33. Un piano ben congegnato

Si cambiarono rapidamente d'abito nell'androne, aggiornando al contempo la fuggitiva sui più recenti sviluppi.

La fuorilegge non nascose la propria sorpresa per l'impresa di Amina che, da sola, aveva rintracciato la Sea Wasp, sconfitto Straziamilza, coinvolto la ciurma in quel tentativo di evasione. Ogni sguardo carico di ammirazione che l'altra le riservava, attizzava senza scampo il fuoco che    ravvivava il ventre della giovane.

Non c'era tempo per gli imbarazzi: Amina e Velluto si spogliarono e indossarono le divise delle guardie carcerarie, mentre Lyuba si drappeggiò addosso l'abito elegante della promessa sposa. Con la cuffietta calata non si notava molto che aveva i capelli di colore diverso e, se teneva la testa bassa, riusciva a nascondere abbastanza i segni delle recenti percosse.

Quando la compagnia sfilò davanti alla porta del suo ufficio, Assim non trovò nulla di strano nel fatto che i secondini accompagnassero l'ospite fino alla porta, né nel fatto che la sua amica avesse troppa fretta per fermarsi a salutarlo: del resto, di lì a poco, sarebbe stata sotto gli occhi di tutti, protagonista del matrimonio dell'anno.

Appena furono all'esterno, si divisero: mentre il grosso del gruppo si appostava vicino ai portoni che davano l'accesso alle mura interne, Natostanco si dileguò.
Pochi minuti dopo, dal tetto di una grande casa apparentemente disabitata, un razzo di segnalazione si alzò in cielo fischiando.
«Qual è il piano?» volle sapere Velluto.

«La Sea Wasp è ancorata poco distante, in una caletta nascosta. Al segnale, entrerà nella baia e si farà vedere: le navi militari si affretteranno a salpare per ingaggiarla e, nel frattempo, la notizia che i pirati vogliono attaccarci si diffonderà, seminando il panico.» Amina ostentò sicurezza, nonostante il piano presentasse un sacco di incognite. «Tra quelli che si trovano qui nelle mura interne, i più saranno contenti di essere già nella parte più protetta della città, ma chi ha famiglia o altri interessi in città, vorrà uscire, e dovrà affrettarsi a farlo prima che i portoni vengano chiusi.»

«E tu vorresti mischiarti a queste persone, per lasciare indisturbata la cittadella. Dico bene?»

«Esatto. I controlli, necessariamente, tendono a concentrarsi su chi entra piuttosto che su chi esce. E le guardie avranno tutto l'interesse a liberarsi prima possibile di questa scocciatura.»

«Ci sono un sacco di "se", ma è un piano coraggioso e un po' folle, come quelli che faccio io. Mi piace!»

***

Rimasero per un po' in silenzio, col fiato sospeso, aspettando che cominciasse a divampare il trambusto. A ogni battito del cuore, Amina temeva che qualcosa fosse andato storto: sapeva che il veliero aveva bisogno di un po' di tempo per poter entrare nel golfo, ma forse ce ne stava mettendo troppo?
Qualcosa era andato storto?
Cosa le avrebbe fatto suo padre dopo una simile bravata, se fosse riuscito a catturarla?

«Chi c'è al comando della nave, dato che Natostanco è qui con te?» indagò la filibustiera, a un certo punto.

La Termite esitò. Avrebbe davvero voluto dire a Velluto di essere stata proclamata capitano, ma non era certa di come l'altra avrebbe reagito alla notizia; inoltre, non le sembrava proprio il momento opportuno. Sentiva ancora di aver usurpato il suo ruolo.

«Ranciorancido.» Si limitò a rispondere.

«Scherzi?» Si sorprese la pirata ma, al diniego dell'altra, si strinse nelle spalle. «Scelta quantomeno interessante. Speriamo che anche gli dei siano clementi, oggi.» Commentò.

Sentendo mettere in discussione la sua scelta, Amina sbottò con tono piccato e saccente: «Si dà il caso che Rancio sia un ex ufficiale cetoniano con grande esperienza!»

«Lo so benissimo.» Replicò l'ex comandante in tono asciutto. «Un bravo leader deve conoscere a fondo le proprie risorse, i punti di forza e quelli deboli di ogni uomo sotto il proprio comando, per poterli valorizzare al massimo. E "si dà il caso" » proseguì, scimmiottandola «che Rancio fosse un ufficiale dell'esercito, non della marina. Ne sa di navigazione più o meno quanto tu ti intendi di scherma!»

Amina spalancò la bocca, senza riuscire a dire nulla. Non si era minimamente posta il dubbio.
Perché nessuno glielo aveva fatto presente?

Forse ora che era insignita di quella nuova carica, le sue decisioni non andavano discusse? Eppure, quando avevano elaborato il piano, nessuno si era fatto problemi a dire la propria opinione.

Non riusciva a non leggere l'osservazione dell'ex capitano come una critica, e la sentiva bruciare.

Ad ogni modo, se anche Velluto non condivideva quella scelta o ne era preoccupata, non lo diede a vedere: stava ostendando quell'aria da "niente è irreparabile, io posso gestire tutto" che gliela rendeva irresistibile.

Rendendosi conto che la stava mangiando con gli occhi, distolse lo sguardo, arrossendo.
Per fortuna, la sirena dell'allarme cominciò a suonare, ponendo fine a quel momento imbarazzante.

***

Andò tutto come previsto: la notizia di un imminente attacco dei bucanieri si diffuse a macchia d'olio, e una piccola folla si radunò in fretta alle porte della cittadella. Appena ricevettero l'ordine di sprangare i battenti, le guardie smisero i controlli, abbandonarono le loro postazioni e cominciarono a spingere la gente verso l'esterno, per sgombrare l'area.
Amina e gli altri si infilarono in quel torrente umano, tenendo la testa bassa e cercando di rimanere sempre nella parte più centrale della colonna, e poterono uscire senza difficoltà, riunendosi con il compagno che li attendeva all'imbocco di un vicolo.

Quando raggiunsero le mura esterne, Amina prese la parola.

«Natostanco, scorta Lyuba e raggiungi i nostri alla barca. Fa' in modo che sia pronta per quando ti raggiungiamo. Mezz'ala, tu occupati della caldaia come ci siamo detti, e raggiungici sulle mura.
Velluto, tu vieni con me.»

Mentre correvano indisturbate lungo le scalinate che portavano sugli spalti, la corsara la prese in giro: «Ma tu chi sei? Che ne è stato della piagnucolona che portava la cuffia?»

«L'hanno fatta evaporare» replicò la Termite, con il fiato corto «a suon di cinghiate!»

Non ci fu tempo per altre domande, perché nel frattempo avevano ormai raggiunto la sommità.

La termite si sporse dal parapetto. «Perfetto! La nostra nave è ancora fuori portata dei cannoni, e quelle vanessiane non l'hanno ancora raggiunta.»

«Che cosa hai in mente, furbetta?»

«Dobbiamo usare i cannoni per colpire le altre navi, a cominciare da quelle più lontane, in modo da consentire alla Sea Wasp di avvicinarsi!»

«E come pensi di...»

«Non c'è tempo! Corri!» Replicò la giovane, scattando verso la casamatta più vicina.

La postazione di tiro non aveva porte: al termine della scaletta, c'era semplicemente un'apertura.

La bocca da fuoco era sospesa su un sistema di anelli basculanti che, alimentati dalla pressione del vapore, erano in grado di direzionare il tiro praticamente ovunque su trecentosessanta gradi.
Amina attirò l'attenzione dell'inserviente, chiamandolo a gran voce fino a farlo sporgere oltre il boccaporto.
«Il comandante vuole tutti nel piazzale, sembra che si appresti un attacco da terra.» Esclamò, in tono agitato «Codice di autorizzazione vermiglio uno!»

«Non corrisponde alla parola d'ordine di oggi.» Replicò l'altro, impassibile.

«L'avranno cambiata! Non è questo il punto! È davvero importante che tu...»

«È alquanto improbabile che qualcuno mi chieda di abbandonare il mio posto nel bel mezzo di un attacco, per di più senza la parola chiave corretta.» La gelò il soldato, sporgendosi fuori, con la mano sinistra già appoggiata all'elsa della daga che portava in cintura «Chi sei tu? Chi ti ha mandato?»

«Per tutte le tempeste, siete entrambi ridicoli!" Sbuffò Velluto. «Spostati!» Rincarò quindi, dando un vigoroso spintone alla sua salvatrice.

Con un unico, prodigioso balzo, la corsara conquistò oltre metà della scaletta metallica e, aggrappatasi al nemico, lo neutralizzò con un colpo di taglio alla base del collo, ne scaraventò il corpo privo di conoscenza a terra, e saltò a sua volta.

«È questo il meglio che hai saputo inventare?» Esclamò, atterrando accanto all'alleata «Un falso ordine, per niente credibile, con un codice di autorizzazione inventato?»

«Io... credevo che...»    Cominciò l'ereditiera, ma la pirata stava già correndo verso la seconda postazione.

«Inizia a sparare, io mi occuperò dell'altra!» 

SPAZIO AUTORE

Velluto scopre di non essersi sbagliata sul conto di Amina, e finalmente la vede sbocciare.

Che ne pensate, vi piace vederle in azione insieme?

Finora è andato tutto secondo i piani. Ma siamo in un romanzo d'avventura... quanto potrà durare? XD

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top