Yokanai

Yokanai Uscì da sotto coperta, vento libero, la nave che capitanava era una delle imbarcazioni più potenti che i Broodan possedevano. Di legno nero con una polena gialla che rappresentava una "x" che andava a fiamme, stemma del clan Broodan.
La Veerasi si portò a poppa da tribordo camminando a passo lesto, Una lunga peluria formava una cresta bianca sulla sua testa che scendeva fino la sua zona lombare, ai lati poco più avanti delle orecchie lievemente appuntite altra peluria biancha scendeva verso il seno, due trecce su ambo i lati mentre per il resto la testa era completamente rasa. Era un esemplare dagli occhi argentei, uno sguardo intenso e fiero.
<< Capitano, uno skiver messaggero è giunto! Notizie dal forte, Graamek ordina il ripiego immediato! >> disse Shianaii Affiancandola, ella era più bassa del suo capitano, Peluria solo nella parte destra della sua testa e due trecce dall'altro lato simili a quelle di Yokanai, tinti di blu, esattamente come i suoi occhi.
<< Rimanda indietro quello skiver, di Graamek che forse ho trovato qualcosa di davvero grosso questa volta! >> Fu la sua rispose molto rapida e schietta. Quindi la veerasi coi capelli blu si fermò e fece un cenno di assenso col viso.
<< agli ordini! >>.
Scrisse personalmente quel messaggi in una serie di ideogrammi che solo i Broodan potevano interpretare.
Lo Skiver era stato portato a bordo e messo un una teca d'acqua, all'interno nuotava nervosamente, rapidissimo, Un pesce Nero di un metro e mezzo con un corpo affusolato e la testa conica, occhi incavati e rossi.
Shianaii mise il messaggio su un cilindretto di legno dopo averlo chiuso lo legò al pesce tramite una cordicella che strinse forte. Afferrò il pesce con un po di fatica e lo riversò in mare, guardandolo poi scheggiare velocissimo dalla direzione in cui era arrivato.
<< a Graamek non piacerà...>> esalò sconsolata.
Yokanai Raggiunta la poppa prese una ciotola di legno e immergendola in una grossa vasca fece cadere l'acqua sul suo corpo, idratandola, i tatuaggi sulle sue braccia e sul suo busto divennero subito di un bianco più vivido, tante righe e cerchi che pervadevano tutto il suo corpo.
Dopo essersi idratata guardò verso una folla di suoi uomini e si avvicinò lentamente facendosi largo fino a che vide due verasii legati e messi a sedere contro il parapetto della nave.
Vestivano di marrone, con cintole al petto e perle sui capelli, roba che mai aveva visto, infatti ne era stranita, mai aveva visto veerasi simili.
Quei due tizi erano terrorizzati, guardavano chi li avevano catturati con sguardi spiritati cercando di stare più possibile attaccati al legno e tenendo le gambe sul corpo.

La calca li sfotteva e cercava di punzecchiarli, ma loro si spostavano evitando, come meglio potevano di farsi toccare.
<< Fatevi da parte! Fatevi da parte smettetela di fare i cretini! >> dovette esclamare Yokanai ponendosi di fronte ai due tizi, Lei indossava un armatura di pelle grigia, questa le copriva il seno e le spalle, lasciando nudo l'addome mentre le sue parti intime erano rivestite da pantaloncini della stessa pelle con tanti limbi di pelle ai lati come piccole corde. Più o meno tutti erano vestiti come lei in quella imbarcazione.
Il capitano s'appollaiò guardando i due e mostrò un sorriso cercando di essere più amichevole dei suoi uomini.
<< ciao, io sono Yokanai, e sono il capitano di questa nave! >> disse toccandosi il petto con le nocche. Ci furono attimi di silenzio interrotti solo da ghigni proveniente dall'equipaggio curioso di vedere quei tizi.
<< mi capite? >> domandò visto che non ricevette risposta alcuna e proprio nel momento in cui si rassegnò la sua attenzione venne catturata da quello alla sua destra.
<< si, ti capiamo, perché ci avete catturato? >> disse, la sua voce era intimorita, guardava la veerasi e la sua ciurma.
<< non siamo pesci, siamo Veerasi anche noi! >> aggiunse poi. Tutti risero a quella frase, perfino Yokanai mostrò un ghigno e quindi si alzò, non rivolse loro altre parole, semplicemente si allontanò.
<< avevano una zattera, erano dodici, quindi qui vicino c'è un isola, fatevi dire dove si trova! >> sentenziò lei.
Stava giocando d'azzardo, con una posta decisamente alta, quella nave era in viaggio da diversi giorni, il suo equipaggio le era fedele, non era quello il punto, ma il capo tribù le aveva detto di tornare. Le isole tre isole Broodan, adiacente al loro forte erano ormai ridotte all'osso per l'estremo sfruttamento, costruire forti e difese per esso, navi e armi per tre interi battaglioni, costava tanto legname e altre risorse. Per questo i Broodan, sotto il comando di Graamek peli rossi, erano diventati dei razziatori. Loro non si limitavano più a curare le loro isole, bensì andavano da altre tribù e le derubavano, questo violava le leggi delle quattro madri ma quella tribù era così piena di ego che si sentiva superiore alle leggi di quattro megere.
Ma la scoperta che aveva fatto Yokanai andava oltre al semplice razziare, stando a tutte le cartine conosciute in quel punto del mondo non doveva esserci nessuna isola, loro erano giunti così tanto a sud per evitare di entrare in acque Khaliiviane, una cittadella militarizzata distaccata in due globi, quella in superficie e quella subacquea. Da intere ere i Khaliiviani detenevano il potere legislativo mondiale. La loro fortezza era inespugnabile, non costruita con legno ma con rocce levigate mentre la struttura sott'acqua era costruita con piombo e vetro. La maggior parte dei veerasi nemmeno sapeva dell'esistenza di metalli o del vetro. O chi li adoperava, come ad esempio i Broodan in acune parti delle loro navi, non era certo ai livelli loro. Quindi Li definivano superiori e nessuna tribù osava contraddire le loro regole, emesse da quattro donne che venivano chiamate "le madri".
Questo valeva anche per i Broodan fino che Graamek, figlio di Shamahan, non uccise il suo stesso padre per appropriarsi il diritto di essere capo tribù. Con lui al comando, iniziarono a razziare e ignorare deliberatamente le leggi Khaliiviane. Molti avvisi vennero emessi dalla cittadella di Khaliivan ma ogni emissario o messaggero tornava nella sua cittadella in una scatola... fatto a pezzi.
La cittadella quindi si trovò costretta a dichiarare criminali ogni componente della tribù di Broodan, facendo pendere su ognuno di loro una taglia.
Per evitare quindi conflitti Yokanai prese il largo e quel giorno, vide quella piccola imbarcazione, secondo le mappe dovevano essere in mare aperto a miglia e miglia di distanza dalla terra ferma.

Quella imbarcazione piccola imbarcazione che pedinarono non era di certo portata ad un viaggio così lungo e bene o male, la giovane conosceva gli indumenti di quasi tutte le tribù, quei tipi vestivano in modo mai visto nella sua vita, questi fattori la portarono a credere che doveva esserci una tribù anche così tanto a sud, nonostante le acque in quel punto erano davvero fredde.
Avrebbe preso ogni singola cosa utile da quelle isole, Graamek l'avrebbe ringraziata.
Arrovellata nei suoi pensieri Yokanai giocava con la piuma di un rapace, teneva il palmo sollevato e con la punta si solleticava, gli occhi grandi e argentei fissi sulla cartina ingiallita, guardava l'estremo sud dove a giudicare da esse vi era solo il nulla, il mare continuava all'infinito.
La camera del capitano era in subbuglio, registri, bandiere, vestiti e armi erano sparsi ovunque, Yokanai non era per niente un amante dell'ordine. Anzi odiava tutto ciò che solitamente era compito di una donna fare. Usava spesso alcuni Veerasi ridotti in schiavitù ogni tanto per pulire i suoi alloggi e la nave, delle volte, senza nemmeno troppa vergogna, li usava perfino per i suoi piaceri sessuali.
Nonostante le Veerasi dal manto bianco erano viste molto bene e con tutte le probabilità non avrebbe avuto bisogno di uno schiavo per certe cose. Ma solo il capo tribù dei Broodan, poteva accoppiarsi, agli altri non era consentito, c'era un solo problema... Yokanai riteneva orribile il suo capo tribù e più di una volta ammise che avrebbe preferito farlo con uno skiver piuttosto che con lui.
Questo però no fece altro che aumentare il desiderio di Graamek di possedere una delle sue femmine migliori e capo del primo battaglione.
I Broodani non se la passavano bene e la situazione era perfino peggiorata con quel sanguinario del loro capo. Erano sempre stati spiriti liberi, sempre stati un popolo guerriero ma mai, macchiati di così tanti crimini.
Il suo futile studio delle cartine fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta.
<< chiunque sia, sei benedetto >> esclamò e subito dopo la porta si aprì.
Era colui che era stato incaricato di raccogliere informazioni dai due prigionieri, infatti lei rimase sulle spinte nell'aspettare che parlasse.
<< capitano, hanno parlato... >> esclamò con un sorriso di fierezza in volto.
Lei si alzò di scattò ma poi tornò sui suoi passi per raccogliere la cartina che poco prima stava studiando.
Seguì il suo sottoposto lungo i corridoi della nave fino raggiungere le celle dove erano stati detenuti i due che avevano catturato.
Era entrambi riversi in stato pietoso, col viso sporco di verde e con segni di torture su tutto il corpo, tremavano ed erano ancora più spaventati.
<< La loro tribù si chiama Wananai, hanno una sola isola a sud ovest da qui, dicono che è protetta da una scogliera e c'è un unico passaggio dove non incagliare! l'hanno descritta tutta verde, da quel che dicono sono una tribù di pescatori, quindi sarà facile mio capitano! >> disse lui mentre in quel momento uno dei due per terra, forse capendo la situazione ebbe un accrescimento d'orgoglio che lentamente gli fece risollevare la testa.
<< cosa volete dalla nostra isola? >> domandò usando un tono molto sprezzante.
Yokanai si avvicinò e dopo averlo tirato su guardò i suoi suoi uomini.
<< date loro da mangiare! >> esclamò infine guardando il tale che aveva parlato.
<< uno scambio commerciale! >> esalò sorridente.
I due wananaiti rimasero in silenzio, non sapevano che farsene di uno scambio commerciale e comunque non serviva un intellettuale per capire che quella donna a bordo di quella grande nave, non sarebbe andata nella loro isola per uno scambio commerciale.
Tutto l'equipaggio stava preparando le lance e le Kavik, due ossi resi affilati come rasoi, tenuti insieme da una giuntura di corde, da indossare ai lati delle braccia, un impugnatura posta ad un'estremità andava stretta nel palmo della mano mentre nell'altra estremità vi erano dei lacci da stringere all'inizio dell'arto, essendo due gli ossi, tenuti legati assieme non negavano un movimento libero dell'arto e usate da un capace combattente, erano armi temibili nel corpo a corpo. Alcune varianti avevano una fascia che passava sulle nocche e questa presentava delle grosse punte, inutile dirne le dinamiche dell'utilizzo.
Altri soldati semplicemente avevano lunghe spade o coltelli tutti fatti in osso levigato.
Ogni componente di quella nave era pronto a uccidere se necessario mentre all'orizzonte, tra le acque fredde dell'estremo sud, si intravide una grossa isola che nel blu dei flutti brillava di verde, rigogliosa più che mai.
Quando Yokanai la vide, quasi non ci credette, salì lungo le corde di tribordo salendo fino le mezze vele dove tenendosi ad una corda allungò il braccio protendendosi più che poteva, i suoi occhi brillarono e il suo viso si dipinse di un bellissimo sorriso.

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