26. Quartieri malfamati (II)
«Voglio liberarla!» urlò ancora, ritenendo più prudente non fare nomi «ma non ce la posso fare da sola!»
Il secondo colpo la raggiunse appena dietro la tempia. Perse l'equilibrio e finì lunga distesa per terra. I criminali cominciarono a prenderla a calci, insultandola e schernendola, ridendo in modo sguaiato.
«Facci sentire come canti, adesso!»
«Avresti dovuto impiccarti, invece che continuare a vivere come uno scherzo della natura!»
«La prossima volta, ci penserai bene, prima di far vedere la tua faccia da maiale qui tra noi veri uomini!»
Il travestimento si rivelò provvidenziale: i cuscini assorbivano gran parte degli urti. La giovane si raggomitolò in posizione fetale, cercando di proteggere il più possibile, con le braccia, la testa e il viso, e scoppiò in un pianto incontrollabile, che non fece altro che aizzare ulteriormente i suoi aguzzini, aumentando il volume dei loro sberleffi.
«Ora basta. Vi siete divertiti abbastanza, ragazzi.»
Rancio era apparso tra loro con la stessa repentinità con cui il sole fa capolino dalle nuvole in una giornata ventosa. I tre sicari si interruppero.
«Sparisci, vecchio.» lo liquidò uno di loro.
Rimasero per un momento tutti in silenzio, quindi, vedendo che non se ne andava, il secondo soggiunse: «non vorrai rischiare di prenderle, solo per difendere questa nullità di mutilato?»
«Se lo fosse, sentirei di avere qualcosa in comune con lui» replicò l'ultimo arrivato in tono pacato «ma si dà il caso che sia una ragazza. Solo che voi, con i vostri pregiudizi, non siete riusciti a notarlo.»
«Oh, Sacro Vuoto senza fine!» esclamò quello che aveva parlato per primo, roteando gli occhi al cielo «spero che tu ora non voglia farci la ramanzina sulla donna interiore e sul modo in cui questo scarto si percepisce!»
«L'unica cosa che voglio, è vedervi sparire all'istante. La vostra presenza ammorba l'aria, siete un insulto al genere umano.»
Rancio si era espresso in tono neutro, ma perfino quei teppistelli erano in grado di recepire la minaccia nelle sue parole. Amina aveva sempre ammirato il modo di parlare del cuoco, retaggio senza dubbio del suo passato da nobile, ma in quel momento si domandò se l'uomo non stesse rischiando troppo.
«Sparisci, idiota, se non vuoi ritrovarti anche tu con qualche pezzo in meno, come il tuo amichetto senzapalle!» berciò infatti uno dei tre delinquenti, puntandogli contro un dito intimidatorio.
Accadde tutto così all'improvviso, che per poco Amina quasi non se ne accorse.
Rancio s'inclinò in avanti, estrasse il pugnale del malvivente più vicino dalla cintura di costui, e glielo conficcò nel ginocchio, appena sopra la rotula.
L'uomo ululò e cadde a terra, reggendosi la parte offesa con entrambe le mani.
Il pirata afferrò per la gola il secondo con il braccio sano, in cui aveva una forza prodigiosa, mentre con l'arto menomato impugnava il proprio coltello e lo puntava contro il terzo. La lama vibrava nella sua stretta incerta, e Amina sapeva che il vecchio aveva a malapena la forza di trattenerla tra le dita; l'avversario però non poteva immaginarlo e, trovandosi preso di mira a quel modo, sollevò le mani e fece un passo indietro.
«È bastato che Capitan Velluto sparisse dalla circolazione per qualche giorno, per far alzare la testa a voi escrementi d'acaro?» esclamò il bucaniere, con la voce resa vagamente stridula dall'eccitazione. «Siamo ancora abbastanza forti da prendervi tutti a calci nel culo!»
La ragazza capì subito cosa stava cercando di fare il suo salvatore: il nome della donna dai capelli di miele incuteva terrore, ed era risaputo che chiunque se la prendesse con un membro dell'equipaggio della Sea Wasp, finiva per fare una brutta fine.
Purtuttavia, in quel mondo malato e violento, che rispondeva a leggi tutte sue, l'anziano era stato costretto a dimostrare in qualche modo di essere all'altezza del nome che pronunciava, con quello sfoggio di letale destrezza.
«Sei un membro della ciurma?»
«Sono solo il cuoco di bordo» confermò Rancio «ma per sistemare dei tipi come voi, basto e avanzo.» I nervi martoriati del braccio che impugnava il coltello stavano cedendo, la giovane lo capiva dal fatto che tremava sempre più, e un velo di sudore imperlava adesso la fronte del suo alleato.
Sarebbe riuscito a portare avanti quel bluff per tutto il tempo necessario?
«Però ho sentito dire che Velluto era in prigione...»
«Per l'amor del Vuoto!» esclamò l'altro a mezza voce. Aveva ancora il collo stretto in una morsa, abbastanza da rendergli difficoltoso parlare e respirare, ma non da ucciderlo. «Ce ne andiamo!» Promise, sollevando le mani in segno di resa.
Il pirata lo lasciò andare e indietreggiò zoppicando; i due lestofanti sollevarono il proprio compagno e, sorreggendolo ognuno per un braccio, si allontanarono.
Solo quando furono scomparsi oltre l'angolo, l'ex ufficiale parve rilassarsi un po'.
«Caspita, ragazza! Sei proprio una furba!» rise, rinfoderando la lama con dita vibranti «girare da queste parti travestita da eunuco? Tanto valeva che ti appendessi alla schiena un cartello con scritto "uccidetemi: impunità garantita!" »
SPAZIO AUTORE
Certe zone del porto sono sempre pericolose, a Vanessa.
Sia che tu sia una ragazza giovane e bella, ovvio oggetto di una lussuria malata e perversa, sia che tu sia un eunuco obeso, facile bersaglio della discriminazione più becera e violenta.
Per fortuna, ad Amina è rimasto qualche "santo in paradiso", come si suol dire.
Rancio l'ha salvata dai criminali, evitandole il peggio. Ma sarà disposto anche ad aiutarla, prendendo parte al suo folle piano?
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