Parte 1

Endeavor era seduto nel suo studio e leggeva attentamente i rapporti riguardanti una misteriosa quanto cruenta serie di vittime, quando un insistente bussare accompagnato dall'acuta voce di Himiko Toga lo interruppe: "Aiuto! Emergenza!"

L'eroe aprì rassegnato la porta. Durante i primi giorni aveva ignorato la biondina, ma non si era rivelata una soluzione efficace, poiché lei continuava a fare rumore finché non otteneva le attenzioni desiderate. Endeavor sapeva che occuparsi della riabilitazione di una villain non sarebbe stato semplice, però non avrebbe mai immaginato di arrivare vicino al limite di sopportazione dopo appena una settimana di convivenza. Si era pentito almeno una decina di volte per essersi offerto come giudice.

Ora che la sua famiglia non abitava più assieme a lui, Enji aveva deciso di ospitare la giovane criminale per controllarla e constatare se faceva progressi nel programma di redenzione al quale era stata iscritta. La Commissione era stata più che felice di assegnare Toga al giudizio del numero uno e nemmeno la ragazzina aveva avuto da ridire. Sembrava essersi risolto tutto per il meglio: a lui non sarebbe più pesato il vuoto della casa e i cittadini non avrebbero più avuto nulla da temere... peccato che la biondina fosse più vivace e temeraria di quanto Enji si fosse aspettato.

"Cosa c'è?" domandò infastidito l'eroe.

Toga in precedenza l'aveva disturbato per sciocchezze, ad esempio per avvisarlo che erano finiti i suoi biscotti preferiti, mentre per questioni in cui era necessario consultarlo, tipo per chiedergli il permesso di riverniciare la camera assegnatale, faceva di testa propria. Era addirittura uscita a fare la spesa senza avvertire e naturalmente si era beccata una lunga ramanzina al ritorno. Riguardo le uscite della villain Endeavor non era troppo preoccupato, in quanto le era stato installato un bracciale con GPS incorporato, per localizzarla in caso di tentata fuga. Toga era stata riluttante all'inizio, ma quando il bracciale da lei considerato brutto era stato sostituito con un modello rosa aveva acconsentito a indossarlo.

"Un ragno! Brucialo!" strillò Himiko, indicando l'odiato aracnide.

"Tante urla per un ragnetto?"

"Brucialo!"

Enji prese un barattolo, catturò il ragno e si recò in giardino. La biondina lo seguì a distanza di sicurezza.

"E se torna?"

"Lo ricatturo."

"E se fa migliaia di uova?"

"Magari te ne sari già andata per allora."

Endeavor si chiuse nello studio ignorando ulteriori proteste. Himiko fissò imbronciata la porta, fece spallucce ed entrò senza chiedere il permesso. Il volto dell'eroe si infiammò alla vista del sorriso impertinente della villain.

"Che altro vuoi?"

"Mi annoio. Posso invitare Fuyu-nee?"

"Fuyu... nee?" ripeté Enji, sorpreso.

"Sì! Ha detto che ha sempre desiderato una sorella, quindi mi ha adottata! Mi ha anche regalato i suoi vecchi peluche!" raccontò entusiasta Himiko, gesticolando la sua contentezza.

"Non sapevo foste già tanto unite. Vi siete viste una sola volta."

"Sì, ma le ho scritto su ogni social su cui ha un profilo e abbiamo legato."

"Fuyumi non può venire, tra poco esco e non posso lasciarti sola con lei."

"Ma non le faccio niente!"

"Forse, ma queste sono le regole."

"Un tempo mi sarei presa una cotta, Fuyu-nee è così carina e gentile... ma ora per me esiste solo Tsuki. Lui può venire?"

"No, non può venire nessuno mentre io sono a lavoro. Esci."

Endeavor si infiammò ancora di più ad ascoltare i mugolii scontenti di Toga, che non aveva alcuna intenzione di obbedirgli. Come sempre, l'umore della ragazzina cambiò in un baleno. Esclamò, tutta allegra: "Allora mi prendo un cucciolo!"

"È fuori discussione!"

"Ma mi annoiooo! Voglio persone!"

"Devi comportarti bene, altrimenti finirai in prigione o all'ospedale psichiatrico, già lo sai" tagliò corto Enji. Spense il PC e superò Himiko, per poi chiudere a chiave la porta di casa.

La biondina sbuffò, impotente. Gli mancavano moltissimo Jin e il resto delle Lega, ma ancora di più le mancava Katsuki, il ragazzo per cui aveva smesso di uccidere. Per amor suo aveva deciso di partecipare al programma riabilitativo e contava di superarlo a pieni voti, se mai in certi casi assegnassero voti. Però era tutto talmente noioso senza i ragazzi... Era anche convinta di non piacere al suo esaminatore. E se per ripicca la bocciava? Ma non poteva mica smettere di essere se stessa, allora sì che sarebbe tornata violenta. Doveva trovare un modo per anticipare la sua liberazione...

***

L'ispirazione le giunse qualche giorno dopo, guardando un film. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima? Se catturava un vero cattivo, Endeavor avrebbe capito che lei non era malvagia né pericolosa e l'avrebbe liberata subito! Himiko fremette eccitata. Solo, come trovarlo un vero cattivo? Al telegiornale non davano mai informazioni utili per cacciarli. Istintivamente, la biondina si voltò verso lo studio di Endeavor. Sorrise maliziosa: sapeva dove procurarsi le informazioni necessarie.

Himiko, a partire dal primo giorno, si era data all'esplorazione di casa Todoroki, studio di Endeavor compreso. Sapeva già che nei cassetti non vi erano documenti cartacei, ciò che la interessava si trovava nel computer. L'eccitazione di Himiko sfumò nel digitare l'ennesima password errata. La villain si scompigliò i capelli, in evidente difficoltà. Come fare a trovare la giusta combinazione di cifre e lettere? Si guardò intorno, sperando in un qualche indizio. Non ne trovò.

"No, è un piano grandioso! Non posso rinunciare per una password! Mi servirebbe vederlo mentre la digita... Idea!"

Poco prima che Enji rientrasse, Himiko nascose il cellulare nello studio in modo che riprendesse la tastiera del PC. Tornò a guardare la TV, gongolando come una matta. Endeavor si accorse di essere guardato spesso dalla villain con una certa impazienza, ma non ci badò. Aveva cose più importanti a cui pensare, non poteva occuparsi dei capricci di una ragazzina.

Fino a quel giorno ben quattro persone, nella sua giurisdizione, erano state trovate in condizione degne di un film dell'orrore: il volto trasfigurato a causa di un feroce impatto; brani di carne tritati, alcuni asportati di netto; ossa fatte a pezzi e incise da ciò che sembravano denti. Per finire, la mano sinistra delle vittime era stata tranciata e le falangi erano state disarticolate per formare una stella. Questo peculiare dettaglio, assieme allo stato dei cadaveri, aveva permesso di collegare i quattro delitti tra loro e a quelli avvenuti in altre quattro prefetture, in cui erano stati rinvenuti in ciascuna cinque cadaveri identici.

C'era indubbiamente un serial killer in circolazione. Nell'arco di un anno, aveva mietuto ventiquattro vittime, tutte uomini di età diversa, apparentemente senza nulla in comune. La cosa sorprendente era che tutti i decessi erano stati stimati tra le venti e le ventidue, eppure nessuno aveva udito o visto nulla di sospetto. L'unica traccia che la polizia e gli eroi avevano per prevenire un altro assassinio era la data delle morti: il killer aveva colpito sempre nelle notti di luna nuova e di luna piena.

Enji era sicuro che il colpevole avrebbe colpito il venerdì successivo ed era determinato a fermarlo. Avrebbe esteso la sua ronda e pattugliato ogni vicolo con la massima attenzione. Tuttavia, gli sarebbe piaciuto sapere in anticipo che genere di avversario avrebbe dovuto affrontare. Secondo i rapporti, l'assassino, uomo o donna che fosse, possedeva un quirk legato all'invisibilità e aveva addestrato ad uccidere un qualche grosso animale, un orso per esempio. Endeavor non credeva molto a tale ipotesi, glielo diceva l'istinto, ma non aveva alcun indizio per escludere una traccia piuttosto che un'altra.

Qualche ora dopo, Himiko era distesa sul suo letto e leggeva i rapporti redatti dalla polizia con tutta calma. L'operazione era stata un successo! Dopo aver recuperato il cellulare e aver guardato il video, aveva digitato la password, fotografato i dossier che la interessavano e spento il PC, il tutto in poco meno di un quarto d'ora. Si sentiva tremendamente orgogliosa. Non vedeva l'ora di rendere orgoglioso anche Katsuki!

La biondina sorvolò sulle stranezze, non le interessava risolvere un mistero, e si soffermò sulla descrizione delle scene del crimine per farsi un'idea del killer. In fondo, rifletté, se riusciva a catturarlo non ci sarebbe più stato bisogno di scervellarsi: avrebbe dato lui una spiegazione ad ogni cosa!

Le vittime erano state colpite da una furia cieca e spietata, tanto che gli inquirenti attribuivano l'atto a un animale, però non c'era alcuna passione. Gioia nel compiere un omicidio, magari, ma Himiko non scorgeva nell'azione alcun interesse personale, nessun tornaconto per chi aveva architettato le aggressioni. C'era troppa accuratezza per una scelta casuale delle vittime, anche se la biondina non riusciva a immaginarsi cosa avesse attratto il killer. Concluse che l'assassino conosceva le vittime almeno di vista, probabilmente solo da pochi giorni o addirittura ore, in modo da selezionarle e poi ucciderle durante la data e l'ora prestabilita. Non riusciva a venire a capo della logica che muoveva il killer, ma era certa che un senso ci fosse.

Incapace di proseguire oltre, Himiko usò il cellulare per accedere a un sito di cui le aveva parlato una volta Giran. Chi meglio di lui poteva aiutarla nella ricerca di un criminale? Usando un paio di parole in codice per far capire che era lei a scrivere, mandò tutto ciò che aveva scoperto al broker di fiducia della Lega, dopodiché mise il cellulare in carica e si addormentò, pienamente soddisfatta.


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