20.



20.

Un ammasso di capelli lisci e biondi si aggirava per il salotto con piede di guerra, mentre Gigi continuava ad osservale la sua sagoma andare avanti e indietro, indietro e avanti senza fine. Dopo qualche minuto il moro sbuffò:

- Insomma mi vuoi dire cosa succede? –

- Non lo sai? – sbottò Nils – Quei due, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto sembrava si fossero finalmente avvicinati – spiegò catturando l'attenzione dell'altro – Ed ora invece sono finiti su due strade completamente opposte, vanificando tutto il nostro lavoro! –

- Non ho capito un accidenti! – brontolò Gigi – Potresti essere più chiaro? – Nils strizzò gli occhi con aria minacciosa.

- Lene non ti ha detto niente? –

- Non parla più di tanto di certe cose, sembra che solo menzionarle la spaventi e si ritrae a riccio! – spiegò leggermente in ansia.

- Questo atteggiamento deve finire! – gridò perentorio

- Credi che sia facile? – ribatté irritato. Era difficile fargli perdere la pazienza, ma Nils non sapeva cosa la sua amica avesse passato, era stato un anno davvero difficile per lei. Doveva ricominciare, si, era d'accordo, ma capiva che ci volesse tempo per far abituare il suo corpo, la sua testa ed il suo cuore, alle vere emozioni che la vita ed un nuovo amore sanno regalare. Nils sembrò capire a cosa si riferisse e perse la frenesia iniziale. Si sedette nella sedia accanto al moro ed appoggiò un braccio sul tavolo.

- Beh sembrava ci stesse provando dato che sono stati insieme un po' di volte, sembra che quei due tra un insulto e l'altro si siano dati da fare – spiegò mesto mentre Gigi strabuzzava gli occhi impreparato.

- Per "dati da fare" intendi davvero...? –

- Si Gi, non hanno giocato a carte – replicò quello sarcastico – Non so i dettagli ma – tentennò – Ieri Harry è tornato a casa più cupo del solito. Era davvero triste – enfatizzò l'ultima parola – Non l'avevo mai visto così triste prima d'ora – continuò – E quando gli ho chiesto cosa fosse successo, lui mi ha solo fatto il suo nome – fece una pausa – Gli ho domandato se avesse tentato di essere chiaro su cosa volesse lui davvero e lui mi ha risposto solo: lei non vuole – si accorse solo allora che anche per lui quel racconto stava diventando davvero triste – Infine, dopo qualche momento di silenzio mi ha detto: lei lo ama ancora. E' stato terribile vederlo ridotto in quello stato, era inerme, arreso – sospirò il biondo. Gigi era rimasto colpito dal racconto, non solo per Harry, ma anche da quanto quella storia avesse coinvolto anche loro, che soffrivano insieme ai protagonisti. Alla fine avevano avuto ragione, quei due erano fatti l'uno per l'altra, si convinse, non sarebbe importato il tempo, ma prima o poi sarebbero stati felici anche loro.

- Ti devo ricordare che anche lui non le ha mai facilitato le cose – disse tentando di sdrammatizzare, ma Nils lo fulminò con uno sguardo poco eloquente.

- C'è di peggio – Gigi sbiancò, con quei due doveva aspettarsi di tutto.

- Si sono presi a mazzate! – esclamò quasi divertito, Nils lo fulminò ancora.

- Harry si è rimesso con Taylor, non hai letto i giornali? Ne parlano tutti! – brontolò

- Meno male che era rimasto inerme! – ironizzò Gigi – Mi sembra si sia consolato velocemente! – ma Nils lo ammonì ancora.

- Ma non lo capisci? Lo ha fatto per ripicca! –

- Dicono tutti così – accusò, ma prima che l'amico lo fulminasse con occhiate poco carine si premurò di precederlo - Un atteggiamento maturo comunque –

- Così si faranno solo del male! – protestò irritato – Sono due testoni! –

- Su questo non ci piove! – convenne Gigi sostenendo quest'ultima tesi. Testoni era un eufemismo se si trattava di quei due.











Quando Lene rincasò, stranamente fu accolta da una strana sensazione. Diede uno sguardo intorno a se e trovò la sua coppia preferita di amici in cucina intenti a confabulare sicuramente qualche piano diabolico.

- Ciao – salutò affettuosamente. Ma stranamente rimasero in silenzio entrambi a fissarla. La cosa la insospettì, che stessero parlando di lei?

- Hai letto i giornali? – Nils era stranamente sul piede di battaglia quel giorno. Sospettò che in qualche modo fosse a causa del porcospino e si sentì quasi sollevata nel sperare che davvero fosse per lui. Erano giorni, quasi due settimane che non aveva avuto sue notizie. Non aveva smesso di pensare alla loro ultima conversazione. Ancora una volta si era sentita intrappolata nell'infinita battaglia tra passato e futuro, in cui il presente sembrava essere solo un campo arido e privo di speranza.

- Al solito, perché? – alzò le spalle con finta noncuranza.

- Ne parlano tutti – sbuffò – Possibile che siate così disinformati?! –

- Ma di cosa? – replicò lei lasciando cadere la sua maschera d'indifferenza.

- Harry e Taylor – a quelle parole le sembrò di riuscire a soffocarsi con il suo stesso respiro. Aveva saputo, ma non ci aveva veramente creduto. Ora che Nils glielo aveva confermato era sprofondata nella verità che era maledettamente doloroso pensarlo felice con qualcuno che non fosse lei.

- Se sono felici buon per loro – mentì, ma non era una vera menzogna, era quasi vero. Si diede della stupida, era lei stessa che si era sottratta dall'opprimente desiderio di lasciare indietro il suo passato e le sue paure. Si era arresa, e la verità era che lui, il ragazzo apparentemente scorbutico e riccioluto, aveva reso le sue paure verso il futuro ancora più grandi. Quanto davvero poteva fidarsi di lui?

- E tu? – chiese Gigi parlando per la prima volta da quando era entrata. Ora era chiaro, stavano confabulando su di lei!

- Io non sono niente per lui, abbiamo solo fatto sesso – Gigi ascoltò per la prima volta da lei il riassunto minimo dei fatti. Sorrise per un momento sperando fosse un passo avanti.

- Non sai dire le bugie – le sussurrò dolcemente e lei s'irrigidì di colpo.

- È vero – ritentò sperando di essere più convincente. Sapeva che con Gigi sarebbe stato comunque inutile, la conosceva meglio di chiunque altro.

- Stai osando negare che eri anzi sei attratta da lui?! – fu Nils a parlare questa volta. Odiava essere attaccata da più fronti, quei due si erano coalizzati!

- No, infatti il sesso c'è stato -

- Intendo più di quello – rincarò il biondo e lei si costrinse al silenzio. Era una maledetta congiura!

- Ammettilo! Prima o poi doveva succedere – continuò l'amico moro e lei scattò come scottata.

- No! – ma anche Gigi sembrò perdere la sua calma, si avvicinò a lei e afferrò le braccia.

- Ficcati in quella testa che no stai tradendo nessuno se ammetti che Harry ti piace! -

- E va bene, mi piace, contento? – sbottò frustrata liberandosi dalla sua presa.

- Insomma – commentò Nils

- Cosa è cambiato ora che l'ho ammesso? – replicò lei ormai furente - Niente! -

- Beh se lui lo sapesse... -

- No! – urlò ancora verso il biondo. Era matto?! Sapere, chi? No! Ah, stava cominciando ad andare fuori di testa! - Lui mi detesta! -

- Non più, sei l'unica che non se n'è o ha fatto finta di non accorgersene – Nils tornò almeno apparentemente calmo. Eh si, erano proprio due testoni.

- Lui era innamorato di Taylor – dichiarò lei con convinzione.

- Magari credeva solo di esserlo -

- Ed io sono sempre bloccata! – guardò Gigi, sapeva che lui era l'unico che aveva vissuto abbastanza con lei il suo dolore per, almeno un minimo, capirla.

- E allora sbloccati! – tuonò Nils esausto, ma Gigi lo bloccò.

- Lene, devi ficcarti nella testa che sei viva! Che devi vivere! – tentò di porre maggiore enfasi su quel verbo che per lei doveva significare tutto - Che proprio lui potrebbe essere la persona giusta per farlo! -

- Non è così facile! – sentì gli occhi pizzicare, era stufa di sentirsi dire quello che doveva fare, perché nessuno cercava di capire come si sentisse invece di accusarla? - Non ci riesco! –

- Tesoro – Gigi s'intenerì – So che soffri, lo so! – le fece una carezza sul viso scacciando l'unica lacrima che era traboccata dai suoi occhi – Non credere che non capisca, perché lo so. Ma vedo che stai cominciando a cambiare, sei diversa almeno con lui, mi sembra che stia tornando felice – sorrise con dolcezza – Vorrei solo che non precludessi, per paura, la possibilità di esserlo di nuovo – lei sembrò riflettere finalmente cogliendo le sue parole – Non ti sto dicendo che devi dimenticarlo, farà sempre parte di te, ma devi convincerti che tu – l'accarezzò ancora strappandole un'altra lacrima – Tu, puoi far parte ancora della vita di qualcuno, e se lo vuoi, innamorarti ancora, se non è Harry, sarà un altro, ma non escludere l'amore dalla tua vita, non più! – seppe che le sue parole le fossero giunte forti e chiare quando la sentì tremare. Tremò forte, dentro e fuori come se un terremoto di magnitudo spropositata le stesse sconquassando le viscere. Si sentiva come se fosse arrivata ad un punto di svolta, il famoso bivio tra passato e presente si scontrava nella sua strada deciso a non lasciarla passare ambo i lati. Ci voleva coraggio per scegliere e sapeva che qualsiasi strada avesse deciso di percorrere, il cammino sarebbe stato tortuoso e ripido. Scegliere il passato significava rinunciare al futuro, e scegliere il presente avrebbe significato lasciar cadere il passato alle spalle con lui dentro, e solo il pensiero era devastante. Eppure, sentiva per la prima volta il desiderio di uscire dalla sua vaporosa nebbia, sentì il bisogno di fare un piccolo e fragile passo verso la vita. Scacciò l'ennesima lacrima e tentò di parlare senza balbettare.

- Mi piace, è vero – farfugliò a fatica. Lanciò uno sguardo a Nils, notandolo estremamente toccato da quella conversazione. Era sensibile, quasi commosso, doveva capirlo, era la prima volta che assisteva a quelle che lei chiamava "Sedute psicologiche del Dott. Gigi Murs" - Ma ora sta con Taylor ed io non sono nessuno per intromettermi – sussurrò - Lo faccio anche per lui -

- Si e chi sei la nuova martire? – rispose Nils senza sarcasmo - Non dire cavolate, tu lo stai facendo solo perché hai paura – lei sussultò e lui addolcì la sua voce - Paura di essere felice di nuovo -

- Pensi davvero che quel testone del tuo amico sia la mia felicità? Mi vuoi così male? – si sforzò di scherzare e lui sorrise.

- Si come tu lo sei per lui, non so per chi sia peggio in realtà! – si lanciò verso di lei a braccia aperte, e lei si rifugiò nel suo abbraccio con sollievo.

- Ma grazie eh! – protestò con poca serietà - Per me sicuramente -

- Se voi vi parlaste... - ritentò

- No, Nils, io non mi posso intromettere e non lo farò! – asserì risoluta. Non voleva, non aveva alcun diritto di mettersi in mezzo – Torno subito – disse poi correndo verso il cellulare che aveva cominciato a squillare insistentemente e non fece in tempo a sentire cosa l'amico le aveva risposto:

- Ma io si! -

Puedo ver el matiz, y el reflejo de mi de depresion, puedo ver el perfil del fantasma que hay en mi interior, puedo ver desde aqui mis recuerdos persiguiendote puedo ver el perfil de mi sombra sobre la pared y no he dejado de fumar y no puedo dormir y en medio de la soledad sigo pensando en ti y no me atrevo a comenzar por olvidarte al fin porque me asusta descifrar que habra detras de ti. Que hay detras de una lagrima, que hay detras de la fragilidad, que hay detras del ultimo adios, que hay detras cuando acaba el amor, que hay detras...






Nils era assolutamente determinato, in quel momento più che mai, a non abbandonare l'idea che quei due insieme fossero una coppia perfetta, nonostante entrambi sembrassero intenzionati a complicarsi la vita a vicenda ed anche ai suoi piani con i loro problemi e le loro insicurezze. Eppure era ancora fermamente convinto che, una volta superati i primi grossi ostacoli, niente avrebbe potuto dividerli, se avevano quasi convinto Lene, con Harry credeva sarebbe stato un gioco da ragazzi, sperò di non illudersi. Certo erano idee azzardate, ma valeva la pena tentare e come al solito toccava a lui fare il cupido. Fortunatamente viveva a stretto contatto con Harry da abbastanza tempo per poter affermare con sfrontata sicurezza di conoscere perfettamente il suo carattere, e con esso, tutte le possibili trappole per indirizzarlo su quella che credeva fosse la retta via per lui. Altrettanto fortunatamente, proprio in quel momento incrociò il ragazzo riccio nel salotto, mentre lui era intento a scendere le scale con il piccolo borsone da viaggio.

- Hey – salutò lui ed Harry rispose con un cenno del capo – Come va? –

- Alla grande – affermò con poca convinzione nella voce che fu immediatamente captata dall'amico come un segnale positivo – Perché? –

- Stai di nuovo con Taylor, dovresti saltare di gioia, invece non sembra ti abbia fatto bene –

- Sono contento invece – replicò stizzito. Detestava quando giudicavano la sua vita privata, ma con Nils era davvero difficile arrabbiarsi.

- Ne sei sicuro? –

- Di cosa? – cominciava a spazientirsi, anzi cominciava a preferirlo meno acuto e più distratto come qualche tempo fa.

- Sicuro che sia questo quello che vuoi? -

- Sei stato tu il primo a dirmi che da quando mi aveva lasciato non ero più lo stesso - sbuffò

- Ed ora pensi di aver ritrovato te stesso? Perché a me sembri ancora più intrattabile di prima -

- Grazie amico! – fece una pausa tentando di non ridere della sua goffaggine mentre trasportava a fatica il borsone verso la porta – Dove stai andando? –

- Un weekend di riposo, Gigi viene con me mentre Lene resta qui, giusto a titolo informativo – insinuò con fin troppo finta indifferenza.

- Certo – sghignazzò per niente convinto. Qualcosa però involontariamente tuonò nel suo cuore, che prese a battere ad un ritmo deciso e frenetico. Perché glielo stava dicendo? Non aveva battuto ciglio quando gli aveva raccontato di come lei lo avesse respinto. La speranza tremò tra i suoi muscoli come una forza che riportava alla vita il suo mai defunto desiderio, di conquistare anche solo un piccolo pezzetto del suo cuore.

- Dicevo in caso Taylor fosse impegnata stasera e tu non avessi niente da fare –

- Che spirito altruistico – esclamò sarcastico prima che l'amico sgattaiolasse fuori di casa, lasciandolo solo con tutti i suoi esistenziali dubbi mentre i suoi più certi desideri riemergevano costringendolo a sbattere la porta alla spalle e cominciare a percorre la via, che come ogni volta, l'aveva e l'avrebbe portato ancora da lei.

Quando aveva rivisto Taylor alla festa era venuto quasi naturale concludere la serata a letto, la verità era che per lui era stato un passatempo fantastico, il miglio modo per incanalare le sue energie. Certo non avrebbe mai pensato che la mattina dopo lei gli avrebbe proposto di riallacciare quel tipo di rapporto. All'inizio era rimasto in silenzio, imbambolato come un cretino, poi però aveva rigettato nel profondo di se l'idea di rifiutare ed invece aveva colto al balzo la possibilità di dimenticare quella psicopatica che ormai aveva stravolto la sua vita. Con Taylor era quasi sicuro di riuscirci, ma poi aveva riscoperto la verità che non era così facile convincersi a forza, e nonostante l'importanza che quella storia aveva avuto per lui, adesso che aveva scoperto cosa significasse sentirsi veramente vivi, sentire il tempo che ti scivola via dalle mani quando sei con lei, sentire che non ti basta mai, conservare ogni momento, ogni parola, ogni immagine nella testa con devota attenzione; non riusciva a non fare paragoni, non riusciva a non desiderare di poter rivivere ancora la molteplicità di imprevedibili istanti, che seppur spesso banali che fossero, per lui erano diventati speciali. Aveva tentato di dimenticare, ma tutto ciò che era riuscito a fare era stato rifugiarsi dietro un'apparenza di felicità, nella speranza che la psicopatica in questione capisse che entrambi erano stati legati da una catena infrangibile. Lui doveva persistere, e lei arrendersi.

Bussò alla porta con sicurezza, per niente pentito della sua decisione, e se possibile, ne fu ancora più convinto quando la vide comparire vestita con i soliti comodi indumenti e, cosa che non lo colse affatto impreparato ma catturò come sempre la sua attenzione, le sue inconfondibili e inabbandonabili pantofole di Cip e Ciop, che come sempre, gli strapparono un sorriso divertito mentre lei prendeva a fissarlo con strana insistenza. Sbatté nei suoi occhi con immenso sollievo. Lei, ancora lei, sempre lei che lo guardava con aria di sfida, sospettosa, cauta, attenta, lo studiava con malcelato interesse fino ad accendere in lui la solita inconfondibile fiamma di desiderio, quella che aveva cercato di sopprimere per troppo tempo.

They tell you a good girl is quiet and that you should never ask why, 'cause it only makes it harder to fit in. You should be happy, excited even if you're just invited 'cause the winners need someone to clap for them. It's so hard just waiting in a line that never moves, it's time you started making your own rules. You only get one life to work it so who cares if it's not perfect. Say it's close enough to perfect for me. Why should you hide from the thunder and the lightning that you're under 'cause there ain't nobody else you wanna be. If how your living isn't working there's one thing that will help. You gotta finally just stop searchin' to find yourself. You gotta scream until there's nothin' left with your last breath. You gotta scream until there's nothin' left with your last breath, say here I am, here I am, make 'em listen 'cause there's no way you'll be ignored not anymore so here I am, here I am, here I am, here I am.

- Cosa vuoi? – domandò accigliata appena se lo trovò davanti.
- Che accoglienza – replicò lui quasi divertito. Era sempre la solita scontrosa, ma ormai stava imparando cosa doveva fare per superare quel muro.

- Allora? -

- Ero solo passato a farti compagnia – scrollò le spalle e si appoggiò allo stipite della porta con un'aria spavalda che lei non poté fare a meno di trovare incredibilmente sexy.

- Non ne ho bisogno – ribatté acidamente

- Neanche se ti portassi a mangiare un gelato? – una scintilla che si accese nei suoi occhi gli fece capire che finalmente sembrava interessata alla cosa. Colpita, pensò.

- Perché lo stai facendo? – chiese improvvisamente. Harry sbuffò per il suo atteggiamento sempre sulla difensiva. Altro che arrendersi, non le sembrava vero di combattere con lui.

- Perché mi va! – rispose piccato

- Non per far ingelosire Taylor? – insinuò lei con un briciolo di arroganza.

- In questo momento è l'ultimo dei miei pensieri – ammise con onestà

- Ma che carino – era sarcastica.

- Allora? – incalzò infastidito - La mia offerta sta per scadere – sapeva che solo in quel modo avrebbe potuto ottenere risposta. Lei lo studiò ancora per un momento. Si era sentita estremamente vulnerabile quando l'aveva visto comparire dietro la porta di casa, senza preavviso. Era stata travolta da un moto improvviso di euforia che dovette costringersi a rimanere rigida e austera per evitare che trapelasse da ogni suo gesto. Era felice di rivederlo e per la prima volta non ebbe fatica a confessarlo almeno a se stessa, così sospirò.

- Crumbs –

- Che? – lui la guardò interrogativo

- Potresti portarmi da Crumbs – propose mentre il volto del ragazzo finalmente poteva vantare un sorriso sincero al quale lei non seppe rispondere se non con un altro altrettanto sincero. Si erano mancati, lo sapevano entrambi, come sapevano che non l'avrebbero mai confessato.







- Cosa vi porto? – chiese gentilmente la cameriera

- Due cupcakes al cioccolato per favore – rispose lei sicura prima che lui potesse anche solo pensare. Le lanciò un'occhiata confusa.

- Uno – precisò poi prima che la cameriera se ne andasse – Io non lo voglio – si giustificò sotto uno sguardo intimidatorio della ragazza.

- Non gli dia retta, lo vuole, fa solo finta –

- Ma... - provò a dire prima che un calcio ben assestato non gli arrivò sullo stinco, mentre il soggetto in questione guardava la cameriera allontanarsi con volto angelico. Arpia! – Io non lo volevo! – protestò mentre ancora si massaggiava la gamba.

- Era per me infatti, ti costa tanto reggermi il gioco? – replicò offesa

- Ma non ti basta il tuo? – spalancò gli occhi. Non si sarebbe mai abituato al suo molteplice numero di stomaci.

- No, ho bisogno di zuccheri in questo periodo – ammise senza pensare

- Allora dovevi prenderlo alla vaniglia, non al cioccolato! –

- Nauseante! Il cioccolato affonda ogni dispiacere – si accorse di ciò che aveva detto solo dopo che la voce era già giunta anche alle orecchie del porcospino.

- Sei dispiaciuta per qualcosa? – infatti lui captò immediatamente

- No, era per dire – si affrettò a rispondere, ma lui aveva imparato ormai che quando dribblava le domande significava che non voleva rispondere, sapeva anche che a suo modo l'avrebbe scoperto. Quindi decise di concederle un vantaggio.

I cupcakes arrivarono più velocemente del previsto, il rosso della fragola poggiata sopra dominava la cascata di cioccolato. Harry sghignazzò giurando di vedere i suoi occhi trasformarsi in cuori mentre guardava estasiata quel dolce. Effettivamente era invitante, ed era davvero buono constatò dopo averne inforchettato un pezzo e gustato con piacere.

- Che stai facendo? – la sua voce, più stridula del previsto, gli giunse alle orecchie come un fastidioso rumore di trapano che interrompe il sonno una domenica mattina.

- Me l'hai fatto ordinare! – borbottò seccato non capendo che problema avesse.

- Ma era per me! Tu non lo volevi! – sbuffò come una bambina a cui avevano tolto un giocattolo.

- Ci ho ripensato – rispose divertito

- Scusi, potrebbe portarne un altro per favore? – esclamò decisa, bloccando la prima cameriera che le era malauguratamente passata vicino - Grazie! –

- Ma sei insaziabile! –

- Pensa per te! Hai finito prima di me! –

- Devo ammettere che era molto buono, sei un'esperta per quanto riguarda posti dove mangiare –

- Ne avevi dubbi? – sorrise, ma niente a paragone delle faccia estasiata che fece quando arrivò il secondo cupcake. Spalancò gli occhi per lo stupore quando lo vide inforchettare anche quel dolcetto – Ma insomma! – protestò quasi come se fosse un oltraggio.

- Dovresti ringraziarmi di prodigarmi al fine di evitare di farti diventare una balena! – ribatté estremamente divertito.

- Non vorrai mangiarti anche questo spero! – avvertì alcunché di minaccioso nel tono usato. Era la solita, pensò ridendo.

- Facciamo metà per uno! -

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