24.1
24.
- Gigi!!!!! – urlò sbattendo con forza la porta di casa. L'amico per poco non si strozzò con il suo tè, all'appello corse anche Nils con un sorriso grande quanto una casa stampato in faccia.
- Vogliamo i dettagli! – le disse ancor prima che lei parlasse, lei lo guardò interrogativa – Non fare quella faccia! Sei sparita per due giorni insieme al nostro amico riccio, qui nessuno è scemo! – l'abbracciò di slancio e lei si sciolse in tanto affetto.
- Va bene vi racconterò ogni dettaglio ma ho bisogno prima che mi promettiate di fare una cosa per me – chiese con sguardo supplichevole.
- Certo tesoro – rispose prontamente il suo amico di sempre
- Usciamo tutti insieme stasera, vi prego! –
- Cosa? – gridarono i due all'unisono gia pronti per replicare.
- Per favore siamo gia abbastanza in imbarazzo! – pregò – Con voi sarebbe tutto diverso per favore! – supplicò, era disposta a qualsiasi cosa pur di far acconsentire i due amici, che alla fine infatti, con un sospiro, accettarono.
- Non so quanto Harry la prenderà bene – commentò vagamente preoccupato il biondo.
- Non capisco perché sia necessaria la nostra presenza – rincarò Gigi – Non è la prima volta che uscite da soli –
- E' diverso! – si lagnò lei sentendosi attaccata da più fronti, non che avessero tutti i torti, ma anche lei aveva i suoi validi motivi – Mi sento in imbarazzo e sono quasi certa che nello stato attuale combinerei solo danni – i ragazzi la guardarono con un grande punto di domanda stampato in faccia – Oh insomma! – sbuffò – E' la prima volta che esco con qualcuno...in quel senso, lo sapete no? – quelli annuirono – E Gi, tu sai bene quanto i primi appuntamenti mi agitino, moltiplica quell'ansia per 100 e capirai che mi sento completamente in imbarazzo e incredibilmente agitata! Invece con voi sarebbe diverso, altrimenti non ve l'avrei chiesto –
- Va bene ci hai convinti, ma dovrai fare lo stesso con Harry, io non voglio sentirlo protestare! – dichiarò Nils e Lene gli gettò le braccia al collo con un sorriso che le arrivava da un orecchio all'altro.
- Grazie! – gli schioccò un bacio sulla guancia – Ci penso io al porcospino! -
Il pomeriggio passò rapido tra un biscotto e un gelato, tra i racconti più piccanti e le confidenze più segrete, fin quando l'orologio della cucina non interruppe quel momento idilliaco. Lene spalancò gli occhi e saltò giù dalla sedia.
- Ragazzi è tardissimo! – gridò in preda al panico e in un lampo il trio corse al piano di sopra. Era arrivata l'ora del restauro!
Quando Harry bussò alla porta non si sarebbe mai aspettato che la solita furia alias psicopatica e i suoi due compari si presentassero a lui gia in cappotto, pronti per uscire. Li guardò interrogativo, quel trio non prometteva mai nulla di buono. Come al solito fu la sua psicopatica preferita a parlare, più strana che mai. Sua...quasi arrossì al pensiero che stava per essere davvero sua.
- Mi ha chiamata un amico, dice che stasera canta in un bar a Sheffield – cominciò – Che ne dici di andarci tutti insieme? – concluse con un sorriso sornione che gli fece dimenticare l'improvvisa onda di gelosia.
- Di quale amico si tratta? – ostentò calma
- Ehm... - tentennò – Ricordi la sera che ci siamo conosciuti? – lui annuì attento – Al pub c'era un ragazzone in carne che cantava e ballava – da come il viso del ragazzo sbiancò comprese immediatamente che aveva colto – Esatto, lui! – esclamò – E' nuovo da queste parti e ha bisogno di qualcuno che gli dia spago, insomma ha bisogno di fans! -
- Stai scherzando spero? – sbottò lui di colpo – Sai che odio quel tipo di serata! –
- Non è vero – lo ammonì seria – E poi Nils e Gigi verranno con noi! – Harry tacque. Non sapeva neanche lui se fosse davvero felice della presenza dei due amici, sapeva anche che era stata sicuramente una sua idea, constatazione che lo irrigidì. Stava evitando quello che sarebbe potuto essere il loro primo appuntamento "ufficiale" e ciò lo agitò, che stesse ricominciando a scappare? Che ci avesse gia ripensato? – Ti prometto che sarà una bella serata, nonostante tutto – sorrise, ammiccando quasi, immaginò lui che fosse stato un gesto involontario, ma in ogni caso alla fine acconsentì. Voleva condurre? A lei le redini.
Il pub si trovava nella periferia della città, era di medie dimensioni, interamente di legno e con un piccolo palco sullo sfondo, dove immaginava si sarebbe esibito il ciccione. Avrebbe dovuto immaginarlo che con lei avrebbe dovuto aspettarsi di tutto, non certo un appuntamento standard, illuso. E naturalmente loro dovevano prendere il tavolo più vicino al palco, certo! Fortuna che si era raccomandato di tenersi a debita distanza!
Tutti salutarono il panzone con affetto quando si avvicinò al loro tavolo, tranne lui che si limitò ad un cenno del capo, Nils invece aveva intrattenuto una conversazione lunga e sospetta, poi il soggetto cominciò il suo patetico spettacolino. Scolò una birra con la velocità del fulmine, lei non aveva fatto altro che parlare a raffica con i suoi amici, si beh, anche con lui ma niente, solo chiacchiere formali, anzi gli era sembrata particolarmente distante, quasi imbarazzata.
Alzò lo sguardo dalla sua birra, finita, per osservare lei nel suo vestito beige di pizzo. Sghignazzò dopo aver notato che le sue famose ballerine non mancavano all'appello. Si rilassò di colpo quando la vide sorridere allegramente e avvicinare la sedia maggiormente alla sua per posare per un attimo la testa sulla sua spalla, regalandogli la gioia di un contatto più intimo. Lui sentì il cuore galoppare sfrenato nella cassa toracica, l'aveva colto completamente impreparato, smise di respirare fin quando la sentì afferrare la sua mano con decisione, dopo che lui gliel'aveva porta con cautela. Si sciolse ancora in un moto di tenerezza nell'avvertire il tocco delicato del suo pollice accarezzare il dorso della sua mano e lui la strinse con maggior vigore. Sua.
- Non ti va di andare sotto il palco a ballare? –
- Risparmiamelo –
- Scusami – suonò come mortificata
- Dimmi una cosa, ti costava tanto uscire da soli? Fare una cosa normale? Se ci avevi ripensato, bastava dirlo –
- No, ma mi sarei sentita in imbarazzo – l'amarezza nella sua voce la lasciò spiazzata, pensava si arrabbiasse ma non che ci rimanesse male. Era stato tetro e silenzioso tutta la sera, ma davvero credeva che non volesse più vederlo? Dopo tutto quello che era successo? Avrebbe voluto rispondere che era lui quello che la rimbecilliva con i suoi sbalzi d'umore e non viceversa ma decise di desistere, infondo era lei quella in torto e gli doveva almeno una spiegazione. L'aveva incastrato in quella serata ed effettivamente era legittimo arrivare a pensare che fosse una scappatoia per evitare di uscire da soli. Ma non le aveva detto nulla fin ad allora, fin quando senza riuscire a fermare i suoi impulsi, aveva sentito il bisogno di assecondare il desiderio di assaporare il calore della sua mano nella sua. La verità sconvolse il suo cuore.
- Perché? –
- Perché mi destabilizzi – ammise e lui rimase con la bocca aperta pronto a ribattere ma alcun suono ne uscì. Improvvisamente la rabbia era svanita insieme alla paura. Era stata brutalmente sincera, ne era convinto, e l'idea di aver quell'effetto su di lei, egoisticamente, lo gonfiava di orgoglio. La prova che avesse lo stesso effetto che lei aveva su di lui.
Il momento di idilliaco silenzio e contemplazione finì brutalmente quanto il riccio si sentì chiamare proprio dal suo amico biondo, dal palco, insieme al ciccione. Oh no! Sbiancò e immediatamente capì il fulcro della conversazione tra i due: un'esibizione. Fulminò il suo amico e subito dopo sentì lei sghignazzare allegramente al suo fianco, aveva una mano sopra la bocca per evitare che la sentisse e lui riservò uno sguardo fulminante anche a lei, che ridacchiò maggiormente divertita. Ormai il pubblico lo incitava, quel ciccione lo stava usando per farsi pubblicità. E lei come a leggergli nel pensiero parlò:
- E' per una buona causa – ovviamente lei la metteva sul sentimentalismo. Donne!
- Come minimo ti voglio sotto al palco a cantare – sbuffò mentre si alzava, poco convinto. Lei spalancò gli occhi sorpresa.
- Ma ti ho detto che non so le vostre canzoni! –
- Fingi! – si allontanò decretando fine alla conversazione. Fortunatamente in quel luogo sperduto poche persone sembravano davvero sapere chi fossero, aveva l'impressione che li incitassero solo perché avevano capito che sapevano cantare e si volevano godere a pieno lo spettacolo. Meglio così.
Era rimasta seduta al tavolo, da sola, con Gigi che la incitava a raggiungerlo sotto al palco e quei due che cantavano scatenati il loro cavallo di battaglia: Beautiful qualcosa...ok un pochino la conosceva, ma andiamo, si rifiutava di fingersi una fan scatenata! Proprio quelle che aveva sempre criticato! Si convinse quando l'amico la venne delicatamente a prelevare dal tavolo.
- Potrei sotterrarmi! – gli urlò, ma lui sembrò non capire mentre canticchiava e si muoveva a ritmo di musica. Niente, andato anche lui, sospirò. Lentamente si sciolse e si ritrovò per fino a cantare a squarcia gola il ritornello saltellando con l'amico, senza notare però il sorriso che si allargava nel viso del ragazzo. Magra consolazione alla serata, che fortunatamente finì subito dopo la loro esibizione e dopo aver salutato il ciccione, tornarono velocemente a casa.
- Dove credi di andare? – la bloccò proprio quando si apprestava a scendere dalla macchina. Ma come, erano arrivati a casa sua e stavano scendendo tutti, lo guardò interrogativa – Mi devi ancora un appuntamento – le disse con aria di sfida, anzi, con aria di chi non avrebbe accettato un no come risposta, d'altra parte, aveva ragione. Scese comunque dall'auto, salutò i due amici e si accomodò sul sedile del passeggero.
- Ti sei annoiato tanto? – chiese quasi dispiaciuta
- No – ammise calmo – Ma non era il tipo di serata che avevo immaginato – lei fece una strana faccia, sembrò non capire, lui si accigliò – Devo per forza dirti che sono stato malissimo per farti passare altro tempo con me? – Lene scattò come bruciata.
- Pensavo fossi arrabbiato – si difese
- Dovrei esserlo? – domandò di rimando
- No – sorrise – Mi dispiace averti trascinato li e ti ringrazio per essere venuto – gli disse dolcemente e lui sembrò sciogliersi leggermente – Dove andiamo? –
- Casa mia –
- Harry! – lo ammonì arrossendo, lui ghignò.
- Ma cosa hai capito, non per quello – lei lo guardò in cagnesco – Si beh se dovesse capitare non mi tirerei indietro –
- Chissà perché, ma non avevo alcun dubbio a riguardo – commentò ironica
- Esaudirò ogni tuo desiderio – promise facendola arrossire ancora – Ma prima volevo mostrarti una cosa –
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top