I SETTE ORFANELLI
«Sette bambini orfani!» Sbottò Evelina. «Ma dove li troviamo?» Si domandò sempre più scioccata e in apprensione.
Era così vicina nel poter rivedere Fabian. L'attesa del compimento del patto la faceva tremare di trepidazione e stava diventando davvero insopportabile.
«Cara fanciulla, questa notte rapiremo sette bambini orfani», disse con fermezza la strega. «Vedrai sarà molto facile», concluse, facendo trasparire nel suo volto un ghigno alquanto subdolo.
Soffiò e spense la candela, nascondendola dentro al nero abito, poi scese la gradinata del ponte e si incamminò per le calli oscure.
Evelina la seguì senza più dire una parola.
Ritornarono insieme alla gondola ormeggiata che dondolava quieta sull'acqua, avvolta in una coltre di nebbia bianca che evaporava dal canale.
Salirono ed Evelina si sedette su un divanetto rosso vellutato, mentre la strega slegò l'imbarcazione dalla briccola, prese i remi e iniziò a navigare per i canali bui e torbidi di Venezia, finché si ritrovò in mezzo alle acque nere della laguna.
Percorse il Bacino di San Marco e proseguì verso il Canale della Giudecca.
Evelina e Medera approdarono vicino alle "Fondamenta Degli Incurabili", dove si ergeva un edificio imponente e singolare, costruito in mattoni bianchi e munito di una serie di finestre piccole sigillate da balconi scuri in legno che si affacciavano sul canale.
La strega ormeggiò la gondola e la legò stretta alla briccola.
Scese con la fanciulla proprio davanti all'edificio.
Si avvicinarono di più al portone chiuso.
Evelina notò che sopra c'era scritto "Ospedale degli Incurabili".
«E adesso?» Domandò la fanciulla sempre più in apprensione.
«Non parlare, ho bisogno di calma e concentrazione.»
Evelina tacque. La strega chiuse gli occhi, giunse le mani, chinò il capo e iniziò a recitare a bassa voce uno strano incantesimo magico. «In quorum dulci et profundo sopore septem pueros masculos Diabolo tradendos evoco. Exsurge et veni ad me, miserande animulae, solae et perditae. Veni ad me! Satanas te exspectat in Inferno.»*
Passarono alcuni minuti, ma non successe nulla.
La fanciulla non riusciva a non capire ed era sempre più agitata.
Medera continuò a recitare la formula ancora e ancora. «In quorum dulci et profundo sopore septem pueros masculos Diabolo tradendos evoco. Exsurge et veni ad me, miserande animulae, solae et perditae. Veni ad me! Satanas te exspectat in Inferno.» La sua voce divenne sempre più incalzante, assunse un tono fermo e deciso. «In quorum dulci et profundo sopore septem pueros masculos Diabolo tradendos evoco. Exsurge et veni ad me, miserande animulae, solae et perditae. Veni ad me! Satanas te exspectat in Inferno.» Infine urlò forte. «Veni ad me! Satanas te exspectat in Inferno.»*
All'improvviso la porta dell'ospedale emise uno scatto.
La strega ed Evelina si immobilizzarono.
Dal portone scricchiolante uscirono sette bambini orfani. Si misero tutti in fila indiana davanti alla strega. Avevano i capelli corti, biondi platino, gli occhi celesti infossati, i visi pallidi e sciupati. Indossavano solo una sottoveste logora e stropicciata chiusa sul davanti da una fila di bottoni.
Evelina li scrutò uno per uno imbambolata. Era troppo allibita per poter solo dire una parola.
Medera dopo aver contato i fanciulli, si voltò e risalì nella gondola, seguita subito dopo dalle sette anime orfanelle.
Evelina, ancora immobile come una statua, guardava la scena a bocca aperta: non credeva a quello che stava succedendo.
La strega era veramente riuscita a rapire sette bambini maschi da consegnare al Diavolo in persona.
Tutto questo le sembrava un inspiegabile e oscuro sogno nel quale era caduta. Un sogno che ben presto sarebbe diventato una nuova realtà, una nuova vita per lei e Fabian.
«Evelina! Forza sali, è quasi mezzanotte!» Medera la scosse dai suoi pensieri.
La fanciulla l'ascoltò e risalì anche lei sulla gondola.
Si sedette in mezzo ai corpi freddi e addormentati degli orfanelli senza proferire parola.
«Tieni in mano questa lanterna. Ci servirà un po' di luce per trovare l'isola di Torcello in questa gelida e buia notte d'inverno.» La giovane prese la lanterna e se la mise in grembo.
La strega iniziò a remare verso la laguna.
«Vedrai, fra poco riabbraccerai il tuo amore. Finalmente potrete di nuovo stare insieme e questa volta per sempre.»
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Note:
*«In quorum dulci et profundo sopore septem pueros masculos Diabolo tradendos evoco. Exsurge et veni ad me, miserande animulae, solae et perditae. Veni ad me! Satanas te exspectat in Inferno.»: "Nel dolce e profondo sonno convoco sette figli maschi da consegnare al diavolo." Alzati e vieni da me, povera anima, sola e perduta. Vieni da me! Satana ti sta aspettando all'Inferno."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top