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So many things to do and say but I can't seem to find my way but I wanna know how, I know I'm meant for something else But first I gotta find myself but I don't know how, why do I reach for the stars, when I don't have wings to carry me that far? Sometimes I don't wanna feel and forget the pain is real, put my head In the clouds, start to run and then I fall, thinkin' I can't get it all without my feet on the ground. There's always a seed before there's a rose, the more that it rains, the more I will grow. Whatever comes I know how to take it, learn to be strong. The wind can come and do it's best, blow me North and South, East and West but I'll still be standing, I'll be standing. I gotta have roots before branches to know who I am before I know who I wanna be and faith to take chances, to live like I see a place in this world for me.
Runcorn le ricordava la tela di un pittore. Surreale sembrava quella leggera nebbia che impregnata del profumo intenso del mare rivestiva i tetti delle tipiche abitazioni inglesi. Quel giorno il cielo appariva come una macchia corposa e plumbea. Avrebbe dovuto abituarsi a quel clima, a quei colori, a quell' ambiente grigiastro da sembrare quasi tetro. Aveva scelto lei quella città e sebbene il dolore dei ricordi bussasse incessantemente alle porte del suo cuore, sapeva che si trovava esattamente dove doveva essere.
Dicono che quando muore qualcuno a cui si voleva bene nasca una stella in più nell'universo e che quando la trova, si avrà ritrovato anche la propria strada.
Sorrise, ammirando come il candore pallido della loro casa illuminasse il tetro imbrunire della sera. Un piccolo patio portava ad una classica villetta inglese di due piani. Il candore dell'esterno si scontrava con il calore legnoso dell'arredamento, donando alla casa una tonalità sorprendentemente calda ed accogliente. Sospirò quando il tepore incontrò le sue guance. Era perfetta.
Si erano trasferiti li con Gigi e Noemi, riuscendo a convogliare i loro obbiettivi in una sola città. Noemi aveva abbandonato l'idea del corso di scrittura creativa per trovarsi un lavoro soddisfacente, mentre lei fortunatamente poteva continuare ad applicarsi nel suo mestiere anche da li. Avrebbe cercato di partecipare saltuariamente al corso ove la sua occupazione di graphic web desiner glielo avesse permesso. La nota positiva di quel mestiere? Poteva lavorare da casa, sul letto o davanti ad un gelato gigante. La cosa che più le piaceva di essere una free lance era che nel frattempo poteva occuparsi di tante altre cose, allargando le sue competenze di anno in anno. Anche la sua amica era stata della stesse idea fin quando nell'arco delle sue competenze non aveva deciso di estendere anche quelle di un certo ragazzo moro, che, a sua parere, avrebbe portato solo guai. Infatti quest'ultima non aveva perso tempo e aveva organizzato subito un incontro con il suo "amico" Chris. Sapeva già che non l'avrebbero vista molto in casa...loro.
Approfittando della sua assenza si sentì libera di appropriarsi della stanza che più le piaceva, erano tutte ampie e spaziose, perciò alla fine scelse quella con l'armadio più grande. Finalmente addio problemi di spazio!
- Con chi parli? - la curiosità era una pessima condottiera alcune volte, ma non era quello il caso. Era passata in cucina e aveva trovato Gigi con il telefono in mano preso da una lunga conversazione. Lunghissima dato che era in quella posizione da almeno un'ora. Era un diritto sapere cosa stesse combinando!
- Nessuno! - urlò sorridente.
- Spara o ti faccio il solletico! - minacciò divertita. Gigi adorava tenerla sulle spine a corrodersi di curiosità. Come se volesse davvero tenerlo nascosto!
- Mi ha scritto Nils - esclamò trepidante. Non ci era voluto molto per convincerlo e stranamente non ne fu per niente sorpresa.
- Lo sapevo! –
- Forse andiamo a fare un giro della città più tardi - concluse prima di puntare di nuovo gli occhi verso le schermo del telefono, segno che da quel momento avrebbe perso completamente la sua attenzione. Era felice per lui, seppur non parlandone mai era convinta che stesse aspettando messaggio dal ragazzo biondo e l'alchimia tra di loro era evidente!
- Ti piace - era un'affermazione non una domanda, alla quale comunque lui non avrebbe risposto se non con un sorriso sornione che a lei bastò - Allora io esco, ci vediamo per cena? – si stava già avviando alla porta quando la voce dell'amico bloccò i suoi passi.
- Si, se dovessi uscire anche io ti scrivo un messaggio così ci incontriamo da qualche parte, va bene? – chiese dolcemente, e lei quasi sovra pensiero annuì.
Il cielo appariva ovattato da una leggera e fumante nebbiolina. Sembrava lo sfondo di un film di Hitchcock, quei film non le erano mai piaciuti. L'aria era pesante sulle teste delle persone, presagio di possibili tempeste in arrivo. Odiava quel clima, ma era l'Inghilterra, la terra dove giaceva sepolto il suo cuore sotto coltri di legno e terra umida.
Non sapeva quanto avrebbe dovuto camminare, ma di prendere autobus non ci avrebbe mai neanche pensato. Principalmente odiava i mezzi pubblici, in secondo luogo e non meno importante, si sarebbe sicuramente persa, e per finire non era dell'umore adatto per stare a contatto con le persone vive, vegete e parlanti. I chilometri si fecero meno numerosi di quanto temuto, tanto che arrivò velocemente, forse anche troppo a destinazione. Non era preparata, no affatto. Inspirò profondamente cercando da qualche parte la forza che le serviva per percorrere gli ultimi, decisivi passi che la dividevano da lui. Inspirò il vento freddo dell'autunno inglese, sperando placasse l'incessante, agitato battere del suo cuore in tumulto. Il cimitero del paese era più grande di quello che avrebbe mai potuto immaginare, era prato e vialetti stretti di bianca ghiaia. Nessuno a cui chiedere indicazioni, non si sarebbe aspettata la piantina come nei centri commerciali, ma come trovarlo? Spinta da un moto di coraggio entrò a passi veloci, ancora senza sapere che strada intraprendere, lo scricchiolare della ghiaia sotto le sue scarpe era l'unico rumore che testimoniasse la sua presenza, quasi rassicurante considerando che in quel momento si sentiva uno spettro, il fantasma di se stessa, il fantasma dei ricordi che ululava triste e spaventato. Si guardò intorno impaurita, come se stesse cercando e al contempo scappando dalla stessa cosa. I suoi occhi correvano veloci da una parte all'altra, seguendo il percorso che le sue gambe dettavano, incontrando nomi e volti di persone che non avrebbe mai conosciuto se non in quel triste ed avvilente modo. Non avrebbe mai conosciuto la loro storia o la loro sofferenza, solo l'amarezza devastante della loro fine. Distratta da tutti quei nomi quasi non si accorse di essere finalmente inciampata su ciò che stava cercando. Una lapide fresca, nuova, lucida, sulla quale un altro nome e un'altra foto facevano compagnia alle altre vicine, vecchie e logore.
I wanted you to know that I love the way you laugh, I wanna hold you high and steal your pain away, I keep your photograph and I know it serves me well, I wanna hold you high and steal your pain. 'Cause I'm broken when I'm lonesome and I don't feel right when you're gone away. You've gone away, you don't feel me here anymore. The worst is over now and we can breathe again, I wanna hold you high, you steal my pain away, there's so much left to learn, and no one left to fight.
E fu così che pensò che il suo cuore potesse morire di nuovo. Era passato un anno, un lento e devastante anno durante il quale non aveva voluto né vedere, né sentire, cullata da un dolore che sperava non esistesse, assuefatta dalla paura di uscire da quella bolla e scontrarsi con una realtà ancora più opprimente e terrificante. Una realtà in cui lui non sarebbe più stato con lei. Quando le ginocchia incontrarono il freddo marmo si sentì quasi sollevata. Era terribile guardarlo sorridere in quella foto senza poterlo toccare, senza poter veramente vedere i suoi occhi, perché la sua anima non c'era. Si avvicinò ancora, sfiorando il vetro della foto con la delicatezza di un bambino, in un gesto commovente quanto disperato. Fu solo in quel momento che si accorse delle lacrime, solo quando il sapore salato si mischiò alla sua saliva. Piegò la testa in avanti, nascondendo a se stessa quel pianto, nascondendo il suo più segreto e profondo dolore che incessante le martellava il cuore fino a farlo sanguinare. Non parlò, non pensò, non ricordò, si limitò ad accoccolarsi meglio su quella lapide, scostando leggermente il vaso di fiori freschi e pianse ancora finché la luce del sole non si addormentò.
Io come un albero nudo senza te, senza foglie né radici ormai, abbandonata così, per rinascere mi servi qui. E mi manchi amore mio, e in assenza di te io ti vorrei per dirti che tu mi manchi amore mio, il dolore è freddo come un lungo addio e l'assenza di te è un vuoto dentro me. Se chiudo gli occhi sei qui che mi abbracci di nuovo, e vedo noi legati per non slegarci mai, in ogni lacrima tu sarai per non dimenticarti mai. E mi manchi amore mio, così tanto che ogni giorno muoio anch'io.
Il suono di un messaggio la riportò in caduta libera alla realtà. Spalancò gli occhi di colpo, come se fosse caduta dal letto dopo un brutto sogno. Gigi le dava un indirizzo dove recarsi, dicendo che lo avrebbe trovato li.
Fortunatamente la camminata era stata abbastanza lunga per trovare il tempo di ricomporsi, di spedire i suoi tormenti nell'angolo più nascosto del suo animo e recuperare la forza di vestire uno dei soliti finti sorrisi. Le piaceva camminare, al freddo, al caldo non importava, era rigenerante, riusciva sempre a tornare se stessa o almeno, lo sfocato riflesso di quello che era stata.
Let us be grateful to the mirror for revealing to us our appearance only.
Quando giunse alla meta si concesse una lunga inspirata, era inaspettatamente provata dall'eccessivamente lunga passeggiata, suonò con sollievo il campanello di quella villetta molto simile per stile alla loro, sebbene anche decisamente più grande. Spalancò gli occhi impreparata alla sorpresa che trovò dietro la grande porta di legno. Non poteva essere possibile!
Il viso del ragazzo assunse un cipiglio di confusione e stupore. Non era felice di vederla, decisamente, ma mai quanto lei. Mancava giusto lui all'appello, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto incontrarlo per forza di eventi, ma non credeva così presto! Erano arrivati da appena due giorni! Sbatté le palpebre tentando di riprendersi e non mostrare il suo sconcertato stupore. Fortunatamente in quel momento non avrebbe badato alla sua bellezza tanto da distrarsi e mentre gli occhi di lui erano ancora spalancati per lo shock, i suoi riacquistarono presto tutta la freddezza di cui aveva bisogno per affrontare al meglio quel pallone gonfiato, superarlo e riprendersi quel citrullo del suo migliore amico, tutto nel minor tempo possibile. Restò in silenzio sulla porta tentando di riprendersi e non mostrare il suo sconcertato stupore e quando notò che lui stava per aprire la bocca si premunì di precederlo.
- Si, anche a me dispiace vederti - assunse un cipiglio severo mentre lui la osservava ancora immobile e attonito, continuando comunque a guardarla dall'alto della sua supponenza - Diresti tu al mio amico di scendere o posso entrare e dirglielo io stessa? –
- Prego – dopo qualche secondo di evidente shock finalmente si scostò dalla porta senza degnarla di uno sguardo.
- Grazie -
- Non fare come se fossi a casa tua – proruppe con beffarda indignazione. Lene non se ne stupì.
- Quale gentilezza, non sia mai – lo liquidò con indifferenza - Gigi! - urlò poi spazientita con una nota di comando. Harry scattò per la sorpresa.
- Ma cosa urli?! – esclamò
- Deve capire che deve muoversi - replicò lei con la solita aria severa e imperturbabile. Stava per rispondere in maniera sicuramente poco cordiale ma dovette ingoiare il suo amaro pungente sarcasmo una volta voltatosi in direzione delle scale.
- Direi che é stato efficace - constatò vedendolo scendere velocemente le scale tanto da rischiare di saltare involontariamente qualche scalino. Tornò a guardare lei, era più sicura dell'ultima volta che l'aveva vista, determinata come sempre, ma c'era qualcosa che la rendeva distante e particolarmente fredda quel giorno, tanto da innervosirlo incredibilmente. Credeva davvero di essere infinitamente migliore degli altri tanto da essere così costantemente distante dal mondo che la circondava? Patetica.
- Come sempre – il suo sorriso di trionfo era decisamente soddisfatto.
Would you dance, if I asked you to dance? Would you run and never look back? Would you cry, if you saw me crying? And would you save my soul, tonight? Would you tremble if I touched your lips? Would you laugh? Oh please tell me this. Now would you die for the one you loved? Hold me in your arms, tonight. I can be your hero, baby. I can kiss away the pain. I will stand by you forever. You can take my breath away.
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