Parte 25
-Ma è un uomo che si è fatto da solo- continuò Carl -Quindi crede che anche io debba fare lo stesso; mi da i soldi indispensabili per mantenermi, ma non mi concede troppi lussi-
Steve sorrise -Ecco perchè non sei uscito su così male-
-Male come Shane, intendi?-
-I ragazzi viziati non sono difficili da individuare- proclamò Steve -Ma dopotutto Shane non sembra così pessimo...Ma perchè non ti sei voluto far veder piangere da lui?-
Carl si strinse nelle spalle -E come gliel'avrei spiegato, poi?- Steve annuì, mentre l'amico si dirigeva in bagno.
Si sedette sul divano, e osservò il cellulare che Carl aveva lasciato sul tavolo.
Guardò verso il bagno, e sentì il suono della chiave che girava. Riteneva di avere un buon margine di tempo.
Prese il cellulare e aprì il menù dei messaggi. Ce n'era uno da Shane e due da Olivia.
Senza pensarci un attimo, lesse rapidamente i messaggi. Quello di Shane era criptico: Domani dobbiamo parlare, Stella sta sorpassando il limite. Si riferiva a quella sera? Era stato Shane a fornire le sue coordinate a Stella? Poteva essere, ma non ne era certo.
Aprendo i messaggi di Stella, il suo cuore sussultò. Erano su di lui.
Non vedo l'ora di uscire di nuovo con Steve, diceva il più vecchio. L'altro era di più difficile interpretazione: Secondo te lo sa? Sembra sveglio, e temo che Stella possa dirglielo o lui possa scoprirlo per conto suo. La risposta di Carl era stata un semplice: Stai tranquilla, e vedi come si mettono le cose.
Dannazione, pensò Steve. Era stato fortunato a poter avere accesso a quei messaggi, ma d'altro canto, quali dubbi avevano sciolto? Probabilmente nessuno.
Sapeva solo che doveva stare attento, molto attento.
Quella notte Steve non riuscì a dormire granchè bene; aveva una forte tachicardia, probabilmente provocata dalla cocaina, anche se il brutto incontro doveva senz'altro aver avuto la sua influenza.
Carl gli aveva offerto il suo divano, e lui ci si era sistemato volentieri. Era un po' scomodo, ma non gli importava. La sua mente stava cercando di mettere ordine a quanto era successo, impresa non facile, dopo che i tasselli che credeva di aver messo insieme con tanto impegno sembravano frantumarsi in pezzi sempre più piccoli.
Così, la mattina dopo, era stanco e si sentiva più instabile della sera prima. Non sapeva quale sarebbe stata la prossima mossa, ma sapeva che avrebbe dovuto cambiare rotta, in qualche modo. Fino a quel momento si era avvicinato pian piano a Stella, prendendo i contatti che gli servivano per distruggerla; ma ora doveva sbrigarsi, se non voleva rimetterci la pelle.
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