Parte senza titolo 22


-Non deve vedermi così- rispose Carl -Ti prego Steve, vieni ad aiutarmi- -D'accordo, esco subito-

Steve mandò giù gli ultimi sorsi di Manhattan e poi rivolse un sorriso a Olly.

-Mi ha fatto piacere parlare con te- gli disse -Ma ora devo andare, prometto che mi farò sentire-

-E' stato un piacere anche per me- rispose quello stringendogli la mano -A presto allora-

Steve si mosse rapido tra la folla; sentiva le gambe deboli, e aveva una voglia incontrollabile di buttarsi in pista e di ballare fino a che non fosse stramazzato al suolo, ma anche in quello stato, sapeva che era vitale correre in aiuto di Carl; ovviamente il motivo principale era che Carl gli serviva , ma si sorprese nello scoprirsi un po' preoccupato per le sorti di quello che ormai avrebbe quasi potuto chiamare un suo amico.

Giunto fuori, si guardò intorno; si diresse verso destra, nella direzione indicatagli da Carl.

In lontananza vide due tizi che camminavano lentamente, venendogli incontro.

Quando fu abbastanza vicino da vederli meglio, si rese conto che c'era qualcosa che non andava. I due tizi gli si fecero incontro, e Steve vide che erano entrambi di colore, e non sembravano tipi per bene. Attraversò la strada e cominciò a camminare più rapidamente; sulla destra, a circa 300 metri di distanza vedeva l'imbocco di un vicolo. Accelerò ulteriormente, cercando di avvicinarsi prima che i due lo raggiungessero, ma presto capì che era fatica sprecata. I due attraversarono quasi subito, e anche loro cominciarono ad affrettare il passo.

Era in trappola; intorno non vedeva nessuno, e ormai non c'era dubbio che quei due fossero lì per lui.

-Fermo lì, amico. Se cerchi di scappare, sarà l'ultima cosa che farai- Steve rimase immobile. In che guaio si era cacciato? Era stato Carl a trarlo in trappola? -Vogliamo solo parlare- mormorò l'altro. Erano ormai faccia a faccia.

-Volete soldi? Vi do tutto quello che ho, se mi lasciate stare- esclamò Steve estraendo il portafogli.

-Non ci servono soldi. Siamo qui per darti un avvertimento amichevole- -Amichevole!- esclamò Steve esterefatto -E se non fosse amichevole, come sarebbe stato?-

-Spera di non scoprirlo. Devi andartene da questa città. Ogni giorno che passa ti avvicina alla fine, e non sto parlando di una fine pietosa-

-Chi vi manda?-

-Credo che tu lo sappia già- rispose l'uomo, scrutandolo con occhi sanguinari. La cosa che lo inquietò di più era il tono che usavano: calmo, tranquillo, come se fossero avvezzi a quel tipo di cose.

-127, Maple Street- esclamò l'altro -La prossima volta verremo a cercarti lì- Era il suo indirizzo. Steve non si chiese come avessero fatto ad avere quell'informazione, riteneva che chi li avesse mandati lì potesse disporre di risorse più che sufficienti ad assicurarsi di conoscere a perfezione i propri nemici.

-Ora ce ne andiamo, ma parla con la polizia e sei morto. Hai una settimana di tempo, e fossi in te non tarderei un istante di più a trasferirmi-

Steve rimase immobile, mentre i due gli voltavano le spalle e se ne andavano da dove erano venuti.

Poi, appena fu certo di essere di nuovo solo, si accasciò in un angolo. Tutto sembrava stargli cadendo addosso, e capì in quell'istante che non c'era un solo posto sicuro dove potesse andare.

Maledetta, pensò Steve con una rabbia così feroce che lo faceva tremare da capo a piedi. Ma accanto alla rabbia questa volta c'era la paura, una paura così folle che minacciava di farlo andare in tilt.


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