non mancherò a nessuno
Sorriso che invece Ka'laynik non aveva, stretto nelle sue vesti bianche e pesanti stringeva i suoi occhi azzurri per guardare oltre una gigantesca bufera di neve. Egli era un giovane meeratiano, abitante delle lande ghiacciate dell'estremo sud, terre inesplorate dal resto dei veerasi che ne ignoravano l'esistenza. Era buio, lo sarebbe stato per diverso tempo e in quel periodo della vita si sentiva piuttosto depresso. Raggiunta la maggiore età la gente del suo popolo costruiva una cupola di ghiaccio che poi collegava alla sala grande che stava nel centro, questa metodologia di costruzione vista dall'alto sembrava come un nucleo centrale che disperdeva i suoi raggi ovunque, ognuno che terminava con un'altra cupola. Non esisteva la proprietà privata, tutti collaboravano nella costruzione di tunnel e cupole per dormire o da adibire a "luoghi pubblici" Non venivano utilizzate porte, anzi i meeratiani nemmeno sapevano cosa fosse una porta.
Quel giorno si era tenuta la cerimonia di accoppiamento, per quanto il nome possa far capire male in realtà quel rituale era qualcosa di davvero "fiabesco" in un certo senso.
Tutti i giovani che avevano raggiunto la maggiore età venivano divisi per sesso e messi uni difronte agli altri.
I maschi tenevano in mano una collana fatta in ossa di Shaiker, un animale piuttosto pericoloso che andava abbattuto in vista di quella cerimonia. Ka'laynik non riuscì, il giorno in cui i ragazzi si mossero per andare a caccia lui fece in modo di sparire, intimorito ma a causa di ciò alla cerimonia si presentò senza collana.
Mentre tutti erano tornati con la loro compagna lui tornò solo e sempre più convinto che quel posto non era il suo.
Si mise in un bordo della sua cupola, infilandosi in un sacco a pelo creato con varie pellicce di animali e coprendosi per bene si addormentò a fatica, il suo volto era la rappresentazione del disprezzo, quasi come fosse odio, era stanco di essere considerato sempre l'ultimo in tutto. Il capo tribù gli fece costruire una cupola molto piccola, circa sei metri di raggio.
Ad altri era concesso cupole molto più grandi, più valevi per la società, più grossa era la cupola che potevi costruire, per gli altri lui occupava solo terreno utile.
Il giorno dopo si svegliò presto, come sempre e dopo aver idratato la sua pelle con della neve morbida si avviò verso il nucleo. Il lavoro che gli diedero quel dì era molto semplice, distribuire scorte di cibo per ogni cupola. Sarebbe stato un impegno che gli avrebbe occupato l'intera giornata e mentre vedeva gli altri uscire fuori e o fare lavori più soddisfacenti del suo, lui iniziò a portare pesci e carne nelle cupole.
i meeratiani principalmente, mangiavano carne e pesce crudi, questo permetteva loro di non dipendere dal fuoco in nessun modo, Le pelli di Shaiker e Obbrun o il loro grasso di entrambi, erano eccezionali fonti di calore.
Secondo quanto dicevano gli esemplari più adulti di loro il mondo era solo una valle di neve desolata e ad un tratto grosse mura di ghiaccio si ergevano oltre le quali vi era il nulla, il posto dove andavano i morti ed andare nel posto dei morti da vivi comportava uno squilibrio che avrebbe distrutto tutto quanto.
Per questo Ka'laynik era terrorizzato all'idea di scappare, non voleva di certo essere la causa dell'apocalisse.
Un buon modo da parte dei meeratiani di tenere tutti vicini, c'era da ammetterlo.
Una giornata noiosa dopo l'altra si susseguirono, sempre le solite cose, sempre i soliti ingrati lavori, non era uno che pretendeva gloria o successo, quello che voleva era semplicemente una cupola più grande, una buona compagna e di vivere sereno.
Molti dei suoi coetanei ambivano a diventare chi sa chi, ambivano alla gloria cacciando lo Shaiker più grosso, quel record lo deteneva un certo Ma'karek che con solo un tetra dente e un coltellaccio, riuscì ad abbattere il capo branco di alcuni Shaiker, una bestia che raggiungeva i sei metri con un peso complessivo di ben oltre la mezza tonnellata.
Le ossa di quella bestia erano ancora esposte nella cupola centrale, ormai erano azzurre, dopo anni e anni il loro colore blu originale aveva perso pigmentazione.
Esemplari così grossi non si vedevano da decenni, uno Shaker comune era alto si e no come loro ma decisamente più largo.
Passarono due giorni ancora, due giorni di totale monotonia ma quel giorno per il giovane Ka, sarebbe accaduto qualcosa di diverso.
Stava sistemando armi e pellicce in alcuni incavi dentro il ghiaccio, con lui c'era Kre'ah un esemplare più vecchio di almeno venti anni, la sua pelle bianca era piena di macchiette grigio cemento sulla fronte, sul petto e braccia, ma ovviamente quelle non erano visibili per le grosse vesti che portava. Vesti bianchi di pelo lanoso
<< come mai non andiamo mai a nord? >> domandò il ragazzo tuonando all'improvviso dopo ore di silenzio, effettivamente ci pensava spesso, non era un cacciatore ma quelle volte che li seguiva per imparare le loro arti, mai si erano mossi verso nord, sempre ed esclusivamente a sud.
I meeratiani vivevano in una gola tra due montagne enormi di ghiaccio, dopo la cupola più a nord avevano costruito un muro di ghiaccio e a nessuno era concesso andare oltre, nonostante questo muro non fosse poi così alto.
<< perché a nord ci sono le terre di nessuno, spettri glaciali danzano in quelle lande, iniettano nel tuo cuore il ghiaccio e ti trasformano in marionette ghiacciate! >> rispose Kre'ah suscitando in Ka'laynik un'espressione di puro scetticismo, quasi guardò l'altro come se guardasse uno mentecatto
<< ma credi davvero in ciò che dici o pure è un pessimo tentativo di spaventarmi? >> rispose lui con superficialità, non ricavando però risposta alcuna, infatti Kre, semplicemente tornò a sistemare gli abiti.
<< lavora Ka, sei sempre a parlare! >> lo rimproverò.
Ed era vero, ai meeratiani non veniva mai in mente di fare domande, non erano curiosi, gli si diceva di non passare oltre il muro e non lo facevano, gli si diceva; quello non si fa e tutti loro non lo facevano.
Anche Ka'laynik era così, ma almeno lui voleva sapere perché non doveva oltrepassare quel muro, voleva sapere perché determinate cose non si facevano, non gli bastava il semplice ordine.
Ma in cuor suo sapeva di non essere nessuno e quindi semplicemente si adeguava a quella che era la sua società.
<< se ci fosse altro! Se oltre il muro ci fossero altri kumanè! >> esclamò lui mentre i suoi occhi blu brillarono di una lucentezza mai vista.
<<giovane Ka, se le tue abilità lavorative fossero simili a quelle della tua fantasia, saresti il miglior meeratiano! >> rispose Kre'ah sorprendendosi in una risatina. Il giovane invece s'imbronciò ritenendosi offeso e incompreso, non proferì più parola concentrandosi sul loro lavoro.
Come spiegato precedentemente, Ka'laynik non cercava glorie o chi sa quale posto di prestigio nella comunità, ma di certo, essere il primo ad andare oltre il muro e tornare raccontando ciò che aveva veduto sarebbe stato un grandissimo schiaffo morale a tutti quelli che lo consideravano meno di niente, a tutti quelli che si sentivano in peso a portarlo nelle battute di caccia e nei confronti degli anziani che si ritenevano tanto saggi ma avevano paura di muoversi a nord.
Come poteva un uomo saggio, avere paura di qualcosa, pensava lui. Piuttosto un vero saggio va per scoprire in modo che l'ignoto... non sia più tale.
Non poteva chiedere a nessuno di accompagnarlo in quella avventura così pericolosa, oltretutto se lo avrebbe detto a qualcuno, sicuramente anzi che aiutarlo avrebbero fatto di tutto per fermarlo.
Quindi Ka'laynik, figlio dei ghiacci, decise che avrebbe marciato a nord, oltre il muro, avrebbe visto terre che da generazioni nessuno vedeva più.
Come un segno del destino, tre giorni dopo la decisione di tale impresa, quattro cacciatori fecero ritorno alla comunità, tutti e quattro malconci e provati.
Raccontarono di come un gruppo di shaiker, comandati da un capo branco grosso sette metri, avevano fatto a pezzi l'intera compagnia di caccia e costretti i quattro a battere in ritirata.
Ma loro erano feriti, sanguinavano e il verde dipinse la neve lungo tutto il loro tragitto.
A miglia di distanza infatti il capo branco degli shaiker afferrò della neve colorata di verde portandola al naso.
Egli come tutti gli altri esemplari era bipede ma per correre si piegava sulle quattro zampe, possedeva sei arti nel complessivo; delle gambe e braccia normali più un altro paio di zampe più piccole poco più in alto del petto, decisamente sproporzionate per la mole dell'animale.
Il loro viso era molto grosso, ancor più largo sulla bocca, questa si estendeva all'indietro più larga del resto della testa, dando alla bocca una forma a boomerang dalla quale una serie di denti blu uscivano scomposti, molto spessi e aguzzi. Il taglio degli occhi era a punta nel lato esterno, colorati di un nero profondo con iridi che in base all'esemplare andavano dal verde all'azzurro.
Il naso era completamente assente e un'altra loro peculiarità era che sulla parte superiore dei lor arti più grossi fuoriuscivano due grossi corni blu scuro, nascendo poco dopo il gomito raggiungevano più o meno l'altezza delle loro mani pur essendo distaccate da esse si e no quindici centimetri.
Praticamente quegli animali, di un intelligenza incredibile, erano muniti di due pericolosissime e appuntite armi. Anche sulle spalle nascevano dei corni, ma molto più corti, che comunque usavano in modo devastante durante la carica contro le loro prede.
Un gruppo di sessanta o settanta bestioni simili si muoveva verso la comunità di meeratiana, guidata proprio dal sangue di uno dei loro cacciatori.
Ka'laynik ascoltando quanto dissero, decise che sarebbe scappato mentre tutti preparavano le difese contro l'orda che li stava raggiungendo. Tanto nessuno si sarebbe sognato di farlo lavorare sulle barricate o come guardia, lo avrebbero messo nelle retrovie a fare chi sa cosa e a quel punto, essendo tutti distratti, sarebbe scappato.
E così fu... quando il branco di shaiker giunse bastò appena un ora ai meeratiani per ucciderli tutti, nonostante fossero un popolo che prediligeva la pace, erano comunque lottatori formidabili dotati di una forza incredibile, l'attacco quindi non fece altro che dare alla comunità più cibo, materiale per armi e pellicce, morirono davvero pochi mentre la neve era tinta del sangue di quelle bestie e i loro corpi sparsi ovunque.
Quando Fecero l'appello per determinare chi fosse morto di loro, vi furono soltanto cinque morti e un disperso, Ka'laynik, nonostante le ricerche che ne seguirono, sembrava scomparso nel nulla lui o il suo corpo.
Era a qualche chilometro più a nord, camminava lungo un deserto bianco con una bufera di neve che smuoveva i suoi pesanti vestiti, un cappuccio copriva la sua testa e se ci fosse stato un apparecchio che segnava la temperatura, quello avrebbe segnato i meno quaranta gradi. La notte era poi un ulteriore ostacolo, il giovane portava sulle spalle una sorta di sacca con dentro della refurtiva che lo avrebbe aiutato a non morire. Sapeva che si sarebbero accorti che qualcosa mancava ma anche se qualcuno intuisse che si era messo in cammino a nord, era sicuro che nessuno si sarebbe mobilitato per recuperarlo, non lo avrebbero fatto per il migliore dei cacciatori, quindi perché farlo proprio per lui.
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