Parte 8


Steve rimase impassibile, ma gli stava dispiacendo profondamente per quel ragazzo.Non era con lui che se la sarebbe presa alla fine, ma era uno strumento indispensabile per la riuscita di ciò che si era prefisso. Notò che era sul punto di piangere, quindi gli mise una mano sulla spalla e poi sorrise.

-Non ho intenzione di dire niente a nessuno- lo rassicurò Steve -Perchè dovrei farlo? Sembri un bravo ragazzo, e stasera mi sono divertito, quindi chi se ne frega se sei gay o no?-

-Non dire quella parola- rispose lui a denti stretti, ma poi la sua espressione si addolcì -Ma grazie, ti devo un favore-

-Non mi devi nulla-

-Si, invece. Sono stato molto prevenuto con te, quando invece a quanto pare vuoi solo fare amicizia. O sbaglio?-

-Dici il giusto-

-Però parli in modo assurdo, lasciatelo dire- esclamò l'altro abbozzando un sorriso. -Chi parla come te, ai giorni nostri?-

-Solo io, ed è questo che mi rende unico- Il sorriso di Carl si estese, diventando più rilassato.

-Ora vado a casa, ma se vuoi ti lascio il mio numero, nel caso volessi bissare la serata. Escludendo la parte finale, ovviamente-

-Ci sto- rispose Steve.

Si scambiarono i numeri, e dopodichè si salutarono.

Ora era il turno di Olivia.




La giornata successiva trascorse tranquilla; Steve andò in giro a raccogliere informazioni; aveva bisogno di sapere tutto sulle dinamiche di quel gruppo, per poterlo distruggere.

Ciò di cui venne a conoscenza andò a completare il quadro già sufficientemente preciso che possedeva. Stella era il "boss" del gruppo. Molta gente sembrava aver paura di lei, o almeno la rispettava; aveva sentito molte storie in giro su di lei, e tutte denotavano che non doveva avere tutte le rotelle a posto. Olivia e Hanna le andavano dietro come marionette, per motivi che ancora Steve non riusciva a comprendere pienamente.


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