Un patto per Ikorro
Si rassegnò quindi all'idea che fosse morto, avrebbe dovuto chiamare qualcuno per farsi aiutare nel spostare il cadavere ma proprio nel momento in cui si sollevò e il suo viso assunse un espressione rattristata quel giovane si sollevò di colpo come se nulla fosse, facendo sobbalzare la guardia.
<< bene dove andiamo?! >> esclamò avviandosi all'uscita della cella una volta alzatosi in piedi. Questo però venne bloccato dalla guardia.
<< pensavo fossi morto! Dove stai andando?! >> gli sbraitò.
Il giovane quindi assunse un espressione stranita e scrollò le spalle.
<< come?! Cioè se venuto a chiamarmi, quello che porta la sbobba non ci chiama quindi mi devi portare via giusto? >> sibilò divertito.
<< forza... andiamo >> rispose la guardia innervosita dal comportamento di quel tale che prima di uscire si girò verso il tipo che parlò precedentemente.
<< ciao tizio scuro! >> esclamò senza però ricevere risposta.
<< certo... sono tenebroso... io non parlo mai perché sono troppo figo per farlo! >> aggiunse quindi parlando da solo mentre la guardia lo scortava verso l'uscita.
Le quattro madri sedevano su quattro diversi troni su un palco alto sei metri che occupava metà della stanza circolare in cui si trovavano, nel mezzo due sedie in pietra le stavano difronte, proprio nel centro della stanza.
I quattro troni oltre a differire per colore, differivano per forma, quello blu aveva pietra levigata, con forme sinuose e gentili le quali sembravano una cascata. Quello giallo invece era spigoloso con punte verso il cielo, perfino braccioli avevano punte verso l'alto.
Il trono verde si estendeva verso la sua sinistra, scolpito in modo tale da sembrare un albero smosso dal vento mentre quello rosso, sembrava fosse fuoco pietrificato.
<< madre dei flutti, mi auguro che abbiate ragione >> esalò la madre dei fulmini massaggiando con le dita una punta del suo trono.
La veerasi non rispose, fece solo un espressione serena come a far capire che era sicura di ciò che faceva.
Poco dopo la porta venne spalancata, fecero il proprio ingresso il prigioniero e la guardia che lo aveva liberato.
Immediatamente la guardia si abbassò in un inchino e il prigioniero la guardò stranito, quando la prima si accorse che il secondo non si era inchinato si alzò tempestivamente e afferrandolo per il collo cercò di forzarlo ad inginocchiarsi.
<< sei al cospetto delle quattro madri! >>
<< e loro sono al mio cospetto, perché non si inginocchiano?! >> rispose lui divertito.
La guardia non sapeva se credere alle parole dette dal ragazzino, guardò le madri e abbassò la testa.
<< chiedo venia, gloriose madri! >> sibilò costernato.
<< non ti preoccupare, hai licenza di andare e lasciarci con il prigioniero! >> esalò la madre della natura.
Ognuna di loro era difesa da due soldati d'élite armati di lunghi tridenti ed enormi scudi dalla superficie appuntita.
Quando la guardia carceriera andò via il giovane prigioniero si guardò attorno sorridente.
<< e quindi volete già liberarmi? >> esclamò divertito ma l'espressione delle madri era severa, quella dei fulmini indicò al ragazzo le sedie di pietra.
<< giovane Ikorro, le quattro madri hanno da sottoporti una richiesta ufficiale! >> spiegò la madre del fuoco.
Così il giovane sedette, poggiò una gamba su uno dei braccioli assumendo una posizione sgraziata e poco professionale.
Vestiva in modo davvero povero, con una canottiera ad una sola spallina verdastra, i suoi pantaloni erano gonfi sulle cosce e stretti sugli stinchi, tenuti legati in vita da una cintola verde scuro.
Bianchi erano i suoi occhi e rosso rame la sua lunghissima peluria.
<< le leggende dicono che chiunque abbia la peluria rossa sia un prescelto, invece tu non sei altro che un prigioniero! >> Spiegò la madre dei fulmini.
<< decisamente una bellissima premessa per... sottopormi una richiesta ufficiale! >> rispose lui in modo sarcastico evidenziando con le mani l'ultima parte della sua frase.
Quindi la madre dei fulmini si schiarì la voce e riprese a parlare.
<< La madre dei flutti ha qualcosa da proporti! >> disse guardando l'altra madre che resasi conto di aver parola, non perse tempo.
<< la situazione coi Broodan e il loro capo Graamek è giunta ad un punto davvero delicato, loro non vogliono collaborare, vogliono vivere secondo le loro regole e fare di testa loro, distruggono e depredano tutto ciò che possono! >> disse la donna.
<< quindi tutti coloro che non vogliono stare sotto la vostra regale protezione devono essere annientati? >> controbatté pungente il giovane. Stava per prendere ancora parola ma venne interrotto dalla madre dei fulmini che s'alzò in piedi.
<< non ti permetto di parlaci in questo modo! Moccioso! >> Sbraitò lei ma venne calmata da un cenno della mano da parte della madre della natura.
<< scusa la madre dei fulmini, a volte non sa proprio controllarsi! >> sussurrò così che la madre dei flutti potesse riprendere parola.
<< Se volessimo distruggere i Broodan credimi, non chiameremo uno come te, invieremo il nostro esercito superiore in forza e numero e daremo vita ad una guerra che sicuramente vinceremo! >> cercò di farlo ragionare.
Ma il ragazzo non sembrava tanto convinto << se ne siete così convinte... >> infatti rispose.
<< madre dei flutti, con tutto il rispetto ma la trovo una enorme perdita di tempo! >> aggiunse ancora la madre dei fulmini facendo fare un verso di assenso da parte della madre del fuoco.
<< Ciò che chiediamo a te è qualcosa che nessuno dei nostri uomini è in grado di fare! Intendo entrare di nascosto nella fortezza Broodan e assassinare il loro capo Graamek! >> finalmente la madre de flutti riuscì a dire cosa le quattro volevano dal ragazzo.
<< cosa vi fa pensare che io sia in grado di una missione del genere? >> domandò quindi il giovane lasciando sbigottite le quattro madri.
<< non saprei giovane Ikorro, il fatto che sei riuscito ad infiltrarti di soppiatto in uno dei nostri forti e hai rubato diverse cartine che illustravano ogni nostro forte e i punti dove trovare materiali preziosi? >> fu la risposta della madre dei flutti, tale risposta fece ridere il giovane.
<< infatti! Talmente bravo che ora sono qui! >> sbuffò lui sarcasticamente.
<< non è questo il punto! Nessun veerasi era mai riuscito ad infiltrarsi così tanto in un nostro forte, anzi solitamente vediamo qualsiasi intruso a leghe di distanza, tu invece non solo ti sei avvicinato senza farti vedere ma sei pure entrato all'interno, ucciso diverse guardie e rubato le cartine! >>
A quel punto il giovane sventolò la mano piegando il viso di lato.
<< così mi lusinghi vecchietta >>
<< ti daremo un posto alla cittadella, potrai far parte del corpo degli esploratori, avrai un lavoro di prestigio, guadagnerai tanti pezzi d'oro da poterti permettere una casa in cima alla cittadella! >> fu quello il modo in cui cercò di ammaliarlo e infatti il giovane assunse una postura più seria inclinandosi verso l'alto.
<< niente più prigione? >> domandò.
<< niente più prigione! >>
<< e davvero avrò tutti quei pezzi d'oro? >> aggiunse.
<< una montagna! >> rispose la donna convinta di avercela fatta.
<< Però voglio indietro Korakka >> continuò Ikorro ma a quel punto la madre fece cenno di no con la testa.
<< troppo pericoloso! >>.
Quella sua frase fece in modo che il giovane si accasciò sulla sedia guardando di lato con fare capriccioso.
<< niente Korakka, niente omicidio! >> borbottò.
Mentre la madre dei fulmini sembrava sempre più nervosa, la madre dei flutti invece sospirò.
<< bada! Il primo incidente e non ti sarà più concesso di riaverlo indietro, lo dovremmo abbattere per non correre nessun rischio! >> lo avvertì sollevando il capo in attesa di ricevere risposta.
<< gentile madre, se ordinerete ad un cretino qualsiasi di uccidere Korakka, quest'ultimo si mangerà il povero cretino non appena lo libera, l'unico povero cretino che può liberare quella bestia senza farsi mangiare... è questo... povero cretino! >> disse indicandosi alla fine, lasciando sbigottite le quattro donne fin quando quella dei flutti non trasalì.
<< va a prendere la tua bestiola e completa il tuo compito! >> esalò rassegnata lasciando cadere una pergamena in terra.
<< quello è il tuo condono temporaneo, ha validità per un mese! >> spiegò. Così il giovane s affrettò nel alzarsi per afferrare il suo condono.
<< ora va! Che la forza delle madri ti guidi sempre! >> disse sempre quella dei flutti.
Ikorro camminò al contrario salutando le donne come si saluta qualcuno che partiva in nave.
<< si... certo! La forza delle madri! >> non si accorse però di un gradino che colpì con un tallone facendolo cadere in terra.
La madre del fuoco nascose il suo viso nel palmo della mano, facendo cenno di no con la testa per poi indicare con la stessa il giovane che se ne andava.
<< siamo certe di poter affidare una missione così particolare ad un personaggio simile? >>.
Poco tempo dopo le porte del recinto pentagonale dove una guardia si era fatta lanciare via da quel bestione piumoso, si aprirono di colpo.
Il giovane Ikorro camminò a passo lesto, un espressione divertita dipingeva il suo viso.
<< aspetta, ti farai ammazzare! >> gridò una guardia che precedentemente non era riuscito a fermarlo.
Ma venne completamente ignorata.
<< gli avete legato perfino le ali!? E cosa gli avete dato da mangiare, ha le piume completamente bianche, stupidi idioti! >> esclamò innervosito mentre raggiunse la bestia che accorgendosi di lui aprì la bocca per fare uno dei suoi urli, la guardia nonostante fosse a qualche metro di distanza si strinse nelle spalle, spaventata dall'immane urlo. Il ragazzino invece rimase immobile e con la mano destra diede una sberla fortissima sul volto dell'animale che immediatamente smise di urlare.
<< lo sai che mi da fastidio quando urli scemo! >> lo rimproverò per poi carezzarlo tra gli occhi, l'animale dondolò la sua testa facendosi carezzare sotto gli occhi increduli della guardia.
<< quando me lo avete preso le sue piume erano verdi e azzurre! Bisogno dargli da mangiare del Kruma di mare o di fiume per mantenere la giusta pigmentazione! Stupidi idioti! >> esclamò girandosi verso la guardia, nel mentre tirò una piuma del suo animale, strappata dalla sua pelle si udirono tanti piccoli suoni, come se qualcosa si stesse pietrificando, effettivamente la piuma nella mano del ragazzo in un primo momento volteggiava nell'aria mentre un attimo dopo restò immobile, rigida. Venne usata dal ragazzo contro le corde e queste si tagliarono immediatamente permettendo al pennuto di stendere le sue ali dopo tanto tempo, una apertura alare gigantesca, imponente e maestosa. Ridacchiando il giovane salì sul dorso del suo animale.
<< guardia! Libera Korakka! >> esclamò Ikorro facendole cenno di avvicinarsi con il braccio.
L'altro veerasi però non si mosse, lo fissava incredulo.
<< perché mai dovrei liberarlo?! >> protestò facendo sbuffare il giovane rosso.
<< perché lo chiedono le quattro madri guarda! >> esclamò mostrando il suo condono temporaneo, lo tenette da un estremità facendolo srotolare verso il basso.
<< non si legge nulla da qui! >> controbatté la guardia, Ikorro alzò gli occhi al cielo e gli fece cenno di muoversi verso di lui.
<< non ti fa niente se non glielo dico io! >> lo rassicurò mostrando poi un sorrisetto, questo bastò per consentire alla guardia di avvicinarsi, assottigliò gli occhi cercando di leggere cosa vi fosse scritto.
<< è al contrario! >> esalò.
Ikorro sbuffò ancora inclinando il corpo all'indietro.
<< accidenti se sei viziato! Ecco! >> esclamò mentre girò il documento e lo allungò più vicino al suo viso.
Qualche minuto dopo la guardia fece una faccia rassegnata e prendendo le chiavi delle catene liberò l'animale che mosse il becco verso di lui, il veerasi si spostò all'indietro ma Korakka si portò all'indietro, come se avesse appena preso in giro il povero mal capitato.
Le folate di vento che produssero le sue ali poi sferzarono la guardia con forza che non potette fare altro che vederli allontanare a tutta velocità fin quando l'enorme volatile divenne solo un punto nel cielo.
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