1.3

Un rumore sordo, tanto forte da sovrastare la musica, giunse alle loro orecchie, ponendo fine alla magia che quel momento aveva regalato. Harry vide la ragazza scattare verso la fonte di quei  rumori. Si trattava senz'altro una lite in corso e senza un motivo preciso si ritrovò a seguirla. Curiosità, si disse. Il ragazzo panzone stava screziando malamente con uno che, purtroppo per loro, era il doppio di lui. Ciò che lo colse di sorpresa fu vedere il ciclone che poco prima era intento nella danza, lanciarsi, se possibile, con maggiore foga in mezzo a quei due energumeni, per poi cominciare ad insultare quello che aveva infastidito il suo amico. Decretò che quella ragazza non aveva tutte le ruote al posto giusto.

- La situazione si sta mettendo male – lo avvertì Nils, mentre anche gli altri si avvicinarono a lui, scrutando attentamente la faccenda.

- Chiama la polizia, ora – gli ordinò prima di spostarsi verso il centro della discussione. Fece cenno al ciccione di scansarsi così da potersi posizionare proprio dietro di lei, che nel frattempo lanciava una serie di insulti di strano tipo all'omone. Quello non sembrava minimamente interessato ad ascoltarla, ma lei continuava con una serie di fantasiosi epiteti che vagamente somigliavano ad insulti. La faccia dell'uomo restava inespressiva, come se non la stesse minimamente ascoltando, anzi la guardava solo come un piccolo ostacolo che tentava di intralciare il suo cammino. Capì che la situazione si stava complicando quando vide quello prenderla per un braccio e cercare di spostarla con forza mentre lei cercava precariamente di opporsi. Si aspettava di dover intervenire, ma ciò che non poteva prevedere era che la ragazzina desse un pestone con tutta la forza che possedesse alla montagna per poi sentirla pronunciare una delle solite frasi ad effetto.

- Le persone come te sono un insulto alla razza umana, neanche i gamberetti hanno un cervello così ridotto! – fortunatamente la sicurezza stava accorrendo in loro aiuto, ma proprio in quel momento l'energumeno decise di rispondere al fuoco, nonostante ad un uomo, degno di tale appellativo, fosse estremamente vietato anche solo pensare di toccare una donna, alzando un pugno al cielo. La sorpresa fu immediatamente stroncata dalla voglia matta di prenderlo a pugni. Lene sapeva che quando partiva alla carica smetteva di ragionare come una persona saggia e liberava lo scaricatore di porto che era in lei. Certo non si sarebbe aspettata che quel fico d'india avrebbe cerato di spostarla con la forza, così aveva agito ancora senza pensare rifilandogli uno di quei pestoni che il suo piede avrebbe ricordato per un po'. Ghignò soddisfatta, non si era accorta che il cavernicolo aveva alzato il braccio pronto per darle un ceffone. La mano aperta era talmente grande che le avrebbe preso tutta la faccia se all' ultimo istante non avesse racimolato i suoi riflessi abbassandosi di colpo evitando l'impatto. che prontamente lei scansò abbassandosi. Peccato che non si fosse minimamente accorta di avere qualcuno proprio dietro di lei che prese in pieno quel pugno nell'occhio destro, facendolo volare per terra. Raggelò quando riconobbe qualcuno di conosciuto. Ops. Prima che tutti gli amici del riccio potessero saltare addosso a quella sottospecie di melanzana, i buttafuori si sbarazzarono velocemente dell'omone e dei suoi compari.

- Harry stai bene? – chiese prontamente Chris, mentre quello rispondeva con un grugnito massaggiandosi la parte dolorante.

- Secondo me è meglio andarcene ora, quelli potrebbero aspettarci fuori –  Noemi cominciava ad essere spaventata, Lene notò solo allora che del loro originario gruppo erano rimasti proprio gli ultimi superstiti, solo lei, Noemi e Gigi.

- Forse è meglio andare tutti nella nostra suit, chiamo l'autista – propose Nils. Lene lo ringraziò con un cenno del capo, prima di trovare il coraggio di voltarsi verso Harry che nel frattempo non aveva smesso di lanciarle occhiate omicide da un occhio che era, ahimè sempre più livido.

Quella suite sembrava più un appartamento, era enorme: cinque stanze diverse e cinque bagni, più il soggiorno, più grande di casa sua! Durante il tragitto nessuno le aveva rivolto parola eccetto Victor, che sembrava l'unico ancora divertito. Era stato carino con lei, evitando di incolparla, anche se un po' di colpa doveva prendersela, non si sarebbe dovuto immischiare. Restò con lei nel salotto mentre Harry era sparito velocemente in quella che doveva essere la sua camera senza degnarli di uno sguardo e gli altri erano partiti alla ricerca di ciò che le occorreva per sistemare quell'occhio.

- Mi dispiace vi sia toccato fare a botte per noi – sospirò imbarazzata dopo aver trovato di nuovo la parola, sedendosi sull'ampio divano color meringa.

- Ah lascia stare - disse lui sedendosi con lei, forse anche troppo vicino, per poi fissarla con strano e malcelato interesse negli occhi. Avrebbe dovuto sentirsi lusingata, invece il brivido che le percorse la schiena fu tutt'altro che piacevole.

- Per fortuna non vi siete fatti nulla – commentò tentando goffamente di mettere maggiore distanza tra loro.

- Eccetto l'occhio nero di Harry – sghignazzò lui

- Già! Ora mi odierà ancora di più - trattenne il tono amaro nella faringe, decisa a non esternarlo. Non era tenuta a domandarsi il perché, ma infondo le dispiaceva pensare che l'avrebbe ricordata solo come un'attira guai.

- Ma non ti odia, è solo nervoso, lui in realtà è il più divertente di tutti - si voltò verso il ragazzo sorpresa - Non sta mai fermo, è uno spasso -

- Stiamo parlando della stessa persona? - scherzò sentendosi leggermente meno tesa - Ho dovuto trascinarlo per ballare – raccontò sentendosi leggermente meno tesa.

- Dico davvero -

- Anche io! – Victor rise di gusto, per poi annullare nuovamente la distanza tra loro. Lene ricominciò ad agitarsi.

- Sei simpatica -

- Grazie – farfugliò distrattamente, sentendosi vagamente offesa del tono stupito che aveva.

- Al locale non mi ero accorto di quanto fossi carina - sussurrò avvicinandosi ancora a lei, che senza pensarci due volte si scansò rapidamente, quasi come non sopportasse quella vicinanza.

- No, mi dispiace - così dicendo lasciò velocemente la stanza, mentre un ragazzo stringeva i pugni fino a far diventare bianche le nocche e non si trattava di quello appena scaricato.

Lene si era rifugiata in cucina, uno dei posti in cui riusciva a sentirsi maggiormente a suo agio. Si, quella suite aveva anche una zona cucina! Il suo viso si illuminò vedendo entrare un ragazzo biondo con in mano ciò che lei aveva richiesto.

- Dove l'hai trovata? – chiese curiosa.

- Con il mio fascino posso ottenere tutto – ammiccò lui facendola ridere.

- Si come no! Sai dov'è il tuo amico gamba di legno? Prima gliela porto meglio è -

- Credevo avesse solo un occhio nero! - ironizzò Nils

- Si ma era più carino gamba di legno! Con questa domani, sarà come nuovo – spiegò soddisfatta, agitando in aria la fantomatica cura, sperando tra sè e sè che bastasse per farsi perdonare da quel porcospino.

- L'ho visto in camera di Victor - indicò la direzione con un cenno del capo e lei quasi sbuffò.

- Bene - pensò ad alta voce senza mascherare il poco entusiasmo.


Harry era arrabbiato, no, mai stato così furioso. Era finito in mezzo  a quella maledetta rissa e rimediato anche un occhio nero per cosa? Per  il suo istinto di protezione verso una ragazzina psicopatica con smanie  di protagonismo ed i suoi amici! Per di più ora non credeva affatto che  lei non sapesse chi fossero. Prima civettava con Nils, poi quasi  baciava Victor cercando di attirarlo con la tattica del tira e molla, ed  infine ma non per ultimo, aveva cercato di sedurre lui ballando mentre  si strusciava sensualmente su di lui tanto da fargli nascere strane  voglie. Quella ragazza non lo convinceva per niente, prima si sarebbero  liberati di lei meglio sarebbe stato per tutti. E dire che era quasi  arrivato a pensare che infondo fossero simili, invece lei era come tutti  gli altri, una scalatrice sociale, un'opportunista, la solita  delusione. Non si sarebbe dovuto stupire o benché meno amareggiarsi, era  la vita delle celebrità e se quello era il prezzo da pagare, l'avrebbe  pagato, ma schiacciando chiunque avesse anche solo provato ad usarlo o   prenderlo in giro.

- Ho provato a baciarla ma mi ha respinto, non  capisco perché – Victor non sembrava esserne realmente dispiaciuto, era  solamente il suo orgoglio ad essere stato leso.

- È solo una  troietta, non la vedi? – spiegò lui con fare annoiato, come se fosse  stato palesemente ovvio - Fa la gatta morta con tutti e si da  un'infinità di arie – commenti aspri uscirono dalla sua bocca con amara  facilità, non capiva perché quella sensazione di delusione si stesse  facendo largo nelle sue ossa, ormai doveva essersi abituato.

- Però poi non la da! -

-  Quelle sono le peggiori – sghignazzò seppur privo di divertimento -  Magari se ci riprovi ci sta! Gioca alla puritana per farti cadere nella  sua rete. Anche se non ne vale la pena, è logorroica e neanche troppo  carina, noi siamo abituati ad altro – commentò posando una mano sulla  spalla dell'amico - La cosa che mi manda in bestia è che per colpa sua e  dei suoi amichetti ci siamo andati di mezzo noi! – la sua voce  s'irrigidì alimentata dalla rabbia che tornava ad avvelenargli il  sangue.

- Tu più che noi, guardati la faccia - affermò Victor  ridendo mentre lui gli lanciava uno sguardo intimidatorio che costrinse  l'amico ad alzare le mani in segno di resa.

Raelene pensò che  aveva ascoltato abbastanza. Non sapeva il motivo, ma stranamente quelle  cattiverie gratuite le avevano provocato una morsa allo stomaco, oltre  che una cieca rabbia, se non l'avesse gia avuto nero, glielo avrebbe  tirato lei un pugno in un occhio! Di solito i ragazzi avevano una  pessima considerazione delle ragazze quando andavano con tanti uomini,  ma lei l'aveva rifiutato! Certo era che il mondo aveva davvero  cominciato a girare al contrario. Prima di entrare si scrollò la  tensione di dosso, riassumendo la sua classica, quanto falsa maschera  d'impassibilità, talmente labile da non i bastarle per contenere gli  impulsi dettati dal suo carattere focoso e combattivo. Non faceva  piacere ricevere quel tipo di insulti, ma a lei non doveva interessare.

Wake  up to a sunny day, not a cloud up in the sky and then it starts to  rain, my defences hit the ground and they shatter all around so open and  exposed but I found strength in the struggle, face to face with my  troubles. Little girl don't be so blue, I know what you're going through  don't let it beat you up, hittin' walls and gettin' scars only makes  you who you are. No matter how much your heart is aching, there is  beauty in the breaking. When you're broken in a million little pieces  and your tryin' but you can't hold on any more, every tear falls down  for a reason, don't you stop believin' in your self. When you're broken. 

Bussò cautamente prima di far capolino dalla porta e parlare.

-  Scusate, cercavo Harry, ho la cura per l'occhio, così domani sarà come  nuovo – annunciò posizionandosi davanti a lui con forse esagerata  indifferenza. La voce era venuta fuori come robotica! Accidenti, doveva  sembrare minacciosa, non la voce registrata che si ascoltava facendo le  ricariche telefoniche!

- Ti lascio in dolce compagnia amico -  disse sarcastico Victor allontanandosi senza neanche guardarla. Bene,  eccone un altro, ma che problemi avevano con lei? A parte la rissa  naturalmente, e l'orgoglio maschile che non accettava i rifiuti.

Harry era ancora seduto sul letto ignorando visibilmente la sua presenza.

-  Dovresti alzare il viso - ordinò glaciale, evitando accuratamente i  suoi occhi, ma lui scattò fulminandola con un'occhiata intimidatoria e  molto, molto arrabbiata.

- Oh e che miracolo pensi di... - non  finì la frase perché una fettina di carne cruda gli volò in faccia con  poca grazia, comprendo l'occhio nero e l'intero lato destro della faccia  fino alla bocca. - Ma che accidenti fai?! - urlò scattando in piedi.  Era ufficiale, quella ragazza aveva seri problemi mentali, carne cruda.  Sul serio?!

- Vuoi stare attento? – sobbalzò dicendo addio troppo  presto alla sua impassibilità forzata - Devi tenerla sull'occhio per un  po' se vuoi che faccia effetto -

- Questo sarebbe il grande  rimedio? Carne cruda? - affermò sarcastico tornando a sedersi  pesantemente sul letto, mantenendo la fettina sull'occhio dolorante.

-  I vecchi rimedi sono sempre i migliori – sagge parole che però morirono  nel silenzio, il ragazzo non accennò minimamente né ad averla ascoltata  né tanto meno sembrava intenzionato a rispondere. Dopo qualche minuto  di silenzio imbarazzante, Raelene si morse la lingua per costringersi a  parlare civilmente. Doveva delle scuse e non si sarebbe tirata indietro.  Harry si ostinava a non volerla neanche guardare, quella guerra fredda  doveva finire.

- Mi dispiace per l'occhio nero – cominciò  ostentando una sicurezza che in realtà non le apparteneva. Evitò di  misurare il tasso del suo nervosismo.

- Non me ne faccio niente  delle tue scuse – il suo tono era stato glaciale, da chi non ammette  repliche. Ecco la risposta alla sua domanda, come non detto.

- Era solo per farti sapere che mi dispiace -

-  Ora lo so – i muscoli delle braccia scoperte e del collo si tesero,  sembrava quasi si stesse trattenendo dall'assecondare l'irrefrenabile  voglia di buttarla fuori di peso dalla stanza. Ok, era troppo, quel  brutto pallone gonfiato chi si credeva di essere, la santa inquisizione?

-  Anzi sai, non mi dispiace affatto! Sei solo un ragazzino che giudica  tutti senza neanche preoccuparsi delle cattiverie che spara  gratuitamente! – sbottò senza preoccuparsi di alzare la voce. Harry  finalmente le rivolse uno sguardo di fuoco, ma era tutto fuorché  passionale.

- Senti da che pulpito! – scattò in piedi  avvicinandosi a lei con passi cadenzati, cosa credeva di riuscire a  spaventarla? ....Aiuto!

I was blown away. What could I say? It all  seemed to make sense. You've taken away everything, and I can't deal  with that. I try to see the good in life, but good things in life are  hard to find. We'll blow it away, blow it away. Can we make this  something good? Well, I'll try to do it right this time around. Taken  all I could take, and I cannot wait. We're wasting too much time, Being  strong, holding on. Can't let it bring us down. My life with you means  everything, so I won't give up that easily. Can we make this something  good? 'Cause it's all misunderstood. Let's start over. I'll try to do it  right this time around. It's not over. 'Cause a part of me is dead and  in the ground. This love is killing me, but you're the only one. It's  not over.

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