2. La voce
La professoressa Galatea Merrythought aveva appena posizionato una gabbietta coperta da un effimero straccio tutto rovinato al centro dell'aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Non appena la docente sollevò il panno dalla gabbia, un urletto generale pervase la stanza, proveniente da un gruppetto di ragazze Grifondoro.
"Idiote"-bisbigliò Lilith Vervain alzando gli occhi al cielo.
"Questo è un Kappa, una creatura che vive nelle brughiere nebbiose nei dintorni del castello, principalmente intorno a stagni e fiumi. È una creatura che si nutre di sangue umano e non si fa scrupoli a uccidere qualsiasi malcapitato dovesse passargli davanti, se si trovasse in condizioni di digiuno o fame"-annunciò soddisfatta la professoressa, guadagnandosi in risposta sguardi preoccupati e corpi paralizzati dalla paura.
"Non poteva spiegarcelo senza...che so, portarlo qui?"-chiese dubbioso Septimus Weasley, che aveva già precedentemente avuto a che fare con un Kappa delle brughiere, riuscendo però a sfuggire alle grinfie di quest'ultimo.
"È interessante capire una creatura anche osservandola...chi mi sa dire a cosa serve la cavità biconcava sulla testa del Kappa?"-chiese la Merrythought scrutando i presenti.
"Black, vorresti intervenire tu, per esempio?"
"Certo..."-rispose la Serpeverde non troppo entusiasta. "I Kappa hanno una curvatura che gli consente di contenere acqua per approvvigionamento di energie, infatti solo se hanno dell'acqua all'interno della cavità possono essere minacciosi, se la cavità è vuota non hanno abbastanza energia per aggredire".
"Perfetto, 10 punti a Serpeverde!"-annunciò la professoressa battendo le mani sincronicamente.
"E ora al lavoro, aprite il libro a pagina 12, sul capitolo del Kappa, per capire qualcosa in più su queste creaturine deliziose".
Più che deliziosa, la creatura sembrava famelica, e puntava con lo sguardo alcuni ragazzi nella prima fila di banchi, emettendo un rugghio alquanto sinistro, come se fosse pronta a mangiarseli in un batter d'occhio.
Dopo un paio di secondi la porta dell'aula si aprì con un cigolio acuto, e spuntò fuori Tom Riddle, intento a sbrigarsi a raccogliere delle cose che gli erano cadute nel frattempo.
"Mi scusi professoressa, ho avuto un contrattempo, il preside Dippett mi ha trattenuto qualche minuto in più per discutere di questioni riguardanti la scuola"-annunciò il ragazzo dai capelli ordinatamente pettinati, che si posizionò seduto proprio accanto a Davina, la ragazza che aveva giurato di distruggere.
"Ci mancava solo questa"-pensò la Black tra sé e sé, sentendosi tutti gli occhi puntati addosso.
"Guarda un po' che coppietta affiatata"-pronunciò Lilith Vervain, nonché la quintessenza dei Serpeverde, che con uno sguardo riusciva a pietrificare la gente e faceva tremare i professori dall'animo più buono, tra cui anche la professoressa Merrythrough.
Per tutta risposta Davina accennò una smorfia diffidente e se ne tornò ad ascoltare la lezione senza fare caso al ragazzo che il giorno precedente l'aveva decisamente fatta divertire, con i suoi toni provocatori e, a sua detta, poco minacciosi.
"Quei due insieme me la fanno fare sotto"-bisbigliò Septimus ad Aurora, un'altra ragazza dei Grifondoro che cercò subito dopo di soffocare una risata con la mano destra.
"A me è Vervain che la fa fare sotto, secondo me colleziona carcasse di Pixie della Cornovaglia come trofei di battaglia"-la ragazza emise un suono divertito, mentre Septimus non ce la fece a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata.
"Weasley!"-lo richiamò la professoressa Merrythrough con aria di sufficienza. "Si proprio tu signorino, perché non condividi con tutti che cosa c'è di così divertente nella mia lezione?"
"Veramente io..."-tentò di giustificarsi Weasley ma senza successo, perché fu interrotto nuovamente dalla voce stridula della professoressa.
"Ora mi dici esattamente cosa trovi di così divertente in una creatura come il Kappa!"
"Beh, il fatto che abbia una testa biconcava e le ascelle ricoperte di squame credo"-esordì Septimus quasi in imbarazzo dalla situazione, guadagnandosi per tutta risposta le risate divertite della classe e 5 punti della casa confiscati dalla professoressa che continuava a borbottare tra sé e sé ("Ma come si permette! I Kappa sono creature bellissime").
Alla fine della lezione, Davina era rimasta l'ultima a riordinare libri e calamaio all'interno della borsa, e persino la professoressa se n'era andata, ancora indignata dalle affermazioni di Weasley.
L'aula era talmente silenziosa che Davina poté concentrarsi sul suo respiro. Inspirò. Tutte le sensazioni negative crescevano e si facevano sempre più rumorose, nell'assordante silenzio che la circondava. Espirò. La negatività fu espulsa dal suo corpo e fu rimpiazzata da un tepore alle tempie che preannunciava serenità.
"Black"-una voce maschile, alquanto familiare, richiamò la sua attenzione. Si trattava del caposcuola Riddle, colui che la sera precedente aveva provato a trattarla male senza risultato.
"Riddle, sei venuto a cacciarmi dalla classe in veste di caposcuola? O hai finalmente rinunciato ai teatrini?"-la Black affermò divertita scrutando Riddle, il quale contrasse la mascella.
"Veramente"-Riddle riprese il controllo della conversazione-"volevo chiederti come facevi a sapere tutte quelle cose sui Kappa".
"Ho studiato, mister caposcuola"-Davina si alzò in piedi fronteggiando il ragazzo di Serpeverde.
"Come del resto dovresti fare tu"
"Non dirmi cosa devo o non devo fare Black"-se ne uscì il ragazzo stizzitosi dalle supposizioni di Davina.
La ragazza sorrise divertita.
"Ti piacciono le arti oscure?"-insistette Riddle, mentre Davina Black stava pregando per ritornare nella sua amatissima stanza a leggere invece che stare a sentire le inutili chiacchiere di un ragazzo di cui non le importava nulla.
"Ti ho fatto una domanda"-continuò lui sulla stessa linea d'onda.
"Senti, Marvolo, detto francamente mi hai veramente rotto il cazzo. Sì, mi piacciono le Arti Oscure. Quelle cose le so perché studio sui libri della sezione proibita e ho il permesso di Madame Merrythrough per prendere quei testi. Perciò perché non vai a farti un bel bagno di cultura in biblioteca e mi lasci vivere?"-la ragazza si era voltata ancora una volta a fronteggiare Tom, e per la prima volta si era accorta di come i suoi piccoli occhi nocciola brillavano sotto la calda luce delle candele lasciate accese.
Tom, dall'altro canto, non poteva ucciderla sul posto, doveva premeditare il momento giusto per evitare di essere scoperto, perciò evitò di farsi prendere dalla rabbia e morse l'interno della sua guancia. Rimase per un secondo a guardare tutti i piccoli particolari che la contraddistinguevano; un chiaro e minuscolo neo sotto l'occhio sinistro, una cicatrice di quella che doveva essere una ferita profonda sotto il mento, le sopracciglia scomposte. Tutti elementi disordinati che facevano parte di un quadro generale perfetto.
"Hai intenzione di continuare a fissarmi?"-chiese infine Davina, intimando Riddle di andarsene, fino a rimanere l'unica nella stanza. Con un po' di vuoto dentro, anche la Black si avviò verso l'uscita della classe, in direzione dell'aula di Trasfigurazione, dove insegnava il professore che più sembrava odiarla, Albus Silente.
****
"Pensi di battermi così Mulci? La mia regina fotterà il tuo alfiere fino a fargli perdere i sensi"-Brax stava giocando a scacchi con Nathaniel in una partita che sembrava essere tutt'altro che leale e corretta.
Le pedine venivano mosse a sentimento, senza una precisa logica, e questo innervosiva Davina, che dall'altra parte della sala comune assisteva miscredente, scrutando ogni tanto oltre le pagine del suo libro per osservare l'andamendo della 'partita'.
"Brax così non vale, il pedone può mangiare le altre pedine solo trasversalmente!"-annunciò Mulciber-"almeno questo l'avevo capito!"
"No fidati Mulci, ho fatto bene io, sono il re degli scacchi, e adesso lascia che mi fotta la regina come un vero giocatore"-sentenziò Malfoy scatenando le risa generali dei suo coetanei.
"Veramente..."-iniziò Davina, che nel frattempo si era alzata dal divanetto lasciando il libro sulle creature magiche semiaperto-"ha ragione lui. Il pedone mangia solo trasversalmente, sebbene si muova in avanti. Sono le basi."
"Accidenti Brax, corretto da una pupa, non lasciare che questo ferisca il tuo ego"-affermò Charles Avery, che nel frattempo teneva in mano un bicchiere contenente due dita di Whiskey Incendiario.
"Se è lei a dirmi che sbaglio, probabilmente è così, non contraddico le signore"-rispose Abraxas prendendo la delicata mano di Davina tra le sue per lasciarvi sopra un piccolo bacio a stampo.
La Black alzò gli occhi al cielo tornando verso la sua postazione originaria, portando con sé l'essenza di Malfoy come trofeo, mentre la partita di scacchi procedette inalterata fino a tarda ora.
Intorno al quinto rintocco d'orologio (dovevano essere all'incirca le una di notte), Davina decise che era meglio recarsi all'interno del dormitorio e lasciare l'intensa sessione di lettura al giorno dopo.
Sicuramente leggere era meglio di andare a dormire, ma in fondo la Black temeva che la sua compagna di stanza, Lilith Vervain, avrebbe chiuso la porta a chiave lasciandola fuori dopo una certa ora, perciò, dopo aver abbandonato il comodo divano, si avviò verso le scale che portavano al dormitorio femminile, trovando con sua grande sorpresa un Abraxas che risaliva quelle stesse scalinate con sguardo divertito.
"Eccoci di nuovo regina degli scacchi!"-esclamò il biondo piantandosi davanti a lei.
"Quale coincidenza"-rispose la ragazza con un tono assai piatto.
"Potresti aggiungere un po' più di entusiasmo la prossima volta, non ti farebbe male"
"Dovrei?"-chiese infine Davina, prima di sviare Brax sulla destra e scendere ai sotterranei guadagnando velocità.
Il biondo la seguì alla stessa velocità, riuscendo a prendere la ragazza per un braccio.
"Che cosa speravi di fare Black, sfuggire dalle mie grinfie pericolose? La mia reputazione mi precede a tal punto?"-chiese il ragazzo.
Davina si girò verso di lui sbeffeggiandolo. "Quale reputazione, se non so neanche come ti chiami? Ma tu apparentemente lo sai il mio di nome"
"Okay...mi chiamo Abraxas, Abraxas Malfoy"-rispose il biondo porgendole la mano. La Black per tutta risposta alzò gli occhi al cielo e accettò la mano nella sua, facendo incontrare i palmi con una leggera scossa.
"Il mio nome già lo sai bene a quanto ho capito, perciò..."-sentenziò Davina, prima di rivolgere un sorriso finto a Brax, che si stava stropicciando gli occhi assonnati.
"Oh certo, ricordo i nomi e i gufi di tutte le ragazze carine, non si sa mai se un giorno dovessi incontrare una ragazza speciale e volessi inviarle una lettera"-pronunciò Abraxas sull'orlo di uno sbadiglio.
"Mi sembri abbastanza assonnato, credo che ti lascerò tornare in camera a dormire"-Davina cercava di tagliarla corta da qualche minuto ormai e quando il ragazzo finalmente condivise la sua opinione, si sentì in dovere di rivolgergli un saluto con la mano prima di fuggire via verso la sua camera per evitare altre interruzioni.
Ma non appena giunse alla soglia della porta del suo dormitorio, Davina trovò la porta bloccata da un incantesimo. Maledetta Vervain.
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