceso lungo il collo, fino a disegnare un'invisibile linea che sapeva di possesso, un marchio che avrebbe voluto imprimere a fuoco sulla pelle. Perché lei era sua.
- Ecco ora si spiega tutto – ridacchiò quasi completamente abbandonata tra le sue braccia, senza smettere di accarezzare, tastare la morbidezza dei suoi ricci che le solleticavano le dita. Fin dalla prima volta che lo aveva visto aveva sentito le mani formicolare dal desiderio di poterli toccare, ed ora sentirli solleticare la carne sensibile del collo sembrava troppo coinvolgente per essere reale. Respirò il suo profumo fino a drogarsi i polmoni, inebriata.
- Ascoltami bene – tornò a guardarla negli occhi scostandosi appena dalla sua precedente posizione - Non lo dirò spesso ma sono tuo e ti amo – un bacio suggellò quella promessa di felicità.
- Non cambierai idea domani? – chiese titubante
- Non l'ho cambiata in tutto questo tempo e neanche stavamo insieme, come potrei farlo ora? – le passò un dito sulle labbra con devozione, tastandone il rossore dovuto ai suoi baci, niente di più bello ai suoi occhi.
- Non ci si può fidare di te! – lo rimproverò scherzosa
- Ah grazie tante! -
- Promettimelo – sussurrò tirandosi sulle punte per poter respirare il suo respiro.
- Farò di più, ti fiderai di me -
- Ho paura...- ammise abbassando gli occhi, quasi si vergognasse. Ma lui riportò gli occhi nei suoi posandole due dita sotto il mento.
- Lo so, ma io non ti lascerò, se prometti di non lasciare me – quando due suppliche si fondono in una sola preghiera - Dillo – supplicò ancora - Guarda che so essere convincente -
- Come se già non lo sapessi - farfugliò
- Dillo! -
- Anche io! -
- Non l'hai detto! – ma lei gli tappò la bocca con un bacio, al quale lui rispose con altrettanto ardore prima di staccarsi - Non cercare di distrarmi – lo baciò di nuovo - Dillo – e ancora - Ti prego – soffiò questa volta restando sulle sue labbra
- Te l'avevo già detto -
- Ancora, dimmelo ancora – supplicò portando il corpo ad aderire completamente con il suo.
- Ti amo – un sigillo che avrebbe protetto la loro nascente e già prevista unione.
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