Parte 4


-Cosa altro può volere, scusa?-

Carl lo fissò a lungo, poi scosse la testa

-Non mi va di parlarne, ma ciò che vuole è in questa valigetta. Ha detto di mollarla in quel capanno e andare via-

-Si, forse dovremmo andare... Spero perlomeno che questa storia si chiuda qui-

-Non dirlo a me...Quello che c'è in questa valigetta può mettermi nei guai, e seriamente, anche- Steve sorrise, ed estrasse le chiavi dell'auto dalla tasca.

-Ci prendiamo una birra?- chiese Steve, prima di risalire in auto.

-Non so cosa tu abbia sentito in giro, ma non sono gay- rispose Carl, con voce piena di scherno.

-Nemmeno io, idiota! Quando mi sono trasferito in questa città sapevo che sarebbe stato più difficile fare amicizia, qui, ma non credevo fino a questo punto! Volevo solo bere qualche birra e fare quattro chiacchiere, ma se vedi in questo qualcosa di gay, puoi sempre scappare terrorizzato, non preoccuparti-


Carl lo fissò per un istante, poi scoppiò a ridere. -Sei forte, amico- esclamò a gran voce -Adoro le invettive, anche quelle deliranti come la tua-

Stavolta a ridere fu Steve.

-E va bene, andiamo a prenderci questa birra- esclamò infine Carl, con tono concessivo.

Dieci minuti dopo, erano in un bar, con un boccale da litro in mano.

-Non è tanto male, questa città- esclamò Carl, indicando una rossa da urlo seduta al bancone poco distante da loro. Il locale era tranquillo, ma con gli sgabelli di legno e le atmosfere irlandesi aveva un certo stile.


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