9. Ritorno in Patria (II)
Una volta sbarcato, rimandò indietro la lancia, specificando che nessuno aveva il permesso di scendere a terra, e che non ci sarebbero state licenze fino a quando non gli fossero stati resi noti i nuovi ordini.
Quindi si accomiatò anche dal proprio attendente, dandogli appuntamento alla sede del comando centrale di là a due ore.
Anziché puntare direttamente al palazzo del Governo, fece una deviazione per i cantieri navali, certo che quel momento di silenzio e solitudine avrebbe contribuito a calmare i suoi pensieri.
Sotto la spinta del governatore Ahmed, Vanessa puntava a diventare la prima potenza del Mar Pozzanghera, scalzando perfino Cetonia la splendente che, a dire il vero, non disponeva di una vera e propria marina militare, nonostante ogni suo vascello fosse armato e in grado di difendersi. Rispetto all'inizio del suo mandato, l'area adibita alla costruzione di nuovi natanti era più che raddoppiata; cittadini stranieri e oppositori politici erano costretti a lavorarvi come schiavi e fornivano una imponente forza lavoro, supervisionata da esperti artigiani.
Una corvetta, quasi ultimata, era già stata calata in acqua, mentre una fregata ancora sui cavalletti l'avrebbe probabilmente seguita entro un paio di settimane.
La portata principale, l'oggetto dell'interesse di Saeed, era ciò che si apprestava a diventare la punta di diamante della flotta: la prima corazzata a motore della marina militare di Vanessa.
Saeed era un uomo di mare, e i porti erano da sempre il miglior luogo in cui raccogliere informazioni: naturalmente sapeva, dunque, dell'esistenza di barche a motore. Dai silenziosi pescherecci elettrici delle Idrometre ai puzzolenti battelli girinieri a vapore di Gammarville, diversi popoli avevano affiancato quel tipo di natanti ai velieri; ma, per quanto ne sapeva, nessuno aveva ancora provato ad abbinare quel tipo di propulsione a una nave da guerra.
Avrebbe avuto le fiancate di spesso acciaio, in modo da risultare più resistente alle bordate nemiche, avrebbe trasportato cannoni di un calibro mai visto in mare fino a quel momento, e perfino mitragliatrici, sviluppate in collaborazione con ingegneri fuggiti da Aracnia durante quella che era stata battezzata "La guerra di Winthrop".
Ahmed puntava soprattutto all'effetto deterrente, e sperava di spaventare a tal punto i pirati, da rendere le acque intorno a Vanessa molto più sicure, e trasformare la sua città nella porta d'accesso ai mari del Sud.
Mentre il comandante proseguiva la propria passeggiata attraverso un ballatoio sospeso, decine di persone si affaccendavano sullo scheletro destinato a diventare il terrore degli oceani, trasportando ogni genere di carico.
Un uomo inciampò, rovesciando una cassa piena di viti, dadi e altre minuterie meccaniche. Un sorvegliante fu subito su di lui e cominciò a frustarlo senza pietà. Lo schiavo si rannicchiò sul pavimento, fino a quando due suoi compagni accorsero in suo aiuto, convinsero il suo aguzzino a interrompere le sevizie e lo aiutarono a raccogliere ciò che era caduto.
Saeed non riusciva a provare nessuna compassione per quei derelitti: li considerava soltanto dei deboli, incapaci di riscattare la propria sorte.
Lui era stato gettato su un vascello da guerra a dodici anni, senza un nome, una famiglia, un protettore in grado di intercedere per lui e garantirgli una vita più facile.
Aveva imparato a proprie spese che il passatempo preferito dell'equipaggio era dare la colpa di ogni cosa al ragazzino senza una mano: quando, a quattordici anni, il medico di bordo gli aveva curato la sua prima ferita da spada, la sua pelle era già marchiata dai morsi della frusta, dalle bruciature di sigaretta, e da ogni altra cosa, partorita dalla mente sadica dei suoi compagni, fosse stata abbastanza crudele da lasciarvi impresso il proprio sigillo.
Nonostante questo, aveva saputo farsi valere. Era diventato più spietato di loro, aveva imparato a vendicarsi in modo subdolo, senza lasciare tracce, fino a che i compagni avevano iniziato a temere più le sue ritorsioni, che le punizioni inflitte dal capitano.
Aveva scoperto segreti e messo in atto ricatti, aveva rubato il mestiere con gli occhi e chiesto lezioni private a chi aveva un debito con lui.
Aveva lavorato più duramente di chiunque altro, e passato notti insonni a bagnare il cuscino di lacrime silenziose.
Ma non si era mai dimenticato del motivo che l'aveva condotto a bordo, né dell'obiettivo che, trascorso lo scoramento iniziale, si era prefissato. Quando il corpo del quartiermastro era stato trovato in acqua con un coltello nella schiena, nel minuscolo porto di un'isola del sud, in molti sospettarono di lui, ma tutti avevano già troppa paura del mozzo Saeed, per denunciarlo.
Quando si era distinto durante una tempesta per il suo comportamento coraggioso, e il primo ufficiale si era comunque rifiutato di promuoverlo direttamente al rango di marinaio scelto, per molti non fu una sorpresa quando il cadavere di quest'ultimo venne ritrovato con la testa affondata in un barile di rum. Il capitano si adirò moltissimo, e bandì completamente l'alcol dalla barca; il primo atto ufficiale del nuovo secondo in comando, fu convalidare la fine dell'apprendistato del ragazzino monco.
Che, adesso, concorreva al titolo di contrammiraglio.
La passerella era terminata: il giovane rimise piede sulla terraferma e, prima di proseguire la propria passeggiata, gettò ancora uno sguardo agli schiavi.
Per un attimo si ritrovò a pensare a come, forse, ad averlo salvato fosse stato l'avere un obiettivo da perseguire.
Ma questo non fece diminuire il suo disprezzo verso quegli esseri inferiori: con un moto di scherno, proseguì, deciso a dirigersi senza più deviazioni al palazzo del governo.
SPAZIO AUTORE
In questo capitolo e nel prossimo abbandoniamo per la prima volta il punto di vista di Amina, per fare la conoscenza dei "cattivi": Saeed, che vedete per la prima volta oggi, e Ahmed, il padre di Amina, che apparirà nel prossimo.
Che ne pensate di Saeed, per il momento? Non è uno con cui scherzare, eh! :p
Chi ne capisce un po' di scrittura e di tendenze editoriali noterà forse che questo capitolo è molto "tell" e molto poco "show". L'ho fatto consapevolmente.
Mi piaceva che la presentazione di questo personaggio fosse, per l'appunto, una narrazione.
Mi sono divertito molto a ricreare l'atmosfera da romanzo d'avventura d'altri tempi, in cui il personaggio viene presentato con un bello spiegone sulle sue origini e magari, in seguito, un flashback.
Mi piace da lettore, e quindi mi sono divertito a farlo anche da "scrittore".
Spero che possa essere comunque piacevole, anche per chi magari sa che al giorno d'oggi si dovrebbe fare altro.
In ogni caso, la personalità del personaggio emerge più da quel che ha fatto, da quel che dice e dalle sue reazioni, che da quel che viene raccontato. Quindi, un po' di show c'è, dai.
Mi auguro che vi stiate divertendo! <3
Per quanto riguarda il galeone, ho scelto un numero di cannoni che fosse credibile: notevole, ma non esagerato, non "da record". Volevo una nave temibile, ma che fosse anche in grado di tenere dietro alla Sea Wasp. Probabilmente non lo sarebbe, nella realtà; ma dato che questo è un mondo inventato, possiamo fare finta di sì ;)
Non mi pare di aver utilizzato termini prettamente marinareschi ad esclusione di "dislocamento" che, com'è facile intuire, ha a che fare con la stazza del natante.
Se notate dei termini non spiegati, ditemelo che li integro nel dizionario e lo riporto qui sotto.
Grazie a chi ha dato una possibilità alle avventure dei miei minuscoli pirati, ed è arrivato fin qui!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top